Moto
Archeomotociclismo II - Mototurismo nel 1954
Scritto da 42 - Pubblicato 02/11/2011 08:49
Breve premessa... L'articolo che state per leggere non è farina del mio sacco, ma è ripreso dal numero di agosto 1954 della rivista “Scienza e Vita”...

...è quindi il naturale seguito di “Archeomotociclismo I” che potete trovare qui: Archeomotociclismo I

Storicamente siamo, come dicevo, a metà degli anni '50. La ricostruzione post bellica è a buon punto, il boom economico non è ancora arrivato, ma gli italiani scoprono il piacere del “muoversi per turismo” (fino a qualche anno prima riservato a pochi) anche grazie allo sviluppo della tecnologia motociclistica a costo accessibile.
Di lì a poco arriveranno la 600 ('55) e la 500 ('57) che metteranno su quattro ruote una Italia che ancora si gode le due...

E comincia a godersele anche per farci turismo, 10/15 anni prima che il viaggio verso il mare o il ritorni al paese (conseguenza dell'immigrazione verso il nord) diventino fenomeno di massa per davvero, con le “1100” e le “Bianchina” in coda sulla A1 appena inaugurata.

Nel '54 in Italia non esistono autostrade, i viaggi si affrontano su statali e provinciali, la velocità à quella che è, il turismo è ancora considerato uno “sport”. La maggior parte della gente “normale” usa le ferie (l'obbligatorietà delle ferie è una novità da appena 6 anni, introdotta dalla costituzione repubblicana) per riposarsi, non certo per stancarsi in giro.

Qualcuno, però, comincia a guardare con occhio diverso quella moto o quello scooter, che fino alla settimana prima serviva per andare a lavorare o, al massimo, per la gita della domenica.

Non esistendo ancora il Tinga, le riviste consigliano come affrontare questo nuovo "sport"...
Fatta la premessa, vi lascio alla lettura dell'articolo.






MOTOTURISMO E MOTOCAMPEGGIO

Una nuova forma di sport che può consentire a tutti piacevoli vacanze

In questi mesi le strade della penisola sono percorse da decine di migliaia di turisti che hanno trovato nella modesta motoretta un mezzo ideale per viaggiare. L'articolo illustra le precauzioni che è indispensabile prendere prima di affrontare con la moto un lungo itinerario.

La crescente voga dei veicoli a motore a due ruote è un fatto caratteristico del nostro tempo, e in Italia forse più che altrove, tanto che alcune nostre case costruttrici si sono, in questo campo, saldamente affermate anche all'estero.

Le tre forme assunte da questo tipo di veicolo, il ciclomotore, la motocicletta e la motoretta (adottiamo volentieri questa felice parola italiana, che si va ormai affermando, ed è già comune in Toscana, in luogo del brutto termine motoscooter) presentano certo caratteristiche diverse; ma tutte, specie le due ultime, oltre ad assolvere egregiamente alcune necessità pratiche nel campo dei trasporti, offrono indiscutibili vantaggi per gli usi turistici: maneggevolezza, costo modesto, limitate spese di consumo e di manutenzione.

Inoltre, almeno per il turismo estivo, può diventare un pregio l'inconveniente spesso lamentato di lasciare il viaggiatore interamente esposto all'aria aperta.

Non deve quindi destare meraviglia il rapido sviluppo del turismo e del campeggio motoristico, intorno al quale intratterremo qui brevemente i nostri lettori.

Che veicoli di questo genere consentano percorsi di lunghezza, si può dire, illimitata, è ormai ampiamente dimostrato da molte prove, con esito vittorioso, compiute da queste macchine, anche nelle condizioni più stranamente disagiate: ne citeremo alcune, a titolo di semplice indicazione.

Nel giugno del 1953 Valentino Frondi ha compiuto il viaggio Mandello-Capo Nord su Galletto Guzzi di 175 cmc, e nel gennaio di quest'anno il signor Mosca di Ivrea ha eseguito la salita, in pieno inverno, si noti, del valico del Gran San Bernardo, su Zigolo turismo della stessa Guzzi, di 98 cmc di cilindrata.

