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Giugno 2020: Viaggio in Italia - l'Appennino
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16180847 Inviato: 31 Ago 2020 11:59
Oggetto: Giugno 2020: Viaggio in Italia - l'Appennino
 

Premessa
I programmi per il 2020 erano altri ma la pandemia ci ha messo lo zampino ed ha stravolto i piani.
Verso Maggio, con le prime timide riaperture, con Marcello si decide che, visto che le ferie di Giugno erano comunque più o meno confermate, si poteva organizzare un viaggetto.
La meta, complice anche la chiusura delle frontiere, è presto decisa: si resta in Italia e ci si spinge verso le regioni centrali che a me mancano completamente, Marcello le ha già visitate ma, sicuramente, troverà percorsi inediti da mischiare a strade che ha piacere di ripercorrere.
Dapprima si prevede di partire nella terza settimana di Giugno, problemi lavorativi ci obbligano a scegliere la quarta. Con il senno di poi possiamo dire di avere azzeccato il periodo, è stata la settimana più asciutta di questo insolito piovoso mese di inizio estate.
La compagnia di viaggio è formata, questa volta, da solo due persone: Marcello ed io, gli altri consueti compagni di avventura hanno inderogabili impegni.
Definito il percorso, scelte le tappe, non ci resta che fare i bagagli e partire.

Sabato 20 Giugno
La prima tappa è decisamente lunga, considerando che la panoramica di Gabicce che abbiamo intenzione di percorrere è interdetta al traffico la domenica mattina, abbiamo deciso di farla il sabato sera e di pernottare a Pesaro. Tra passi e passettini però sono quasi 700 km. Il ritrovo è fissato per le sette del mattino all'area di servizio San Zenone. Arrivo con qualche minuto di ritardo e Marcello è già lì che mi attende. Devo ancora fare colazione, una brioche al cioccolato e un orrendo cappuccino servito in bicchiere usa e getta è quello che offre l'autogrill. Mi accontento. Ci spariamo le due ore di autostrada fino a Sasso Marconi cercando di non cedere alla noia, usciamo al casello e tentiamo di sistemare i navigatori: il mio cerca in tutti i modi di farmi rientrare sulla strada a pedaggio, quello di Marcello si rifiuta di calcolare il percorso: andiamo bene! Trovata una soluzione, non ci resta che rifornire (sono in riserva) e cominciare con la parte divertente della tappa odierna. Risaliamo la val di Setta e già al primo paesino (Vado) ci troviamo a deviare dal percorso definito per un'interruzione stradale; poco male, la deviazione non ci impedisce di raggiungere il primo passo di giornata, Madonna dei Fornelli, sicuramente non è lo Stelvio ma comunque qualche curvetta ce l'ha riservata. La discesa ci porta per una strada stretta ma ben asfaltata a Pian di Balestra (altro passo) e quindi a Castel dell'Alpe dove la memoria (non solo la mia...) va irrimediabilmente al mio primo TWT e al "vagabondaggio" by TDMonza fatto per raggiungerlo che prevedeva la sosta a mangiare le crescentine da Otto e Faby. Qualche curva e siamo sulla strada che porta alla Raticosa, il percorso non prevedeva di passarci ma, quasi senza accorgerci, ci troviamo al passo caratterizzato dal famoso "Chalet". Proseguiamo verso il colle di Canda, quindi il poco conosciuto e non segnalato colle della Ravignana. Un bivio e un dubbio, da quale parte andare? Propendiamo per la strada più corta ma, appena dopo, mi faccio tentare da una strada ben asfaltata in discesa che, nel volgere di poche curve diventa sterrata: evidentemente non dovevamo passare di qui! Siamo finiti sulla strada di servizio ad una delle finestre del tunnel ferroviario dell'alta velocità sulla linea Bologna-Firenze. Torniamo indietro e riprendiamo la retta via (che tanto retta non è...), passando per stradine che su street view risultano ancora sterrate. Devono aver asfaltato da poco, siamo quasi nel mezzo del nulla, solo qualche podere ad interrompere l'aperta campagna, boschi in lontananza mandano profumi di resina che mi fanno ricordare le estati dell'infanzia. Scendiamo nella valle del Santerno per riprendere a salire subito lungo la strada della Faggiola fino a quello che a tutti gli effetti è un valico: niente tabella, scendo comunque dalla moto per fare una foto, c'è una cartina del distretto cicloturistico sulla quale cerco di orientarmi. Marcello mi chiede che passo sia, inizialmente rispondo che non lo so, salvo poi accorgermi che ad altezza occhi, scritto in carattere ben leggibile c'è scritto Valico del Paretaio. Un passo nuovo per me, già percorso da Marcello.

La discesa verso Palazzolo sul Senio è bella tortuosa, le facciamo seguire la salita al Passo Carnevale quindi la discesa a Marradi, il passo di Monte Beccuggiano, il valico della Collina, Tredozio e, una volta giunti a Modigliana, ci sembra ora di mettere qualcosa sotto i denti.

Siamo in Romagna, cosa c'è di meglio di una buona piadina per placare la fame? Trovato un posto dove lasciare le moto e un bar che facesse qualcosa da mangiare ci dedichiamo al nostro sport preferito dopo il mototurismo. Mentre mangiamo ci rendiamo conto che il percorso studiato inizialmente ci farebbe arrivare a destinazione troppo tardi e decidiamo di dare una sforbiciata a qualche passo. Rifocillati ripartiamo alla volta del passo del Trebbio, giungiamo nei pressi di Castrocaro (sede di un famoso concorso per giovani cantanti) e passiamo dalla valle del Montone a quella del Rabbi svalicando su una modesta altura alla quale nessuno ha pensato di dare dignità di passo.
Ci aspettano ora il passo Rocca delle Caminate, la discesa a Meldola e il valico di Montecavallo. L'asperità successiva è il valico della Musella: i navigatori, coalizzati, ce lo fanno percorrere ad andata e ritorno dal lato sud (da Sarsina) dopo averci fatto percorrere un pezzo di E45. Ritorniamo a Sarsina e ci inerpichiamo verso il valico Barbotto e il passo del Grillo per portarci verso San Leo e godere del panorama sulla rocca che fu prigione di Cagliostro.

