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Pirenei 2019: il viaggio!
16109221
16109221 Inviato: 27 Set 2019 13:30
Oggetto: Pirenei 2019: il viaggio!
 

Antefatto e Organizzazione
Come ogni report che si rispetti partiamo dalle origini. Le origini di questo viaggio risalgono al lontano 2013 quando eravamo (noi tre "pirenaici" e altri quattro amici) in giro per l'arco alpino a caccia di passi ( Report 20 passi (o quasi) - 5 stati - 4 giorni ), al ritorno da quei 4 giorni, quando si tirano le somme dell'esperienza che sta per concludersi e inevitabilmente i pensieri spaziano verso nuove avventure, l'obiettivo Pirenei era condiviso da Marcello, Paolo, Emanuele e me. 0509_up.gif Varie vicissitudini, piacevoli e meno piacevoli, hanno impedito per i successivi 5 anni il raggiungimento della meta. Il 2019, finalmente, si rivela l'anno buono. Già in inverno cominciamo a parlarne, a tracciare un percorso, a valutare opzioni per il trasferimento, a coinvolgere partecipanti eusa_think.gif .
Al momento di arrivare al dunque, tra chi c'è già stato eusa_doh.gif e chi ha cambiato lavoro eusa_think.gif ci troviamo in tre: Marcello (topomotogsx), Paolo (ElVufero68) ed io (bastiancontrario).
Optiamo per il trasferimento via nave da Genova a Barcellona poiché ci fa risparmiare un po' di chilometri di "dritto" e di autostrada e qualche euro tra pedaggi e pernottamenti icon_wink.gif . Il percorso è preparato da Marcello con l'apporto delle idee di tutti e approvato unanimemente 0509_up.gif , il programma prevede un buon numero di passi di montagna eusa_drool.gif , la visita di luoghi interessanti e piacevoli e qualche tappa prettamente turistica.
Abbiamo definito tutto, non resta che preparare moto e bagagli e attendere la partenza!
 
16109224
16109224 Inviato: 27 Set 2019 13:41
 

Giovedì 5 Settembre
Per motivi di lavoro, miei, abbiamo dovuto programmare il viaggio in una settimana e mezza, due non mi erano concesse, pertanto la partenza avviene di giovedì. L'appuntamento è all'Area di Servizio Stura Ovest sulla A26 in tempo per raggiungere il porto di Genova due ore prima della partenza del traghetto GNV per Barcellona, prevista per le 12:00.
Arrivo al punto di ritrovo con un paio di minuti di ritardo e trovo Marcello, giunto invece come sua consuetudine con largo anticipo. Paolo è "stranamente" icon_asd.gif in ritardo ma ci aveva avvisato via Whatsapp.
Riunita tutta la truppa (non ci sono generali...) ci concediamo la colazione, acquistiamo del pane per accompagnare l'oggetto di culto che abbiamo procurato per la navigazione, scambiamo quattro chiacchiere con un attempato motociclista ligure proprietario di una Fazer 600 che attacca bottone vedendo quella di Marcello e finalmente, con quasi un'ora di ritardo sul previsto, partiamo alla volta di Genova.

Giungiamo in breve in città, scendiamo verso il porto grazie alla nuova viabilità post crollo del ponte Morandi (lo sguardo verso la val Polcevera senza viadotto mi provoca un tuffo al cuore, immagino cosa deve essere per un genovese) e alla rotonda prima della calata verso gli imbarchi dei traghetti riusciamo a dirigerci in tre direzioni diverse eusa_think.gif . Io ho imbroccato la strada giusta e mi fermo poco prima del cancello del porto in attesa degli altri due anche perché i biglietti della nave li ha Marcello. Poco dopo mi raggiunge Paolo e poi anche Marcello si ricongiunge al gruppo. Entriamo in zona portuale e prima di trovare il molo giusto ci concediamo un paio di giri a vuoto tra parcheggi sopraelevati e zone di carico e scarico merci (la cartellonistica è piuttosto scarsa e mal posizionata). eusa_wall.gif
Ci mettiamo diligentemente in coda per l'imbarco e facciamo conoscenza con altri motociclisti, scopriamo in quel momento che il traghetto per Barcellona proseguirà il suo viaggio verso Tangeri e in questo modo ci diamo spiegazione alla presenza di mezzi "da deserto" (camper 4x4 e moto da enduro) e di auto stracariche di bagagli occupate da persone di chiara provenienza nordafricana.
Il tempo passa, è quasi ora di salpare e ancora la coda non si è mossa, sembra che non abbiano dato l'ok alle operazioni di imbarco. Diligentemente attendiamo finché qualcosa si muove, ci spostiamo verso l'inizio della fila, arriva il controllo titoli di viaggio e lì ci rendiamo conto che quello che abbiamo in mano non è il biglietto ma solo la prenotazione: dobbiamo fare il check-in! 0509_mitra.gif Oltre alla cartellonistica scarsa anche le indicazioni su cosa fare lo sono... allo sportello le operazioni di check-in si svolgono in un battibaleno; come noi, altri non avevano convertito la prenotazione in biglietto e gli operatori erano piuttosto stupiti, pensavano ci fosse coda in autostrada. eusa_naughty.gif
Carichiamo finalmente le moto nel garage in stiva (abbiamo ancora il tempo di assistere ai moccoli in lingua originale di un tedesco che non riusciva ad accendere, a pedale, la sua enduro...), legano le nostre due ruote (in modo diverso dalle altre volte in cui l'avevo caricata su un traghetto) e andiamo a prendere possesso del nostro posto in sala poltrone. Qui troviamo già un po' di passeggeri che hanno preso possesso di una fila di quattro poltrone a testa, indipendentemente dal posto prenotato e, avuto rassicurazione da uno dei passeggeri (che pareva saperla lunga) sul fatto che la sala non si sarebbe riempita, facciamo lo stesso anche noi.

Giretto sulla nave, che pare proprio aver vissuto momenti migliori, prendiamo possesso di un tavolino nella zona solarium con piscina (vuota...) e, dopo aver preso una birra al vicino bar, diamo assalto al nostro oggetto di culto: un salame Varzi procurato da Marcello. La "cambusa" che abbiamo allestito nei bauletti delle moto e trasferito a bordo della nave comprende anche una bottiglia di grappa alla quale rendiamo il giusto merito concedendoci un bicchierino (o forse due) di digestivo.
La navigazione procede spedita, alla sera ci concediamo un piatto caldo al ristorante serviti da camerieri fin eccessivamente affettati 0510_regolamento.gif , digestivo, quattro chiacchiere e due risate finché ci abbandoniamo al sonno ristoratore sulla nostra fila di poltrone. In realtà vorremmo abbandonarci al sonno ristoratore ma la scomodità delle poltrone e il freddo causato dall'aria condizionata sparata a manetta non ci consentono di riposare in modo soddisfacente. Abbiamo voluto fare i "supergiovani" prendendo il posto poltrona ma ci rendiamo conto che non abbiamo più vent'anni... (però quattro anni fa sul traghetto verso l'Irlanda ricordo di aver dormito come un bimbo sui divanetti del bar...).


Km in moto: 192
Miglia di navigazione: 348 icon_asd.gif
Passi: 0

Ultima modifica di bastiancontrario il 27 Set 2019 13:53, modificato 1 volta in totale
 
16109226
16109226 Inviato: 27 Set 2019 13:48
 

Venerdì 6 Settembre
Il risveglio è dettato dalla voce trasmessa dagli altoparlanti della nave che comunica il previsto attracco al porto di Barcellona per le 8:15 (ben un'ora e un quarto prima del previsto: ottimo) e che comunica l'obbligo di lasciare cabine e sale poltrone entro le 6:30. Cavoli! Sono le 6:15... Probabilmente, anzi quasi certamente, un analogo comunicato effettuato la sera precedente ce lo siamo perso.
Poco male, ci mettiamo poco a racimolare il nostro bagaglio e ad abbigliarci "da moto", in men che non si dica siamo al ponte convenuto, ci concediamo una colazione a cappuccio e brioche e andiamo all'esterno a goderci il panorama su Barcellona. Riesco a confondere il Tibidabo con il Montjuic, non localizzo la Sagrada Familia, l'unica costruzione famosa di Barcellona che identifico è il "suppostone", il grattacielo a forma di supposta, non saprei come altro definirlo. La visita di Barcellona ce la siamo riservata al ritorno, per oggi si tratta solo di una toccata e fuga: l'obiettivo sono le montagne.

Metto per la prima volta le ruote della mia moto in terra spagnola.
Piccola sosta in uscita dal porto per sistemare i bagagli, ci colpisce immediatamente un corteo di auto d'epoca: sono tutte Fiat Topolino e Giardinetta con targa italiana. L'orgoglio patrio si fa sentire. 0509_doppio_ok.gif
Trasferimento verso le montagne sfruttando le strade veloci, Autopistas (AP) a pagamento e Autovia (A) gratuite. Qualche contrasto tra navigatori, normale amministrazione icon_asd.gif , rifornimento di benzina dove facciamo pratica con gli economici prezzi iberici (1,37€/l ed era una stazione di servizio autostradale), ai caselli comprendiamo come gli spagnoli non eseguano arrotondamenti sulle tariffe (1,42€, 2,35€, 1,16€ sono i pedaggi pagati che mi sono appuntato). Le montagne si avvicinano ma, una volta usciti dall'autostrada è il mare a riempire i panorami. Mare e vento su una strada costiera davvero suggestiva, ricca di curve e di scorci pittoreschi. Ce la godiamo. Affrontiamo anche i primi passi di giornata: Col de Frare e Col de Belitres, alle mirabolanti quote sul livello del mare di 202 e 165m. In mezzo ai due una sosta ristoratrice nel paese di confine di Portbou dove, in un bar con tavolini sulla piazzetta, assaggiamo degli ottimi panini con butifarra negra y blanca e, ancora non sazi, delle tapas a base di moscardini e calamari davvero degne di nota.

Riprese le moto dopo il pranzo (che nelle intenzioni doveva essere poco più di uno spuntino ma, vedremo, non lo sarà quasi mai in questo viaggio 0509_vergognati.gif ), passiamo per la prima volta il confine e ci portiamo in Francia. L'iniziale tratto costiero ricalca quello finale in Spagna (vento e scorci suggestivi) ma lo abbandoniamo dopo pochi chilometri dirigendo le nostre prue, cioè le nostre ruote anteriori, verso l'interno per affrontare l'anonimo e trafficato passo del Perthus (sulla frontiera con la Spagna) che abbandoniamo alla volta del Col de Panissars e del forte di Bellegarde che sorge lì nelle vicinanze.
Al forte ci facciamo un giretto e qualche foto, si tratta di una delle tante fortificazioni erette da Vauban, uno dei più grandi ingegneri militari di tutti i tempi, ai tempi del Re Sole. Il col de Panissars, sul quale è ospitato un piccolo cimitero di guerra, era già conosciuto in epoca romana e attraversato dalla via Domizia. Scavi archeologici hanno permesso di riportare alla luce i resti del Trofeo di Pompeo e del monastero benedettino di Santa Maria de Panissars.