Il 20 giugno scorso, sono partiti da Milano i signori Valentino Frondi e Angelo Novi, su due motoleggere Sport Gilera di 150 cmc diretti, niente di meno, al Tibet.

Infine, il recente concorso Lambretta, bandito tra coloro che abbiano percorso oltre 10.000 km, ha dato risultati assai superiori al previsto: il primo classificato è stato infatti Franco Cacciaguerra, con il percorso Milano-Nuova Delhi e ritorno (21.000 km), seguito da Raffaele Cassitto e Michele Marzella (Bari-Calcutta e ritorno) con 20.863 km.

Molti altri esempi dimostrerebbero che, per possibilità tecniche, motociclette e motorette rispondono ormai a tutte le esigenze, spesso alquanto spinte, del turismo anche a grandi distanze.




Non più di 500 km al giorno

E però evidente che, di norma, il turista non chiederà alla sua macchina prestazioni tanto notevoli, e che dovrà giudiziosamente proporzionare la lunghezza delle tappe alle possibilità del motore. Per il gran turismo la macchina potente sarà certo più adatta, specie quando si desideri la compagnia di un passeggero, prevedendo per di più tappe in regioni montane.

Con un motore di 100 0 125 cmc di tipo moderno, avendo come carico il solo bagaglio, si può fare assegnamento su tappe giornaliere prossime ai 400 km; la macchina di 2 cavalli potrà invece permettere percorsi di 500 km con un passeggero.

E questo limite ci sembra essere ragionevole anche per chi disponga di potenti macchine di 350 500 cmc, se non si vuole che il viaggio perda le caratteristiche del turismo vero e proprio. Se può essere consigliabile uno studio accurato dell'itinerario, sarebbe tuttavia poco opportuna una corsa con prestazioni obbligate: la velocità, sempre quando la strada la consenta, ha il suo fascino, ma un viaggio di piacere, seppure sportivo, non deve tramutarsi in una prova di gara.




• Il motofurgoncino può trasformarsi rapidamente in una comoda tenda da campo per due persone.

Attente cure alla macchina Prima d'iniziare un lungo viaggio, con qualunque tipo di macchina, quest'ultima va accuratamente riveduta e preparata, perché le verranno imposti sforzi assai maggiori del consueto.

Se non si vuole correre il rischio di vedere bel viaggio sciupato dall'apprensione di guasti o, peggio ancora, interrotto da qualche serio incidente, sarà necessaria anzitutto una minuta verifica meccanica. Ogni pezzo che non dia assoluta garanzia dovrà essere sostituito, sia esso organo meccanico, copertone o camera d'aria, catena di trasmissione, guarnizioni dei freni o cavetti dei comandi. Questi ultimi, dopo attento esame, saranno lubrificati: i comandi più facilmente soggetti a rottura (innesto e acceleratore) verranno raddoppiati con trasmissioni di ricambio complete, affiancate a quelle in servizio e fissate ad esse con nastro adesivo. Si potrà così rimediare immediatamente ad un'improvvisa rottura.

Con la stessa cura verrà esaminata l'attrezzatura elettrica: dinamo, conduttori, congiuntore-disgiuntore, batteria, lampadine del faro e fanalino posteriore, magnete o volano magnetico. Una batteria inefficiente è fonte di gravi fastidi, soprattutto quando essa provvede anche all'accensione. Si accerterà quindi che la batteria mantenga bene la carica, e si verificherà il livello dell'acido, che verrà integrato, occorrendo, con acqua distillata.

La candela, la giusta distanza e il buono stato delle puntine platinate, l'eventuale logorio dello spillo del carburatore e la regolazione del getto vanno anche esaminati con cura, senza dire delle normali operazioni di manutenzione prescritte dalle istruzioni della casa costruttrice. Il giorno prima della partenza, si,lubrificheranno le sospensioni e tutte le articolazioni provviste di oliatori a sfera, l'olio del cambio e del motore verrà sostituito ecc.