E' ora il momento di sconfinare, almeno anche in questo viaggio potremo dire di essere stati all'estero: San Marino, dove Marcello ha scovato ben tre passi, il primo (Valico della Casetta) su una strada sterrata e non facilmente identificabile, il secondo (passetto Fiorentino) con indicazione di coordinate che non corrispondevano al reale valico (che, ho scoperto una volta arrivato lì, avevo già percorso lo scorso anno) e il terzo (Valico di Ca' Vagnetto) con una bellissima vista sulla riviera romagnola e sul mare. Approfittiamo dei prezzi un po' più economici di quelli italiani per rifornire di benzina e ci portiamo, con anche un pezzo di autostrada, verso Gabicce per percorrere la panoramica. Gli scorci sul mare offerti da questa strada sono bellissimi, anche l'alto Adriatico ha i suoi luoghi pittoreschi, ci fermiamo a scattare qualche foto.

Pochi chilometri e siamo a Pesaro, prendiamo possesso della camera d'albergo e ci dedichiamo alla cena.
Al mio "sai cosa avrei voglia di mangiare stasera?" Marcello risponde sicuro: "pesce" al che, in dialetto piemontese con successiva traduzione, gli rispondo: "se fossi una donna saresti da sposare!". Troviamo un ristorantino sulla spiaggia che però non ha posto (causa Covid e prenotazione per un compleanno è tutto occupato), dirottiamo su un secondo nella stessa via dell'albergo dove mangiamo bene ad un prezzo onesto. Dopo cena ci concediamo quattro passi verso il centro dove troviamo una folla di gioventù perlopiù locale in giro e assembrata come se il covid non ci fosse. Sarà la leggerezza dei vent'anni!



Km: 669
Passi: 19 (17 inediti per me)
 
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16180850 Inviato: 31 Ago 2020 12:11
 

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wow!
grandi.
(quasi) 700 km in un giorno è da robot.
belle foto, anche se ci sarebbe da valorizzare un po' piu i destrieri 0509_up.gif
 
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16180853 Inviato: 31 Ago 2020 12:19
 

seguo con attenzione 0509_up.gif
 
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16180896 Inviato: 31 Ago 2020 13:51
Oggetto: Re: Giugno 2020: Viaggio in Italia - l'Appennino
 

Seguo, come al solito, con grande interesse. 0509_up.gif

bastiancontrario ha scritto:
Passi: 19 (17 inediti per me)
Eccavoli, ogni tanto fatevelo un passo... icon_asd.gif
 
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16180910 Inviato: 31 Ago 2020 14:27
Oggetto: Re: Giugno 2020: Viaggio in Italia - l'Appennino
 

JO74 ha scritto:
Seguo, come al solito, con grande interesse. 0509_up.gif

Eccavoli, ogni tanto fatevelo un passo... icon_asd.gif

In effetti entrambi abbiamo già passato quota 1000 passi percorsi, ogni tanto ce ne concediamo uno nuovo icon_xd_2.gif rotfl.gif
 
16181012
16181012 Inviato: 31 Ago 2020 17:58
 

Bravi! Non vedo l'ora di leggere il resto! Sarà interessante avere due viaggi nelle stesse zone da comparare stavolta. Seguo 0509_doppio_ok.gif
 
16181015
16181015 Inviato: 31 Ago 2020 18:32
 

Domenica 21 Giugno
Sveglia più o meno presto, l'albergo non offriva la colazione compresa pertanto si decide, dato che la prima tappa è relativamente vicina, di far corrispondere prima tappa e colazione. Siamo
a Tavullia, paese di Valentino Rossi, e la colazione la facciamo al bar del fan club "da Rossi" tra caschi e tute del campione della MotoGP ed una terrazza panoramica sulle colline Marchigiane e romagnole e sul mare.

E' domenica mattina, non c'è molta gente in giro, devono aver fatto la stessa considerazione i carabinieri che sulle strade del Montefeltro fermano Marcello per un controllo. Io ero pochi metri dietro di lui e mi fermo a mia volta nello stesso spiazzo. Mentre controllano i documenti arriva un auto dalla quale scende un notevole pezzo di figliola abbigliata di un vestitino corto e leggero a fiori con sandaletto dal tacco a spillo, suona alla porta di un'abitazione privata lì vicino chiamando "nonna" più volte, la tentazione di rispondere: "Vieni Cappuccetto Rosso, sono io, la nonna" icon_asd.gif era molta ma la presenza dei Carabinieri mi ha un po' bloccato!
Proseguiamo per le stradine del Montefeltro (non messe molto bene in quanto ad asfalto, purtroppo) verso il valico di Sorbetolo che ci porta a Sant'Angelo in Vado. Di qui siamo passati lo scorso anno mentre andavamo al TingaMarche, di qui soprattutto si imbocca il passo di Bocca Trabaria che lo scorso anno non avevamo fatto.
Sul lungo rettilineo di Sant'Angelo in Vado, dove viaggiamo rilassati a velocità codice, veniamo sorpassati da un BMW R1200RT, una Ducati Multistrada e un Honda Goldwing F6B Bagger che andavano almeno a 120 km/h. Poco dopo il rettilineo cominciano le curve, la strada è stata riasfaltata di recente, è una goduria per i motociclisti. Dopo le prime due curve (di numero, non scherzo) riecco la Goldwing, nel bel mezzo di una curva si pianta e rischio di centrarla: mi fa passare. Faccio altre tre curve e raggiungo il Multistrada, mi vede dagli specchietti e mi fa segno di passare. Proseguo la salita e, purtroppo, un SUV Lamborghini (che già solo detta così fa ridere, come fai a comprare un SUV Lamborghini icon_eek.gif ) procede a 40 Km/h... ci metto un po' a sorpassarlo, giusto in tempo per godermi le ultime curve prima dello scollinamento, alla sommità del passo arrivo mentre il tizio con il BMW R1200RT sta scendendo dalla moto! Non mi permetto di giudicare nessuno per come va in moto, non ho alcun titolo per farlo, dico solo che se mi sorpassi di prepotenza in rettilineo poi non devi essere un ostacolo sulle curve!
Ho comunque un sorriso a 32 denti per aver percorso questa strada, Marcello l'aveva già fatta e sapeva quanto fosse bella anche se, negli ultimi tempi, l'asfalto era in condizioni disastrose.

