Tecnica
Prove e collaudi a cui è sottoposto il casco
Scritto da ellobo - Pubblicato 09/10/2006 10:55
Questo articolo nasce dopo aver letto nel numero di ottobre di Motociclismo, una interessante presentazione sulle prove di progetto e collaudo dei nostri caschi.

Non è mia intenzione ripetere cosa è stato scritto, ma estrapolare alcune informazioni, che potrebbero essere d'aiuto a molti.
Infatti spesso nei nostri topic, vediamo richieste su come scegliere un casco rispetto ad un'altro o cosa dobbiamo cercare sulle etichette all'interno del casco.

Come molti sapranno, se hanno letto il topic riferito al mio casco Nolan, una delle cose da cercare è il tipo di colorazione con cui sono fatte le decalcomania.

E' assolutamente da non acquistare un casco con "colorazioni Flou".
Infatti queste sono molto delicate, e con i raggi U.V. tendono a sbiadire, e vi garantisco che il risultato è "fastidioso".

Comunque questo si riferiva alla parte estetica, addentriamoci un pochino nella parte tecnica.
La prima cosa è sapere a cosa serve il casco, e quindi... "il compito del casco nei confronti dell'urto... è quello di dissipare la maggior parte dell'energia, limitando la quota trasmessa alla testa. Per fare questo il casco in parte, si deve deformare, ed in parte distruggersi."

Ora è chiaro che un casco per fare ciò, deve essere costruito seguendo delle regole precise di progettazione e collaudo.

L'articolo ci ricorda che per avere un casco "nuovo" occorrono mediamente da otto mesi a due anni, di questo tempo tre-quattro mesi servono a simulare tutte le varie prove matematiche, e uno-due mesi per le prove di collaudo dei primi prodotti.

Questo di per sé giustifica in parte il costo. Certo ci sono anche caschi che costano € 25,00, i famosi caschi cinesi, ma abbiamo visto tutti i risultati dopo un impatto, praticamente esplodevAno.


Suggerito di evitare acquisti "incauti", possiamo addentrarci all'interno dei nostri caschi e vedere cosa accade dopo un impatto, e forse, potremmo rispondere alle innumerevoli domande su cosa fare del proprio casco dopo una caduta, personalmente direi... cambiatelo!

Da questa immagine potete trarne le conclusioni.



Che tipologia di casco acquistare?

Credo che la scelta sia molto soggettiva e spesso il prezzo è uno dei parametri fondamentali. Comunque le calotte esterne (il casco è formato da due calotte che debbono operare per dissipare la forza dell'impatto), sono formate da un guscio più rigido, in materiali differenti (termoplastici o compositi).
I più usati sono l'ABS, più economico e richiede spessori maggiori, il policarbonato, più costoso ed utilizzabile con spessori inferiori, o miscele varie con caratteristiche intermedie.
Per i compositi si usano fibre tessute in diversi modi, di vetro, aramidici (Kevlar), carbonio, inserti di reti metalliche.
Altra differenziazione sono i leganti e il tipo di lavorazione.
In sostanza le differenze tra una calotta in composito ed una in termoplastico sono il costo, i volumi produttivi e il peso ottenibile.

Ed ecco, se può esservi d'aiuto, cosa descrive l'etichetta all'interno del casco,


Non ho voluto descrivere i vari test e prove, in quanto sarebbe stato un plagio dell'articolo di Motociclismo di Ottobre, pag. 134, ma estrapolare alcune considerazioni che potessero essere utili.

Comunque come scritto da Francy... casco ben acceso... luci allacciate... sempre!

 

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Commento di: fabiomoto74 il 11-10-2006 16:14
grazie... notizie molto interessanti!!!