Moto
Tute intere e divisibili: storia ed evoluzione
Scritto da Junior - Pubblicato 01/08/2007 13:53
Caratteristiche e materiali impiegati nelle tute intere e divisibili, cenni alla loro storia

Pantaloni alla zuava chiusi negli stivali stringati, dolcevita di lana, casco a scodella e giubbetti in pelle di capra: così si andava in moto fino agli anni 40.

La “rivoluzione” arrivò nei primi anni 50 quando il grande Geoffrey Duke si fece confezionare da un mastro pellaio inglese una tuta in pelle monopezzo per essere più aerodinamico in sella alla sua norton. Di protezioni non se ne parlava nemmeno, al massimo venivano cuciti dei riporti di pelle su gomiti e ginocchia per aumentare la resistenza all’abrasione in caso di scivolate: il pericolo di escoriazioni era evidentemente l’ultimo dei problemi per i centauri di allora.
Le tute ed i guanti erano concepiti più come riparo dall’aria che come capi protettivi.

Bisogna arrivare agli anni 70 per veder comparire le prime protezioni sulle ginocchia fatte con pezzi di visiera attaccate con nastro adesivo, protezioni che man mano andarono migliorate, insieme alla vestibilità delle tute, con l’introduzione di inserti elastici per far sì che aderissero meglio senza spostarsi.

Negli anni 80 piloti come Chili e Cadalora contribuirono allo sviluppo e alle ricerche di nuovi materiali per rendere sempre più sicure le tute. Fu così che nacquero le cuciture in kevlar, le gobbe aerodinamiche ed i back protector che in poco tempo si diffusero fra la maggior parte dei piloti.
Nell’87 cominciarono i primi esperimenti con la pelle di canguro e nel 94 fu Biaggi a portare la prima tuta Kangaroo in gara.

Con la nascita della moto, quindi, è nata e cresciuta man mano l’esigenza di proteggersi ed oggi, con le nuove tecnologie, questa esigenza si va trasformando sempre più in moda.

Il mercato offre tantissime opportunità ed una miriade di articoli riservati ai motociclisti intelligenti che fanno della moto la loro compagna di viaggio o di pista e la tuta è l’articolo più ambito. A seconda dell’uso si deciderà di acquistare una tuta intera o una tuta divisibile.

La tuta divisibile, di concezione turistica, è formata da una giacca ed un pantalone uniti da una cerniera che contribuisce ad irrigidire la struttura ed aumentare l’effetto aerodinamico evitando sventolii e rigonfiamenti.
Di solito è più comoda da indossare, più pratica, in genere più economica e consigliata a chi usa la moto sia per lunghi viaggi che per uscite fuori porta.

La tuta intera di derivazione racing è costruita in un sol pezzo per evitare aperture in caso di sfregamento al suolo, generalmente molto più sagomata al fisico del pilota e tendenzialmente più costrittiva dal punto di vista della mobilità in estensione, favorendo così la guida in carena.

Il materiale utilizzato per la costruzione delle tute è principalmente la pelle bovina in quanto assicura una ottima resistenza all’abrasione più di qualsiasi tessuto in commercio. La pelle è tenuta insieme da cuciture fatte con materiali all’avanguardia, principalmente in kevlar, molto più resistente del cotone, e da inserti elasticizzati che facilitano i movimenti ed allo stesso tempo tengono salde le protezioni nei loro punti.

Alcune importanti aziende per la produzione delle tute utilizzano pelle di canguro che a parità di resistenza con quella bovina ha spessore inferiore ovvero minor peso e maggiore elasticità.
Generalmente la pelle di canguro è utilizzata per i prodotti top di gamma riservati principalmente ai piloti e ai motociclisti più esigenti.
La tuta di per sé non ha stagionalità, può essere utilizzata in tutte le stagioni con l’ausilio di sottotuta invernali ed estivi.

In conclusione, dopo tante belle parole, l’unico consiglio che sento realmente di darvi è quello di valutare prima dell’acquisto che uso fate della vostra moto: può risultare scomodo usare la tuta divisibile in pista, ma vi assicuro che è molto peggio trovarsi a mangiare un gelato a 40 gradi con una tuta intera!!! Altro aspetto realmente importante è la taglia: non prendetela troppo larga in quanto potrebbero muoversi le protezioni, ma non esagerate da togliervi il respiro. Di una cosa sono certo: guidare in tuta significa guidare più tranquilli, sentirsi più protetti e vivere a pieno la propria passione.

LIFE IS TOO SHORT TO WEAR CHEAP SUITE


Junior
 

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Commento di: eli_cucciolo il 01-08-2007 16:20
Complimenti!!!!:-)
Articolo completo e interessante..

L'evoluzione della storia del motociclismo in tutti i suoi aspetti ha un fascino speciale..

Ed evidenziare l'importanza delle protezioni ha un profondo ruolo sociale..;-)

Ancora Complimenti per il tuo lavoro:-)
Commento di: Junior il 01-08-2007 16:23
Grazie eli, ti devo 100 euro ;)
Commento di: Loky il 01-08-2007 17:00
COMPLIMENTI!!!! CHIARO ED ESPLICATIVO