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Considerazioni su incidenti e velocità
Scritto da Ospite - Pubblicato 08/11/2007 15:19
Analisi dell'influenza della velocità e relativi sistemi per il controllo e la limitazione della stessa in relazione al numero di incidenti in città, sulle autostrade e sulle strade extraurbane

Come suggeritomi da Davide, ripropongo in home page questo mio articolo, già postato nel forum, includendovi qualche considerazione aggiuntiva derivata dalla discussione scaturita.

Si rimanda al topic originario per qualsiasi commento.


Non è una cosa facile da far passare - ha spiegato Bianchi - ma molte auto hanno già la programmazione del limite di velocità. Perché produrre macchine che vanno a 250 all'ora, se poi c'è un limite di velocità inferiore?"

Autolimitare la velocità
Il ministro dà il primo ok

Qualcosa si muove: il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi è il primo ad uscire allo scoperto e a dichiararsi favorevole a limitare elettronicamente la velocità massima delle auto.

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Idea ingenua e superficiale, ma molto diffusa, lo ammetto. Analizziamola con calma.
Essi, sono convinti che limitare un automobile a 160-170 km/h possa far diminuire in modo generalizzato gli incidenti mortali… una leggera riflessione, avrebbe fatto capire loro che la maggior parte delle automobili che circolano, per lo più utilitarie e medie berline, raramente raggiungono quella velocità (o la superano di poco: un 1400 solitamente raggiunge i 180 circa e ci impiega un per po' per arrivarci) e non mi pare che la stragrande maggioranza degli incidenti avvenga a causa di automobili di grossa cilindrata, ma sia invece equidistribuita fra le varie classi.

Sappiamo che è il centro abitato, il luogo in cui avvengono la maggior parte degli incidenti (dato dell'ultima rilevazione ISTAT/ACI disponibile, ovvero del 2005) e lì, mi risulta davvero poco utile l'avere una macchina auto-limitata ai 160km/h, essendo il limite da codice e, in questo caso, effettivamente sensato, di 50km/h.
Oltre a questo, come molti hanno già sottolineato, la limitazione potrebbe essere facilmente aggirabile e non influirebbe in alcun modo sulle automobili attualmente già circolanti e su quelle provenienti da altri paesi. Inoltre, bisognerebbe indagare su quanti di questi incidenti mortali avvenga a velocità superiori a quella del limite che vogliono imporre. La mia sensazione è che siano davvero pochi.



Altra cosa interessante rilevabile dall'indagine, è che la velocità non è la principale ed unica causa dell'incidentalità (seppure ne contribuisca in buona parte), ma se la spartisce ad armi pari col mancato rispetto delle precedenze (questo specialmente in ambito urbano), la guida distratta ed il mancato rispetto delle distanze di sicurezza.


Mentre è difficile rilevare questi comportamenti scorretti e prevenirli, la velocità invece è facilmente misurabile e quantificabile. Si sceglie quindi di trovare una sorta di capro espiatorio e combatterlo, in modo da mostrare al popolo ingenuo tutto il proprio impegno per la loro sicurezza. In realtà, si sta soltanto ingrandendo una delle concause (superata in effetti, dalla somme della altre due principali), per far credere che sia la sola ed unica causa degli incidenti. Fatto questo, diventa facile combatterla, anche se non si traduce nel risolvere il problema principale.

Sarebbe molto più efficace invece operare una corretta e più rigorosa educazione civica (già: Civica, non solo Stradale) e smetterla di regalare, di fatto, la patente a chiunque sia in grado di dimostrare di saper spostare un veicolo per circa venti minuti senza distruggere nulla.
Questo purtroppo, abbasserebbe il numero delle persone con la licenza di guida, traducendosi in meno gente che paga tasse di possesso ed accise sul carburante, per non parlare di come reagirebbero le scuole guida. Un mezzo disastro economico. È più conveniente permettere a degli incapaci, di guidare, così pagano sia per il possesso e l'utilizzo (e manutenzione: non dimentichiamo tagliandi e revisioni, proprio di recente aumentati) che, successivamente, per le infrazioni che commettono (producendo collateralmente degli incidenti). Diamine! Assomiglia quasi ad una finanziaria!

A che serve quindi limitare la velocità? A ben poco, se si cerca la sicurezza.