Scendiamo verso San Giustino e da lì prosegiamo verso Città di Castello dove imbocchiamo l'altro passo famoso della zona: Bocca Serriola: bellissima strada anche questa, asfalto un po' meno bello del precedente, curve a non finire. Scendiamo e, nel paese di Apecchio, decidiamo di mettere qualcosa sotto i denti. Una trattoria soddisfa la nostra fame con un gran piatto di tagliatelle al cinghiale, buonissime! Facciamo quattro chiacchiere con il ristoratore che ci racconta di come il passo di Bocca Serriola fosse un must per i motociclisti della zona ma che fosse anche teatro di gare clandestine ed esagerazioni varie su due ruote che, purtroppo, portavano a contare i decessi un po' troppo spesso. Anche per questo motivo l'asfalto era stato lasciato in situazione disastrosa (per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno!).

Dopo il pranzetto, che nelle intenzioni doveva essere leggero, ci rimettiamo in sella piegando decisamente verso sud e percorrendo la strada della Contessa giungiamo a Gubbio, di qui ci portiamo verso Fossalto di Vico mentre il cielo diventa sempre più scuro. Inizia a piovere proprio mentre siamo sulla statale 76, un'arteria a scorrimento veloce a due corsie per senso di marcia. Con il termine pioggia non riesco a dare esattamente l'idea di quello che veniva giù dal cielo: una quantità d'acqua che, nel breve tratto che ci separa da una galleria, ci inzuppa completamente. In galleria indossiamo le antipioggia e quando usciamo ha già quasi smesso! Volevamo percorrere il valico di Fossato, sulla vecchia strada tra Fossato di Vico e Cancelli ma la costruzione della nuova SS76 ha cambiato gli accessi alla vecchia strada e, vista anche la pioggia, abbiamo desistito. Nuovamente in direzione sud passiamo il valico di Serradica e il passo Cornello, il navigatore decide di non farci attraversare il valico di Colfiorito ma di farcelo salire e scendere dallo stesso versante, quindi attraverso il valico del Soglio raggiungiamo Norcia, dove avevamo prenotato per la notte.
L'albergo si trova all'interno delle mura, il check-in si fa alla reception di un lussuoso hotel con ristorante stellato Michelin, le camere sono sul corso principale di Norcia, a poca distanza da piazza San Benedetto. Lasciamo le moto in un parcheggio pubblico a poca distanza dalla piazza e, attorniati dalle macerie del terremoto e dalle impalcature della ricostruzione prendiamo possesso della nostra camera. Prima di andare a cena nel ristorante suggerito dall'hotel (non lo stellato Michelin...) facciamo un giro per il centro storico martoriato dal sisma. Norcia è una bellissima cittadina ma la ferita causata dalle scosse telluriche è ancora aperta e sanguinante.

A cena ci concediamo un antipasto a base di norcineria locale (se non a Norcia, dove? - Se non ora, quando?), lenticchie di Castelluccio con salsiccia, formaggi locali e tagliatelle alla norcina: davvero notevole!
Considerato che la vita notturna della cittadina non si presenta così vivace, andiamo a letto quasi presto e... domani è un altro giorno.

Km: 363
Passi: 10 (tutti inediti per me)
 
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16181064 Inviato: 31 Ago 2020 22:12
 

A Tavullia, all'interno del Rossi's bar




e il dehor




Poi Norcia, bellissima cittadina ferita




E una bella immagine, l'interno di una norcineria icon_mrgreen.gif eusa_whistle.gif

 
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16181295 Inviato: 1 Set 2020 22:28
 

Avete saltato a piedi pari tutte le strade belle dell' Appennino Tosco Romagnolo, posto divertentissimo per i motociclisti eusa_wall.gif La prossima volta dite qualcosa, vi porta in giro la gente del posto 0509_banana.gif
 
16181298
16181298 Inviato: 1 Set 2020 22:40
 

frenk_RS_125 ha scritto:
Avete saltato a piedi pari tutte le strade belle dell' Appennino Tosco Romagnolo, posto divertentissimo per i motociclisti eusa_wall.gif La prossima volta dite qualcosa, vi porta in giro la gente del posto 0509_banana.gif


Molte strade erano già state percorse, si è scelto di dare la precedenza a quelle nuove e sconosciute (a noi).
Purtroppo quando si mettono giù le idee e i percorsi, bisogna scegliere cosa fare e cosa non si può fare, in base (spesso) al tempo a disposizione.
Calla, Consuma, Muraglione, Mandrioli, Sambuca, Viamaggio... tutti meravigliosi e anche conosciuti (la schiacciata ai funghi alla Consuma vale da sola il transito) icon_mrgreen.gif icon_mrgreen.gif
 
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16182181 Inviato: 5 Set 2020 22:22
 

Lunedì 22 Giugno
La colazione è servita presso il ristorante dove abbiamo cenato ieri sera, fuori dalle mura, ci tocca anche fare attività fisica a digiuno! icon_asd.gif
Giunti alle moto ci rendiamo conto di averle parcheggiate sotto un platano, sono tutte puntinate degli umori vegetali rilasciati da queste piante... e pensare che le avevamo spostate lì per fare i diligenti cittadini che utilizzano il parcheggio moto invece di lasciarle di traverso in un parcheggio auto. Poco male, nuove non sono e non patiscono molto, peccato che mi si incollino i pantaloni alla sella!
Prima tappa di giornata è la famosissima piana di Castelluccio, ci inerpichiamo verso il passo che da Norcia introduce all'altipiano, resto colpito, oltre che dal vento, dalla bellezza di questa distesa piatta, tutta puntinata di giallo e rosso, con il famoso bosco a forma di Italia sul pendio e il villaggio di Castelluccio che svetta sul cucuzzolo là in fondo.