Bando alla chiave regolabile

L'attrezzatura dì bordo non sarà troppo abbondante, ma scelta con cura e in perfetto stato. Le chiavi fisse debbono permettere di svitare tutti i dadi e bulloni; si eviti rigorosamente l'uso della chiave regolabile, che smussa rapidamente i dadi. Nei riguardi del materiale per riparazione delle gomme, si preferirà per il mastice una scatoletta con coperchio a tenuta, più sicura e pratica del tubetto di stagno, soggetto a schiacciarsi e a lasciare seccare il mastice che contiene.

Potrà essere comodo, se non necessario, disporre di qualche pezzo di ricambio: un attacco rapido per catena, una o più candele, una camera d'aria, alcuni raggi, dadi e bulloni di misure normali, e una serie di lampadine. Quando l'accensione avviene dalla batteria, è prudente portare con sé anche un rocchetto, un condensatore, e uno spinterogeno di ricambio.

E' consigliabile coprire la sella con un cuscino di gomma alveolata che la renda più comoda. I distratti, che facilmente si dimenticano del tempestivo rifornimento, faranno bene a provvedersi di una lattina di carburante di riserva, con la quale riusciranno a raggiungere la più vicina stazione di servizio.




• Motociclette e motorette, grazie al loro limitato ingombro, riescono a percorrere strade sulle quali non possono avventurarsi veicoli di altro tipo, consentendo di giungere nei luoghi meno accessibili che spesso sono proprio i più pittoreschi.

Il problema del bagaglio

S'intende che ciascun turista motorizzato completerà questo schema sommario valendosi dell'esperienza acquisita. Ma va qui accennato un altro problema assai delicato: quello del bagaglio. Anche chi intenda dormire ogni sera in albergo avrà bisogno, per un viaggio di una quindicina di giorni, di portare con sé: biancheria, oggetti di toletta, vestito e scarpe per città, impermeabile ecc. La composizione di questa attrezzatura personale è variabile da caso a caso, ma per tutti si presenta il problema di una sua sistemazione razionale a bordo della macchina.

Come vengono consegnati dal costruttore, i tipi normali si prestano molto male al trasporto di oggetti ingombranti, specie per lunghe distanze. Il portabagagli posteriore quando esiste (e la voga della sella biposto tende a farlo scomparire), rimane disponibile soltanto in assenza del passeggero; e, anche nel migliore dei casi, accoglie a malapena una valigetta. Si può tuttavia sovrapporre ad esso una piattaforma provvista di cinghie o, meglio ancora, praticarvi alcuni fori dove potranno essere infilati i ganci di appositi lacci Nel caso più frequente, quello della presenza di un passeggero su sella a due posti, bisognerà, ricorrere alle borse tipo cavalleria o alle cassette laterali. Queste offrono capacità. sufficiente per bagaglio di una coppia di persone, ma il loro adattamento presenta talune difficoltà. Salvo rare eccezioni il loro montaggio, non essendo previsto dal costruttore, richiede, specie col telaio a sospensione posteriore, una trasformazione talvolta delicata della parte retrostante della macchina.

Alcune motociclette hanno, oltre alla sella doppia, un portabagagli supplementare, formato di un graticcio notevolmente sporgente all'indietro; sui lati di questo, appositi sostegni verticali consentono di fissare borse o valigette laterali. Queste ultime non vanno situate troppo in avanti, per non recare disturbo al passeggero; occorre tuttavia badare di spostare quanto meno possibile all'indietro il baricentro della macchina in assetto di marcia, per non compromettere la stabilità e la precisione della guida; bisogna inoltre che la ruota posteriore rimanga sufficientemente accessibile, Queste varie riserve consiglieranno di preferire le borse mobili alle cassette fisse; e saranno piuttosto di cuoio robusto che non di tela gommata o di pegamoide.

Pochi mesi fa la casa inglese Triumph, imitata poi da altre, ha montato sul serbatoio un piccolo graticcio che fa da portabagagli. Questo sistema sembra soprattutto adatto al trasporto degli oggetti di vestiario, o altri, destinati all'uso durante il viaggio, come impermeabili, cosciali, stivaletti di nailon contro la pioggia.




• Il rimorchio monoruota praticamente non aumenta l'ingombro laterale e nello stesso tempo non nuoce alla maneggevolegza del veicolo, pur consentendo di portare un doppio peso di bagaglio.