Rientriamo in Spagna e, attraverso una piacevolissima strada secondaria dall'asfalto perfetto e con la pressoché totale assenza di traffico, valicando alcuni passi "minori" (Coll dels Horts, Col du Sagué, Col de la Seille, Col de la Guille e Col d'Ares) in un dentro e fuori tra Francia e Spagna (grazie a Schengen quasi non ci si accorge dei confini) giungiamo a Ripoll, cittadina che abbiamo eletto a tappa di giornata. Avevamo previsto, in caso ne avessimo avuto il tempo, una deviazione verso Beget e Castellfollit de la Roca, località interessanti dal punto di vista turistico, ma la stanchezza accumulata e la voglia di una doccia e di sano riposo hanno prevalso sui circa 50 km in più che la deviazione avrebbe comportato.
Alloggiamo all'Hostal del Ripollès, onesta locanda in centro al paesino che ci rifocilla con un'ottima bistecca di sottofiletto alla brace, prima e dopo cena facciamo un giretto a piedi della città, notiamo che l'indipendenza catalana e la libertà di chi è stato imprigionato per questo obiettivo sono molto sentite in città (come in tutta la Catalogna, verificheremo in seguito). La stanchezza si fa sentire e decidiamo unanimemente di concederci alle braccia di Morfeo.


Km: 364
Passi: 9
 
16109262
16109262 Inviato: 27 Set 2019 16:57
 

Seguo icon_mrgreen.gif
 
16109298
16109298 Inviato: 27 Set 2019 20:41
Oggetto: eccolo!
 

Finalmente in report 0509_banana.gif Deve ancora entrare nel vivo e sto già rosicando , beati voi ragazzi icon_asd.gif
"Strano" il ritardo di Paolo il giorno della partenza 0509_si_picchiano.gif
Attendo il seguito!! 0509_up.gif
 
16109305
16109305 Inviato: 27 Set 2019 21:35
 

Grandi ragazzi!!
Mi raccomando Andre, domani voglio il seguito! icon_mrgreen.gif
Bravi!
doppio_lamp.gif
 
16109306
16109306 Inviato: 27 Set 2019 21:38
 

Eccomi a gustarmi il report. icon_biggrin.gif

bastiancontrario ha scritto:
In realtà vorremmo abbandonarci al sonno ristoratore ma la scomodità delle poltrone e il freddo causato dall'aria condizionata sparata a manetta non ci consentono di riposare in modo soddisfacente. Abbiamo voluto fare i "supergiovani" prendendo il posto poltrona ma ci rendiamo conto che non abbiamo più vent'anni... (però quattro anni fa sul traghetto verso l'Irlanda ricordo di aver dormito come un bimbo sui divanetti del bar...).
Della sala frigo, volevo dire poltrone ( icon_asd.gif icon_asd.gif ) ne so qualcosa anch'io... Zio prete c'è un freddo porco...!! 0509_mitra.gif
Molto meglio la zona bar, sembra di essere dei rifugiati ( rotfl.gif rotfl.gif ) ma la temperatura è decisamente migliore... icon_wink.gif
 
16109451
16109451 Inviato: 28 Set 2019 18:27
 

Grandi!!! 0510_inchino.gif 0510_inchino.gif 0510_inchino.gif
Aspetto di leggere il seguito...
 
16109996
16109996 Inviato: 1 Ott 2019 9:47
 

Sabato 7 Settembre
La sveglia... non abbiamo impostato la sveglia eusa_doh.gif ! Ci destiamo in maniera naturale e sono già le 8:45. Il viaggio in nave ci ha segnati, l'aver trovato un comodo letto ci ha permesso di riposare anche se iniziamo la giornata già in ritardo! 0509_vergognati.gif
Tra le abluzioni, la preparazione del bagaglio, il recupero moto e la riconsegna delle chiavi del garage (già, perché l'Hostal ci ha fornito - a pagamento - un comodo garage dove ricoverare le moto per la notte), la colazione, partiamo alle 10:20 contraddicendo già il secondo giorno, al primo pernottamento sulla terraferma, i buoni propositi di non fare troppo tardi la sera e di partire presto il mattino. eusa_wall.gif Nonostante l'orario, l'aria mattutina è inizialmente fresca. Dopo un iniziale fondovalle, la strada comincia a salire e diventa molto divertente. L'asfalto perfetto invita ad aprire il gas, il panorama spettacolare a guardarsi intorno. Facciamo una tirata e una sosta 0510_mina.gif e salviamo capra e cavoli! Alla sosta vediamo altri motociclisti, spagnoli e non, con espressioni al limite dell'estasiato, come le nostre 0509_doppio_ok.gif . Primo colle di giornata è il Coll (a volte indicato come Collada) de Toses, dove ci produciamo in una foto simil-artistica del cartello.

Proseguiamo in quota verso la stazione sciistica di La Molina (nonostante i navigatori satellitari non fossero concordi... eusa_wall.gif ) e, sempre seguendo i navigatori ci infiliamo giù per una ripida discesa in mezzo ai palazzoni di appartamenti di cui le stazioni sciistiche sono ovunque costellate 0509_mitra.gif .
Raggiungiamo e oltrepassiamo Puigcerdà ed entriamo in Francia dove solchiamo una serie di colli "minori" (col de Llous, coll Rigat, Col de la Perche) e andiamo alla ricerca del primo duemila pirenaico (il primo colle oltre 2000m s.l.m), il Col del Pam nel comprensorio sciistico Pyrénées 2000. Dopo un paio di giri a vuoto ci troviamo di fronte alla sbarra di una strada a pagamento. La gentile casellante ci spiega che quella strada porta al lac des Bouillouses e che il passo da noi cercato si trova alla stazione sciistica di Fort Romeau eusa_think.gif . Considerato l'orario e il fatto che si sarebbe trattato di una "cricetata" (il passo è alla fine di una strada a fondo chiuso) decidiamo di proseguire senza salire. Attraversiamo il col de la Quillane che si apre sul lago artificiale di Matemale e proseguiamo verso il col de Pailhères che diventerà ufficialmente il nostro primo duemila pirenaico 0509_up.gif .

Passiamo attraverso il col des Hares e a Mijanès iniziamo la dura e stretta salita verso il colle. Con un pensiero rivolto a chi queste strade le fa in bicicletta (e soprattutto alla fatica che si fa a pedalare eusa_clap.gif ), ci diamo del gas e raggiungiamo la cima. Arrivo prima dei miei due compagni di viaggio e riesco ad immortalarli mentre giungono al passo. Il paesaggio fa sembrare la quota più alta di quella che è in realtà, dalla cima soprastante il passo si gode un bellissimo panorama a 360° dalla pianura ai monti.

Scendiamo a valle e un certo languorino comincia a farsi sentire. Per forza: sono le 14:00 0509_si_picchiano.gif ! Ad Ax les Thermes ci fermiamo a pranzo in un locale che ci attira perché ha esposto un cartello che offre moules/frites e birra belga... la birra ce la beviamo, le moules (cozze) non le vediamo sul menu e ci mangiamo chi un'ottima salade de chevre, chi una tartiflette. 0509_up.gif
Durante il pranzo prenotiamo l'alloggio per la notte. Il paese inizialmente scelto come meta di giornata (Saint Girons) non offre nulla a prezzi civili eusa_naughty.gif , ripieghiamo su un villaggio vacanze nel paese di Seix. Modifichiamo leggermente il percorso tagliando un andirivieni su un passo (col de Latrape) e inforchiamo le moto scendendo la valle dell'Ariège per abbandonarla a Tarascon s/A. e salire al Col de Port. Anche qui la vegetazione, per noi abituati al versante sud delle Alpi, fa sembrare la quota più alta di quanto sia in realtà (siamo a 1250m). Foto di rito e proseguiamo che è tardi e la strada ancora lunga. Passiamo per i colli des Caougnoux, del Four e d'Espiès dei quali quasi non ci accorgiamo e arrivamo al col (Port) de Lers, circondati da un paesaggio bucolico. Torniamo indietro un pezzo e ci aspetta il col d'Agnes con un bellissimo panorama sulle vette.

La discesa è molto scenografica ma anche impegnativa. Si è fatto tardi, la reception del villaggio vacanza non è presidiata a qualsiasi ora quindi è il caso di avvisare e comunicare il nostro orario di arrivo: ci stiamo con i tempi e non dobbiamo accorciare ulteriormente il percorso. 0509_up.gif Percorriamo ancora il col du Saraillé che si trova in mezzo a un bosco, dopo una stretta strada che passa tra pascoli e piccoli borghi una volta abitati da allevatori. C'è tempo ancora per una "cricetata", un andirivieni verso il col de Portel, passando per il col de la Crouzette e il col de Pradel: ne è valsa veramente la pena, lo scorcio panoramico verso la pianura sottostante è davvero molto suggestivo!

Sosta carburante (viaggiavo praticamente con i vapori di benzina... 0509_vergognati.gif ) e ulteriore telefonata al villaggio vacanza: ci stanno aspettando e rimarranno lì ancora un po', nessun problema!
Il villaggio vacanza, che raggiungiamo in pochi minuti dal benzinaio, si trova esattamente "in the middle of nowhere" eusa_doh.gif come direbbe un anglofono: nel nulla, pace e serenità garantite. Ci viene assegnato uno chalet da 7 posti, per una sera riusciamo a dormire senza sentire l'uno il russare dell'altro rotfl.gif ! Per la cena, considerando che i più vicini posti di ristoro sono ad almeno tre chilometri di stradine nei boschi, decidiamo di sfruttare la nostra cambusa, nello chalet c'è una cucina ben attrezzata, ma ci rendiamo conto di non avere da bere... corro alla reception, prima che chiuda, per vedere se riesco a racimolare qualcosa! Il bar purtroppo è chiuso ma la gentile receptionist mi fornisce tre lattine di Desperados, non è il massimo ma ce la facciamo andare bene visto che l'alternativa è l'acqua corrente, già che ci sono recupero anche del detersivo per i piatti... non con l'intenzione di berlo eusa_doh.gif !
Un'ottima pasta con sugo al tonno ci sfama (e ti credo, ne ho fatto mezzo chilo 0509_lucarelli.gif ... vuoi mica lasciare la confezione aperta), un bicchiere di digestivo e ci abbandoniamo al sonno del giusto. 0509_zzz.gif

Km 323
Passi 17
 
16110219
16110219 Inviato: 1 Ott 2019 23:46
 

Finalmente, dopo troppi anni in cui qualcosa impediva questo viaggio, il 2019 è stato l'anno giusto.
Abbiamo capito che sarebbe stata la volta buona già all'inizio dell'anno, così ho avuto il tempo di andare a recuperare gli appunti e le prime bozze di itinerari che avevo preparato nei precedenti tentativi.
Comincio ad inserire tutti i punti, raccolgo i suggerimenti degli altri, li aggiungo senza pensare alla sequenza stradale e mi ritrovo con soli 15 mila km di itinerario! icon_eek.gif icon_eek.gif 0509_lucarelli.gif
Adesso arriva il momento di studiare un percorso logico, filante, che raccordi tutti i punti dal Mediterraneo all'Atlantico e ritorni indietro evitando il più possibile sovrapposizioni di strade. Riesco a farci stare tutto in 2300 km, limitando la sovrapposizione a soli 45/50 km. Poi successive modifiche realizzate dagli altri partecipanti porteranno a circa 2600 km il percorso pirenaico.
Un gran bel lavoro 0509_up.gif
Non vedo l'ora di partire, l'idea di mettere le ruote in 2 nuovi stati europei mi stuzzica, la Spagna mi intriga da un po', Andorra molto meno mentre la Francia mi richiama dopo sole 3 settimane di lontananza.
 
