Ciao a tutti, sono un nuovo iscritto, ma vi seguo da molto tempo.
Da poco ho concluso un viaggio attraversando Grecia, Turchia, Georgia e Armenia. Abbiamo percorso 8200 km in 17 giorni. Eravamo in tre con due moto: una F650GS (la mia) e una F800GS.
Dai forum ho tratto informazioni importanti per questo e altri viaggi. Ora voglio riportare la mia esperienza perché non è stato facilissimo reperire informazioni, spesso erano discordanti, incomplete o troppo vecchie per poter essere ancora considerate attendibili. Un esempio su tutti: la strada militare georgiana.
Spero che questo report possa essere d’aiuto per organizzare un viaggio verso questi straordinari paesi.
Inizio con la mappa del percorso:




E così lasciamo l’autostrada ed entriamo nella città di Alexandropoli per il pranzo. Ovviamente insalata greca…



”.





, ho molto da raccontare su questo viaggio... 












), e partiamo. La strada giusta è nella direzione opposta ma c’è uno spartitraffico, così percorro un centinaio di metri per fare inversione e torno indietro fermandomi al semaforo che è proprio di fronte l’hotel da dove siamo partiti e dove mi è caduta la moto. Il semaforo è rosso, così ne approfitto per prendere dalla tasca gli occhiali da sole. Nel prenderli aggancio con i guanti un piccolo accessorio del casco che avevo in tasca che cade a terra. Dato che era di plastica, se avessi accostato la moto per recuperarlo lo avrebbero pestato e rotto. Decido che il rosso durerà in eterno e metto la moto sul cavalletto laterale per scendere. Peccato che nella caduta precedente il cavalletto era leggermente rientrato così, convinto di averlo abbassato scendo dalla moto che, indovinate un po’…





. Quindi decido che va bene così. Questa volta mi sbagliavo…
Non sono sicuro che abbia capito cosa mi occorre, così mimo la chiave inglese e indico l’esterno per invitarlo a uscire un attimo dalla bottega a veder cosa mi serviva. Niente. Scuote solo la testa con diffidenza.
Fortunatamente non andavamo veloci e riusciamo ad evitarlo.













e gli esce pure un gutturale e primordiale suono dalla bocca: NIET. 











. Circondato dalle montagne altissime il monastero visto decine di volte in foto con la strada, sempre sterrata ma facile, che si apre fino a raggiungere l’ingresso. La difficoltà della strada ne accresce enormemente il fascino.