Riparare dagli urti gli oggetti fragili

Gli oggetti che non troveranno posto sulla macchina verranno portati nel sacco a spalla; questo, specie se provveduto dell'apposita armatura, è di poco fastidio; tuttavia, anche per ragioni dì sicurezza, non deve essere soverchiamente carico.

Avranno la precedenza in questo bagaglio l'apparecchio fotografico o cinematografico, e in genere tutti quegli oggetti provvisti di meccanismi fragili, come rasoio elettrico, sveglia ecc., che è indispensabile tenere al riparo dalle scosse della strada, sensibili anche con una macchina a sospensione integrale.



•II motoscooter è il mezzo ideale per chi desidera trascorrere le proprie vacanze sotto la tenda.

Il rimorchio e il sidecar consentono maggiori comodità In materia di campeggio, motociclisti e motorettisti hanno grandi vantaggi sui turisti in bicicletta o a piedi. La potenza della macchina consente il trasporto di un'attrezzatura più comoda e completa: tenda di stoffa pesante con tappeto da terreno cucito e doppio tetto, materassino pneumatico e sacchi da notte imbottiti di piuma (assai preferibili alle coperte), recipienti di tela impermeabile per il rifornimento di acqua e le pulizie personali, fornellino, utensili da cucina in plastica ecc.

Oltre ai suoi peculiari vantaggi, il campeggio consente anche un forte risparmio di spesa. Se esso richiede una certa somma iniziale, questa, tenuto conto dell'attuale costo delle permanenze in albergo, viene ammortizzata in tre anni, anche con un'attrezzatura di alta qualità, che in definitiva riesce sempre, all'atto pratico, la più conveniente.

Il materiale da campeggio, come il bagaglio, si sceglie in base ad apprezzamento personale; anche qui, la maggiore preoccupazione è sempre quella del trasporto. Limitandosi allo stretto necessario, si possono certo legare i colli sulla macchina, a furia di cinghie e di lacci elastici, ma l'uso del rimorchio, o del sidecar, recherà con sé molti vantaggi, sia durante il viaggio, sia durante le soste.

Il pregio del rimorchio, ancora pochissimo diffuso da noi, è quello di modificare di poco l'ingombro laterale della macchina, e quindi di non menomare la maneggevolezza del complesso. Il rimorchio monoruota, con ruota sospesa e attacco a ginocchio, e meglio ancora a cardano, non crea alcuna reazione molesta, poiché segue l'inclinazione della macchina nelle curve e non influisce sulla stabilità. Usando un rimorchio con asse a due ruote conviene, per quanto è possibile, spostare il peso in avanti. Se si suddivide il carico tra macchina e rimorchio, si raggiunge una capacità che può superare quella del bagagliaio di una piccola automobile.

Il sidecar è più economico della vetturetta

La soluzione del sidecar, caduto, specie da noi, in un discredito che non ci pare giustificato, è un po' più costosa. Anzitutto essa richiede una macchina alquanto più potente, di 500 cmc di cilindrata; meglio ancora se a due o a quattro cilindri. Si sono tuttavia ottenuti ottimi risultati anche con cilindrate minori, specie coi motori a due tempi, adoperando sidecar speciali ultraleggeri.

Il complesso moto-sidecar è naturalmente più ingombrante della sola moto, ma rimane comunque assai più maneggevole ed economico di una vettura utilitaria. Inoltre il passeggero viaggia in ottime condizioni. Certi tipi da turismo offrono un bagagliaio di notevole capacità e perfino un mantice di protezione; basterà allora un po' d'ingegnosità per riuscire a trasportare un'attrezzatura da campeggio completa, poiché i coperchi della cassa e del bagagliaio posteriore possono essere caricati allo stesso modo del tetto di un'automobile.

Come già abbiamo accennato, specie in Italia, vediamo circolare pochi sidecar; e ciò stupisce, se si ricorda la larga diffusione di questo veicolo nell'anteguerra. Il sidecar moderno non merita questo ostracismo; se studiato a dovere, si attacca e si stacca comodamente, non affatica il telaio della motocicletta e si guida con grande facilità.

