Moto
Il successo della moto: un mezzo
Scritto da Jeanne - Pubblicato 03/07/2008 15:09
Alla luce del crescente incremento delle vendite nel mercato motociclistico, che vede un numero sempre maggiore di motociclisti e motocicliste prendere la decisione di dedicarsi alle due ruote, sorge spontanea la domanda su quale sia il motivo di tanto successo...

A mio avviso vanno considerati ed analizzati due fattori: il primo, che riguarda la necessità stessa della moto in relazione ad altri mezzi di trasporto, il secondo invece che considera tutto il mondo di emozioni che le ruota attorno.

Il primo fattore è stato indubbiamente influenzato dalle condizioni economiche e sociali, perché se nei primi anni del dopoguerra la motocicletta era il mezzo ideale per chi non aveva denaro a sufficienza per permettersi un’auto, la situazione è cambiata nettamente con l’arrivo del benessere economico: le file del popolo automobilistico sono aumentate, formando così un insieme indefinito di persone caratterizzate unicamente dal desiderio di spostarsi velocemente in qualsiasi condizione climatica; la moto invece, con il passare degli anni ha avuto l’onore di trasformarsi in oggetto di culto e passione per quei pochi che riuscivano a coglierne lo spirito e l’essenza ed i motociclisti han ben presto formato un gruppo più esiguo rispetto agli automobilisti ma formato da persone affascinate dalla sensazione di libertà che solo la moto sa dare.

In una prima fase la diffusione della moto era dovuta alla sua ''convenienza'' e proprio per questo potremmo definirla ''proletaria'', nel senso cioè di mezzo di locomozione per le classi economicamente più povere, ma col passare del tempo, la moto a mio avviso, è passata ad essere un mezzo “popolare”, nel senso che, un numero sempre maggiore di persone l’ha acquistata per passione; questo processo è stato enormemente favorito dal crescente benessere economico – che ha creato una domanda sul mercato con la conseguenza di un continuo sviluppo della tecnica e della produzione su larga scala dei mezzi a due ruote – ed in tempi più recenti, dalla vasta scelta che offre il mercato dell’usato e che permette di investire una contenuta quantità di denaro per l'acquisto di un mezzo a due ruote con un buon livello di prestazioni, affidabilità e sicurezza.
Possiamo quindi affermare che la moto, nel corso degli anni, si è trasformata da mezzo scelto per la sua convenienza economica per il puro e semplice trasporto delle persone ad un mezzo scelto per il proprio piacere e che va ad affiancare o, in alcuni casi, persino a sostituire un’automobile.

Il secondo fattore da analizzare riguarda quell’insieme di emozioni e sensazioni che costituisce il mondo del motociclista e il fascino che questo esercita su chi non ne fa parte.
Infatti, se è vero che la società nel corso degli anni è cambiata, la stessa cosa non è completamente vera per la figura del motociclista: dall’origine arrivando ai giorni nostri, possiamo scorgere al di là di ogni moda – che ha inevitabilmente attirato anche persone che poco hanno da spartire con i veri centauri – ed al di là della differenza d’uso della moto, come i motociclisti siano sempre accomunati dagli stessi gesti (il saluto, il lampeggio), dalla stessa filosofia che esalta quel senso di fratellanza (contaminato alle volte da un po’ di sana sboronaggine) che li rende eredi di quella cortesia cavalleresca che vuole il rispetto per l’altro ed aiuto reciproco. Anche se qualcuno potrebbe avere da ridire su questa visione romantica del centauro, io credo che in fondo questi sentimenti esistano e contribuiscano a creare in ognuno di noi la sensazione di far parte di una comunità regolata da un codice non scritto nella quale trovare sempre consiglio, complicità ed approvazione.

