Forse le nuove generazioni non sanno che lo scooter che oggi possono guidare è profondamente diverso dai primi scooter, la tecnologia e gli ingegneri hanno infatti perfezionato e rivoluzionato gli scooter negli anni portandoli quasi al livello di un cugino di maggiore cilindrata.
Indubbiamente l'antenato dello scooter è la mitica Vespa, è stata lei a rivoluzionare il modo di pensare le due ruote. Con lei le moto non divennero più un mezzo usato per spostamenti medio lunghi, ma, grazie alla maneggevolezza del mezzo e ai bassi consumi, un ottimo mezzo per la città

Come possiamo notare dalla prima vespa ci sono delle sostanziali differenze dagli scooter “attuali”.
La prima cosa che salta agli occhi è la posizione di guida e la posizione del manubrio, il primo scooter infatti fu creato per un solo passeggero e venne dotato di un piccolo portapacchi per consentire il trasporto della merce. Un altro importantissimo particolare è la posizione del fanale anteriore e di quello posteriore, essi infatti sono posti molto in basso (addirittura quello anteriore è sul parafango) e sono molto piccoli rispetto alla grandezza della moto, ciò è da trascurarsi, infatti gli scooter di una volta erano progettati per muoversi in città dove il traffico non è minimamente paragonabile a quello di adesso quindi i fari vennero ridotti a piccole lampadine di cui si vedeva appena la luce.
La ciclistica fu profondamente modificata rispetto ad una moto: essa infatti si riduceva ad un piccolo ammortizzatore nella parte posteriore e ad una forcella monobraccio all'anteriore, con il relativo ammortizzatore, si narra che il gruppo ruota anteriore della Vespa non sia stato altro che l’adattamento di un carrello d’aereo (Piaggio, infatti, costruisce tutt’oggi aerei).
I freni erano molto “primitivi” infatti la prima vespa montava un doppio freno a tamburo, la normalità all’epoca.
Una delle caratteristiche vincenti della Vespa e grande intuizione degli ingegneri Piaggio fu quella di “coprire” con la carrozzeria il motore e di eliminare completamente la catena di trasmissione. Questa interpretazione nuova del mezzo a due ruote portò la Vespa a diventare un mezzo quotidiano, vera alternativa alla costosa automobile, eliminando quei “difetti” che ponevano le motociclette come mezzi che sporcavano il guidatore con grasso e fumi di scarico.
Grazie a queste caratteristiche la Vespa divenne un simbolo dell’Italia del dopoguerra e, nei decenni successivi, uno dei mezzi culto (insieme alla “cugina” Innocenti Lambretta) delle giovani generazioni.
Ma cos'è cambiato dal 1943 ad oggi? Cos'è riuscita a cambiare la tecnologia? Cos'è rimasto della vecchia vespa negli scooter di oggi?

Salta immediatamente all’occhio la differenza dimensionale dei mezzi e la notevole evoluzione ciclistica. Dal monobraccio col freno a tamburo del primo scooter si passa ad una forcella tradizionale (o, in alcuni casi, a steli rovesciati!) con freno a disco, gomme di larga sezione e profilo motociclistico.
La posizione del manubrio, la grandezza della sella e il vano sotto essa sono stati notevolmente modificati,nei nuovi modelli infatti la posizione del manubrio è posta più in alto, la sella è stata resa più spaziosa per consentire il trasporto eventuale di una seconda persona, ed è stato ingrandito il vano sotto sella che riesce addirittura a contenere un casco integrale!
La carrozzeria copre sempre tutta la meccanica dello scooter ma, oggi, abbiamo un motore centrale e una trasmissione a variazione continua (CVT) che ne migliora stabilità, equilibrio e maneggevolezza nel traffico.
L’impianto d’illuminazione ha subito anch’esso una evoluzione con gli anni, son comparsi gli indicatori di direzione e i fari son dotati di potenti lampadine alogene in grado di illuminare adeguatamente le strade affrontate in notturna. Negli ultimi modelli iniziano ad apparire anche dei faretti posteriori a LED, come vuole la moda motociclistica e automobilistica del momento.
Dettaglio da non trascurare è la presenza degli specchietti,essi in passato erano del tutto assenti ma adesso,visto l'utilizzo sempre più vasto dello scooter e l'aumento del traffico,sono indispensabili per ridurre il pericolo di incidenti.
La strumentazione è un altro dettaglio che evidenzia la distanza tecnologica dei due scooter, in un caso si aveva a malapena un tachimetro, negli ultimi modelli si ha di tutto, dal contakm digitale alle più varie spie, fino al contagiri dalla dubbia utilità su un mezzo a trasmissione automatica.
L’avviamento s’è fatto elettrico, l’iniezione ha sostituito in vari casi il carburatore per quanto riguarda l’impianto d’alimentazione e l’acciaio è rimasto solo nel telaio dello scooter. La scocca della vecchia vespa (che prima era anche il telaio) ha lasciato il posto ad una serie di carene in materiale plastico ancorate ad un telaio tubolare.
A livello meccanico i moderni “cinquantini” hanno caratteristiche da moto, raffreddamento a liquido, gruppi termici più performanti di quelli di decenni fa e marmitte ad espansione capaci di migliorare notevolmente le prestazioni di un propulsore 2t. Negli scooter alimentati a carburatore, poi, si montano ormai carburatori di dimensioni generose (solitamente dei 17.5 Dell’Orto).
Tutto ciò non ha però intaccato uno dei punti cardine della vecchia Vespa, l’affidabilità.
I moderni materiali, insieme a tecniche di progettazione più avanzate, han permesso d’ottenere gruppi termici sì prestanti ma dall’affidabilità elevata. Il tutto è permesso anche della dotazione, in alcuni casi, di alberi a spalle piene fin dalla fabbrica.
La frizione centrifuga e la trasmissione CVT completano il quadro del moderno scooter, non più cambio e frizione per un mezzo utilitaristico ma un comodo sistema di trasmissione chiuso e dalla manutenzione piuttosto ridotta ma dalle notevoli possibilità di regolazione a chiunque volesse cimentarsi nella taratura del proprio scooter.
In conclusione,nonostante il notevole sviluppo tecnologico susseguitosi negli anni che divide la vespa dallo scooter moderno, l'amore e la passione verso la propria moto è rimasto invariato.
Quel brivido che ti scorre dietro la schiena quando accendi per la prima volta la tua moto,quando acceleri,quando pieghi,quando tutti si girano per vedere la TUA moto, è qualcosa di magico e indescrivibile che ha conquistato le vecchie generazioni e conquisterà le nuove, perché in fondo la tecnologia può cambiare radicalmente la moto o lo scooter, ma non può cambiare la vera essenza e la vera passione verso le due ruote.