Passiamo al Tutor. Attualmente, è utilizzato su alcuni tratti autostradali. Questa cosa non è specificata nell'articolo di Repubblica e la mancanza di questo dato, porterebbe invece a supporre, erroneamente, che l'utilizzo del Tutor sia ben più esteso. Al contrario, il sito della Polizia di Stato specifica chiaramente l'ambito in cui è utilizzato e fornisce anche la mappa dei tratti di autostrada coperti.

L'articolo di Repubblica, trae in modo molto naïf, la conclusione che il successo del Tutor, quanto a prevenzione degli incidenti (non nego che sia stato effettivamente efficace: i numeri parlano), si possa tradurre nell'equazione generale “meno velocità = meno morti” che, seppure non sia sbagliata, è incompleta e semplicistica e non applicabile a cuor leggero al di fuori dell'ambito in cui è stata rilevata, ovvero sulla rete autostradale.
Tutti sappiamo che in autostrada, è piuttosto difficile che un incidente avvenga per motivi diversi da velocità eccessiva o sorpasso azzardato. Per questo motivo, un sistema come il Tutor, in autostrada, può essere effettivamente efficace, ma non perché fa abbassare la velocità, come viene fatto credere. Mi spiegherò meglio più avanti.

L'efficacia del Tutor, non è assolutamente dimostrata invece, nell'ambito della rete stradale extra urbana ed urbana. In quest'ultimo caso, il Tutor sarebbe addirittura inapplicabile. Ricordiamoci inoltre, che si sta parlando di un ambito che produce appena il 6% degli incidenti totali. I canti di vittoria del Viva il Tutor, Viva la limitazione di velocità, mi sembrano quindi abbastanza ingenui , oltre che prematuri. Non stiamo risolvendo il problema, stiamo solo attaccando degli Arbre Magique ad un cadavere!
Come dimostrano le statistiche, sulle semplici strade statali o nei centri abitati, molto raramente è la velocità eccessiva a causare incidenti, al contrario della distrazione cellulofona, della mancata segnalazione di una svolta, di cambi improvvisi di direzione o corsia e via dicendo.

Riguardo alla velocità, è sbagliato prenderla come un assoluto. La velocità non va valutata secondo metodi arbitrari. Essa dipende sia dalle condizioni di manutenzione e visibilità della strada, sia dal rapporto fra la propria velocità rispetto a quella degli altri utenti (facilmente misurabile e quantificabile in una media).
Specialmente in autostrada o su strade dritte e (idealmente) ben mantenute, conta di più la differenza fra la velocità del singolo e la media della velocità di tutti gli altri veicoli. Più grande la differenza, più pericoloso è il transito. Un trattore che transita ai 30 su una statale da 90, è pericoloso quasi quanto un veicolo che viaggia ai 150. La differenza è che il trattore (ma potrei sostituirlo anche con ciclista-che-si-allena-in-statale-invece-che-sulla-pista-ciclabile), non commette alcuna infrazione per eccesso di velocità e difficilmente perderà il controllo, ma nonostante questo costituisce comunque un pericolo per gli altri utenti, essendo la sua velocità di molto inferiore alla velocità media di percorrenza della strada, che lo rende quindi simile ad un ostacolo in mezzo alla carreggiata, costringendo a frenate brusche o manovre improvvise per poterlo evitare.

Il Tutor, in tutto questo, non ha fatto altro che costringere gli utenti delle autostrade ad uniformarsi ad una velocità decisa in partenza. Ma se questa velocità fosse stata 150, piuttosto che 130, i risultati sarebbero stati esattamente gli stessi. Come sopra, se percorressi un'autostrada andando a 60km/h, non sarei sanzionato da alcun Tutor o Autovelox ma tuttavia, sarei decisamente pericoloso.
Inoltre, secondo me è necessario capire in che percentuale il limite di 130 è percepito come giusto oppure troppo basso. Se buona parte della popolazione lo percepisce come troppo basso, essi saranno tentati di superarlo, aumentando quindi la media di velocità dei veicoli in autostrada, e questa diventerebbe una delle cause della pericolosa differenza di velocità fra i veicoli. In sostanza, anche un limite di velocità impostato troppo in basso, potrebbe essere un fattore di pericolo.