Il tempo di qualche foto e scendiamo per attraversare tutta la piana sul lungo rettilineo. Ancora qualche foto, anche in prossimità di uno spiazzo con macchinari agricoli in disuso ma riverniciati e messi apposta per fare scenografia, poi saliamo a Castelluccio: un colpo al cuore nel vedere le macerie del terremoto e la ferita che il sisma ha lasciato in questo bellissimo borgo. Lo è per me che giungo per la prima volta qui, immagino cosa possa essere per chi ci è già stato e, soprattutto, per chi vi abitava.

Le strade nei dintorni sono in buona parte chiuse, sempre per le conseguenze del sisma, ci portiamo fino a Forca di Gualdo sapendo che da lì non si può proseguire, ritorniamo sulle nostre tracce per proseguire verso Forca Canapine ma pure lì la strada è sbarrata un paio di chilometri oltre il passo: ci tocca tornare indietro e percorrere la galleria di fondovalle e successivamente la statale 4 Salaria che abbandoniamo poco prima di Amatrice. Il passaggio per il paese reso famoso in tutto il mondo dal sugo per la pasta qui inventato è veramente una sciabolata: il terremoto non ha lasciato in piedi praticamente nulla nel centro storico, le macerie rimosse hanno reso il paese una brulla spianata. Il colpo è stato per me così forte che, nonostante fosse ora di pranzo, non sono riuscito a fermarmi in uno dei ristoranti temporanei aperti appena fuori dalla zona distrutta dal sisma per gustare un buon piatto di amatriciana! Proseguiamo verso il lago di Campotosto che raggiungiamo passando il valico del Cornillo Nuovo e il valico di Prato dell'Abate, da quest'ultimo si gode un bellissimo panorama sul lago. In riva al lago, in prossimità del ponte che lo attraversa, c'è un chiosco dove ci fermiamo a mangiare un panino (il tuffo al cuore di Amatrice cominciava ad essere sostituiuto da un buco allo stomaco...). Incontriamo una coppia di motociclisti piemontesi trasferiti a Pescara che ci magnifica la bellezza delle strade abruzzesi: per quanto abbiamo percorso non possiamo fare altro che dar loro ragione, in seguito continueremo a farlo!

Percorriamo tutto il perimetro del lago e saliamo al valico delle Capannelle, da qui inizia una strada fantastica, tutta curve e con buon asfalto che ci porta all'altipiano di Campo Imperatore passando da Fonte Cerreto (dove facciamo una sosta al Piazzale Marco Simoncelli).

Saliamo a Campo Imperatore, dominato dall'albergo degli anni 30 ormai in disuso, a pochi passi dall'osservatorio astronomico: fa discretamente freddo (siamo a 2100 m s.l.m.) e ci rifugiamo nel bar della vecchia stazione della funivia per riscaldarci un pochino.

Purtroppo le nuvole basse ci privano del panorama di cui si gode da lassù, non ce ne crucciamo più di tanto e scendiamo. Facciamo tappa nei luoghi che hanno fatto da set cinematografico per il film di Bud Spencer e Terence Hill "continuavano a chiamarlo Trinità", Marcello si fa anche la scarpinata per raggiungere il punto esatto, io mi fermo a metà strada perché i miei bronchi asmatici si rifiutano di collaborare. eusa_wall.gif
Il successivo stop è al Rifugio Mucciante, famoso per le sue griglie esterne sulle quali ognuno si cuoce a piacimento gli arrosticini: sono quasi le cinque del pomeriggio, evitiamo...

Attraverso il Valico di Capo la Serra arriviamo a Castel del Monte, bellissimo paesino arroccato sulla montagna e di qui a Calascio, dominato dalla rocca famosa anche per essere stata set del film LadyHawke. La discesa lungo la valle del Tirino ci porta nella valle del Pescara che risaliamo per qualche chilometro per giungere a Popoli, tappa odierna.
L'albergo prenotato ci accoglie e ci riserva un parcheggio per le moto piuttosto singolare: i locali che erano stati sede di un istituto bancario! Abbiamo messo la moto in banca! icon_mrgreen.gif
Una breve escursione nel paese che ci ospita, caratteristiche le due chiese affiancate, ed è ora di cercare un posto dove cenare. E' stata la ricerca più difficile di tutta la vacanza, complice il lunedì sera turno di chiusura dei pochi ristoranti del posto, ci siamo trovati a mangiare in un'anonima pizzeria con specialità pinsa (la pizza alla pala romana). Non è stata una cattiva cena ma nemmeno una cena memorabile, soprattutto niente di tipico del territorio, caratteristica che sempre vado a cercare durante i miei viaggi (e come me, Marcello).
Anche questa giornata si conclude e ci ritiriamo nelle nostre stanze per la notte.

Km: 301
Passi: 15
 
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16182633 Inviato: 8 Set 2020 9:57
 

Potevamo incrociarci al Ritrovo Mucciante

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Bel giro.
Bel report doppio_lamp.gif doppio_lamp.gif doppio_lamp.gif
 
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16183046 Inviato: 9 Set 2020 22:59
 

