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Recensione Kawasaki ZZR 250
Scritto da edge - Pubblicato 09/01/2012 10:59
Tentativo recensorio della mia piccola belvetta, dati tecnici, impressioni di guida e quanto può servire a chi vuole farsi un'idea precisa di che tipo di moto sia.

Oggi voglio parlarvi della mia moto attuale, e siccome nessun articolo su di lei era stato precedentemente scritto, ho deciso di porre rimedio a questa grave (?) lacuna del database.

Iniziamo col dire che la moto presa in esame, cioè la mia, è del 1996 e che quindi alcune cose potrebbero essere state influenzate dalla vecchiaia o da modifiche dei precedenti proprietari. Tuttavia fra tutti i modelli prodotti, dagli anni '90 a circa metà dei 2000, non c'è una grossa differenza né sostanziale né estetica.

Avvicinandosi alla moto, ciò che salta subito all'occhio è che, nonostante le forme molto simili alla sorella maggiore di 600cc, le dimensioni siano indiscutibilmente medio-piccole. In particolare la sella molto bassa e le pedane ravvicinate, obbligano i più alti a guidare con le ginocchia molto alte; ne guadagna involontariamente la sportività ma di certo non il comfort.

La linea estetica è tipicamente fine anni '80 per quanto concerne l'anteriore, con un singolo faro dalla forma quadrata con angoli smussati, e anni '90 per il posteriore, tutto fuorché appagante per la vista.
Le frecce che nella versione 600 sono integrate nelle carene e nel codone, sulla 2 e mezzo al posteriore passano ad una più solita collocazione ai lati della targa.

La strumentazione occupa interamente l'interno del cupolino, con contagiri e tachimetro analogici, così come indicatore temperatura dell'acqua, due contakm parziali ed uno totale di quelli "a rullo" e qualche spia ai lati. Manca, purtroppo, non solo l'indicatore del livello carburante ma anche la spia della riserva. Tuttavia sulla sinistra, appena sotto il serbatoio, in una posizione non troppo scomoda, è posizionato il classico rubinetto della riserva, che con un po' di esperienza può essere azionato anche in velocità (pratica comunque sconsigliata per la vostra sicurezza).

La moto è dotata di un cavalletto laterale di facile azionamento e di ottima tenuta, senza molla di ritorno e sensore per lo spegnimento, e anche da un solido cavalletto centrale utile soprattutto a moto carica di bagagli, per le riparazioni o per il rimessaggio invernale.

Appena in sella, si apprezza la posizione di guida estremamente comoda per via dei semimanubri rialzati, ma si fatica parecchio nelle manovre da fermo non già per il peso, molto ridotto, ma per l'angolo di sterzo da vera sportiva. Nonostante i buoni propositi da parte di Kawasaki di creare una piccola sport-tourer, l'unica cosa che la colloca idealmente nel segmento è la posizione di guida. Per il resto di sport ha poco e di tourer ancora meno.

Prima di descriverne il comportamento dinamico tuttavia, è necessario spendere due parole su questo particolare motore bicilindrico di 248cc sviluppato da Kawasaki.
La potenza, prima di tutto, non è chiara. I primi modelli infatti nascevano ufficialmente con 26kW, ma sul libretto venivano riportati 24kW. Negli ultimi modelli prodotti infine, la potenza è scesa a 21.5kW, stando ai dati che si possono reperire su internet. Ad ogni buon conto i cavalli vapori delle varie versioni oscillano fra i 30 e i 36. Se è vero che il motore è un bicilindrico 4 tempi, è anche vero che per essere una cilindrata piccola, costituisce un elevato frazionamento, e questo porta la moto ad avere un comportamento molto simile alle 4 cilindri 600, con coppia quasi nulla fino a 6.500rpm e a raggiungere regimi di rotazioni elevatissimi come i 16.000rpm (con zona rossa a 14.000). Così il regime di coppia massima lo si ha a 9.000giri con 2.2kgm di coppia, sufficienti per trovarsi sopra i limiti di velocità praticamente sempre. La potenza massima è sviluppata invece attorno ai 12.500 giri.

Ma, finalmente, saliamo in sella.

Una volta messa in moto, il borbottio sommesso che fuoriesce dai due scarichi laterali bassi, è quello tipico di un bicilindrico di non elevata cubatura, che ronza a poco meno di 1.500 giri/minuto. Ingranata la prima, la moto si adegua senza eccessive difficoltà al nostro stile di guida. Guidandola in tranquillità e in maggioranza sottocoppia, cambiando fra i 7.500 e gli 8.000 giri, la moto scorre fluida e consuma pochissimo, senza troppo rumore e trasmettendo pochissime vibrazioni, quasi nulle.