16110584
16110584 Inviato: 3 Ott 2019 10:17
 

Domenica 8 Settembre
Questa mattina ci svegliamo presto, la tappa è lunga e vogliamo riuscire a percorrerla tutta. Mi sveglio a suon di starnuti, probabilmente c'era un po' di polvere sulle coperte, sono allergico. Dopo aver asciugato le moto, erano zuppe dell'umidità notturna, lasciamo il villaggio e già sforbiciamo il percorso... eusa_doh.gif il primo passo di giornata era di strada partendo da Saint Girons, decisamente fuori da Seix icon_exclaim.gif Saliamo subito al Col de la Core (non abbiamo nemmeno fatto colazione) dal quale si ha una bellissima vista sulla Valle di Bethmale che ci apprestiamo a scendere.

La temperatura è piuttosto fresca soprattutto nelle zone non ancora toccate dal sole. Durante la discesa, ad ogni paesino cerchiamo un bar per fare colazione. La ricerca è vana finché non troviamo, a Castillon en Couserans, una boulangerie patisserie dove ci sfamiamo a viennoiserie (ho preso un pain au chocolat e un éclair davvero buoni). Ci manca una bevanda calda, ci rimettiamo in moto e poco dopo, nel centro del paese, che non sembra abbandonato come i precedenti (è pur sempre domenica mattina...), troviamo un bar dove ordiniamo tre cappuccini. Il cappuccino francese, scopriamo, è una bevanda a base di caffé sormontata da una camionata di panna montata... e pensare che il barista, riconoscendoci probabilmente come italiani, aveva chiesto "avec chantilly?". Non soddisfatti dal beverone, ripartiamo. Paolo fa una strada leggermente diversa da me e Marcello, i percorsi si ricongiungono all'uscita dal paese, sulla via che conduce al col du Portet d'Aspet, uno dei passi famosi del Tour de France. Dopo le foto di rito, scendiamo. Paolo ed io ci facciamo prendere dalla bella discesa così tanto da non fermarci nemmeno alla stele e al monumento dedicati a Fabio Casartelli, il ciclista italiano che qui trovò la morte durante il tour del 1995. Marcello invece si ferma a fare una foto.

La successiva salita al col de Menté passando per il col de la Clin è molto divertente, il colle in sé invece non è nulla di che. Nuovamente i navigatori non sono in accordo, il mio fa svoltare a sinistra, quello di Paolo proseguire dritto. Svoltiamo ma alla successiva svolta verso sinistra (in corrispondenza del Col de Lagues) ci dividiamo, Paolo e Marcello a destra, io ad attenderli a sinistra. Torna Marcello, mi vede e si accoda. Passa Paolo in piega plastica e ridiscende al col de Menté. Lo aspettiamo un po', dedotto che avrà deciso di seguire le indicazioni del suo navigatore, condividiamo la posizione su whatsapp (che grande invenzione, questa funzione!) e proseguiamo seguendo il nostro. Ci preoccupiamo un po' al cartello "caccia al cinghiale in corso" icon_eek.gif (né io né Marcello siamo esattamente smilzi, speriamo non ci impallinino 0509_mitra.gif ) ma andiamo avanti. La strada diventa sterrata, per la precisione l'asfalto era così rovinato che in molti punti della carreggiata era completamente assente. Cosa sarà mai un po' di sterrato? Proseguiamo. Incrociamo un'auto della gendarmerie, la strada da qualche parte ci condurrà! Giungiamo a quello che ad occhio somiglia ad un passo, c'è un cartello con la mappa che lo identifica come Col d'Artigascou: siamo riusciti a percorrere un passo sterrato sui Pirenei! Proseguiamo per circa un chilometro e siamo ad un altro passo: a confermare la senzazione questa volta nessun cartello ma il POI (Point of Interest) dei Tom Tom mio e di Marcello: col d'Artigaux (che fantasia...), secondo colle sterrato Pirenaico.

Scendiamo verso Melles, inizialmente su sterrato con qualche tornante da percorrere con attenzione, abbiamo le moto cariche..., poi finalmente torna l'asfalto ma i tornanti stretti continuano ad accompagnarci. Raggiungiamo il fondovalle e la frontiera. Entriamo in Spagna, Paolo ci ha comunicato che ci aspetta in cima al col du Portillon, oltrepassiamo la cittadina di Bossòst che ha il classico aspetto delle località di frontiera, con una fila ininterrotta di negozi delle merci più disparate e iniziamo la salita verso il colle che si trova al confine con la Francia. La strada è uno spettacolo, larga, asfalto perfetto, traffico scarso tanto che ci do dentro con il gas. Al colle non vedo Paolo, arriva Marcello e, mentre mi sto chiedendo dove possa essere il nostro compagno di viaggio, vedo la BMW rossa giungere al colle dal lato spagnolo: era fermo quattro curve più sotto a fotografare. Preso dalla guida non lo avevo visto, per contrappasso nemmeno la sua fotocamera visto che ha fotografato solo Marcello!

A gruppo riunito scendiamo a Bagnères de Luchon e proseguiamo verso Saint Bertrand de Cominges. Per rendere meno monotona la discesa lungo l'alta valle della Garonna, ci concediamo la più classica delle "cricetate" al Col des Ares. L'appetito comincia a bussare ai nostri stomaci, al colle c'è un ristorante ma purtroppo è chiuso. Torniamo indietro con l'obiettivo di pranzare a Saint Bertrand de Comminges. Paolo, che oggi è in versione "fotografo sulle curve", si apposta su un tornantone e ci immortala con una serie di foto in sequenza che ci invia come gif animata su Whatsapp.
Qui l'animazione (solo per impavidi...)

Arrivati a Saint Bertrand de Comminges, paesino famoso per la sua cattedrale "sovradimensionata" rispetto all'abitato, visitiamo a piedi il borgo, ci sfamiamo con un buon panino aù jambon du pays in un bar old-style di fronte alla cattedrale. La fortuna ci assiste, la chiesa apre alle 14:00, siamo in tempo per visitarla. Una parte della visita è a pagamento, il biglietto comprende il tesoro. Decidiamo di soprassedere, l'architettura gotica del tempio si può vedere benissimo anche gratis.

Ci rimettiamo in sella che il percorso previsto è ancora lungo. Abbiamo prenotato una camera con colazione a Bagnères de Bigorre, come da programma. Confidiamo di riuscire a terminare il giro. Saliamo verso il Port de Balès su una strada secondaria nonostante il navigatore cerchi ad ogni costo di farci deviare. L'ostinazione viene premiata: il colle è molto bello e panoramico.

Scesi dal port de Balès è la volta del Col de Peyresourde, altro passo noto agli appassionati di ciclismo la cui salità è una bella strada larga e veloce. In cima al colle, ricacciata indietro la voglia di crepes (che erano offerte a 0,60€ l'una, 12 a 6,00€ eusa_drool.gif ) ci siamo dedicati ad un intervento a cuore aperto sulla moto di Paolo icon_asd.gif ... il supporto per il cellulare non era stabile e con le vibrazioni si piegava all'indietro.
Visto che la strada in moto e i nuovi passi non ci bastano mai, decidiamo per una deviazione dal percorso iniziale per salire al colle di Val Louron-Azet con una serie di tornanti che pare infinita. La nostra giornata in moto sta per concludersi, ci resta il col d'Aspin (altro classico del Tour de France) per raggiungere il quale ci tocca anche un po' di coda nel fondovalle, superata agilmente, e una bella salita panoramica sul fianco della vallata del fiume Neste. Scendiamo a valle e prima di raggiungere la meta di giornata, Bagneres-de-Bigorre, dove avevamo prenotato l'alloggio, ci concediamo ancora una "cricetata" con meta l'Hourquette d'Ancizan, colle parallelo all'Aspin dall'aspetto aspro e brullo e immerso in un paesaggio bucolico: c'era addirittura una mandria di cavalli in mezzo alla strada che non aveva alcuna intenzione di spostarsi.

Giungiamo a Bagnères de Bigorre e prendiamo possesso della camera d'albergo. Accendo la TV e uno dei canali sportivi trasmette una partita di rugby (Scozia - Georgia): amo la Francia anche per queste cose! 0509_up.gif Veloce giro per il paesino alla ricerca di un posto dove cenare, non c'è molta offerta, un ristorante quasi al completo e con prezzi elevati o un bar self-service economico non molto frequentato. Optiamo per il secondo, mangiamo bene, c'è della buona birra e alla TV tramettono la diretta di Toulouse - Racing del massimo campionato francese di rugby: io ho fatto bingo! 0509_doppio_ok.gif
Al momento di pagare il conto, mentre esulto per una bella meta di Tolosa, uno degli avventori del bar attacca bottone, stupito che un italiano sia appassionato di palla ovale. Nel giro di 10 minuti mi racconta di come in zona ci sia una squadra di rugby in ogni paesino mentre di calcio ce n'è una sola per 5 paesi del circondario, di come la nazionale francese farà male ai mondiali perché il campionato è ripieno di vecchi All Blacks, vecchi sudafricani e vecchi australiani e non permette la crescita dei giovani francesi. Il tutto parlando molto velocemente al punto che del discorso riesco ad estrapolare solo i concetti principali! Sapevo che i Pirenei erano la zona a maggiore diffusione rugbistica della Francia, mi sono reso conto di persona della dimensione del fenomeno! icon_biggrin.gif
Anche questa giornata si conclude, stanchi ma felici ci abbandoniamo alle braccia di Morfeo.