Martedì 23 Giugno
Oggi è il giorno in cui toccheremo il punto più a sud di tutto il viaggio, saremo a meridione di Roma e più o meno alla latitudine del Gargano.
La giornata inizia con una abbondante colazione a buffet servito, causa covid il buffet classico non è disponibile, commentiamo il fatto che, con il servizio si è più portati a contenersi! eusa_doh.gif
Tiriamo fuori le moto dalla banca icon_asd.gif e ci mettiamo in viaggio. Una prima parte di strada di fondovalle sulle rive del Pescara, a fianco dell'autostrada A25, ad un tratto vedo l'indicazione per il passo San Leonardo e mi chiedo come mai Marcello non l'abbia inserito nel percorso, glielo domanderò alla prima occasione e mi risponderà che ci avrebbe portato troppo fuori strada. Qualche chilometro dopo deviamo per il primo passo di giornata, il passo Lanciano, che inizia con l'attraversamento del paesino di Lettomanoppello (il nome mi resterà impresso) piuttosto stretto, usciti dal quale la strada si fa ripida ma abbastanza larga e con buon asfalto. Mi lascio prendere e dopo poche curve striscio lo stivale destro, nemmeno il tempo di rimproverarmi per la posizione con i piedi a papera e tentare di rimediarvi che gratto la pedana sinistra: dev'essere proprio la strada! Una volta a casa, durante un giro a Livigno, scoprirò che qualche influenza potrebbe averla avuta anche l'ammortizzatore alla frutta eusa_think.gif . La cima del passo Lanciano rappresenta bene la desolazione delle stazioni sciistiche nei mesi estivi: non c'è un anima, tutto è chiuso, si vede solo il pesante intervento dell'uomo a discapito della natura a servizio degli sport invernali. La mia attenzione viene attratta dall'insegna di un ristorante, chiuso anch'esso come tutto il resto: "Il Dahu ristorante pizzeria" con tanto di illustrazione dell'animale leggendario dalle zampe asimmetriche. Pensavo fosse una leggenda tipica solo di alcune zone delle Alpi (Piemonte, Francia, Svizzera), scopro invece che è diffusa anche sull'Appennino, sui Pirenei e finanche sugli Urali!

Proseguiamo attraversando paesi dai nomi curiosi: Crocifisso, Pennapedimonte (ammetto di aver letto Pennadipiemonte, sarà la lontananza da casa icon_mrgreen.gif ), Palombaro, Civitella Messer Raimondo, fino a giungere a Fara San Martino dove Marcello devia dalla strada principale per infilarsi in mezzo al paese, non ne capisco il motivo, poi passiamo davanti alla sede della De Cecco: pensando alla pubblicità chiedo al mio compagno di viaggio se volesse incontrare Claudia Gerini. Rigorosamente! eusa_wall.gif
Percorriamo la SS 84 passando per l'anonimo valico della Forchetta ed entrando nell'altopiano del Quarto Grande, sfioriamo il grazioso paesino di Pescocostanzo e giungiamo a Roccaraso, qui mi esibisco in un'inversione a U con suonata di clacson da parte di un camionista incazzoso che proveniva dal senso opposto, solo per fare una foto al cartello del paese che è, da non molto, gemellato con Borgosesia, la cittadina che mi ha visto crescere.

Proseguiamo lambendo Castel di Sangro (la vista dello stadio, piuttosto grande per una cittadina così piccola, mi fa ricordare quando la squadra locale era giunta alla ribalta nazionale per essere stata promossa in serie B) fino ad Alfedena dove saliamo al colle della Croce e pochi metri dopo ci fermiamo per qualche foto al lago di Barrea che domina il panorama. Nello stesso spiazzo dove ci siamo fermati noi c'è un'altra moto con una coppia che, sentito il nostro accento "straniero", ci dà qualche indicazione sulle particolarità della zona e ci consiglia di andare a vedere il parco dei lupi a Civitella Alfedena.

Scendiamo a Barrea, mi fermo a fotografare la diga che sbarra il Sangro e origina il lago, quindi costeggiamo la sponda sinistra fino al ponte che lo attraversa e che ci porta a Civitella Alfedena. Il museo del lupo è chiuso (causa covid) ma l'area faunistica che si occupa di recupero e reimmissione in natura di esemplari sfortunati, rimasti orfani o feriti è visibile facendo pochi passi da dove abbiamo lasciato le moto: dall'alto e un po' lontano riusciamo a vedere qualche esemplare di lupo, complice anche l'addetto del parco che stava portando loro del cibo. Grazie allo sconosciuto motociclista che ci ha dato la dritta!


Abbiamo già virato le prue verso nord, ci attende il passo Godi (un nome, una garanzia) e il paesino di Scanno dove cerchiamo un posto per mangiare, non un posto qualunque, Marcello è già stato qui e ricorda un ristorante in particolare. Qualche piccola difficoltà a trovare la strada per raggiungerlo, è nella via centrale del paesino, di non immediata raggiungibilità se si passa sulla principale, appena parcheggiate le moto capisco di essere arrivato nel posto giusto per me: il cancello d'ingresso al giardino del ristorante è fatto a forma di H da rugby e su di esso campeggia la scritta "terzo tempo"! Mangiamo davvero bene: sagne e fagioli e cazzillitti con le foje e troviamo nel proprietario del ristorante una persona che ama il suo paese, ne racconta le tipicità legate al parco d'Abruzzo e ai suoi abitanti più noti: gli orsi (è appena stata avvistata un'orsa con ben quattro cuccioli che ha attratto turisti da ogni dove). Il locale è anche un piccolo museo del rugby, il proprietario, come immaginavo, è un appassionato che ha fatto qualche trasferta per vedere il 6 nazioni, foto, magliette, sciarpe, palloni autografati sono esposti nel locale. Chiacchieriamo amabilmente e non verremmo via più.

Il lago di Scanno è la nostra prossima meta, seguito dal lago di San Domenico caratterizzato dal ponte "doppio" che porta all'eremo del santo. Da qui cominciano le Gole del Sagittario, un piccolo canyon scavato dal fiume omonimo, che conducono ad Anversa degli Abruzzi e sono dominate dall'alto dal borgo di Castrovalva che, scoprirò più tardi (grazie nyxfluo), ispirò Escher.

Proseguiamo verso Cocullo e da lì saliamo a Forca Caruso. Un'errata interpretazione del navigatore ci fa proseguire verso la Piana del Fucino e salire verso l'altopiano delle Rocche passando da Celano, facendo poi una "cricetata" (un avanti e indietro) per il passo della Forcella. Passando per Rocca di Mezzo percorriamo poi il tunnel che ci conduce a Campo Felice, attraversiamo l'altopiano carsico famoso per la stazione sciistica in tutta la sua lunghezza per giungere al valico della Crocetta e da lì scendere a L'Aquila, dove pernottiamo.
Abbiamo prenotato un B&B nei pressi di Porta Bazzano (che è anche il nome della struttura) una delle porte di ingresso al centro storico del capoluogo abruzzese. Ci rechiamo nel centro storico dove si vedono ancora, purtroppo, i danni del sisma del 2009 anche se, a onor del vero, molto è stato ricostruito. Ceniamo in un ristorante con tavoli all'aperto - carbonara, arrosticini e cicoria ripassata per me - chiacchierando con lo chef, appassionato di vini piemontesi ed ex sciatore. Prima di coricarci abbiamo ancora l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con i proprietari del B&B scoprendo ancora una volta quanto è piccolo il mondo: la proprietaria ha abitato da bambina sulla sponda lombarda del lago Maggiore.