Se invece si decide di tirare, le marce, in particolare le prime, possono essere tirate agevolmente a 13.500 giri, con velocità che iniziano a diventare ragguardevoli e i consumi che pur salendo, rimangono comunque buoni. I rapporti della moto e l'indole del motore ne fanno una moto da ripresa più che da allungo, che infatti è appena sufficiente.

A mio modo di vedere il miglior compromesso di guida è proprio quello a metà fra i due sopra citati. Andatura allegrotta senza impegno cambiando fra i 9.000 e i 10.000 giri, e lasciando consumi decisamente bassi.

In considerazione di queste sue caratteristiche, la tipologia di percorso più adatta a questa moto è certamente il misto, dove il peso inferiore ai 150kg, l'elevata agilità e una misura di pneumatici che è un ottimo compromesso (il posteriore è un 140 con cerchio da 17) fanno si che si riesca a tenere, pur con qualche difficoltà ed una certa perizia nella guida, il passo di moto con più cavalli ma con maggiore peso. Se si vuole adottare una guida sportiva, l'unico accorgimento è usare spesso il cambio, per tenere il motore su di giri; questo comporta scalate furiose per recuperare quel po' di coppia in più, ma il divertimento è assicurato. Ha un freno motore molto buono e dopo un po' si può arrivare a non utilizzare i freni e tenere sempre la moto in coppia nei misti particolarmente fluidi.

Invece per quanto riguarda i percorsi di montagna in senso stretto, la moto non è a suo agio. Perde un po' di potenza con l'altitudine, se si affrontano salite impegnative occorre scalare, non avendo coppia ai bassi affrontare i tornanti è un problema non da poco, ha poco sterzo e non da ultimo tende a surriscaldarsi a causa dei continui 1°-2°-3°-2°-3°-2°-1°. Il problema della coppia ai bassi lo si ha anche nei sorpassi, dove occorre scalare una o anche due marce a seconda della velocità e dello spazio a disposizione. Tuttavia una volta entrata in coppia la moto si trasforma ed ha un'accelerazione notevole per la sua cilindrata.

In città il problema della coppia non si fa sentire, anzi, regge discretamente bene i bassi giri e quindi si può consumare davvero poco, ma, in particolare in estate, tende a scaldarsi molto; se a ciò aggiungiamo il solito annoso problema dell'angolo di sterzo, ecco che se si vuole utilizzarla prevalentemente nel traffico, probabilmente non è la scelta migliore che si possa fare.

In autostrada i problemi sono essenzialmente due. Se siete alti (sopra il metro e 75/80), il riparo aerodinamico è basso, in particolare vi trovate esattamente sul casco l'aria deviata dal cupolino. Potete aggirare il problema accucciandovi sul serbatoio come foste in una gara, a patto di avere un amico fisioterapista all'arrivo e di non avere il passeggero. Il secondo problema sono le vibrazioni, in quanto a velocità autostradali (dai 110 ai 130 km/h) il motore si trova fra gli 11 e i 12.500 giri, producendo di conseguenza una quantità di vibrazioni tali da spingervi a controllare abbastanza spesso se possediate ancora i piedi e le mani, che smetterete di percepire come vostri dopo poche decine di km.

Descrizione a parte merita la guida con passeggero. Iniziamo con il dire che la porzione di sella per il passeggero è buona, a patto che il vostro passeggero non sia troppo alto o eccessivamente pingue, in quel caso è appena sufficiente; infatti le pedane del passeggero posizionate appena sopra i due silenziatori, pur non interferendo con il pilota salvo rarissime occasioni (se avete il 45 di piede come me e guidate in punta, mentre il passeggero appoggia il tallone sulle pedane, allora il contatto è obbligato), sono eccessivamente vicine alla sella. Pur essendo scomode, hanno tuttavia il vantaggio per un passeggero inesperto o particolarmente impaurito di potersi agevolmente aggrappare al pilota (vi prego, se siete passeggeri, non fatelo!), mentre ai più scafati permette di poter fare a meno, in determinate condizioni, di attaccarsi con le braccia. Parlando di braccia, c'è un maniglione posteriore posizionato centralmente, non troppo scomodo ma nemmeno degno di essere utilizzato a lungo, onde evitare il ricorso al vostro celebre amico fisioterapista che non finirà mai di ringraziarvi. Infine, la sella per il passeggero è decisamente dura.