Km 321
Passi 14
 
16113615
16113615 Inviato: 15 Ott 2019 12:33
 

Lunedì 9 Settembre
Oggi è il compleanno di Marcello: gli auguri glieli facciamo direttamente a colazione in hotel, dove notiamo la mancanza del salato e ci buttiamo a capofitto sul dolce. Più o meno. icon_asd.gif
Riusciamo incredibilmente a partire presto, alle 8:30 siamo in sella e poco dopo siamo già fermi a fare benzina. Era ampiamente previsto, non abbiamo rifornito ieri sera perché era tardi e rischiavamo di non trovare nessuno alla reception dell'hotel. Fa decisamente freddo, il termometro a bordo della BMW di Paolo indica 6°C a fondovalle, temiamo la glaciazione al colle, invece c'è inversione termica e al Tourmalet, primo colle di giornata, famosissimo passo del Tour de France, si sta quasi bene (siamo sui 9°C, mica i tropici).

Il paesaggio del col del Tourmalet è veramente bello, sia sulla strada per raggiungerlo - con la vista sul Pic du Midi de Bigorre - che in cima. La salita in funivia al Pic du Midi e all'omonimo osservatorio, inizialmente presa in considerazione, è stata scartata per mancanza di tempo (anche la tappa odierna è lunghina). Scattiamo qualche foto approfittando anche della poca gente che c'è al colle a quest'ora del mattino. Scendiamo, ancora una sosta per fotografare la cima del Pic du Midi, e ci spostiamo verso Gavarnie.

Sosta per riscaldarci a Gèdre: prendo un thé caldo e la saggia decisione di indossare i guanti invernali. Ci spostiamo a Gavarnie, parcheggiamo le moto e facciamo due passi a piedi per vedere e fotografare il Cirque de Gavarnie una conca glaciale contornata da cascate tra le quali il salto d'acqua più alto d'Europa.

Peccato che a fine estate la portata d'acqua sia piuttosto scarsa e si perda un po' della spettacolarità.
Un'altra attrattiva del Cirque de Gavarnie è la Breccia di Orlando (Brèche de Roland), una gigantesca spaccatura naturale nella roccia che, narra la leggenda, fu creata da Orlando, il paladino nipote di Carlo Magno quando cercò di distruggere la sua spada, la Durlindana, per evitare che questa cadesse nelle mani dei Saraceni dopo il massacro di Roncisvalle. Per vedere la Breccia di Orlando ci spostiamo al Col de Tentes (che, incidentalmente, è anche un altro passo sopra i 2000 m di quota). Dalla strada la vista sulla breccia è ottimale, dal passo invece non è visibile. Paolo ed io facciamo due passi verso il Pic des Tentes, passi che costano a me mezzo bronco e un quarto di confezione di broncodilatatore: asmatico e fuori forma, la camminata in montagna non è l'attività ottimale. Però riesco a fare una bella foto. rotfl.gif

Marcello è rimasto al passo ad aspettarci, gli faccio vedere la foto costata tanta fatica e gli faccio notare che dalla strada la vista sulla breccia è simile, solo un po' più lontana. Sulla discesa ci fermiamo a scattare ancora qualche foto. Ho anche il piacere di vedere una marmotta che se ne sta buona buona sotto il guard rail.
Il prossimo colle è il Soulor, sulla strada per l'Aubisque. Poco prima di Luz-Saint Sauveur ci accorgiamo che Paolo non è dietro di noi (è già poco usuale che sia dietro, di solito è il primo della fila...) perciò ci fermiamo nei pressi del ponte sulla gave de Gavarnie. Lo aspettiamo, gli mandiamo un messaggio con la posizione, ci dice di andare che ci raggiungerà e così facciamo. Nel frattempo notiamo che su un lato del ponte c'è una colonna sormontata da un aquila in pietra e che la chiave di volta riporta uno scudo con raffigurata una "N": non serve uno studioso di storia per capire che si tratta di un ponte napoleonico!

Con l'intenzione di incontrarci al passo, ripartiamo. Scendiamo verso Luz - Saint Sauveur, siamo a poca distanza da Lourdes ma abbiamo scientemente deciso di non passarci (inutile sperare nei miracoli icon_asd.gif ), e saliamo verso il col du Soulor. Arrivati al colle, dopo la consueta foto di rito, vediamo un elicottero del soccorso che atterra lì vicino, è il secondo incontro oggi, il primo al col de Tentes. Come è atterrato se ne va: non abbiamo capito perché eusa_think.gif . Qualche minuto dopo arriva anche Paolo che ci comunica il motivo del suo ritardo: in una curva scendendo da Gavarnie se l'era vista brutta a tal punto di necessitare di alcuni minuti di riflessione sui massimi sistemi prima di rimettersi in moto eusa_doh.gif . Decidiamo di pranzare al colle. Io e Marcello optiamo per un piatto di affettati con l'aggiunta di formaggio locale (molto buono), Paolo si lancia sul pranzo completo che inizia con il garbure, una zuppa tipica dei Pirenei a base di verdure e carne: invitante!
Dopo il lauto pasto, terminato con un caffé ristretto che ho trovato buono, partiamo alla volta del col d'Aubisque che raggiungiamo in breve. Appena scendo dalla moto per fare la foto al cartello sento un rumoraccio di moto caduta: mi giro e vedo un BMW R1200GS a terra e il motociclista incastrato sotto. Di scatto mi lancio verso il motociclista, seguito da Marcello, gli spengo la moto e, con l'aiuto dei suoi compagni di viaggio nel frattempo sopraggiunti, rialziamo moto e pilota constatando che non si sono fatti nulla: una banale caduta da fermo. Nel frattempo è arrivato anche Paolo, facciamo due foto e volgiamo le ruote verso valle.

Raggiunta la valle torniamo a salire verso il col de Portalet, sulla frontiera con la Spagna, solita sosta foto dove incontriamo un catalano su R1200GS che sta facendo un giro in moto di qualche giorno siccome il giorno 11 sarà la festa dell'indipendenza della Catalogna. Durante la discesa dal Portalet vediamo un volteggio di grifoni sopra la nostra testa. Guardando meglio vediamo sul pendio un nutrito stormo di questi rapaci che sta banchettando intorno alla carcassa di un animale. E' uno spettacolo unico!

Scendiamo a valle per poi risalire verso il colle di Somport, ne approfittiamo per rifornire ai prezzi spagnoli nei pressi di Jaca che sarà meta di una delle prossime tappe e facciamo una sosta alla stazione di Canfranc, enorme stazione ferroviaria di confine situata all'uscita del tunnel di Somport e utilizzata dagli anni 20 del secolo scorso fino agli anni 70 per il trasbordo di persone e merci poiché il sistema ferroviario francese e quello spagnolo utilizzano scartamenti diversi. Attualmente la stazione è in fase di ristrutturazione ed è utilizzata solo per il traffico locale (linea da Saragozza) ed è la classica cattedrale nel deserto. L'imponenza della struttura, l'opera di riforestazione del pendio alle sue spalle, effettuata per prevenire le frane, sono testimoni del tempo passato in cui l'attraversamento ferroviario dei Pirenei era necessario per i commerci e le comunicazioni internazionali, quando l'Europa non era ancora Europa e le frontiere erano barriere.

Proseguiamo verso il colle di Somport, evitiamo il tunnel stradale. Al colle, fermi per le foto di rito, vengo attratto da un cartello, chiaramente verniciato con uno stencil, con la scritta "ruta del santo grial" e subito il pensiero vaga verso altri viaggi e altri percorsi (il cammino del sacro Graal porta alla cattedrale di Valencia dove è custodito il santo càliz quello che secondo la leggenda potrebbe essere identificato con il sacro Graal, il calice utilizzato dal Cristo durante l'ultima cena): sto peggiorando, una volta il tarlo del futuro viaggio mi veniva solo verso la conclusione di quello che stavo facendo! eusa_doh.gif
Scendiamo verso Bedous, la nostra meta di giornata, prenotata anche questa volta durante il pranzo accorciando il giro di qualche chilometro e di un passo che faremo domattina. L'hotel è il frutto della ristrutturazione della vecchia stazione ferroviaria della linea del Somport - quella che arrivava a Canfranc e che abbiamo avuto modo di osservare con tutte le sue opere d'arte, ponti e viadotti costruiti negli anni 20, che ricordano molto la ferrovia retica di Saint-Moritz - ed è molto carino, a tratti romantico... ma come faccio notare ai miei compagni di viaggio: "è un peccato essere qui con voi due!" 0510_amici.gif
A cena mi gusto anche io un garbure, decisamente buono, con un secondo piatto di carne cucinata sulla brace nel ristorante al piano inferiore della stazione. Mentre ceniamo inizia a piovere, le moto sono all'aperto ma ormai non patiscono. Andiamo a letto decisamente stanchi, domani la tappa sarà breve e raggiungeremo l'Atlantico. 0509_zzz.gif

Km 321
Passi 6
 
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16113640 Inviato: 15 Ott 2019 13:50
 

Che meraviglia!!!! Il mio prossimo viaggio sarà sui Pirenei, non so quando ahimé, sigh sigh icon_cry.gif
 
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16113793 Inviato: 15 Ott 2019 20:51
 

Grifoni al Portalet, in aria e a terra





Al Col de Tentes sono rimasto a curare le moto, cariche.
Non come voi due che ve ne siete andati lasciandole incustodite ed alla mercè di chiunque icon_xd_2.gif


Da Canfranc al Colle di Somport

 
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16113815 Inviato: 15 Ott 2019 22:00
 

Quanta sana invidia ragazzi! icon_smile.gif Complimenti a tutti e tre per il gran bel giro eusa_clap.gif Quest'anno non sono riuscito ad essere dei vostri, vedrò di rifarmi l'anno prossimo 0509_up.gif

I vostri report sono sempre il top... 0510_inchino.gif fate proprio venir voglia di partire! icon_biggrin.gif
 
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16113817 Inviato: 15 Ott 2019 22:18
 

tio ha scritto:
...Quest'anno non sono riuscito ad essere dei vostri, vedrò di rifarmi l'anno prossimo 0509_up.gif

Tieniti pronto, già sai il dove ed il quando icon_wink.gif 0509_up.gif
 
16114861
16114861 Inviato: 20 Ott 2019 14:52
 

Tanta sana invidia! 0509_doppio_ok.gif
L'unica cosa che mi frenerebbe a fare un giro così, con voi, è il dover passare tutte quelle notti con i tappi alle orecchie! icon_asd.gif
 
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16125675 Inviato: 16 Dic 2019 23:00
 

Martedì 10 Settembre
Al risveglio piove. E' piovuto tutta notte e le moto sono ben bagnate. Facciamo colazione in hotel e cincischiamo un po' prima di partire, "tanto la tappa è breve...!
Verso valle è sereno. Verso valle dobbiamo andare. Decidiamo di partire e poco dopo la partenza dobbiamo indossare le antipioggia poiché l'acqua non cessa. Saliamo al Col de Marie Blanque, non molto alto, anche questo famoso per i ripetuti passaggi del Tour de France. Sul colle troviamo un furgone Volkswagen Bulli camperizzato addobbato da una fila di fiori sotto il parabrezza, occupato da quella che identifichiamo come una coppia di novelli sposi un po' hippie. Prestiamo meno attenzione alla Volvo station wagon presente al colle anche se il cartello al vetro "Transpirenaica 2019" un po' ci incuriosisce.

