Uscito dal ristorantino si sentiva davvero bene. Si sedette sulla moto e accese il quadro e una sigaretta pensando: "O la spa o la vacca".
Non se la godette per niente, fremeva dalla voglia di partire così buttò la mezza cicca sul portacenere che era stato appropriatamente posizionato fuori dal locale e si vestì in fretta. Primo pomeriggio, il traffico era minimale e si diresse all'uscita di I da dove partiva la quattro corsie che conduceva dritta dritta a C, la sua città. Dopo pochi minuti ecco le rampe d'uscita, la grande rotondona che disimpegnava i flussi e finalmente potè accelerare un minimo fino a quando non arrivò al punto di giunzione alla stradona. Accosto un momento per cercare un minimo di concentrazione. OK, tutto bene, si sentiva proprio bene, la moto ronfava come un gattone... anzi, faceva proprio le fusa. Rivolse alla motona un pensiero devoto: "Perdonami perché oggi ti tirerò proprio il collo."
Inserì la prima ed iniziò ad accelerare, cautamente al principio ché non voleva spatasciarsi per una penna improvvisa ma la tirò con regolarità fino al limitatore: rimase senza fiato... ciò che credeva iperspazio non era niente rispetto a quello che stava provando per cui accostò di nuovo in una piazzola di sosta. Era troppa, veramente troppa: cosa gli aveva fatto Massimo? Sospettò che i suoi interventi avessero inciso più del previsto però non poteva darsi per vinto: quella era l'ultima danza e doveva andare fino in fondo. Emise un sospirone e ripartì. Prima, fino al limitatore quindi seconda ed ecco la moto alzarsi ma la cosa non lo scompose ma tenne duro e una volta riacquistato l'assetto via di terza... la velocità aumentava in maniera esponenziale, chinò un attimo lo sguardo sulla strumentazione e al posto del livello del carburante era apparsa una scritta: YAMA.
Andava ad una velocità spaventosa ma decise di non preoccuparsi ed interpretare quel messaggio del Dio come un via libera autorizzato. Quarta, ogni tanto superava auto che sembravano ferme ma la strada era clamorosamente sgombra, persino per un sabato pomeriggio, quinta, sempre più veloce e toccò i 250 kmh, velocità che sapeva essere massima per la sua moto ma, la moto evidentemente non lo sapeva perché voleva correre ancora e infine mise la sesta... Non riusciva a vedere bene la strada, chino sul serbatoio.. si ricordò di aver letto dell'effetto tunnel per cui la visuale periferica a certe velocità scompare... la moto accelerava sempre di più...
All'altezza di V superò un auto della polizia locale, gli sembrò un'utilitaria ma non riuscì a capire se avessero tentato un inseguimento e la moto continuava ad accelerare... All'altezza di M raggiunse i 304 kmh e poco dopo, a fianco della scritta YAMA apparve la scritta RALLENTA, cosa che fece con una certa cautela...
Era senza fiato ed iniziò a ruotare il polso con precisione micrometrica e il tachimetro riportò con fedeltà la diminuzione della velocità che rimase comunque superiore ai 200 kmh fino alle porte di C ove rallentò con più decisione riportandosi a velocità nei limiti che erano di soli 90 kmh.
"Che moto" - pensava - "che moto, ma adesso almeno mi sono tolto lo sfizio. Adesso posso finalmente separarmene, quello che volevo l'ho avuto."
Poco dopo sviluppò un altro pensiero: "Grazie Yama, se non fosse stato per te, col cavolo che andavo a 300 all'ora..."
Entrando in città vide lo svincolo di un Centro Commerciale con l'uccellino e lo imboccò. Parcheggiò la motona nel parcheggio sul tetto e scese quasi in trance due piani sotto ove si trovava un negozio che vendeva gadget, magliette spiritose, adesivi. In quell'ambaradan cercò un paio di minuti prima di trovare quello che cercava. Pienamente soddisfatto pagò, si prese un paio di birre all'ipermercato e tornò alla moto. La guardò con una certa commozione, non gli sembrava vero quello che aveva fatto. Prese l'adesivo e l'attaccò con molta cura sul fianco destro del cupolino: certo, era una grezzata ma gli sembrava adatto all'evento.
Indietreggiando di qualche passo, per godersi la vista di insieme si accese l'ennesima sigaretta e guardò la moto. Perfetta, veramente perfetta. L'adesivo riportava la scritta 300 MOLON LABE
To be continued...
Si ricorda ai lettori che questa è una storia di fantasia e che i comportamenti del protagonista non devono mai essere presi a modello quindi vi sconsiglio vivamente di correre in strada in cui, per la nostra e altrui incolumità ci sono i limiti, i velox, le FdO. Per correre ci sono le piste!



e poi come si chiama la tua prima moto... 




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