Sempre restando nella guida in due, parliamo invece del pilota. Il poveraccio, oltre a ritrovarsi i gioielli di famiglia spalmati sul serbatoio ad ogni frenata, non può nemmeno divertirsi, in quanto, anche con passeggero leggero e mono indurito al massimo, se si piega appena più che poco, il cavalletto centrale ci avverte della sua tanto comoda quanto ingombrante e fastidiosa presenza, strisciando sull'asfalto. Dall'esterno è un bell'effetto a causa delle numerose scintille, ma onde evitare danni allo stesso, meglio evitare, piegare poco ed andare molto, ma molto piano. Per quanto concerne il comfort, l'unico ingombro fastidioso portato dal passeggero sono le sue ginocchia che possono interferire con i nostri gomiti, ma per il resto, nonostante il peso ridotto della moto, non sbilancia eccessivamente, probabilmente anche grazie alla pochissima differenza di altezza fra le due sedute.



In conclusione, se avete la patente A2 e la moto la usate per divertirvi principalmente e non fate lunghi tragitti in città, questa potrebbe proprio essere la moto che fa per voi. Se ne trovano solo usate da una cifra che parte parecchio al di sotto dei 1.000 euro per arrivare a poco sopra i 2.000€ per i modelli più recenti. Non sono moto che abbiano mai avuto conclamati difetti genetici, perciò potete arrischiarvi a risparmiare e prendere un modello datato, se avete intenzione di tenerlo il tempo necessario al passaggio alla A3.

Considerazione personale: il ragionamento qua esposto è esattamente quello che feci io un anno fa quando la acquistai. Ora mi manca un anno alla A3 ma considerando che la utilizzo sempre nei percorsi a lei (e a me) più congeniali, ho constatato che è già sufficiente per divertirsi, anche perché perdona molti errori ai principianti, e penso che potrei decidere di tenermela.

E' una moto che va acquistata ed utilizzata con la consapevolezza dei suoi molti limiti, ma io la consiglio a chiunque.

Per qualunque domanda, sono a vostra totale disposizione.

Edo
 

Commenti degli Utenti (totali: 14)
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Commento di: JohnFox il 09-01-2012 13:25
Ottima recensione Edolux!!
Ed ottimo articolo!
Commento di: edge il 09-01-2012 13:26
Il Fox O.O

Grazie :)


Commento di: House-Gregory il 09-01-2012 13:31
Il Fox...mi ha rubato le parole di bocca!!
Bell'articolo!
Commento di: mcam il 09-01-2012 15:50
Bell'articolo Edo, chiaro e dettagliato !
Commento di: edge il 09-01-2012 19:38
Grazie Mauro :)
Commento di: motociclope il 09-01-2012 16:57
Nespole! Complimenti Nipotino! Bell'articolo, ma certo di Te non mi sorprendo. Bravo!
Commento di: edge il 09-01-2012 19:38
Grazie Max, tu sei sempre prodigo di complimenti, anche quando non servono :D
Commento di: pazuto il 10-01-2012 10:44
complimenti per la recensione, ma ti prego, non metterci tutti quegli adesivi........
Commento di: edge il 10-01-2012 11:09
Ahahahahaha ok me l'avete bocciata tutti quell'idea... :(
Commento di: antomoto il 12-01-2012 19:53
come edge sa ,anche io avevo fino a novembre la zzr 250 poi venduta ,l'ho tenuta un anno ma l'ho usata da primavera fino ad ottobre 2011 ,prima comprare la zzr avevo avuto anche delle belve tipo la gsxr 600r , poi sono calato di cilindrata e cercavo la ninja 250 ma non volevo spendere tanto e po la vedevo troppo sottodimensionata anche a livello di telaio e plasticosa ..poi mi venne in mente di cercare la zzr 250 e la trovai a novara con su solo 9500 km anche se aveva 10 anni fu amore a prima vista .. tenuta benissimo alla fine la porto a casa per 1650 euro e li valeva tutti ,ma quando inizia ad andarci per strada incominciavo a non trovarmi benissimo freno anteriore perfetto e modulabile ,invece il posteriore inesistente e non mi sentivo sicuro nelle tirate quindi andavo al massimo sugli 80 km orari e lo sterzo con pochissimo raggio obbligano il pilota anche a 10 km orari a piegare ,come motore e il meglio che cè affidabile e ho visto delle zzr anche con 100,000 km sugli annunci di vendità ,consuma pocchissima benzina anche oltre 20 km litro , in accelerazione al semaforo ho lasciato dietro anche delle 600 ,quello che mi piaceva di più della zzr era il posteriore con le frecce integrate nel codino ,ho eliminato quelle sporgenti e ho tirato fuori quelle mascherate e nascoste e verniciate dello stesso colore della moto..in giappone non sono mascherate e uscivano già di serie integrate nel codino..come posizione di guida era abbastanza comoda ma non proprio turistica che secondo me i due semimanubri dovrebbero essere ancora più alti per essere comoda per viaggiare ,il cupolino almeno per me proteggeva abbastanza dall'aria essendo alto circa 1,70 le pedane erano posizonate abbastanza bene e il cambio perfetto dopo che ci si abitua alle marce corte ,come dice anche edge dagli 8000 giri era una piccola belva e il piccolo 250 aveva un bel rombo che usciva dalle due bellissime marmitte cromate ,adesso ho comprato una gs 500 con 3500 km originali e spero di trovarmi bene..ma con i pregi e i difetti che aveva la zzr 250 mi manca ;)
Commento di: tibbs il 17-01-2012 15:27
Ho avuto anch'io per una decina di anni la moto in questione, e credo di conoscerla abbastanza bene. Come dice il buon Edge, dal punto di vista estetico la moto è un tuffo negli anni '80, può piacere come no, il problema (almeno qui in Italia e in epoca ante e-commerce) era quello di trovare alternative after market (ad esempio, un cupolino rialzato più turistico). La gran leggerezza, le dimensioni compatte e la bassa altezza da terra, oltre che la potenza ridotta, ne fanno un mezzo per tutti: la moto da confidenza ed è molto stabile in curva, purtroppo un manubrio intero ed un diverso disegno della carena avrebbero permesso di ottenere una posizione di guida meno sportiva ma senz'altro più comoda e con un angolo di sterzo maggiore (io, nelle manovre da fermo, spesso e volentieri preferivo spostarla tirando su il posteriore con l'ausilio del citato maniglione del passeggero).