Dopo il col de Marie Blanque proseguiamo in quota su una strada praticamente ricoperta dai resti delle mandrie e delle greggi che popolano quei luoghi, il fondo stradale è bagnato e la percorrenza non è propriamente un piacere tra il rischio scivolata e l'inzaccheramento di moto e abbigliamento eusa_naughty.gif . Scendiamo e ci ritroviamo al bivio per Bielle. Non manco di fare una foto al cartello del paese: sarà la versione francese del capoluogo laniero oppure una dedica all'importante pezzo del motore? icon_asd.gif

Scendiamo lungo la valle passando per Arudy (che era l'iniziale meta della tappa di ieri) e arriviamo a Pau. La città, storica capitale del Béarn, merita una visita pertanto parcheggiamo le moto in uno spiazzo sterrato, dopo aver vagato un po' a caso per il centro, e visitiamo a piedi la città. Gli appunti consigliavano il Boulevard des Pyrénées, la funicolare e il castello. Raggiungiamo il viale panoramico dopo un po' di cammino e dopo un caffé francese in un pub inglese, peccato che la splendida vista sulle montagne sia coperta dalle nubi. La funicolare è "particolare", il dislivello che percorre la rende più simile ad un ascensore (collega il boulevard alla stazione) e, nonostante sia gratuita, non avvertiamo la necessità di farci un giro.

Il castello, antica residenza dei conti di Foix, fu teatro nel 1553 della nascita di Enrico IV di Francia, il re che promulgò, nel 1582, l'editto di Nantes sulla libertà di coscienza e di culto. Architettonicamente il castello è frutto di ristrutturazioni successive e presenta angoli caratteristici di diverse epoche. E' considerato uno dei più bei castelli della Francia meridionale.

L'iniziale programma che prevedeva l'arrivo a San Sebastiàn nel primo pomeriggio è svanito come neve al sole, le tappe brevi non fanno per noi. eusa_wall.gif
A questo punto decidiamo di mangiare a Pau e troviamo un ristorante vicino al castello che ci ammalia con un'ottima offerta a base di pesce a buon prezzo. Accompagniamo il tutto con un ottimo calice di vino bianco locale (Jurançon) e, dopo ancora un po' di cammino per raggiungere il parcheggio (meno male che avevamo memorizzato il nome della via, era piuttosto imboscato... eusa_doh.gif ) ci rimettiamo in moto con destinazione Ainhoa.
Ainhoa è un villaggio di frontiera costruito nel XII secolo come sosta sul cammino di Santiago, formato da tipiche case basche. Non facciamo in tempo a parcheggiare le moto (in due posti diversi perché ci piace così... eusa_think.gif ) che si scatena un acquazzone. Troviamo rifugio in una sala da thé ospitata in una costruzione di fine 1600, arredata e gestita in stile anni 50: un tuffo nel passato!

Attendiamo che spiova bevendo qualcosa poi ci facciamo un giretto per il villaggio visitando anche la particolare chiesa dotata di gineceo. Ci rimettiamo in moto diretti a San Sebastiàn, al primo incrocio ci dividiamo, Paolo da una parte, Marcello e io dall'altra eusa_doh.gif . Le strade sembrano riunirsi più avanti, pertanto proseguiamo. Un'interruzione stradale ci fa deviare e percorrere stradine che definire secondarie è far loro un complimento eusa_whistle.gif , riusciamo comunque a tornare sulla strada principale e per il fondovalle giungiamo a Saint Jean de Luz e qui, al bordo dell'oceano, ci ricongiungiamo a Paolo. L'oceano, il golfo di Biscaglia, sono uno spettacolo della natura, un po' mossi e battuti dal vento con le scogliere a picco. Ci fermiamo a fare delle foto.

Non ci rimane che raggiungere San Sebastiàn, il percorso prevede una strada panoramica ma il destino e il navigatore ci mettono lo zampino: ancora una volta Paolo prende una strada, io e Marcello un'altra senza avvederci della divisione eusa_wall.gif . Mentre impreco dentro al casco su un'anonima superstrada mi rendo conto dell'errore ma è ormai troppo tardi 0509_mitra.gif . Siamo alle porte della capitale dei Paesi Baschi, Donostia in basco, San Sebastiàn in spagnolo e nel traffico della sera, sul lungofiume a senso unico raggiungiamo l'hotel prenotato che si trova di fianco alla stazione ferroviaria. Parcheggiare le moto comporta il leggero spostamento di uno scooter eusa_think.gif che occupava un po' troppo spazio per la dimensione e la rimozione delle valigie laterali. Siamo in città: poco parcheggio, molti veicoli a due ruote. eusa_shifty.gif
Poco tempo dopo ci raggiunge anche Paolo che aveva percorso la strada panoramica, come da tragitto prefissato, e che si era anche fermato un po' ad attenderci non vedendoci arrivare. eusa_doh.gif
Una doccia e la movida basca ci attende. La receptionist dell'hotel ci consegna la classica, anche se ormai un po' desueta, carta della città e ci consiglia di non fermarci a cena nel centro storico, bello ma un po' troppo turistico secondo lei, ma di recarci in un'altra zona con offerta gastronomica più a buon mercato. 0509_up.gif
La città mi piace davvero molto, incastonata come una pietra preziosa al centro di una baia sull'oceano Atlantico con un centro storico vivo e giovane (e aromatizzato all'hierba buena icon_asd.gif), moltissimi locali dove mangiare e bere. Ci spostiamo nella zona indicata dalla receptionist e troviamo un tapas bar (qui non ci sono le tapas in realtà, ci sono i pintxos che sono praticamente delle tapas ma non ditelo ai locali!) dove ci concediamo una buona cena a base di pintxos di pesce e buona birra (e ci rendiamo conto di quanto le facciano pagare, noi abituati al sistema dell'aperitivo milanese o dei cicchetti e spunciotti veneti).

Rientriamo in albergo e anche stasera ci concediamo il meritato riposo dopo aver terminato la bottiglia di digestivo compresa nella nostra cambusa. All'acquisto prevedevamo fosse sufficiente per tutta la vacanza, alla prima sera pensavamo che non sarebbe durata più di un paio di giorni, alla fine "in medio stat virtus" icon_mrgreen.gif ; già, perché oggi abbiamo raggiunto la metaforica metà del nostro viaggio: dal Mediterraneo all'Atlantico e ritorno, da Est a Ovest e di nuovo a Est (con qualche deviazione verso Nord e Sud), dalla Catalogna ai Paesi Baschi e ritorno passando per Francia, Navarra e Aragona. I Pirenei secondo noi!
Km 268
Passi 3
 
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16128887 Inviato: 8 Gen 2020 13:26
 

Mercoledì 11 Settembre
Ci apprestiamo a lasciare l'hotel di San Sebastiàn e a dirigere le nostre cavalcature verso oriente, prima però facciamo ancora un giro per il centro storico e ne approfittiamo per fare colazione in un bar che, anche per il primo pasto della giornata, offre la formula delle tapas e per acquistare qualche souvenir dei Paesi Baschi. Anche oggi non prestissimo (eufemismo eusa_doh.gif ), ci mettiamo in moto e percorriamo la bellissima strada panoramica con vista sull'Atlantico che ieri sera Marcello ed io ci eravamo lasciati scappare. Incidentalmente c'è anche un passettino, 455 m sul livello del mare, e non ce lo facciamo mancare. 0509_up.gif

Nei pressi del confine francese, ci dirigiamo verso sud per tornare sulle montagne prima di varcare il confine, la salita verso il confine si rivela piuttosto divertente, oltre a noi tre ci sono anche un paio di motociclisti "indigeni" e con uno dei due, che viaggiava particolarmente spedito, ci si ingarella percorrendo la salita al passo di Izpegi a passo spedito. La discesa in terra francese avviene più o meno con le stesse modalità di prima: ingarellati con i due motociclisti locali. 0510_mina.gif

A Saint-Étienne-de-Baïgorry facciamo una breve sosta per ricompattare il gruppo ma subito ci rimettiamo in marcia perché il percorso odierno è ancora lungo. Superato Saint-Jean-Pied-de-Port giungiamo in breve nuovamente alla frontiera con la Spagna.
Le frontiere, siamo all'interno dell'Unione Europea in area Schengen, sono indicate solamente da un cartello ma, pochi metri dopo il confine, troviamo una pattuglia della polizia di frontiera spagnola che ci ferma e chiede le nostre generalità. Forniamo la patente e sentiamo che comunicano le targhe delle moto via radio alla centrale. Pochi minuti e ci lasciano andare, dopo aver chiesto da dove arrivavamo e dove eravamo diretti, raccomandandoci prudenza poiché avremmo trovato strada umida. eusa_think.gif
Le chiazze di umido non le abbiamo viste, in compenso abbiamo trovato una strada dove ci siamo parecchio divertiti: tracciato curvoso quanto basta, larga, asfalto perfetto e con traffico praticamente assente. Arrivati in cima, al passo di Ibaneta che ci avrebbe condotto a Roncisvalle, devo confessare che la voglia di tornare indietro e ripercorrere un'altra volta quel bellissimo nastro di asfalto aveva più che sfiorato tutti e tre 0510_mina.gif ! Facendo i conti con la realtà, con i tanti km che ci aspettano prima di sera, decidiamo saggiamente di proseguire, salvo poi passare due ore al ristorante a Roncisvalle dove ci siamo fermati per un "pranzo veloce"! eusa_wall.gif

A Roncisvalle siamo praticamente circondati dai pellegrini e dai camminatori che affrontano il cammino di Santiago. Un cartello, che fotografo - mancando però secondo Paolo una foto "artistica" che inquadrava anche due camminatori carichi di enorme zaino -, indica 790 Km a Santiago de Compostela: a piedi sono davvero tanti!

Ci rimettiamo in viaggio, scendiamo per pochi chilometri la vallata e poi deviamo verso est, incrociamo l'alto de Remendia (un passo) e ci portiamo nuovamente verso la Francia che raggiungiamo attraverso il Puerto de Larrau, passo a 1585 metri battuto da un forte vento (temevo per la stabilità della moto sul cavalletto una volta sceso a fare un paio di foto eusa_doh.gif ). Proseguo in terra di Francia partendo prima dei miei compagni di viaggio poiché il vento mi dava veramente fastidio, in cielo avvisto, per la seconda volta durante questo viaggio, dei grifoni in volo. Non è il caso di distrarsi a guardare in giro perché il vento continua a soffiare deciso e la strada è strettina e senza protezioni a valle. Percorriamo il col d'Erroimendy (un passo non indicato nel roadbook iniziale) e ci produciamo in una foto artistica con la moto di Paolo in versione off-road eusa_think.gif .

