Due piemontesi e uno svizzero alla conquista della Croazia e dell'Erzegovina.
Conquista: diciamo che la nostra "envencibile armada" si è limitata ad un'azione di (poca
Andiamo con ordine: questo 2014 per me è stato motociclisticamente poco "produttivo"... per fortuna qualche tingaraduno mi ha permesso di non disimparare ad andare in moto;
Fortunatamente ci ha pensato Claudio (fj1200abs) che verso metà luglio propone a Emanuele (tio) e a me un "giretto" in Croazia ed Erzegovina con rientro in traghetto verso l'Italia.
Ci ritroviamo per organizzare il tutto e ci rendiamo conto che, per sfruttare il traghetto notturno da Dubrovnik a Bari, dobbiamo sottoporci ad un piccolo "tour de force"... ma non ci facciamo spaventare. Prenotiamo traghetto e pernottamenti (purtroppo, pur essendo solo in tre, il periodo di altissima stagione coincidente con le vacanze del popolo italico ci farebbe correre il rischio di girare in lungo e in largo la sera, stanchi, alla ricerca di un giaciglio per la notte
) e attendiamo impazienti l'arrivo del 9 agosto, data della partenza.
Mercoledì 6 agosto (3 giorni alla partenza)
Previdente mi prendo due giorni di ferie prima della partenza che, però, vengono riempiti di impegni e di imprevisti che mi costringono a preparare moto e bagagli "di corsa".
La sera dopo l'ultima giornata di lavoro, grazie alla disponibilità dell'amico meccanico vado a fare un cambio olio e filtro, cambio candele e sostituzione di catena, corona e pignone alla mia CBF per partire tranquillo.
Venerdì 8 agosto (1 giorno alla partenza)
Dopo aver terminato con gli impegni vari verso le ore 20
, mi sincero che l'amico meccanico (sempre sia lodato) sia ancora in officina per effettuare il consigliato check della tensione catena. Dopo aver constatato che tutto era a posto nel rientrare verso casa mi prendo un'epica lavata che mi fa rincasare bagnato fino alle mutande... e meno male che avevo indossato la vecchia giacca e un paio di jeans (così la giacca "nuova" e i pantaloni tecnici sono rimasti asciutti).
Sabato 9 Agosto
Si parte! Sveglia di buonora che i km sono tanti. Ricevo un messaggio da tio che mi annuncia il diluvio universale nella Svizzera italiana ed un suo conseguente ritardo
. Cominciamo bene!
Parto, credendo di essere pure io in ritardo, non rinuncio però alla colazione e faccio il necessario rifornimento di carburante. Arrivo al ritrovo dell'autogrill di Lainate per primo e in perfetto orario: fare i conti come se abitassi ancora a Verbania essendo invece ad Arona, mi aiuta con la puntualità!
Pochi minuti (secondi...) ed ecco spuntare la BMW K1200LT di Claudio e, poco dopo ci raggiunge anche Emanuele comunicandoci di aver emulato Mosè aprendo le acque nel suo personalissimo Mar Rosso: il confine tra il Canton Ticino e la Lombardia!
Bando alle ciance, ci aspettano 400 km di pallostrada fino a Trieste.
Nei pressi del passante di Venezia decidiamo di ignorare i pannelli luminosi che consigliano la deviazione attraverso la Venezia-Belluno e la Pordenone-Portogruaro: siamo in moto, al massimo sconfiniamo in corsia d'emergenza...
peccato che non ci sia a causa del cantiere, e che ci tocchi una gran coda da superare facendoci spazio tra le due file di auto, sotto il cocente sole di mezzogiorno!
Una piccola considerazione antropol-culturale: le auto tedesche e austriache sentendo giungere le nostre due ruote si allargano verso i bordi della strada per lasciarci spazio, poche quelle italiane che lo fanno, nelle altre ho notato la totale indifferenza ai motociclisti (al limite dell'ostacolo) da parte di cechi e ungheresi e una minima agevolazione da parte di altri automobilisti del'est Europa.
Finalmente giungiamo a Trieste, percorrendo il tratto tra Duino e il centro città sul bellissimo lungomare usato a mo' di spiaggia dagli autoctoni (e sono soprattutto le autoctone ad attirare la nostra attenzione, specie se tra i 18 e i 50 anni
). Lì ad attenderci ci sono Franz e Sara: due amici motociclisti che conobbi in occasione delle mie prime vacanze in moto, con i quali è nata una splendida amicizia.
I ragazzi ci avrebbero anche accompagnato in Croazia ma alcuni impegni (tipo il loro matrimonio che si celebrerà il lunedì successivo) e il nuovo lavoro lo hanno impedito.
Pranziamo con loro, ci raggiunge anche un'amica di Claudio, cazzeggiamo un po' e ci facciamo spiegare il percorso migliore per attraversare l'Istria (Franz e Sara sono degli esperti della zona) finché non si fa una certa (come direbbero a Roma)... e considerando che a cena dovremmo ritrovarci nuovamente con gli amici triestini in centro Istria, partiamo. Il navigatore satelitare di Emanuele prima, la coda al benzinaio sloveno e un mio errore ad un bivio, poi, oltre alla coda in dogana tra Slovenia e Croazia e al traffico sulla costa Istriana, ci fanno allungare oltremodo il tempo di percorrenza fino a Opatja (Abbazia) che raggiungiamo alle 20:00 e, di conseguenza, ci tocca rinunciare alla cena nel centro dell'Istria... tra doccia e trasferimento non saremmo arrivati prima delle 22.30!
Durante la strada abbiamo modo di apprezzare il bellissimo paesaggio istriano ma è quando sbuchiamo sul mare che, di comune e tacito accordo, ci fermiamo per ammirare il panorama e scattare qualche foto. Giungiamo al mare nei pressi di Fianona (Plomin in croato) sulla sponda di quello che ricorda a tutti gli effetti un fiordo norvegese (solo che qui fa caldo...) con vista sul braccio di mare che separa la terraferma dall'isola di Cherso: un ghiotto antipasto di quella che sarà la costa croata, interamente caratterizzata dall'arcipelago costiero. Sul fondo del fiordo qualcuno ha pensato bene di insediare... una centrale termoelettrica con tanto di altissima ciminiera (340 m) per sovrastare le alture circostanti e permettere la dispersione dei fumi... siamo al limite dell'ecomostro!
Il percorso costiero verso Opatija è veramente da
... me ne rendo conto soprattutto quando un centauro con velleità da MotoGP che sopraggiunge in senso contrario a bordo di una BMW S1000RR taglia, ginocchio a terra, una curva a sinistra invadendo parte della mia corsia e rischiando pesantemente di centrarmi!
Giungiamo all'hotel prenotato, l'altisonante nome di "Imperial" ben ne rappresenta il fasto... al tempo dell'impero austro ungarico!
L'hotel necessiterebbe di un pesante restauro e di una modernizzazione per adeguare il caratteristico "stile impero" al XXI secolo.
Quello che a noi interessa però, dopo più di 600km in moto, è che disponga di letti comodi (e ci sono) e di un bagno/doccia dove rinfrescarci dopo la sudata della giornata (e più o meno ci siamo...).
Preso possesso della camera ci immergiamo nella "movida"
di Opatija alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti (fame blu...) e troviamo ristoro (oltre ad una gentile e carina cameriera) proprio sotto l'hotel dove, spendendo l'equivalente di 20 euro ci sfamiamo e dissetiamo con l'ottima birra croata (Karlovačko). Due passi per sgranchire le gambe, un'occhiata al punto migliore per il bagnetto in mare del mattino successivo e andiamo a posare le nostre stanche membra su un letto e a dare inizio a quello che sarà uno dei leitmotiv della vacanza: la gara a chi si addormenta per primo!
Non si tratta di un concorso a premi ma di un'effettiva necessità. Rischiare di addormentarsi dopo gli altri significa infatti sorbirsi il "concerto di fiati" (oboe, trombone e corno... a scelta) o l'effetto segheria industriale della foresta Nera che di notte ognuno di noi produce!
Purtroppo per i miei due compagni di viaggio, nella gara non c'è storia... senza falsa modestia, sono l'indiscusso campione mondiale di questa specialità: mi addormento appena sfioro il cuscino!
continua...