E se il sentimento può essere considerato il medesimo, in forme più o meno marcate, un altro elemento di grande importanza è la filosofia sull’utilizzo del mezzo a due ruote: si va dall’amante della velocità e della sportività – noto come “smanettone” – che apprezzerà l’ottimo rapporto prezzo/prestazioni, ottimo soprattutto in relazione alle auto sportive (da chiarire però che tale paragone trascende sempre la sostanziale differenza tra i due mezzi in questione); colui che ama invece vivere la moto 365 giorni all’anno, sottolineerà i pregi di versatilità e praticità che il mezzo a due ruote riesce a dimostrare in città come su ogni altra strada fatta per divertimento o per la necessità, il mototurista che ama partire per macinare km e km di strada apprezzerà i paesaggi e le sensazioni che di volta in volta riuscirà a scoprire grazie alla sua moto, poi c’è l’endurista, il motardista, il customista… insomma, gli stili sono di vari tipi, nessuno migliore di un altro, ma sicuramente il trovare una buona varietà di modi di intendere l’uso della moto è in grado di farci capire come chiunque si avvicini a questo mondo, riesca a trovare il modello giusto per sé e per l’utilizzo che vuole farne; questa considerazione ci porta ad un altro interessante aspetto dell’universo motociclistico: perché – parafrasando un noto modo di dire – “è bello perché è vario” e la moto diventa anche un mezzo che permette, a chi la guida, di affermare la propria personalità ed individualità ma anche di sentirsi parte di un gruppo molto più esteso, con il quale condividere una grande passione.

Possiamo concludere dicendo che al di là delle ragioni che hanno permesso alla moto di diffondersi e di diventare un simbolo, questa rimane per molti un mezzo al quale è difficile rinunciare, addirittura indispensabile, non nel classico senso del termine, ma in un senso più profondo ed intimo, perché diventa uno strumento per mettere in contatto la nostra parte più istintiva e selvaggia in comunione con la strada, le montagne, l’aria e la pioggia e che ci permette di essere liberi di dire: “Nessun luogo è lontano”.
 

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Commento di: 18marzo1954 il 04-07-2008 06:49
Concordo, concordo, concordo......dopo un tempo infinto ho ritrovato il piacere della soliderietà:
ricevuta e data.
Ma ho anche ritrovato il senso della libertà e la risposta alla domanda che mi frullava nell'anima dai tempi di "Easy Riders" : - Chissà cosa si prova....-
Commento di: Benji_900 il 04-07-2008 14:03
Un bel post questo, l'evoluzione della moto, partendo dalle premesse storiche, da come i nostri nonni e genitori hanno iniziato ad utilizzarla come mezzo per spostarsi, per recarsi al lavoro, nel tempo libero per portare magari la propria ragazza sul sedile posteriore (sono un nostralgico della vespa...) fino ad oggi..
Qualunque sia la razza di ogni motociclista, noi biker siamo in grado di apprezzare una parte di mondo che chi non ha mai guidato una moto, può solo immaginare ma non capire..
Easy rider, smanettoni, motardisti, pistaioli o tourer..nostalgici delle vecchie glorie.. tutti abbiamo innata la voglia di condividere una passione con gli amici e di aiutare anche chi non conosciamo.
Proprio domenica, sul passo bernina ho soccorso uno smanettone come me che ha preso un tornante per un rettilineo, in meno di 5 minuti altri 4 biker si erano fermati a prestare soccorso, abbiamo recuperato la moto e uno ha offerto un passaggio allo sfortunato..
Scena normale tra noi biker, ormai rara da vedersi negli automobilisti, chiusi nei loro climatizzati abitacoli e timorosi che l'auto in panne possa nascondere qualche insidia..
La moto è una parte di me, mi ha dato tante gioie ma anche un letto d'ospedale, le stampelle, il gesso, la fisioterapia..mi ha prosciugato il conto in banca..
Nonostante questo, a lei devo tanti amici, tante esperienze, la determinazione di tornare in sella dopo essere passato ad un soffio dalla signora in nero..
Insomma, un vero amore non si lascia mai.
Un lampeggio
Commento di: Messia_83 il 07-07-2008 13:12
Brava la Gianninuzza....complimenti....
Una spiegazione semplice e ben aticolata...direi quasi "user friendly".
Tra i motivi che hanno favorito il successo delle 2 ruote avrei però citanto anche la "moda" che, soprattutto nell'ultimo decennio, ha rappresentato buona parte della spinta propulsiva.
Commento di: Braintwister il 08-07-2008 09:43
Ottime osservazioni!!!
Posso dire che da quando posseggo la moto ho scoperto tutto un altro mondo.
Noi motociclisti costituiamo una casta, ma non di quelle chiuse in se stesse.
Ci accomuna la medesima grande passione che non tutti riescono a capire.
La maggior parte degli automobilisti ci teme, soprattutto quando ci vede passare in gruppo, quasi come se fossimo dei pirati pronti all'assalto.
Certe persone non possono capire cosa significa essere motociclista, non potranno mai capire cosa vuol dire aspettare il proprio compagno che é rimasto indietro, non potranno mai capire cosa si prova a ritrovare il proprio compagno che ha rallentato per aspettarti.