Una lunga discesa verso il fondovalle e la successiva risalita verso il confine spagnolo ci portano ad attraversare le Gorges de Kakouetta che meriterebbero sicuramente una visita, avendo più tempo a disposizione eusa_naughty.gif . Passiamo oltre e incrociamo, inaspettato, il col de Suscousse (Marcello ed io ci fermiamo per la foto di rito, Paolo, di qualche metro avanti a noi, procede oltre... effettivamente nulla di che) e giungiamo al col de Soudet, indicato con i cartelli dedicati ai ciclisti.

Poco oltre, al confine con la Spagna, sostiamo al Col de la Pierre Saint Martin, solo una volta a casa noterò il passaggio, in quota, per il pas de Massare e il pas d'Arlas. La Carretera del Roncal corre per un tratto sul crinale e sulla linea di confine tra Francia e Spagna, si avvolge su se stessa nei pressi di un centro per lo sci nordico, incrocia il pas des Basques e giunge al col d'Erayce, ultimo colle di questa giornata. 0509_up.gif
Scendiamo verso la regione dell'Aragona, le montagne lasciano spazio al fondovalle e ad un paesaggio dall'aspetto lunare, arido anche se l'intervento umano e l'acqua del fiume Aragòn lo hanno trasformato in campi coltivati. La strada si fa noiosa, la stanchezza della giornata comincia a farsi sentire, la spia della riserva della mia moto occhieggia nel suo color ambra da un po'. Paolo è, come suo solito, qualche centinaio di metri avanti quando vedo un distributore e decido di fermarmi, Marcello mi segue nella decisione.

Approfittiamo anche per fare rifornimento di birra visto che stasera saremo in un appartamento (che avevo prenotato "d'imperio" già da casa, visto il prezzo di meno di 20 euro a testa eusa_clap.gif ). Raggiungiamo infine Jaca, meta della tappa odierna, quasi alle 20 e giriamo un po' a vuoto poiché la reception degli Apartamentos si trova in una zona a traffico limitato 0509_down.gif . Recuperiamo Paolo e le chiavi e scopriamo che l'appartamento è a qualche centinaio di metri dalla reception, vicino a dove abbiamo lasciato le moto. 0510_five.gif
Prendiamo possesso della nostra sistemazione per la notte, ci prepariamo un'abbondante razione di pasta che spazzoliamo senza remore innaffiata dalle birre acquistate alla stazione di servizio (gran bella invenzione i market delle stazioni di servizio, nei viaggi in moto mi hanno spesso risolto i problemi eusa_dance.gif ), usciamo a spostare le moto parcheggiandole in un luogo più consono (le avevamo lasciate un po' a membro di segugio icon_asd.gif ) e ci facciamo un giro per la cittadina, molto carina, che terminiamo di fronte alla Cattedrale romanica concedendoci un drink in un bar. Scopro che in Aragona sono appassionati, come il sottoscritto, di vermouth e me ne concedo uno della casa, particolarmente buono eusa_drool.gif . Ci intratteniamo a chiacchierare fino a quando quasi ci cacciano dal locale in chiusura eusa_naughty.gif dopodiché torniamo a mettere in scena l'ennesima replica del concerto per fiati e ottoni che caratterizza le nostre notti. 0510_amici.gif
Km 361
Passi 13
 
16130010
16130010 Inviato: 14 Gen 2020 23:32
 

Questa tappa è quella che forse più mi è piaciuta, dal giro mattutino per San Sebastian (e la colazione), la strada con vista oceano, la fantastica e divertente strada del passo Ibaneta, la strada in Aragona che scendeva a valle prima di dirigersi a Jaca...
Tutto bellissimo, ancora ho negli occhi certi particolari icon_wink.gif
 
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16134556 Inviato: 6 Feb 2020 13:27
 

Giovedì 12 Settembre
La tappa di oggi terminerà ad Andorra, per me sarà la tredicesima nazione estera nella quale ho mai posato le ruote della moto.
Risveglio e preparazione bagagli con tempi "civili", lasciamo l'appartamento che ci ha ospitati per la notte e andiamo a riportare le chiavi alla reception mentre la città sembra ancora dormire. Cerchiamo un bar dove fare colazione e ne troviamo uno "al bacio".

Fatta colazione ci mettiamo in viaggio, prima di lasciare Jaca andiamo a vedere e fotografare, almeno dall'esterno, la cittadella fortificata.

La prima parte del tragitto si rivela piuttosto noiosa, un lunghissimo rettilineo anche se, come ieri sera, attraverso il paesaggio semi-arido, quasi lunare di questa parte di Aragona. Dopo Sabiñánigo la strada comincia a salire e farsi interessante fino al tunnel di Petralba che, lungo oltre due chilometri e mezzo, oltrepassa le montagne sotto il collado de Petralba e conduce a Fiscal attraverso arditi viadotti. Dopo Fiscal, la N-260 costeggia il Rio Ara, il percorso è piuttosto mosso e caratterizzato da curvoni veloci e ci porta all'abitato di Aínsa, dal quale saliamo al Puerto de Foradada, primo passo di giornata. Siamo esattamente a sud, sull'altro versante della montagna, del Cirque de Gavarnie che avevamo visitato qualche giorno fa, qui ci sono i picchi più alti di tutta la catena montuosa (Pico Aneto, Monte Posets e Monte Perdido).
La discesa verso la valle dell'Ésera ci porta verso il Congosto de Ventamillo, una spettacolare gola scavata dal fiume che avremmo voglia di percorrere più volte in entrambi i sensi. Come noi si fermano a fare foto nell'unica piazzola a lato strada dei motociclisti inglesi in sella ad endurone (allora non fanno turismo solo su supersportive icon_asd.gif). Li incroceremo più volte durante la giornata.

Usciti dalle gole arriviamo a Castejón de Sos che attraversiamo velocemente in direzione Puerto de Fadas e Puerto de Espina, due colli raccordati da un piacevolissimo nastro d'asfalto. Al Puerto de Espina Paolo si cimenta in un tratto di off-road su prato, riesce a rimanere in piedi e a tenere in piedi la moto!

La discesa dal colle ci porta a Noales, "il paese dove costruiscono le Aprilias" è il commento che ci esce spontaneo una volta fermi rotfl.gif, poi in direzione di Vielha che raggiungiamo percorrendo il lungo (oltre 5km) tunnel omonimo. L'appetito bussa ai nostri stomaci e pertanto cerchiamo un posto dove mettere qualcosa sotto i denti. Un tapas bar sembra fare al caso nostro: non impareremo mai che con le tapas si mangia poco e si paga molto!
Vielha è una città di frontiera situata sul versante nord dei Pirenei, quello francese per intendersi, ma è territorio spagnolo fin dal medioevo. Si trova nei pressi dello spartiacque Atlantico/Mediterraneo, ospita le sorgenti della Garonna (che sfocia nell'Atlantico) ed è percorsa da altri due fiumi affluenti dell'Ebro (che sfocia nel Mediterraneo).
Con gli stomaci pieni saliamo al Port de la Bonaigua, uno dei colli pirenaici oltre i 2000m di quota, e da lì scendendo prima per una piacevole strada curvosa saliamo ancora verso El Cantò, del quale abbiamo una diapositiva...

...e un aneddoto: mentre facevamo qualche foto e ci impegnavamo in un'attività che ci riesce benissimo (fare gli scemi), attacca bottone con noi una ciclista; ci chiede se qualche giorno fa eravamo al col de Marie-Blanque, a quel punto viene raggiunta da un'amica - in completo da bici pure lei - che ci riconosce come i motociclisti del Marie-Blanque; oltre al Volkswagen Bulli dei novelli sposi (di cui le due cicliste ci parlano), quella mattina al colle c'era anche una Volvo Station Wagon nera con targa olandese della quale avevamo notato un foglio attaccato al finestrino: bandiera spagnola e scritta "Transpirenaica 2019", erano loro che attendevano gli uomini del gruppo impegnati nella salita in bicicletta. Ci raccontano che stanno facendo la traversata dei Pirenei salendo in bici i principali colli, scambiamo quattro piacevoli chiacchiere in inglese raccontando il nostro viaggio e salutiamo anche gli uomini del gruppo. Massima stima per la fatica che si sobbarcano e per la modalità di viaggio, bici con auto di supporto al seguito.

La discesa dal colle è adrenalinica: strada ben asfaltata, giusta dose di curve, traffico assente. Inutile dire che ce la siamo goduta. La vallata che porta verso La Seu d'Urgell, cattedra del vescovo coprincipe di Andorra, è molto calda, ho sete e ho terminato l'acqua, vedo un bar/ristorante e mi fermo ma è chiuso. L'intero paese sembra una città fantasma. Fortunatamente qualcuno dei miei compagni di viaggio ha ancora un po' d'acqua e me la porge.
Oltrepassiamo la Seu d'Urgell senza visitarla (col senno di poi avrebbe meritato una breve sosta) e risaliamo la valle del Valira fino al confine con il principato di Andorra. Alla dogana c'è un po' di coda ma riusciamo a passare velocemente, danno giusto una rapida occhiata al documento di identità. Appena dopo il confine, visto che la mia spia della riserva occhieggiava da un po', approfittiamo dell'economico prezzo della benzina in Andorra (1,141 €/l) per rifornire, già che ci sono acquisto anche una bottiglietta d'acqua. Ovviamente la stazione di servizio successiva offriva prezzi ancora più economici. eusa_wall.gif
Saliamo verso Andorra La Vella che ci appare in tutto il suo caos e traffico. Attraversarla è più complicato che passare Milano nell'ora di punta. La prima impressione, che non modificherò, è di un miscuglio tra Las Vegas e Montecarlo installato sui Pirenei eusa_naughty.gif . Completato l'attraversamento della città, ci portiamo in quota per raggiungere il Port de Cabus, passo a oltre 2000 metri posto sul confine spagnolo. La strada oltre il confine è sterrata, quella per arrivare al passo è indicata da un cartello come "in pessimo stato di manutenzione": appena scesi dalle moto constatiamo unanimemente che le strade in pessimo stato ad Andorra in Italia sarebbero considerate quasi perfette, quando si dice la differenza di percezione... o di abitudine!
Per raggiungere il port de Cabus siamo passati dal Collado della Botella, altro passo pirenaico superiore ai 2000 metri. La zona d'inverno è un enorme comprensorio sciistico, si vedono distintamente le piste e gli impianti. Nei pressi del collado c'è una strana opera d'arte che richiama la nostra attenzione: si tratta della "Tempesta in una tazza di tè" di Dennis Hoppenheim.