Km: 332
Passi: 11
 
16183082
16183082 Inviato: 10 Set 2020 0:12
 

La zona del parco nazionale di Lazio, Abruzzo e Molise è da 0510_mina.gif a quattro mani. Ci tornerei anche domani !!
Peccato per la zona che la sovrasta, a nord, prima di arrivare a L' Aquila. Decisamente evitabile..
 
16183315
16183315 Inviato: 10 Set 2020 23:42
 

Mercoledì 24 Giugno
Lasciamo L'Aquila, non prima di aver fatto visita alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio e alla fontana delle 99 cannelle, ci dirigiamo verso la sella di Corno, per scendere verso Antrodoco dove troviamo, in rapida successione, un cartello che ricorda i confini dello Stato Pontificio e uno la curva parabolica della 1000 miglia dedicata a Piero Taruffi.


Risaliamo la valle del Velino lungo la Salaria passando per le famose Gole del Velino e tra una serie di cantieri stradali per l'allargamento della statale fino a deviare verso Leonessa su una strada motociclisticamente divertente e da lì salire alla Sella di Leonessa dominata dalla parete che ricorda le Dolomiti del Terminillo.

La salita verso la montagna di Roma non è il massimo dal punto di vista dell'asfalto mentre lo è la discesa verso Rieti dalla quale deviamo per Cantalice e Poggio Bustone (paese natale di Lucio Battisti) per arrivare a Rivodutri in un punto che Marcello sul percorso aveva nominato: "Macelleria". Ricordo che quando stavamo definendo il percorso gli dissi che il posto doveva essere davvero degno di nota se, per passarci, aveva saltato il Terminillo icon_asd.gif ! Alla fine il Terminillo è stato inserito nel percorso e la Macelleria è rimasta. E meno male: un chiosco a lato strada con qualche tavolo all'aperto e sotto una tettoia, dove scegli la carne al banco e te la cucinano sulla griglia al momento! Scottadito e arrosticini, per antipasto delle mozzarelline di bufala prodotte a poca distanza. Spettacolo gastronomico. eusa_drool.gif
Non siamo gli unici motociclisti lì a mangiare, facciamo due chiacchiere con un altro amante delle due ruote a motori e pure con un ciclista che sta pedalando verso la Sicilia, partito da Porto Recanati. Un altro avventore, sentito il nostro accento non della zona, ci chiede da dove proveniamo e poi si dimostra curioso sulla situazione covid dalle nostre parti; scopriamo che è di Poggio Bustone e che il padre era amico e coetaneo del grande cantautore, oltre a condividerne il cognome pur non essendo parente. Ci racconta che anche la sorella è una cantante: Leda Battisti. Possiamo orgogliosamente dire di avere meno dei canonici 6 gradi di separazione da Lucio Battisti! icon_mrgreen.gif
Ritorniamo verso Leonessa passando per il valico di Torre Fuscello, quindi per Forca Capistrello e Forca di Cerro arriviamo nei pressi di Spoleto dove, tra lavori, sensi unici, strade nuove non presenti sul navigatore, giriamo avanti e indietro per un po' prima di imboccare la giusta strada per Todi. Ci fermiamo nei pressi della chiesa di Santa Maria della Consolazione, fa un caldo asfissiante, scambiamo due parole con un autista di autobus, motociclista anch'egli e, visto che la ZTL del centro storico è sospesa, decidiamo di fare un giro per il centro con le moto, fermandoci nei pressi di Piazza del Popolo ed uscendo poi da porta Romana dopo una ripida e stretta discesa.


Tappa di giornata è Orvieto, collegata a Todi da una strada chiamata "Millecurve" che, ovviamente, percorriamo. La prima parte è flagellata da un asfalto che definire pessimo è fargli un complimento, la seconda invece è una vera goduria motociclistica.
Ad Orvieto facciamo il check in in hotel, parcheggiamo le moto nel grande parcheggio sotterraneo collegato al centro città da ascensore e scale mobili. Un giretto per la città, qualche foto al bellissimo duomo illuminato dal sole della sera poi troviamo un ristorante dove cenare: un bistrot dove mangiamo davvero bene e beviamo meglio!

C'è spazio anche per il momento "carramba che sorpresa!", siamo seduti nel dehor e Marcello è rivolto verso la strada, ad un certo punto sento che saluta qualcuno, si alza e va a parlare con una persona che passava di lì: il capo officina della ditta per la quale lavora!
Anche questa torrida ma piacevole giornata di viaggio si conclude e... domani è un altro giorno!

Km: 328
Passi: 6
 
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16183368 Inviato: 11 Set 2020 9:51
 

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bellissimi posti, visitati anni fa.
 
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16183372 Inviato: 11 Set 2020 9:54
 

Ci siamo incrociati su Todi icon_redface.gif icon_redface.gif icon_redface.gif icon_redface.gif
 
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16183402 Inviato: 11 Set 2020 11:26
 

KIMO ha scritto:
Ci siamo incrociati su Todi icon_redface.gif icon_redface.gif icon_redface.gif icon_redface.gif

Mi sa che ci siamo andati in periodi diversi... icon_redface.gif
 
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16183403 Inviato: 11 Set 2020 11:28
 

bastiancontrario ha scritto:
Mi sa che ci siamo andati in periodi diversi... icon_redface.gif
mi sa ma l'amore è rimasto per strada icon_redface.gif
 
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16183416 Inviato: 11 Set 2020 12:13
 

Che collegano Todi ed Orvieto ci sono due strade, entrambe molto divertenti.