Comunque, durante il campeggio la macchina verrà riparata sotto una fodera impermeabile di tela oliata o di plastica. Questo oggetto è d'altronde sempre raccomandabile al turista, anche quando esso non pratichi il campeggio; durante la stagione alta le rimesse degli alberghi sono spesso piene, e la macchina deve passare frequenti notti all'aperto.

Scegliere un vestiario adatto

Anche lo studio del vestiario non è da trascurarsi. Spesso al turista, sotto tutti i climi, càpita di dovere affrontare ore più o meno fresche; egli può anche essere sorpreso da un improvviso acquazzone. Importa quindi ripararsi razionalmente dalle intemperie, pur mantenendo la maggior possibile libertà di movimenti; si raggiunge lo scopo con vestiti leggeri e pratici, che pure non escludono l'eleganza. I tempi della goffa tuta a scafandro e della pulizia spesso trascurata sono ormai largamente superati.

Le prime cure spettano alla biancheria: mutande e maglietta, a diretto contatto con la pelle, saranno preferibilmente di lana, specie in montagna o nei paesi freddi; questo tessuto è infatti assorbente e per di più ripara dagli sbalzi di temperatura. Sopra la camicia, per proteggere il torace, potrà essere necessario anche il maglione con collo alto. Al collo gioverà. portare una sciarpa di seta, che ripara bene la gola e non irrita la pelle. In caso di pioggia, converrà inserire tra il collo dell'impermeabile e la sciarpa un asciugamano di tessutospugna che impedirà ogni infiltrazione di acqua. Per i piedi, le calze di lana alte a mezza gamba dovranno preferirsi ai pedalini di nailon oggi tanto diffusi.

Maggior libertà si potrà usare nella scelta dei vestiti propriamente detti: o giacca e calzoni comuni, con sovrapposta tuta impermeabile, oppure calzoni da cavallo con stivaloni, accompagnati dal camiciotto o dalla giacca di cuoio, secondo i gusti e i mezzi disponibili.

Le protezioni non sono mai troppe

Esistono tipi di tute assai comodi, con cosciali avvolgibili e da fissarsi mediante bottoni a pressione o chiusura lampo. Oggi si trovano in commercio anche tute fatte di nuovi materiali plastici, che sono impermeabili pur presentando l'aspetto e la robustezza di un cuoio di bella qualità. Il cuoio naturale invece è a tenuta d'acqua soltanto quando sia stato sottoposto a trattamenti speciali e sia tenuto costantemente unto. Queste operazioni non gli tolgono d'altronde alcuna delle sue qualità (ottima protezione contro il freddo, specie se foderato di stoffa o di pelliccia, e, in caso d'incidente, contro le escoriazioni). Per la stessa ragione consigliamo di rimanere fedeli in ogni stagione, ai guanti di cuoio a polso lungo. In ogni caso, dovrà essere calzato il casco protettore: la frattura del cranio, purtroppo meno rara di quanto si crede, è spesso letale.

Occhiali e indumenti da pioggia

Altrettanto indispensabili sono gli occhiali; anche per essi sarebbe controproducente il risparmio, perché l'articolo scadente dà luogo a dispiaceri. Gli occhiali preferibili sono quelli con vetri infrangibili e paraocchi di spugna di gomma, che consentono un'ottima visibilità e non lasciano segni sul viso, mentre gli occhiali da poco prezzo si rigano, perdono la trasparenza e si reggono male sul viso,

Non volendo usare la tuta impermeabile, si potrà adottare il comune impermeabile, o il cosiddetto stormguard, tipo di vestito da pioggia studiato appositamente per i motociclisti. Alla peggio, sarà anche assai efficace, quando non si badi troppo all'eleganza, l'ampio impermeabile, residuato di guerra, in tela oliata, che ricopre, volendo, anche il sacco alpino. Il grembiule di cuoio o di plastica protegge le gambe dal contatto col serbatoio; esso non si adatta con uguale facilità a tutte le macchine; certi tipi si fissano, mediante bottoni a pressione, ai ripari anteriori per le gambe. Alcuni motociclisti adottano i cosciali, infilati sopra i calzoni; segnaliamo infine, per chi viaggia con scarpe cittadine, certi stivaletti di nailon che, piegati nell'astuccio, si portano comodamente in tasca. Altra protezione importante è quella delle mani, che non è stata finora oggetto di sufficiente attenzione: grasso speciale per i guanti di cuoio, manicotti di guida in pegamoide, guaine trasparenti dove s'infilano le mani, presentano tutti alcuni inconvenienti. Le guaine sono di costo modesto; benché rechino un certo impaccio ai movimenti e si sciupino presto, sarà bene tenerne sempre in tasca un paio per ogni evenienza.