E' ora di scendere e raggiungere l'alloggio per la notte, albergo che ci è stato consigliato da amici tingavertiani che sono passati di qui un mese prima di noi. Si chiama Les 7 Claus, meno male che è con la "C" e non con la "K" perché di Klaus ce ne basta uno, figurarsi sette! 0509_lucarelli.gif
Dopo una necessaria doccia e indossati abiti "civili", ci facciamo una passeggiata verso il centro alla ricerca principalmente dell'Hard Rock café dove Marcello vuole acquistare qualche t-shirt per la sua collezione. Non avendo notato nulla di più interessante nei dintorni approfittiamo dell'Hard Rock Café anche per la cena.

Per "digerire" facciamo quattro passi verso il centro storico, troviamo una birreria molto fornita (La birreria di Andorra) e ci concediamo una buon bicchiere condito da ottima musica e quattro chiacchiere. La città è tutta un saliscendi, per rientrare in albergo cerco una strada alternativa che attraversi "in quota" e, nonostante lo scetticismo dei miei compagni di viaggio, la trovo. A pochi passi dall'hotel abbiamo ancora modo di rimirare un antico ponte in pietra (pont dels Escalls), testimonianza dell'Andorra medioevale. Peccato sia circondato da palazzi.

Km 385
Passi 7
 
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16134557 Inviato: 6 Feb 2020 13:39
 

Sebbene i Pireni non siano le Alpi offrono comunque scorci interessanti e a tratti sembrano montagne asiatiche 0509_up.gif . Bel giro fatto più o meno simile nell'Aprile del 2008 quando con mia moglie (al suo secondo viaggio) avevamo battezzato StarBlack (arrivata nel Feb 2008)... che bei ricordi tranne per il freddo icon_sad.gif

Bello bello!


StarBlack da quasi nuova... Cercavo una ADV del 2006 e l'avevo presa usata nel 2008 con soli 11k km... ora è pensionata con 153k km e viene usata solo per girettini nei dintorni dopo avermi portato in 23 Paesi Italia esclusa... me la volevano comprare ma non me la son sentita di darla via, sono troppo affezionato.


Qui nel suo ultimo viaggio vero.
 
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16142261 Inviato: 11 Mar 2020 18:22
 

Venerdì 13 Settembre
Il viaggio sta volgendo al termine. Oggi l'ultima tappa sostanziosa in moto, domani ci dedicheremo alla visita di Barcellona, e poi ci tocca rientrare.
Prima di partire, mio padre - appassionato di filatelia - mi aveva assegnato un compito: recuperargli dei francobolli della posta spagnola di Andorra che mancavano alla sua collezione. Avevo cercato, già dall'Italia, l'ubicazione dell'ufficio postale e, dopo colazione mi ci reco in moto. Trovo fortunatamente un parcheggio (Andorra è una città e come tutte le città è trafficatissima anche di due ruote) dove posso lasciare la moto solo sul cavalletto centrale perché inclinata fisicamente non ci stava icon_eek.gif , attendo il mio turno e, alla domanda "Do you speak english?" ottengo un perentorio "no" come risposta che mi fa balbettare qualcosa in un misto di spagnolo (che non parlo), inglese (che la mia interlocutrice non capisce) e italiano (idem come sopra) eusa_doh.gif . Avrei potuto chiedere se parlasse francese ma, sul momento, non ci ho pensato eusa_wall.gif . La comunicazione gestuale mi è venuta in aiuto e l'impiegata delle poste ha capito cosa andavo cercando. Mi ha fatto vedere un foglio con tutti i francobolli disponibili e ho potuto fare felice il mio babbo! 0509_doppio_ok.gif
Al rientro in hotel i miei compagni di viaggio si erano già occupati di regolare il conto, non ci restava che caricare i bagagli e partire. Dopo un saluto in quasi tutte le lingue del mondo al receptionist eusa_think.gif , in tre gli abbiamo detto arrivederci in inglese, spagnolo, tedesco (non so proprio come mi sia uscito icon_eek.gif ), partiamo. Piccola deviazione dal percorso originario per salire al colle d'Ordino, quasi 2000 metri tutto compreso nel territorio di Andorra, che si rivela un vero spettacolo dal punto di vista motociclistico!

Scendiamo verso Canillo per risalire verso il punto più alto del nostro tour pirenaico, il Port d'Envalira a 2408m, che si rivela anche il passo meno interessante, motociclisticamente parlando, essendo percorso da uno stradone a tre corsie (comprensibile, essendo la più importante strada di accesso dalla Francia al principato di Andorra). Sul passo troviamo anche un distributore di benzina ( icon_eek.gif ) oltre all'adesivo Ting'avert sul cartello del passo, che fotografiamo.

Durante la discesa, prima di passare il confine rappresentato dal Pas de la Casa che, nonostante il nome, non è un passo, facciamo un ultimo rifornimento agli economici prezzi di Andorra. Marcello ed io, a Paolo scopriremo dopo, non ha preso la carta!
L'ingresso in terra francese ci propone al primo bivio un dilemma: a destra il col de Puymorens, a sinistra Ax Les Termes che qualcuno ricorda per il locale di moules & frites e soprattutto per la sua cameriera...
Proseguiamo per la strada prevista e saliamo al col de Puymorens, ultimo colle pirenaico di questo viaggio (almeno per me e Marcello), in realtà nulla di che, la salita dal confine con Andorra è piuttosto corta e non offre particolari spunti motociclistici. Scendiamo fino a Puigcerdà dove, vista anche l'ora, decidiamo di pranzare. Parcheggiamo le moto in quella che, scoprirò una volta a casa, è la piazza centro della vita cittadina: o abbiamo preso l'ora della siesta oppure in questo periodo di vita non ce n'è proprio molta.
Ci spostiamo a piedi percorrendo il carrer Major e arriviamo a Plaça Santa Maria, dominata dall'insolito campanile di Santa Maria: ciò che resta di una chiesa gotica demolita a colpi di piccone nel 1936, durante la guerra civile.

Un tapas bar ci attira, pranziamo lì e ci prendiamo la nostra consueta "tapata" a livello di conto: non abbiamo ancora imparato che le tapas hanno il prezzo medio di un primo piatto in Italia.
Dopo il pranzo e la vista di alcuni scorci panoramici della città, ci rimettiamo in moto direzione Barcellona. Paolo non ha voglia di fare autostrada, noi vogliamo arrivare presto in città per riuscire a visitarne un po' già stasera. Ci dividiamo, Paolo passa per le montagne rifacendo un pezzo della strada che avevamo fatto il primo giorno, Marcello ed io ci infiliamo nel tunnel del Cadì e via autostrada raggiungiamo Barcellona. Tutto così semplice? Ovviamente no, ad un certo punto la digestione delle tapas mangiate a pranzo mi gioca un brutto scherzo, rischio pesantemente, complice anche la monotonia dell'autostrada, di addormentarmi alla guida. Alla prima possibilità usciamo dall'autostrada per andare a cercare un bar dove bere qualcosa di rinvigorente. Siamo a Gironella, cittadina molto carina sulle rive del Llobregat, troviamo un bar dove l'età media degli avventori è over 65 di un po' e ci beviamo una coca cola per liberar lo stomaco. Ad operazione avvenuta, riprendiamo la strada verso Barcellona, costeggiamo il pittoresco Montserrat ed arriviamo alla periferia della capitale della Catalogna in piena ora di punta. Facciamo un po' di coda e un po' di avanzamento all'italiana sfilando tra le auto: non siamo gli unici, anche gli spagnoli fanno la stessa cosa.
Arriviamo finalmente in città e puntiamo il nostro rifugio per la notte, non prima di aver notato (prima di tutto sentito) un vero "tamarro" con una Maserati verniciata di azzurro carta da zucchero con effetto specchio. Fermi al semaforo Marcello ed io commentiamo la cosa e dal marciapiede ci arriva, in perfetto italiano, una conferma. Di primo acchito Barcellona ci accoglie come città popolata di tamarri e di italiani: andiamo bene!
Giunti di fronte all'ostello vediamo la moto di Paolo parcheggiata sul marciapiede tra gli alberi, è arrivato prima di noi. Parcheggiamo anche le nostre e lo raggiungiamo in camera. Il gestore dell'ostello ci tranquillizza sul fatto che lì davanti nessuno toccherà i nostri mezzi (ci sono anche delle telecamere se non ho capito male).

Tempo di una doccia, uno scambio di opinioni con Paolo sulle diverse strade percorse, il racconto della sosta non prevista e ci buttiamo nella movida delle ramblas. Siamo a due passi da Casa Battlò, non distanti da Plaça de Catalunya, ci infiliamo lungo la Rambla Major e ci fermiamo in un locale con dehor proprio sulla rambla a mangiare paella e sangria. Tipici turisti! La "hostess" del ristorante è italiana e particolarmente ciarliera, ci racconta un po' di tutto sulla sua esperienza di expat e sul fatto che, ce ne eravamo resi conto, Barcellona sia strapiena di italiani. eusa_doh.gif
Dopo la cena, l'abbondante sangria, il digestivo ottenuto con una positiva recensione su tripadvisor icon_eek.gif, ci facciamo ancora un giro a piedi. E' il Barrio Gotico la meta del nostro peregrinare, zona medioevale di Barcellona. Il camminare, si sà, mette sete. Ad un certo punto, piuttosto defilato nell'angolo di una piazza, vediamo un barettino all'esterno del quale c'è un capannello di persone: entriamo e veniamo catapultati in uno splendido locale con musica dal vivo nel sotterraneo con volte a botte, sul palco si alternano diversi musicisti in una jam session di qualità, al bancone la birra scorre a fiumi, la gioventù catalana è ben rappresentata e alla fine tiriamo tardi, molto tardi, sbevazziamo un po', anzi parecchio e soprattutto ci divertiamo alla grande.

Rientriamo in ostello e crolliamo sul letto.

Km 265
Passi 3 (non conteggiati quelli "pedibus calcantibus" in Barcellona icon_asd.gif)
 
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16142263 Inviato: 11 Mar 2020 18:36
 

bastiancontrario ha scritto:
Il gestore dell'ostello
O era un esule russo "d'altri tempi" oppure è un nostalgico della vecchia CCCP... eusa_think.gif
 
16142275
16142275 Inviato: 11 Mar 2020 20:55
 

bastiancontrario ha scritto:
...qualcuno ricorda per il locale di moules & frites e soprattutto per la sua cameriera...


eusa_whistle.gif eusa_whistle.gif eusa_whistle.gif Io ricordo, riguardo la cameriera veramente bella, che dissi "se potessi concludere, il mio viaggio finisce qui" icon_xd_2.gif icon_xd_2.gif
Infatti l'ho portato a termine 0509_si_picchiano.gif 0509_si_picchiano.gif


bastiancontrario ha scritto:
Dopo la cena... vediamo un barettino all'esterno del quale c'è un capannello di persone: entriamo e veniamo catapultati in uno splendido locale con musica dal vivo nel sotterraneo con volte a botte, sul palco si alternano diversi musicisti in una jam session di qualità, al bancone la birra scorre a fiumi, la gioventù catalana è ben rappresentata e alla fine tiriamo tardi, molto tardi, sbevazziamo un po', anzi parecchio e soprattutto ci divertiamo alla grande.