La SS448, a sud, è quella che passa per il Lago di Corbara, posto in cui mi sono fermato per la seconda volta nel giretto con Nadia perché secondo me ci si sta divinamente. In agosto era interrotta, ma l' avevo percorsa tutta l' anno scorso con la Street R ed mi era sembrata favolosa (almeno, rispetto alla media degli asfalti nei dintorni).

La SS317, a nord, è quella che parte invece da Marsciano ed è un passo senza però che ci sia il cartello ad indicarlo. La prima parte ricordo fosse rovinata, ma anche la seconda sinceramente non mi pare fosse messa bene quando ci sono passato l' anno scorso, ma l' avevo trovata deserta e ci avevo dato dentro col gas lo stesso, navigando sulle millemila sconnessioni come chi se ne sbatte. Divertentissima.

Quale avete percorso voi, qual' è la "mille curve" ?
 
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16183426 Inviato: 11 Set 2020 13:19
 

Abbiamo fatto la strada alta, quella che passa da Prodo.
Quella che costeggia il lago era l'alternativa da fare se ci avessero confermato il pessimo stato del fondo stradale,.
Ma poi, una volta informati che la parte brutta era solo nei primi km, ed avuto la certezza che la strada bassa fosse caoticamente trafficata da una quantità di mezzi pesanti, a causa di lavori sulla strada alternativa (per loro), il problema non ce lo siamo più posto.
 
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16183429 Inviato: 11 Set 2020 13:31
 

frenk_RS_125 ha scritto:
Che collegano Todi ed Orvieto ci sono due strade, entrambe molto divertenti.

La SS448, a sud, è quella che passa per il Lago di Corbara, posto in cui mi sono fermato per la seconda volta nel giretto con Nadia perché secondo me ci si sta divinamente. In agosto era interrotta, ma l' avevo percorsa tutta l' anno scorso con la Street R ed mi era sembrata favolosa (almeno, rispetto alla media degli asfalti nei dintorni).

La SS317, a nord, è quella che parte invece da Marsciano ed è un passo senza però che ci sia il cartello ad indicarlo. La prima parte ricordo fosse rovinata, ma anche la seconda sinceramente non mi pare fosse messa bene quando ci sono passato l' anno scorso, ma l' avevo trovata deserta e ci avevo dato dentro col gas lo stesso, navigando sulle millemila sconnessioni come chi se ne sbatte. Divertentissima.

Quale avete percorso voi, qual' è la "mille curve" ?


Noi abbiamo fatto la SR79Bis, fino a Prodo piuttosto dissestata, oltre decisamente in ordine.
 
16183440
16183440 Inviato: 11 Set 2020 14:28
 

Io internamente alla Sabina ho fatto di quelle strade... belle per le curve..ma in certi punti i dossi erano tali che ho grattato il fondo 2 volte icon_asd.gif icon_asd.gif icon_asd.gif
 
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16183445 Inviato: 11 Set 2020 15:02
 

topomotogsx ha scritto:
la certezza che la strada bassa fosse caoticamente trafficata da una quantità di mezzi pesanti, a causa di lavori sulla strada alternativa (per loro)
Onestamente, entrambe le volte che ho percorso la strada del lago l' ho trovata deserta. Quest' anno poi c' è proprio un' interruzione all' altezza del ponte sul lago (in corrispondenza del resort La Penisola, struttura della quale siamo stati entusiasti), quindi men che meno sarebbe possibile il transito di mezzi pesanti.

bastiancontrario ha scritto:
Noi abbiamo fatto la SR79Bis, fino a Prodo piuttosto dissestata, oltre decisamente in ordine.
Così a memoria dal gabinetto dell' officina non mi sovviene, approfondirò !!
 
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16183503 Inviato: 11 Set 2020 20:55
 

frenk_RS_125 ha scritto:
Onestamente, entrambe le volte che ho percorso la strada del lago l' ho trovata deserta. Quest' anno poi c' è proprio un' interruzione all' altezza del ponte sul lago (in corrispondenza del resort La Penisola, struttura della quale siamo stati entusiasti), quindi men che meno sarebbe possibile il transito di mezzi pesanti.


Quello che ho scritto ci è stato detto da uno del posto, l'autista di autobus menzionato da Andrea. La "millecurve" l'avevo già fatta anni fa, ed era praticamente tutta disastrata; ecco perchè abbiamo approfittato della loquacità del conducente durante una pausa per chiedere informazioni sullo stato delle strade.
Oltre ad averci detto che la strada alta era dissestata solo nei primi km, e che il resto del percorso era decente e valeva la pena percorrerlo, ci ha proprio raccomandato di evitare la strada del lago, per il traffico pesante.
 
16183521
16183521 Inviato: 11 Set 2020 23:50
 

Ho visto adesso (sempre da un gabinetto, ma quello di casa almeno..) quale sia la SR79bis. Non l' ho mai transitata e ne ignoravo l' esistenza, ma vedo anche che Prodo è situato a ben oltre metà del tragitto tra Todi ed Orvieto, quindi mi chiedo se non sarebbe stato meglio percorrere la strada a nord.
Non so, se dite che fino a Prodo è disatrata, vedendo dove Prodo sia, non mi viene voglia di andarla a provare, ma comunque per la prossima volta valutate le due strade da me menzionate, se posso permettermi un consiglio da (ex) smanettone icon_wink.gif
 
16183574
16183574 Inviato: 12 Set 2020 9:20
 

La strada l'abbiamo trovata malmessa per i primi km partendo da Todi, credo i primi 10, non fino a Prodo.
Dopo ci si poteva anche divertire un po'.
 
