Moto
Un mercato sempre più vario e ricco
Scritto da SuperCazzola - Pubblicato 17/09/2008 16:15
Stanno nascendo nuovi segmenti di moto per soddisfare una clientela più vasta e varia

Chi segue il mercato delle moto da 20 anni, o comunque lo conosce anche retroattivamente, si sarà accorto che oggi nei listini delle case, dalle realtà più piccole alle più grandi e rinomate, ci sono diversi modelli che appartengono a categorie “trasversali” rispetto quelle più classiche degli anni ’80, e per classiche si intende la sportiva, la turistica, la fuoristrada, lo scooter (Vespa, per antonomasia).

A partire dalla metà degli anni ’90 si è cominciato a pensare di andare a coprire fasce di mercato sempre più fittamente, per soddisfare clienti particolari, per facilitare l’approccio al mondo moto, per proporre mezzi versatili e multiuso, al fine ovviamente di ampliare le quote e le vendite.
Così, come oggi è sotto gli occhi di tutti, nei listini delle case più grandi (il discorso non vale per marchi molto piccoli e specializzati) oggi non c’è più solo un modello per ogni categoria “classica”, cioè la sportiva, la turistica, la fuoristrada, ma una miriade di progetti diversificati e ibridi.

Parlando di una realtà che mi sta molto a cuore, nel settore Enduro si è assistito alla nascita, già a fine anni ’80, di modelli non estremi e comunque utilizzabili su strada, con carene e cupolini più abbondanti, secondo uno schema derivato dalle gare nel deserto, il che ha creato il genere delle Enduro e maxi enduro stradali, caratterizzate dalla ruota anteriore da 21” tanto cara ai fuoristradisti, con illustri rappresentanti nella Honda Transalp e Africatwin, oltre che nella Yamaha Tenerè e Supertenerè; ad oggi tuttavia il settore Enduro stradali si è ulteriormente diversificato in Enduro stradali vere (sempre con la ruota da 21”, come il KTM990 Adventure o il nuovo Tenerè e il futuro Hypertenerè, il BMW F800GS) e moto da viaggio con impostazione da enduro (posizione a busto eretto, come l’Aprilia Caponord, Morini Granpasso, Guzzi Stelvio, BMW 1200GS, Suzuki V-Strom, Honda Transalp e Varadero).

Apro una parentesi in cui specifico la definizione di moto da Enduro a scanso di equivoci: per essere tale deve montare ruota anteriore da 21” e posteriore da 18” o 17”, paramotore in alluminio, marmitte alte, paramani, pedaline con punte, ruote rigorosamente a raggi, il tutto per evitare che ogni sterrato significhi rovinare ruote in lega, marmitte basse, coppe motore, etc; il che non significa che anche una delle succitate “enduro” da strada non possa affrontare un leggero sterrato, anzi, ma il tutto con una certa cautela.

Spenderei alcune parole anche riguardo le moto carenate supersportive: negli anni ’70 e primi ’80 le moto ritenute sportive erano paragonabili a quelle attualmente chiamate “naked” (cito ad esempio le famose Honda CB), poi a metà anni ’80 iniziarono a essere dotate di carene, derivate dalle moto da gara, per aumentare l’efficienza aerodinamica e la protezione per il pilota; tuttavia le scarenate continuarono ad esistere creando il segmento “naked” (cito Ducati Monster, Honda Hornet tra tutte), mentre la protettiva e confortevole carena venne adottata anche sulle “sport-tourer”, per questioni di protezione dall’aria, con effetti benefici e apprezzati sulle lunghe distanze (Honda VFR, Kawasaki ZZR, Suzuki GSF).

L’ultimo capitolo deve essere per forza di cose dedicato agli scooter e derivati: alla fine degli anni ’80 iniziarono a far capolino sul mercato dei mezzi con grosse e protettive carene in plastica e trasmissioni automatiche, evoluzioni estreme dell’idea “Vespa”, mezzi sempre più apprezzati e scelti da utenti desiderosi di comodità, protettività, praticità e al contempo velocità di trasporto, o anche intimoriti dalla motocicletta classica, ritenuta troppo pericolosa o poco pratica. Gli scooter oggi spaziano da compatti e agili 50 fino a grosse cilindrate (GP800) con prestazioni simili alle moto ma con la comodità delle carene e della trasmissione automatica: questa estremizzazione ha portato le case (Aprilia Mana, Honda DN01) a sperimentare la strada del cambio automatizzato anche sulle classiche moto: la nascita di un nuovo e sconvolgente segmento di mercato.
 

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Commento di: mr_red il 17-09-2008 21:42
bell'articolo
Commento di: MAK1 il 18-09-2008 10:56
Il lato positivo è che tutti possono trovare quello che cercano o meglio vie di mezzo : nè carne, nè pesce.
il lato negativo è che la moto non è più una passione, ma un prodotto del mercato dove tutti hanno tutto e si snatura un ideale, per mercificarlo.
Questo secondo il mio punto di vista.
Commento di: Stradivar il 24-09-2008 19:05
Io vedo moto sempre più simili a scooter e scooter sempre più simili a moto...c'è confusione?