Appoggiò il cellulare sul tavolo, incurante che suonasse e andò in camera da letto a prendersi una sigaretta.
Tornò in cucina ma il maledetto continuava a suonare. Si accese la sigaretta e niente: bastardo! Infine prese la chiamata.
“Pronti?”
“Ciao Mario, sono Carlo. Ma stavi dormendo? Nel caso scusami.”
“No, no Carlo. Stavo in un'altra stanza e al principio non ho sentito la suoneria. Dimmi tutto.”
“Beh, t'ho chiamato per farti le mie congratulazioni.”
“Perché: che ho fatto?”
“Ma come: non hai comprato il giornale?”
“Ma quale l'U S? No, non l'ho compro mai a meno che non ci siano in ballo funerali. Carta per pulire il camino o il pesce.”
“Vabbeh, ma non sei uscito di casa?”
“No, ho passato una nottataccia. Alla fine mi sono svegliato a mezzogiorno.”
“Radio, televisione... niente?”
“Un po' di televisione... il TG7, i Simpson. Perché?”
“Ma allora non sai niente... veramente?”
“Ma che cosa dovrei sapere?”
Fu assordato dalla risata clamorosa di Righetti quindi, dopo un po' di singhiozzi...
“Niente, niente. Senti, hai intenzione di passare in caserma?”
“Si, pensavo di venire ma prima devo passare a prendere la moto.”
“Yama vero? Non l'hai ancora ritirata?”
“No, avevo deciso di passare a prenderla stamattina presto ma poi mi sono svegliato tardi e così sto andando a prenderla questo pomeriggio.”
“Mmmh. Ascolta, fai una cosa: vai a prenderla subito. Non troverai Giuseppe perché al momento è ospite qui da noi. Ritira la moto e vieni subito qui.” e giù risatine.
“Non capisco proprio. Cosa mi stai nascondendo?”
“Oh Mario: non c'è niente che devi capire: fallo e basta. Vieni e saprai tutto.”
“Bel c***o di modo di fare: anticipare un minimo?”
“Ma sei ancora lììììììì? Ma ti vuoi muovere? E piantala di perdere tempo! Ecccheccazzo!!!”
“Mi ricordo di un tempo in cui i Marescialli del CC erano più educati.”
“È vero: erano più educati ma molto più s*****i quindi schiavarda il culo da dove l'hai inchiodato e vieni qui subito. Se non arrivi entro mezz'ora ti mando una Pantera con un ordine di cattura” e via risate e singulti.
“Oh Carlo, e vedi di darti una calmata: ricordati che sono a piedi.”
“Appunto: muoviti, ritira quella moto e vieni.” e Righetti chiuse la comunicazione.
Strano, molto strano pensò Mario. Chissà cosa faceva friggere tanto Carlo Righetti. In ogni caso si prese i suoi tempi; si lavò i denti con calma, si risedette al tavolo di cucina per fumarsi una sigaretta post dentifricio quindi, con addosso una stanchezza mortale andò a prendere il giubbotto tecnico e il casco con i guanti al suo interno.
“Che palle, che palle, che palleeeeeeee” ruggì verso il lampadario.
Uscì di casa e svoltato l'angolo ecco il Pollicino arrivare.
“Che culo. Proprio adesso che avevo voglia di fumarmi un'altra sigaretta.” biascicò amaro.
Fu particolarmente fortunato; a bordo c'erano le stesse ziette dell'altra volta per cui poté rifarsi le orecchie con discorsi degni dell'Accademia Reale Svedese preposta all'assegnazione dei Premi Nobel.
“Ma l'ha sentito che a C stanno facendo le piste per le biciclette.”
“E certo che quello scalzacani comunista fa le piste. Così i giovinastri possono correre e scipparci meglio.”
“Ma ci pensa. Che peccato però. Così bellino, mi sembrava un bravo figliolo.”
“Macché bravo figliolo: ma non lo sa che la Madonna piange perché questo Z è sindaco.”
“Hiiii, che cosa brutta. Ma sta dicendo sul serio?”
“Glielo giuro: me l'ha detto Don P che l'ha sentito a Radio M. Ma non l'ascolta?”
“No, no, per carità: io ascolto solo Radio Sant'E e Radio B Queste radio straniere non mi piacciono.”
“Ma che straniere e straniere: Radio M sta in L.”
“Perché la L non è straniera? Sta in P dove ci sono quei legati.”
“Ma quali: quelli ce l'hanno sempre duro?”
“Non lo so: questa cosa non l'ho mai capita però fossero anche qui come lassù. Ho sentito che il figlio di B si è laureato prima di diplomarsi.”
“E va bene. Ma lì è facile, sono moderni. Hanno i denari. Lì sono bravi non come qui che per laurearsi... pensi, mia nipote è bravina ma è al quarto anno a prendersi la Laura. Troppo, troppo.”
“Ho sentito che quel R ha fatto molto in fretta.”
“Gliel'ho detto: sono moderni e qui siamo arretrati. Ohi, Nostrassignorammia.”
“Ma lo sente questo rumore, che cosa brutta.”
“Si girarono e videro che Mario stava dando delle formidabili testate al palo di sostegno, pur di non sentirle.”
“Eh no, questa è una cosa troppo brutta. Adesso ne parlo col guidatore.”
La zietta si avvicino al guidatore che si stava allineando alla fermata col capolinea.
“Sentaaa, là in fondo c'è un giovinastro, drogato che sta dando colpi al palo.”
La risposta fu lapidaria.
“Lo so Signora: è fortunato. Se potessi lo imiterei ma devo guidare.”
To be continued...














e aspetto impaziente la prossima puntata!



