Ciao, mi ricordo il disagio quando -anni fa- presi la patente della macchina. L' "interfaccia utente" dell'auto mi pareva inutilmente complicata, per via dl cambio. Mi chiedevo se non esistesse un modo più semplice per cambiare velocità. All'epoca il cambio automatico era una rarità, un confort appannaggio di modelli super-lusso (come Jaguar e Mercedes). Oggi ci sono utilitarie con il cambio automatico. Magari fra qualche anno tutte le auto saranno dotate di cambio automatico, e le marce e la frizione saranno solo un ricordo del passato, come il calamaio e la macchina per scrivere.

Con le due ruote, approccio morbido: uno scooterino monomarcia, e tanti saluti.

Ora con la moto, ho dovuto imparare a scalare le marce, di nuovo.

Ma a che cosa servono marce e frizione? Sono davvero indispensabili? Non è che in futuro verranno abbandonate e sostituite da un più comodo "monomarcia"?

Scusate l'ingenuità del quesito.

ma vuoi mettere il gusto e il divertimento di arrivare ad una staccatona tirando giù tutte le marce che trovi?

Secondo me le emozioni che ti da un veicolo a marce sono ineguagliabili.

al massimo eliminare la frizione (nn mi andrebbe comunque) ma le marce no... quelle DEVONO rimanere

ma vuoi mettere il gusto e il divertimento di arrivare ad una staccatona tirando giù tutte le marce che trovi?

Vi ringrazio tutti per le risposte.

Quindi, se ho ben capito, le marce sarebbero solo un fatto "emotivo".

Francamente, penso che si siano anche ragioni "tecniche" che giustifichino l'esistenza delle marce. Forse un cambio a marce è tecnicamente più facile da realizzare di un monomarcia.

Parlo da matematico (non da tecnico: non lo sono): le marce sono cinque, sei, al massimo sette. Avere un monomarcia permette invece di "variare con continuità" il rapporto: è come avere "infinite marce".

Matematicamente parlando, il monomarcia è "infinitamente superiore".

Ingegneristicamente parolando, deve essere tutta un'altra storia....

L.

Secondo me le emozioni che ti da un veicolo a marce sono ineguagliabili.

Quindi, se ho ben capito, le marce sarebbero solo un fatto "emotivo".

Si ma l'emotività in questo caso non è una cosa puramente astratta e irrazionale.

Il piacere della guida deriva in gran parte dalla sensazione di controllo del mezzo.

Un'auto o una moto, quando ti metti alla guida la indossi, diventa le tue gambe, i tuoi piedi e il tuo corpo, tu pensi solo a cosa vuoi che faccia, i tuoi muscoli si muovono senza che tu te ne accorga e il mezzo lo fa.

Questo controllo completo del mezzo e delle sue reazioni ti da quella sensazione di sicurezza che non hai quando il controllo ti manca, e di conseguenza il feeling con la guida diventa paura.

Le marce danno gran piacere di guida perché permettono di avere un controllo molto diretto e preciso sul tuo mezzo, alla stessa velocità, con diversi numeri di giri del motore puoi fare o non fare manovre come affrontare un tornante, in auto ai 50 all'ora in quinta ti ammazzi, in terza giri, in seconda lo giri intraversandoti e godendo

Pensa poi a una frenata d'emergenza in auto senza poter buttare giù le marce... paura!

Vi ringrazio tutti per le risposte.

Quindi, se ho ben capito, le marce sarebbero solo un fatto "emotivo".

Francamente, penso che si siano anche ragioni "tecniche" che giustifichino l'esistenza delle marce. Forse un cambio a marce è tecnicamente più facile da realizzare di un monomarcia.

Parlo da matematico (non da tecnico: non lo sono): le marce sono cinque, sei, al massimo sette. Avere un monomarcia permette invece di "variare con continuità" il rapporto: è come avere "infinite marce".

Matematicamente parlando, il monomarcia è "infinitamente superiore".

Ingegneristicamente parolando, deve essere tutta un'altra storia....

L.