...
dal caldo infernale


e prima di giungere all'albergo prenotato dobbiamo attraversare il traffico caotico della turistica Trogir, una delle tante isolette della costa dalmata collegata alla terraferma da ponti: il passaggio (obbligato) sul ponte è una specie di imbuto nel quale la miriade di turisti fatica a passare. Le temperature delle nostre moto si alzano, quelle dei nostri corpi pure, vola qualche "vaffa" ad automobilisti im...branati
prima di placare la nostra fame e la nostra sete al ristorante dell'albergo, promosso a pieni voti, farci una breve passeggiata (eravamo in una zona defilata e l'idea di riprendere le moto e ritornare nel caos del centro ci faceva rabbrividire

) che si lamenta del poco lavoro (forse anche a causa della troppa concorrenza... 
esce dalle nostre bocche sulle quali albergava un sorriso a 32 denti. Pochi minuti e arriva Claudio... non è dello stesso avviso... la sua espressione è un: "che strada di m...a!" 
ci svegliamo in tempo per la colazione e dagli oblò vediamo già la costa italiana. Alle 8.00 in punto si sbarca a Bari. Slalom gigante tra le voragini
) sotto gli occhi stupiti di una coppia di altri ospiti...
. Non ci capiamo per una fermata prima della tangenziale felsinea e restiamo bardati e accaldati fino alle porte di Modena 