Solo un motociclista puó capire un motociclista!!!
Commento di: ciopa il 11-07-2008 13:57
brava mi è piaciuta questa tua analisi sull'argomento
peccato che questa tua venga letta da gente che condivide le tue stesse idee magari con sfumature un pò diverse ma in linea di massima giuste e non da quelli individui che stanno nei scrani del potere o che si sentono politicamente corretti solo se viaggiano in macchina che ci vedono come feccia perche se sono in colonna il motociclista con calma va avanti,polli da spennare visto che quando andiamo in autostrada paghiamo come una ferrari e tutto il resto che viene che è inutile ricordare visto che sono sempre gli stessi argomenti tritti e ritritti ,e non come utenti della strada con una visione diversa e sicuramente più romantica nell andare in giro trasportati da una passione coinvolgente che ti fa accettare oltre a quanto sopra il panorama mozzafiato o i300km sotto la pioggia, il freddo(o la neve) che potresti trovare sullo stelvio mentre alla mattina quando si è partiti il termometro segnava26/27° il temporale che ti obbliga a fermarti sotto qualche riparo mentre vedi quelli in macchina che ridono della situazione ma che poi quando arrivi a casa ti fa trovare sempre il lato comico che ti fa dire "nonostante tutto ne è valsa la pena"
non per niente si dice che per il motociclista "L'IMPORTANTE é IL VIAGGIO NON LA META" giusto

e poi con la moto instauri uno strano rapporto speciale non perche è un mezzo meccanico, non perche ti trasporta ma secondo me è perchè è tua, è un'amica alla quale puoi chiedere di andara al mare o in montagna o a fare ungiro del lago di garda magari con la zavorrina e lei non ti dira di no basta in cambio un po di benzina un tagliando e delle gomme buone

forse saro un pò mozzarellone ma mi piace pensarla cosi. tanti lampsss
Commento di: Virgo il 11-08-2008 21:21
forse non hai una ducati, in cambio vuole moltre alte cose hhihi
Commento di: Avalon93 il 12-05-2011 18:16
Parte del fascino e dell'importanza di questo mezzo, risiede, per me, anche nella sua natura diretta e basilare, vicina alle nostre pulsioni e sommovimenti più "animaleschi". In particolare, mi piacciono le moto asciutte ed essenziali. Non hanno le intermediazioni fisiche e psicologiche di un'automobile (infatti non amo i mezzi in stile Gold Wind), sono più impegnative da gestire fisicamente e talvolta ci si chiede se val la pena di fare tutta questa fatica, prendere vento e pioggia, girare con giacche che pesano la metà del proprio peso corporeo e caschi sempre in mano. Sì, perché quando ti muovi con fluidità ed agilità, controllando e servendoti di una potenza magari un po' scorbutica ed assolutamente animalesca, cercando la saggezza di una condotta sicura e con il sorriso sempre accennato di chi ripone fiducia negli altri, ma assaporando nel contempo ogni singolo momento del tuo viaggio con diretta autenticità, beh... ti senti inequivocabilmente vivo.