Un appunto per quel che riguarda la frenata: discreta per il tipo di moto ma con il disco anteriore che tendeva, a bassa andatura, a far chiudere lo sterzo in caso di pinzate decise. Il motore invece è piuttosto divertente se si opta per una guida sportiva, tenendolo sopra gli 8000 giri (regime tuttaltro che elevato per questo bicilindrico), mentre se si predilige una guida rilassata si soffriranno sempre e comunque le vibrazioni e si vorrebbe avere un rapporto più lungo o, in alternativa, un'altra marcia.

Complessivamente la moto era ben costruita e con materiali discreti, con entrambe le leve regolabili, il doppio cavalletto, una strumentazione completa per i primi anni '90 (adesso si soffre la mancanza dell'orologio, ad esempio) dalla grafica datata, degli specchietti non belli ma nonostante le vibrazioni abbastanza stabili e ripiegabili. Tutto questo ben di Dio però non era a buon mercato: una ZZR 250, ai tempi della lira, costava oltre undici milioni, praticamente quanto, per restare in casa Kawa, un GPZ 500 che, per quanto di concezione ancora più antiquata, era complessivamente una moto più a tutto tondo. L'attuale Ninja 250, fatte le debite proporzioni, è molto meno costosa (anche se è ancora più spartana).

Per quel che mi riguarda la moto avrebbe delle prestazioni più che sufficienti sia per quel che riguarda la velocità che l'accelerazione: quello che le manca, a causa della cilindrata e delle caratteristiche generali del motore, è la coppia. Probabilmente se a parità di potenza lo ZZR avesse un 350/400cc, la moto perderebbe un po' in divertimento ma guadagnerebbe assai in fruibilità, specie in coppia e su strade pianeggianti.

Detto questo, se uno sa apprezzarne le caratteristiche, si rivela una moto piacevole, ottima in ogni caso per entrare nel mondo delle due ruote.
Commento di: Dany_rr il 02-02-2012 16:31
Ottima recensione edge!
Sono anch'io un felice possessore dello zzr 250 dall'estate 2010 e devo dire che le soddisfazioni me ne sta dando ancora.

Daniele
Commento di: edge il 02-02-2012 16:57
Grazie :)

Di dove sei? Magari ci scappa un giretto
Commento di: alfaedo il 24-12-2014 20:55
Buonasera Edo, mi complimento anche io per la tua recensione.... un'ottimo aiuto per un'eventuale acquisto. Posseggo da poche settimane la moto in questione, e voglio porgerti una domanda... E' normale che la temperatura del motore, secondo lo strumento, resti sempre sulla seconda tacca? Non è troppo bassa ? Ho cambiato il termostato perché pensavo che era rimasto bloccato in posizione aperta ma praticamente non è cambiato nulla..... Se la lascio in moto ferma la temperatura arriva circa a metà, attacca la ventola, tutto ok, ma quando corri torna giù alla seconda tacca circa.... Non so se cambiare anche il bulbo, andare alla ricerca di un altro strumento oppure è la moto che è fatta così.. Non so, visto la data della recensione, se possiedi ancora la zzr 250, ma in qualunque caso spero tu possa aiutarmi a dissolvere i miei dubbi. Grazie per la tua cordiale risposta ed a tutti quelli che leggeranno queste righe auguro un felice Natale. Edoardo