16184762
16184762 Inviato: 18 Set 2020 19:44
 

Quest'anno eravamo tutti in centro Italia... A saperlo si poteva fare un ritrovo... icon_lol.gif
Magari al Mucciante, così se magna e se beve... icon_asd.gif
 
16185275
16185275 Inviato: 22 Set 2020 0:20
 

Giovedì 25 Giugno
Dopo colazione è ancora il momento di una visita ad Orvieto, andiamo fino al pozzo di San Patrizio ma non riusciamo a visitarlo perché apre troppo tardi per il nostro programma della giornata. Rivediamo il duomo e riusciamo ad entrare dalla zona riservata alla preghiera passando per uomini pii e timorati di Dio icon_mrgreen.gif (anche qui le visite, a pagamento, iniziavano troppo tardi).
E' ora di ripartire, recuperiamo le moto dal parcheggio sotterraneo e ci avviamo verso la prima meta di giornata: Civita di Bagnoregio. C'ero già stato, di ritorno dal Tingalazio, ma la rivisito con piacere. Un po' meno dopo l'attraversamento pedibus calcantibus (e polmoni sputandum eusa_wall.gif ) del ponte e la salita al centro storico (a pagamento anche questo e pure il parcheggio per le moto). Il borgo e la valle dei calanchi attorno sono veramente spettacolari. Fortunatamente non vi erano troppi turisti.

Ripartiamo e dopo aver costeggiato il lago di Bolsena, percorriamo la Cassia fino a Buonconvento godendoci il paesaggio fatto di campi di grano, casali e filari di cipressi veramente magnifico. Ad un certo punto Marcello si ferma per una foto: nello stesso punto passò qualche anno prima e ricordava perfettamente di aver fatto una foto simile davanti ai filare di cipressi che costeggiavano l'ingresso di un podere. Qualche giorno dopo mi manda le due foto per una sorta di "trova le differenze"... Ho sete e ho terminato le scorte d'acqua pertanto annuncio al mio compagno di viaggio che mi sarei fermato al prossimo bar a recuperare una bottiglietta e magari a mangiare una barretta energetica. Mi chiede se la barretta la ho con me o devo comprarla, gli rispondo che devo acquistarla e che se la trovo a base di pane e prosciutto la gradisco di più! icon_asd.gif
Proseguiamo fino a Buonconvento e lì ci fermiamo per un pranzo veloce. Vicino a noi sono parcheggiate due Multistrada ben impolverate, ne localizziamo i proprietari e chiacchieriamo sull'Eroica che loro stanno percorrendo e noi abbiamo fatto lo scorso anno: sempre bello raccogliere le impressioni di chi sta percorrendo in moto strade che tu hai già percorso.
Percorriamo con molto godimento le provinciali 34 e 33, curvose e divertenti sempre in mezzo alla campagna toscana e ci portiamo alla successiva visita: l'abbazia di San Galgano. Fa discretamente caldo e prima della visita ci leviamo tutto ciò che è possibile levare lasciandolo sulla moto legato con un lucchetto, non c'è molta gente nel parcheggio ma non si sa mai. Pagato il biglietto d'ingresso, visitiamo i resti dell'abbazia senza tetto notandone la maestosità e lo stile architettonico romanico gotico di cui putroppo non si sono conservati i pregevoli petali del rosone nell'abside e pure poco delle eleganti bifore laterali.

Scopriamo che la famosa "spada nella roccia" non si trova nel complesso dell'abbazia ma nel piccolo Eremo di Montesiepi che si erge poco più sopra. Scartata (da me soprattutto) l'opzione di raggiungerlo a piedi, inforchiamo le moto e andiamo a vedere questa spada infilzata nella roccia da San Galgano come simbolo dell'abbandono della vita secolare a favore di quella monastica ed eremita.
Qualche curva ancora ci separa da Massa Marittima dove abbiamo prenotato per la notte. Marittima in questo caso nulla ha a che vedere con il mare, scopriamo chiacchierando con il gestore dell'hotel che il termine deriva da Maremma. Dal balcone dell'hotel dove facciamo un aperitivo, si vedono il mare e l'isola d'Elba, bellissimo panorama. Per cena ci portiamo in centro al paese, di fronte alla bellissima cattedrale (e facendo un'altra salita con grande piacere dei miei polmoni!) e mangiamo decisamente bene nel ristorante consigliato dal gestore dell'hotel.

Anche questo penultimo giorno di viaggio è terminato. Domani si punta decisamente verso nord e verso casa.

Km: 207
Passi: nessuno
 
16185406
16185406 Inviato: 22 Set 2020 16:36
 

Venerdì 26 Giugno
Oggi è il giorno del rientro, prima di tornare a casa però ancora un po' di belle strade ci aspettano. Iniziamo con la strada dei quattro comuni, chiamata localmente "la stracciagomme", un ininterrotto toboga di curve che conduce da Suvereto a Castagneto Carducci passando per Sassetta e per il passo Bocca di Valle. Giunti praticamente in riva al mare lasciamo perdere Bolgheri e San Guido con i cipressi in duplice filar di carducciana memoria e ci infiliamo sull'Aurelia che di lì a poco entra in A12 con direzione Versilia. Un incidente ci costringe ad uscire a Rosignano e a percorrere la variante Aurelia e la via del Littorale, affacciata sul mare sopra pittoreschi scogli per rientrare nuovamente in A12 a Livorno. Usciamo al casello Versilia perché le strade delle Apuane meritano di essere percorse. Iniziamo dal passo Croce, un fondo chiuso che solo Marcello sa dove ha trovato, per raggiungerlo attraversiamo Levigliani su una salita che metterebbe a dura prova qualsiasi ciclista. Mi sovviene quando, giovincello, con l'auto nuova venni da queste parti per un'escursione sulle Apuane: la sicurezza sulle partenze in salita era ancora di là da venire, quello era stato un bel banco di prova!
La vista dalla cima del passo vale la "fatica", peccato un po' di foschia.

Proseguiamo verso la famosa galleria del Cipollaio e successivamente il passo del Vestito, anch'esso sottopassato da una galleria e scendiamo verso Massa per arrivare a Marina di Massa dove pranziamo prima di ripartire per una tirata autostradale fino a casa.

Anche questo viaggio è terminato, come tutti i viaggi in moto (e non) che ho fatto mi lascia ricordi indelebili, ho visitato luoghi molto belli della nostra Italia, ho percorso strade divertenti per un motociclista, ho viaggiato con un amico con il quale condividiamo la stessa passione e alcune piccole "manie" (tipo quella di collezionare passi icon_asd.gif ), passando una settimana davvero piacevole!

Km: 574
Passi: 4
 
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