Venerdì 12 Giugno
Sveglia alle consuete "otto meno venti", fuori piove, tipica pioggerellina irlandese. Facciamo colazione, ci apprestiamo a partire e già non piove più. Indossiamo comunque l'antipioggia perché il cielo non promette nulla di buono e ci dirigiamo verso le famosissime Cliffs of Moher. Sulla strada piove per pochi chilometri e con poca intensità. Sarà l'unica acqua che prenderemo in tutto il viaggio (acqua asciutta, come quella scozzese di cui ci ha raccontato Franco, in quanto praticamente non ti bagna). Franco durante la preparazione del viaggio ha trovato un accesso molto comodo per raggiungere in breve tempo il punto più panoramico delle scogliere. Il percorso prevede però l'attraversamento di un campo con erba alta e bagnata, ed ecco che le antipioggia si rivelano utilissime!
Le Cliffs of Moher sono semplicemente splendide. Scogliere alte oltre 200 metri che si sviluppano per 8 chilomenti a picco sull'oceano Atlantico che anche oggi troviamo insolitamnte calmo. L'essere arrivati presto la mattina inoltre ci preserva dalla presenza delle orde di turisti che quotidianamente le visitano, riusciamo a fare un bel po' di foto quasi senza anima viva.

Quando arrivano i primi turisti per noi è ora di ripartire. Attraversiamo nuovamente il campo con l'erba alta e bagnata e ci spostiamo poi con le moto verso l'estremità nord delle scogliere. Qui mi accorgo che il supporto sinistro del mio bauletto è tranciato di netto. Lo scorso autunno si era rotto nello stesso modo quello destro e lo avevo fatto saldare e rinforzare, ora è toccato all'altro. Panico! Fortunatamente, con l'aiuto dei miei compagni di viaggio e di un provvidenziale filo di ferro avanzato nella costruzione di una staccionata irlandese

L'inconveniente ci ha fatto perdere un bel po' di tempo. Visitiamo la zona settentrionale delle scogliere (il cammino lungo tutta l'estensione delle scogliere impiegherebbe dalle 3,30 alle 4 ore... ci accontentiamo!


Sosta foto al promontorio di Black Head, caratterizzato da un bianco faro a pianta quadrata e dal burren, un tavolato calcareo unico al mondo frammentato da moltissime fessure lineari nelle quali crescono, oltre alle piante locali anche specie alpine e mediterranee.

La mia moto mi comunica che ha sete con una spia color ambra sul cruscotto, ci fermiamo a fare rifornimento e ne approfittiamo per pranzare. Franco e Marcello scelgono le salsiccette dell'Irish breakfast e delle alette di pollo, io vengo attirato da un panino tacchino e brie



E' il momento del Dunguaire Castle, uno dei castelli più fotografati d'Irlanda e anche il soggetto della foto della chat di whatsapp che utilizzavamo per organizzare il viaggio. Sarà stata colpa della luce e del cielo coperto che non permettevano al castello di specchiarsi sull'acqua, sarà stato anche per la troppa aspettativa che si era creata ma l'effetto che fa su di me non è granché!

Visto il tempo perso a riparare il bauletto decidiamo di saltare la visita di Galway, la Coral Stand e le isole Gorunma, Lettermullen e Lettermore (caratterizzate da un dedalo di stradine che le fanno soprannominare "isole labirinto") e di puntare direttamente sulla Kylemore Abbey che si trova poco lontano dall'ostello prenotato per la notte. La deviazione ci fa percorrere una stradina dove deduciamo che i limiti di velocità irlandesi sono in realtà una sfida



L'abbazia di Kylemore è una costruzione neogotica del XIX secolo diventata un'abbazia nel corso della prima guerra mondiale, affacciata sul lago Kylemore con un immenso giardino che ospita al suo interno anche una chiesa neogotica. Arriviamo tardi per la visita e quindi ci accontentiamo di qualche foto dalle rive del lago.

L'ostello che ci ospita per la notte si trova sulla riva dell'unico fiordo d'Irlanda, un paesaggio incredibile, anche qui livello del mare ma vegetazione tipica di ben altre altitudini sulle alpi.

Qualche piccolo problema con la doccia, inizialmente non c'era l'acqua calda




In ostello facciamo conoscenza con due fratelli provenienti dal Belgio che facevano il tour dell'Irlanda in bicicletta!