Il bagaglio sugli scooter

Una fra le particolarità della motoretta, e non priva d'importanza, è quella di potere essere sempre usata senza un vestiario speciale, tuttavia per un viaggio lungo, pure ai motorettisti converrà attrezzarsi in modo analogo ai motociclisti; questo vale, s'intende, anche per la preparazione della macchina.

Costoro sono notoriamente, più ancora dei motociclisti, refrattari all'uso del casco; sono stati però costruiti per loro appositi caschi leggeri ed eleganti, intonati al colore della macchina; essi non avranno quindi ormai più scuse se continueranno a viaggiare a testa nuda, con pericolo per la vita,

Al problema del bagaglio i costruttori di motorette, specie nel nostro Paese, hanno dedicato maggiori cure che non nel caso delle normali motociclette. Un buon portabagagli posteriore che può contenere una grande valigia, ampie borse laterali, altri sacchetti più piccoli fissati all'interno dello scudo anteriore, e inoltre un piccolo bagagliaio situato davanti allo scudo consentono il trasporto di 75 kg di bagaglio senza fastidio per il pilota e per il passeggero. Inoltre anche alla motoretta può essere accoppiato un rimorchio o un piccolo sidecar appositamente studiato (Lambretta, Vespa).

Certamente, quanto abbiamo detto è piuttosto sommario, e tuttavia potrà sembrare in parte superfluo al viaggiatore provetto. Ma il nostro scopo principale è stato quello di persuadere esperti e inesperti che un lungo viaggio motociclistico richiede una certa preparazione, specie nella scelta dell'attrezzatura tecnica. Il più banale incidente può infatti, oltre a compromettere l'incolumità dei viaggiatori, guastare con le sue conseguenze tutto il godimento delle belle e liete vacanze che noi auguriamo ad ognuno.
 

Commenti degli Utenti (totali: 19)
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Commento di: Davide il 02-11-2011 08:49
Che mito! Bellissimo articolo, una volta c'erano proprio meno balle...
Commento di: ciciarampa il 02-11-2011 09:51
Un articolo che fa sognare. :-)))

Bellissima l'ultima foto con la bimba che guarda il papà.
I miei bimbi mi guardano allo stesso modo quando traffico con qualcosa e sembra che dicano: "Papà, ma cosa stai combinando? Non si fa così!!! Adesso chiamo la mamma."
Commento di: 42 il 02-11-2011 09:57
Beh, l'ultima foto l'ho quasi vissuta di persona.

Nel senso che l'ultima vacanza in Lambretta (con tenda "Zingarella" al seguito) i miei l'anno fatta nel '59, quando mia madre era al 3° mese di gravidanza... :-)
L'anno dopo (avevo sei mesi), le ruote erano gia' quattro (topolino C)
Commento di: giogio55 il 02-11-2011 12:40
bellissimo articolo, scritto con un linguaggio e una terminologia di altri tempi ma attualissimo per i contenuti; averne di articoli così.
Commento di: 42 il 02-11-2011 13:22
Ce ne sono altri in arrivo... datemi tempo ;-)
Commento di: giogio55 il 02-11-2011 13:30
splendido!
Commento di: cleon il 02-11-2011 14:21
Innanzitutto bellissimo articolo, io adoro la roba vintage, ha un fascino che molti non riescono a comprendere.
Ma soprattutto spero che faccia aprire gli occhi a chi nonostante abbia un 125 che in confronto a quelli del '50 sono capolavori ingegneristici e hanno potenze apocalittiche, ha paura a fare un "viaggio" di 100km!
Le moto sono fatte per viaggiare! Tutte! Usiamole!