Quindi allora avanti. Somministriamo a tutti questo bel placebo, che assieme a quello dell'inasprimento delle pene (assolutamente inutile, quando la stragrande maggioranza di esse rimangono impunite), non risolverà alcun problema ma – vuoi mettere? – farà pensare a tutti che il governo sia attivo riguardo a queste problematiche. Attivo quanto una mano che spalma del fondotinta sopra alla varicella.

Sul blog di Repubblica buona parte dei commenti sembrano d'accordo sulle idee qua sopra espresse. Di particolare interesse, ve ne sono un paio che prendono in esame la rete autostradale tedesca, in confronto alla nostra. Viene fatto notare come in Germania, vi siano parecchi tratti senza alcun limite di velocità (spesso citata in queste discussioni proprio per questo motivo), laddove le condizioni della strada e della visibilità lo consentano. Dove queste condizioni vengono a mancare invece, viene applicato il limite di velocità più appropriato. L'osservazione, che ho trovato molto interessante, è che sulle autobahn, i limiti vengono rispettati in quanto percepiti come un qualcosa che permette di mantenere una media molto alta in relazione alle condizioni del traffico. Ciò è giusto e facilmente dimostrabile osservando ad esempio come si formano gli ingorghi nei tratti in cui viene soppressa una o più corsie per via di lavori: quando tutti mantengono la stessa media, il traffico rimane scorrevole e passa in maniera fluida attraverso il tratto, quando invece ci sono grosse differenze di velocità, si ottiene una maggiore concentrazione di automobili in prossimità della strettoia, nella quale, le automobili in colonna che hanno abbassato la velocità, devono fermarsi per far rientrare quelli che hanno insistito nel sorpasso fino all'ultimo, creando così un blocco, che finisce col penalizzare tutti.

In Italia, c'è invece una percezione molto “paranoica” del limite: lo si identifica come una imposizione ingiustificata. Io credo che questa percezione non sia del tutto scorretta e che derivi principalmente da una troppo rigida (e spesso scorretta) applicazione del limite di velocità: sembra che non ci sia effettivamente una analisi delle condizioni della strada prima di applicarne il limite corretto (se necessario!), ma che venga invece deciso a tavolino senza curarsi del fatto che non tutte le extra-urbane sono uguali, come non tutti i tratti autostradali. Questo genera nel guidatore poca fiducia sulla effettiva veridicità della segnalazione ed una continua apprensione: “Vado alla velocità che ritengo più consona, oppure rispetto il limite, anche se palesemente troppo basso, per evitare guai?”.

Così, come nella favola di Pierino ed il lupo, non si crede più al messaggio e come risultato, le probabilità che l'indicazione non venga rispettata, salgono. La stessa cosa accade e viene aggravata quando ci si rende conto che la certezza della pena, in caso di infrazione, è estremamente bassa. Pene esagerate applicate anche per minime infrazioni e incertezza della pena, creano un meccanismo per il quale il guidatore ha la sensazione che l'eventuale sanzione gli piombi addosso a caso, come se sparassero nel mucchio di tutti gli utenti della strada e per motivi che lui non riesce ad avere sotto controllo.

Questo abbassa di molto la fiducia nella giustizia ed, al contrario, aumenta le probabilità che esso commetta infrazioni “se non posso prevedere quando mi possono beccare e può succedere anche quando credo di fare tutto correttamente, tanto vale fare ciò che mi pare nonostante i regolamenti, che molto probabilmente non cambierà nulla”.

Un altro commento, fa infatti notare come le pene in Germania siano più leggere (riporto: "ad esempio tu decidi quando farti ritirare la patente, un +55 in centro urbano e’ un mese di sospensione"), ma la probabilità di venire beccati in flagrante, è molto maggiore.

Questa mi sembra una buona dimostrazione di ciò che è stato già scritto: non è abbassando il limite o imponendolo elettronicamente, che si fa prevenzione, ma iniziando ad utilizzarli con criterio e solo quando necessari. Dopo un po' di tempo, quando la gente ricomincerà ad avere fiducia in ciò che il Codice della Strada, nelle sue applicazioni impone, lo si inizierà a seguire perché conveniente e sensato, invece che per "evitare il castigo".

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