supercook ha scritto:
C'è da dire, inoltre, che noi italiani siamo stati dei campioni, in nome del profitto, (soprattutto durante gli anni 80) a dilapidare il patrimonio storico dei nostri marchi (sia di moto che di auto) che, sino a non molti anni fa, erano sinonimo, oltre che di design irraggiungibile, di qualità e soprattutto di avanguardia tecnologica (l'automobile spider era praticamente italiana ad eccezione di qualche inglesina....il film "il laureato" docet)
Infatti. La stessa Moto Guzzi fino agli anni '50 era dieci anni avanti rispetto agli altri produttori, al punto che poteva permettersi di correre il TT nella 500 con le 350 (tanto vinceva lo stesso) e prestava ai concorrenti la galleria del vento per le prove (tanto vinceva lo stesso). Moto Guzzi ha introdotto delle soluzioni rivoluzionarie come la sospensione posteriore, il cavalletto centrale, le forcelle rovesciate o il cambio idraulico a convertitore di coppia, e ha prodotto modelli di serie e da corsa con praticamente tutte le architetture possibili.
Poi hanno fatto la scelta infelice di diventare una fabbrica di moto "feshion" e "uinteige" e fossilizzarsi sul V90°, proprio quando perfino BMW e Harley uscivano con piattaforme diverse da quelle storiche. Ragion per cui oggi il motociclista medio considera le Guzzi superate per definizione, anche se ora i progressi tecnici ci sarebbero.
Io penso che Guzzi debba ritornare all'innovazione, con motori che non siano solo remake del V90° a cardano e modelli che non siano solo di nicchia, anche a costo di pestare i piedi ad Aprilia. Tirassero fuori qualche motina brillante a 3 o 4 cilindri (o magari con il mitico V120° longitudinale), e poi se ne riparla