A capo nord con un 98cc! Questa è musica per le mie orecchie!
Commento di: Ospite il 02-11-2011 14:36
Bellissimo... che tenerezza leggere certi termini... Vai Lorenzo, continua così...
Commento di: Ocsecnarf il 02-11-2011 14:55
Bellissimo articolo, tra l' altro molti dei suggerimenti sono validi ancora adesso!

Simpaticissima la disquisizione motoretta/motoscooter, e poi il rimorchio monoruota! Non ne avevo mai sentito parlare prima!

Tra le protezioni non vedo citato il classico giornale: forse è arrivato dopo, oppure era considerato utile solo per i tragitti brevi?
Commento di: 42 il 02-11-2011 15:01
Probabilmente non e' citato il giornale in quanto dato per scontato... lo si usava anche in bici (o almeno lo usava mio padre per andare a scuola d'inverno) ;-)
Commento di: cleon il 02-11-2011 17:32
Se non sbaglio l'ha usato un ciclista nell'ultimo Giro d'Italia scendendo dalla Cima Coppi facendo scalpore... certe cose non si vedono più ma sono tenerissime a pensarci!
Commento di: Django il 02-11-2011 17:35
Grande articolo, grazie per averlo recuperato !!!

(anche a nome di quelli che "con 100 cavalli ti stanchi subito" ;-)

Commento di: NitroCento il 02-11-2011 21:21
Dicesi che sul "graticcio" da serbatoio made in Triumph molti abbiano lasciato gli attributi in occasione di frenate molto brusche o incidenti lievi... :S

Circa il rimorchio, sarebbe bello se in italia fosse legale, come nel resto d'Europa... immaginate: attaccate il carrello alla moto, lo caricate, arrivate al raduno del weekend, lo staccate ed avete la moto libera...
Commento di: edge il 04-11-2011 00:52
Articolo fantastico per il piglio descrittivo e linguistico con cui fu redatto.

Mi ricorda molto un Manuale delle Giovani Marmotte di mio padre degli anni 60, che pure con termini leggermente più moderni, era scritto in uno stile molto simile a questo. Vai Lorenzo aspettiamo nuovi articoli!


P.s.: Ma in pratica era il Focus degli anni 50?
Commento di: TolaSuDolsa il 04-11-2011 18:20
Dopo aver apprezzato molto il 1° numero non posso che rinnovarti il grazie per l'idea, e farti i complimenti per la tua certosina pazienza e dedizione "alla causa".
Commento di: Nick992 il 04-11-2011 21:45
Bellissimo articolo, pieno d'idee (tipo il carrello monoruota, peccato che romperebbero se lo montassi...) e consigli.

Piccolo spezzone "Con un motore di 100 0 125 cmc di tipo moderno, avendo come carico il solo bagaglio, si può fare assegnamento su tappe giornaliere prossime ai 400 km; la macchina di 2 cavalli potrà invece permettere percorsi di 500 km con un passeggero.

E questo limite ci sembra essere ragionevole anche per chi disponga di potenti macchine di 350 500 cmc, se non si vuole che il viaggio perda le caratteristiche del turismo vero e proprio. Se può essere consigliabile uno studio accurato dell'itinerario, sarebbe tuttavia poco opportuna una corsa con prestazioni obbligate: la velocità, sempre quando la strada la consenta, ha il suo fascino, ma un viaggio di piacere, seppure sportivo, non deve tramutarsi in una prova di gara. "

Hihi

Aspettando il 3° se ci sarà!
Commento di: 42 il 04-11-2011 23:04
Ci sara', ci sara... ne sto preparando almeno un paio ;-)
Commento di: Mira il 06-11-2011 22:58
è bello leggere articoli di quando bastava poco (o si faceva bastare) per essere felici.
ogni tanto mi fa bene e mi aiuta ad apprezzare di più quello che ho, anche se qualche volta penso di attaccare un sidecar alla Nevada, e questo sarebbe un capriccio.
a meno che mi aiutiate a convincere mia moglie ad eliminare un'auto :D
Commento di: again il 11-11-2011 09:15
mitico.
dovrebbe essere un esempio da non scordare.
basta poco, quel che vale è lo spirito, il volere raggiungere la meta, a prescindere dal mezzo!