PaoloG ha scritto:
tetraedro ha scritto:
Poi se uno crede che le opportunita di lavoro stiano a portata di mano perche' sa parlare inglese sono azzi amari...
Il problema non e' l'inglese ma e' rapresentado dai nuovi piani di studio.
Ma l'inglese è un "di più" che se c'è sicuramente aiuta. Nella mia azienda al di sotto di un minimo sindacale nemmeno troppo infimo, non ti assumono proprio...
ripeto, non sono contro lo studio dell'inglese ma contro la metodologia che sta adottando il polimi; l'inglese che sia necessario ok.
PaoloG ha scritto:
tetraedro ha scritto:
Cosi anche per i circuiti elettrici dei muscoli degli animali...
Ok, ma ammetti che hai portato casi abbastanza particolari. Il nuovo polo del Polimi in Bovisa ha dentro solo ingegneria, io stesso ho fatto anni in cui c'eramo solo noi ed i meccanici.
e di più non serviva, perchè per studiare le azioni interne di una trave incastrata non mi avrebbe giovato ad una mazza avere di fianco uno che si faceva le ossidoriduzioni...
non concordo assolutamente perche' puoi arrivare agli stessi concetti partendo dalla filosofia, dall'ingegneria, dalla fisica, dalla biologia... ecc.....
ho fatto degli esempi molto specifici ma ho detto anche che ne posso portare miliardi di esempi e ce ne sono in ogni campo; un luogo dove si fondono le conoscenze sicuramente puo' garantire una preparazione migliore di un luogo dove ci sono solo conoscenze specialistiche.... poi se il tuo discorso e' il lavoro.... quello oggi segue anche vie parallele o alternative alla preparazione.
PaoloG ha scritto:
tetraedro ha scritto:
mi chiedo... ci si fermara' qui?
No, perchè è giusto che un Ateneo modifichi la propria offerta formativa in base a quello che viene richiesto dalla società all'interno della quale si trova ad operare. E questo è un bene per gli studenti, perchè si troveranno in mano una formazione più adatta a ciò che viene richiesto dal mondo del lavoro. Perchè stante un po' di filosofia sul "sapere" sul "sacro fuoco dell'ingegneria" come diceva un mio Prof, eccetera, uno... ma diciamo io stesso, ho scelto la Facoltà che ho fatto intanto per la passione verso un determinato ambito tecnico (e prima mettiamoci quindi la passione e l'attitudine verso il mondo tecnico), quindi per la volontà di approfondire e saperne di più su quell'ambito ed infine perchè mi dava una ragionevole certezza di poterci portare a casa la pagnotta con quello che avevo studiato. Perchè non giriamoci attorno: uno può anche prendere 3 lauree per il gusto della conoscenza e del sapere, ma o vive alla corte di un ricco magnate che lo mantiene per il diletto di averlo a suo fianco mentre filosofeggia o lo aggiorna sulle ultime erudizioni, oppure non lo vedo così sconveniente sfruttare quel sapere per guadagnarsi da vivere...
ma, in passato, diciamo 20 anni fa; cos'e' che faceva dei laureati italiani dei laureati eccellenti
oggi quel qualcosa c'e' ancora?