Ciao,
Rientro, dopo una lunghissima assenza, su Tingavert e seguo con interesse l'argomento.
Ho già affrontato il “problema down-sizing” al momento del trasferimento (2013) in Costa d’Avorio: vendetti, qui, una Hornet 900 (con qualche piccolo “aggiustamento”) e portai con me una CRF250M (attenzione non una CRF “racing” ma una motina da 14 CV, Made in Thailand. Si vede(va), come si vede in tutte le moto prodotte, in oriente per motivi di costo). Lo shock fu elevato ma si fa l’abitudine ad un motore che ci pensa a lungo prima di accelerare alla fine lo si può apprezzare.
Per chi vuole saperne di più da qualche parte su Tingavert c’è, anche, la storia della CRF "africana".
Ma io sono (stato? Ad oggi 69 primavere) un “velocista” con in curriculum anche qualche modesta esperienza di pista (inclusi 5 giri con una Ferrari) per cui venduta la CRF presi, arrivando in Viet-Nam, una Honda 400 (usata) quattro cilindri contraddistinta da una “roboante” sigla: CB400F V-Tec, Spec. III (ovvero la terza specifica di un motore V-Tec) destinata, in origine, al mercato giapponese e, di nuovo, si vede(va)! Una sorta di velocissimo “frullatore”, assolutamente inadatto alla viabilità locale. Un Cas*sino, insomma una scelta … opinabile.
Infine anche il Viet-Nam è passato, arrivando in Sud Africa, due anni fa: quale moto, se non una Africa Twin, potevo scegliere (CRF1000L, anno 2028). Uno spettacolo, un “pesante” spettacolo, un motore infinito con un “peso” uguale … ma laggiù sconsigliano, per motivi di sicurezza anche se non legati alla guida, l’uso cittadino di qualsiasi due ruote quindi “nulla quaestio”. Fuori una volta che ha preso il via … va come il vento, anche troppo.
Ma anche il Sud Africa (più o meno due/tre anni ancora) passerà ed allora, al rientro in Patria, il “problema peso” sarà ancora, per forza di cose, più pressante. Quindi la Hond(in)a in questione.
La osservo con attenzione (prima o poi mi impegnerò in un test dinamico): inutile parlare di prestazioni mi concentro su altro e:
1) trovo
mortificanti le colorazioni, nel sud-est asiatico viene (veniva?) proposta in un luminoso giallo con striscia nera ed in un fascinoso rosso scuro, qui da noi … tirem innanz (cit.) e speriamo correggano!!!
2) trovo
incomprensibile il peso: oltre mezzo secolo fa avevo una 250 cc monocilindrica (4T) che pesava 125 chili, aveva un motore da 18 CV e faceva (con un "sano“ tromboncino” come allora usava) 160 Km/h. Una delle caratteristiche, per me, base di un simile mono è (dovrebbe essere) la leggerezza con il compito, tra l’altro, di valorizzare la modesta cavalleria disposizione. Perché tutta quell’abbondanza di ferro (e niente contagiri, ad esempio); BOH?!?!?!
3) mi lascia
dinamicamente perplesso il, se leggo bene, cerchio anteriore da 19” abche se poi, alla fine, è in linea con il prodotto.
Attenzione: non avendola provata non dico che non sia maneggevole/si guidi bene dico che pesa, pesa … uno sproposito! Tutto qui, semplicemente.
Concludendo – nel box romano sonnecchia sotto il telo, in attesa del rientro, una VFR750F classe 1992 (omologata ASI e restaurata da Mamma Honda, con circa 120.000 km) – potrebbe essere una buona seconda moto (magari cin un bel terminale Yoshimura/Akrapovic, un filtro aria che respira meglio e due denti in più sulla corona): chissa?
Infine una curiosità nel sud-asiatico c'è stata una rivolta contro il parafango anteriore (che a quanto vedo non è stato, però, modificato): rende difficile l'uso della moto nella stagione del monsone. Paese che vai ...
Come detto vi seguo (e vi ascolterò ma scriverò, per ovvi motivi poco) con interesse …
Francesco/FastFranz