Quella jam session, veramente bella, era la conclusione di un concorso amatoriale. L'ho scoperto una volta tornato a casa. Siamo stati fortunati e abbiamo passato una bellissima serata immersi tra gente del posto. Quella sera, tra avventori di ogni età, si parlava quasi solo inglese.
Si, perchè a Barcellona ho sentito parlare più italiano che spagnolo ed inglese messi insieme.
 
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16151149 Inviato: 25 Apr 2020 20:46
 

Sabato 14 Settembre
La giornata comincia (tardi... viste le ore piccole della sera prima) con un bel black-out nell'ostello (e nell'isolato, pare che facendo dei lavori abbiano tranciato la linea elettrica) che si protrae per qualche ora. Cerchiamo, per quanto possibile, di preparare i bagagli che lasceremo in custodia e, una volta tornata la corrente, lasciamo l'ostello per fare i turisti in Barcellona. Colazione in un baretto all'angolo della via, caratterizzato da notevoli cameriere eusa_drool.gif . Ancora le ramblas, il mercato della Bouqueria, il mirador de Colon, la Barceloneta con la sua spiaggia densamente e ben popolata eusa_drool.gif .
E' ora di pranzo e ci infiliamo in un tapas bar nella zona della Barceloneta, il proprietario ci prepara sul momento un piatto di molluschi decisamente buono, sbafiamo anche qualche altra tapa, chiacchieriamo con una famiglia che abita appena fuori Barcellona (perché i prezzi sono più abbordabili) e approfitta del sabato mattina per un giro in città, paghiamo il solito conto salato e proseguiamo la visita della città. Prima tappa che raggiungiamo in metropolitana, la Sagrada Famiglia, l'opera forse più famosa del genio di Gaudì: la grande incompiuta che lentamente viene portata a compimento nello spirito del suo ideatore.

Ci spostiamo poi a Parc Guell che raggiungiamo sempre in metro ma ci rendiamo conto che la stazione più vicina non ci impedisce di farci una scarpinata in salita dove ho quasi sputato un polmone 0509_vergognati.gif . Una volta giunti al parco ci rendiamo conto che la parte più bella, la piazza aggettante su Barcellona, è diventata a pagamento e a numero chiuso e che per la giornata odierna non vi sono più biglietti disponibili.

Visitiamo quanto è possibile, ci gustiamo il panorama suggestivo sulla città poi scendiamo a piedi di nuovo verso il centro. Alla prima fermata di un autobus diretto verso il centro decidiamo di salire per velocizzare il percorso. Una veloce visita la merita La Pedrera (casa Milà), altra grande opera del modernismo di Gaudì. Dalle finestre del book shop al piano terreno è possibile vedere molti particolari dell'architettura e così facciamo. Prima di abbandonare la capitale della Catalogna è d'obbligo un passaggio alla Font de Canaletes, una leggenda infatti invita i visitanti a bere la sua acqua perché "qui beu de canaletes, torna a la ciutat» (tradotto: chi beve dal canalete, torna in città).

Recuperiamo anche del pane perché in cambusa è rimasto un oggetto di culto (due mezzi salami di Felino conservati sottovuoto che ci mangeremo con gusto a bordo...).
E' ora di riprendere le moto e recarci al terminal dei traghetti, sono solo 4 km dal nostro ostello: ci prepariamo e affrontiamo i vialoni di Barcellona in direzione del porto. Qualcosa va storto eusa_wall.gif , ad un semaforo perdiamo Paolo (che segue un navigatore diverso...) e all'arrivo dalle parti del porto siamo noi a sbagliare un'uscita da una rotonda, da quel momento sembra che tornare sulla via corretta sia un'impresa impossibile, tra strade di scorrimento a carreggiate separate, svincoli "monchi", zone portuali con percorsi obbligati. Ripercorriamo le stesse strade almeno tre volte tra imprecazioni, telefoni che suonano (evidentemente Paolo si chiedeva dove fossimo finiti, pensiamo...) e finalmente giungiamo al terminal traghetti 0509_vergognati.gif . Paolo non è lì. Lo contattiamo e scopriamo che pure lui aveva avuto qualche problema a localizzare la zona check-in. Ci raggiunge, facciamo finalmente il check-in e raggiungiamo la nave che ci riporterà in Italia. 0509_doppio_ok.gif
Alla fila per l'imbarco ritroviamo la coppia di Borgo D'Ale che avevamo conosciuto all'andata, il loro viaggio nella costa sud è stato piacevole ma hanno evitato per un pelo un'alluvione, avremo modo di parlarne la sera sul ponte. Memori dell'esperienza frigorifera dell'andata, questa volta decidiamo di concederci un posto in cabina: il prezzo pagato in più vale sicuramente la possibilità di una doccia e la dormita comoda e rilassante in un letto invece che su un divanetto eusa_clap.gif (scopriremo inoltre che le sale divanetti sono molto più affollate che all'andata e non ci avrebbero nemmeno permesso di stenderci su quattro poltrone come fatto 11 giorni prima). La serata trascorre piacevole, sui ponti esterni c'è forte vento e noi restiamo all'interno sempre attorniati da una variegata, variopinta e multietnica rappresentazione dell'umanità (anche questo traghetto proviene da Tangeri, fa tappa a Barcellona per poi raggiungere Genova). Ci corichiamo stanchi ma contenti cullati dal rollio della nave. 0509_zzz.gif
Km 21,5 contro i 4 previsti...
Passi: a piedi in Barcellona molti...
 
16151150
16151150 Inviato: 25 Apr 2020 20:53
 

Domenica 15 Settembre
Il risveglio, senza fretta, ci coglie lungo la costa francese. Oggi si tratta di fare passare il tempo navigando, abbastanza spediti, verso l'Italia. L'arrivo è previsto un po' in anticipo, non tanto quanto d'abitudine sulla tratta perché, scopriamo, durante la notte c'è stato un po' di mare. Giungiamo in porto a Genova a metà pomeriggio, le operazioni di attracco e di sbarco si svolgono abbastanza velocemente, siamo pronti per ripartire, ormai ci manca solo un palloso trasferimento autostradale per tornare a casa.

Paolo, che non è mai stanco, propone un Turchino ma non trova adesioni: per me il viaggio è terminato, ormai c'è solo la necessità di arrivare presto a casa perché domani si lavora, Marcello come me non vede l'ora di rientrare e riabbracciare Angela (quella santa donna di sua moglie che non si lamenta, anzi a volte è lei a spronarlo, quando è in viaggio in moto 0510_abbraccio.gif ). Usciamo dal porto, ci immettiamo nella viabilità di Genova, siamo ad un incrocio semaforizzato, nei pressi del semaforo, verde, sulla destra con le quattro frecce c'è un'auto ferma. Paolo è il primo del gruppo e la sfila sulla sinistra (ci sono due corsie) quando improvvisamente l'auto inizia a muoversi verso sinistra per fare inversione. Paolo tenta di scansarla ma, quando pareva avercela quasi fatta, avviene l'irreparabile: il parafango anteriore dell'auto aggancia la moto tra pedana e borsa laterale provocando la caduta, in mezzo all'incrocio del nostro amico. eusa_doh.gif
Sono appena dietro, vedo la moto ruotare di 180 gradi, Paolo venire sbalzato di sella ed atterrare in "volo plastico" sul fianco. eusa_naughty.gif Mi fermo immediatamente e accorro verso il mio amico che nel frattempo si sta rialzando: fortunatamente è stata una gran botta ma non sembra essersi fatto nulla. Togliamo la moto da in mezzo all'incrocio, raccogliamo i pezzi staccati e caduti, nel frattempo Marcello si è fermato con il conducente dell'auto che, spaventato, dichiara di non aver visto la moto sopraggiungere e di avere messo la freccia: probabilmente non mente, peccato che non avendo tolto le quattro frecce il suo gesto non sia servito a nulla. eusa_wall.gif Fortunatamente in una delle quattro strade dell'incrocio è ferma una pattuglia della Locale, alla quale gli occupanti dell'auto avevano appena chiesto informazioni, che ha visto l'incidente. 0509_up.gif Verbalizzano il tutto dopodiché, constatato che la BMW di Paolo può ancora viaggiare, con una borsa laterale legata sulla sella del passeggero, riprendiamo il viaggio verso casa. Ci fermiamo all'autogrill sul Turchino per rifornire e noiosamente percorriamo l'autostrada fino alle nostre dimore. Peccato per l'inconveniente successo al nostro compagno di viaggio, per fortuna non si è fatto male nessuno e la BMW è stata riparata ed è tornata a macinare chilometri. 0510_five.gif

E' stato davvero un bel viaggio, gli ingredienti perché lo fosse c'erano tutti: una buona e rodata compagnia (i chilometri percorsi insieme da noi tre ormai sono decine di migliaia), una meta stupenda con strade e paesaggi meravigliosi, tre moto che qualcuno considera non adatte al turismo icon_wink.gif e la curiosità che ci spinge a visitare sempre posti nuovi. Noi saremmo pronti per ripartire domani mattina ma in questo momento tutto è sospeso, qualche programma è già saltato e qualche altro salterà da qui all'estate. Speriamo di poter tornare presto in sella a macinare chilometri che se no le nostre moto si annoiano in garage!

Km 194 per un totale di 3015
Miglia di navigazione: 348 per un totale di 696 (stimate...)
Passi: 0 per un totale di 72

A questo link trovate tutte le immagini (presentabili... icon_asd.gif ) scattate da noi tre

Mappa completa:
 
16151217
16151217 Inviato: 26 Apr 2020 10:13
 

bastiancontrario ha scritto:
(due mezzi salami di Felino conservati sottovuoto che ci mangeremo con gusto a bordo...)
Ma non erano i vicentini a mangiare il gatto? eusa_think.gif
Cos'è avete per caso origini venete? rotfl.gif
 
16151237
16151237 Inviato: 26 Apr 2020 11:10
 

JO74 ha scritto:
Ma non erano i vicentini a mangiare il gatto? eusa_think.gif
Cos'è avete per caso origini venete? rotfl.gif


Io si, ho origini venete da parte di papà icon_xd_2.gif icon_xd_2.gif
 
16151270
16151270 Inviato: 26 Apr 2020 14:16
 

Noooooo!!!! Già finito il report? icon_eek.gif
Andrea non è da te essere così veloce a fare una cosa! icon_asd.gif

Belle foto, belle strade, Ho visto anche un bel "campanile" 0510_mina.gif eusa_clap.gif
La targa in ricordo di Casartelli icon_sad.gif
Ma la cosa che mi ha fatto più sorridere, sono le espressioni di Andrea nello specchietto retrovisore della moto rotfl.gif
Mi spiace per l'inconveniente del Vufero eusa_doh.gif

Un gran bel "giretto" che provoca parecchia invidia eusa_clap.gif
 
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