Riding to Bukowina [viaggio in Europa dell'est]

Lunedì 3 Agosto -

La giornata si prospetta molto intensa, io sono piuttosto emozionata… sto per partire per il mio primo motoviaggio internazionale! Fil dovrebbe arrivare alle 7… ma alle 6.40 sono già con la moto carica nel vialetto.
Prima tappa… al distributore Noaloil di Arino…. Da dove parte ufficialmente l’avventura.
Ecco i protagonisti:
Filippo Caliari su Suzuki Bandit 1250 “Steel Wheel”

Lilit su Honda CB 500 “Little Wing”

Mr and Mrs Puppet su Yamaha FZ6 “Cimice Arancione”.

Partiamo tutti insieme… ma poi ci perdiamo di vista per strada… dovremo aspettare oltre 200 km e 2 frontiere per ritrovarci tutti quanti sul suolo croato. dopo aver attraversato avventurosamente il centro di Rijeka ci inoltriamo sulla strada costiera, in modo che la vista del mare allieti il nostro viaggio. A Crikvenica decidiamo che abbiamo fame, e ci fermiamo a pranzo in un ristorantino finto-messicano, dove peraltro consumiamo un dignitoso pasto a base di calamari arrosto. La strada è molto invitante, ma il traffico è piuttosto intenso… raggiungiamo un campeggio a Klenovica, e decidiamo di piantare le tende. Qui soggiorneremo per un paio di giorni in riva al mare… di fronte all’isola di Krk. Fil non resiste alla tentazione di tuffarsi subito, benché il sole stia già calando.

Il tempo è bello… ma grossi nuvolosi incombono all’orizzonte… molto molto minacciosi… la notte infatti sarà piuttosto travagliata, perché piove a dirotto e soffiano fortissime raffiche di bora… ma la nostra tendina blu resiste egregiamente a queste intemperie!
Totale della giornata 463,4 km.

Martedì 4 Agosto

Dopo il diluvio notturno la mattina appare di un grigio plumbeo poco invitante… fuori piove… e noi inganniamo il tempo facendo una lunghissima colazione sotto la tettoia del ristorante. Non abbiamo notizie dei Puppets… ancora barricati dentro la tenda… per qualche istante temiamo addirittura che siano annegati nel nubifragio. Ma appena il tempo migliora ci raggiungono.Anche la loro tenda ha resistito mirabilmente a pioggia e vento… ma non alla sbadataggine di Silvia… che insonnolita come un orso dopo il letargo ci cade rovinosamente sopra portandosi via un paio di paletti. Per fortuna Luca riesce a ripararla egregiamente… con mezzi un po’ alla MacGyer!
Poi per fortuna il tempo migliora, e finalmente riusciamo a fare il bagno in mare… la spiaggia è ridotta a un fazzoletto di rocce aguzze, ma l’acqua è limpida, e nuotarci dentro è una goduria.

Il campeggio è molto frequentato… ci sono alcuni italiani, ma soprattutto tedeschi…. Merita una menzione speciale il bambino krukko che vedendo come le sue ciabatte galleggiavano provava a camminare sull’acqua come Gesù… ma chissà perché non gli riusciva poi tanto bene…
La giornata la passiamo così, da turisti pressoché normali, mentre le moto se ne stanno buone buone parcheggiate sotto la pineta…

Mercoledì 5 Agosto

Ecco, che finalmente torniamo ad essere mototuristi! Dopo colazione risaliamo in sella diretti verso sud, lungo la costiera. È una strada panoramica davvero mozzafiato, e tutto sarebbe davvero fantastico, se non fosse per il vento che continua a tormentarci con raffiche fortissime... e io fatico a tenere in strada la mia motina leggera… siamo obbligati a procedere con grande lentezza.
Dopo Karlobag si sfiora il dramma. Una pattuglia di polizia ci ferma informandoci che la statale è chiusa per via della bora (ma che strano!)
Ci fermiamo e scendiamo dalle moto… ma proprio in quel momento una raffica violentissima si porta a terra la Banditona di Fil (250 kili …. carica di bagagli come un mulo) e trascina i nostri caschi giù per 50 metri di scarpata! Ci metto un po’ a realizzare… ma quando vedo il mio casco galleggiare in mare mi prende una crisi di disperazione: e adesso senza casco come facciamo a tornare a casa??? Per fortuna mentre io mi dispero Fil si getta a capofitto nella scarpata, e riesce a recuperare entrambi i caschi… il mio in particolare è conciato molto male, ed è pure intriso di acqua salmastra… ma tutto sommato decido che si può ancora mettere in testa…
La moto ha subito qualche danno nella caduta, ma non tali da compromettere il proseguimento. Forse impietositi dalla scena i poliziotti croati decidono di risparmiarci la multa e ci consigliano di raggiungere l’autostrada. Così ci allontaniamo dalla costa… sembra che piova… ma in realtà sono minuscole gocce d’acqua di mare che il vento sparge tutto intorno come un nebulizzatore.
Sull’autostrada se è possibile va anche peggio, perché il vento davvero non concede tregua, e oltre i 100 all’ora diventa oltremodo pericoloso.
Abbandoniamo l’autostrada a Makarska, e ci accampiamo per la notte a Podgora, in un camping sulla spiaggia.

Totale della giornata 428,9 km.

Giovedì 6 Agosto

Ci alziamo la mattina e sbaracchiamo l’accampamento… per fortuna il vento sembra essersi attenuato. Adesso abbandoniamo definitivamente la stupenda costa croata e ci dirigiamo nell’entroterra, verso i monti della Bosnia.
Desideravo molto visitare Mostar… e in effetti è davero graziosa. il centro storico è abbarbicato su un’altura, le vie sono brulicanti di vita e di colore.

Ci fermiamo a fotografare il famoso ponte, simbolo della città.

Unico neo, almeno dal punto di vista di Fil: trattandosi di un paese musulmano la birra non è reperibile ovunque.
La prossima tappa è Sarajevo, e nella grande città ci troviamo un po’ spiazzati, perché l’unico indizio per trovare il nostro albergo è che è vicino allo stadio. Per fortuna ci viene in aiuto un centauro locale, che vedendoci in difficoltà si offre di guidarci fino a destinazione.
La periferia della città mi lascia un po’ perplessa: stradoni un po’ squallidi e grandi casermoni dormitorio in stile sovietico… ma per fortuna la sera saliamo su un taxi e ce ne andiamo in centro, che invece è davvero bello e pieno di vita. In un piccolo ristorante ci servono un’ottima zuppa bosniaca con carne e verdure, e il caffè alla turca.

Totale della giornata 257,5 km

Venerdì 7 Agosto

Eccoci in procinto di lasciare la Bosnia… ci aspetta il Festival della musica balcanica a Guça.Ssono le 8 di mattina e il cielo si presenta piuttosto minaccioso. Decidiamo di separarci quasi subito: Luca e Silvia si incamminano a bordo del Cimice, mentre noi tentiamo una strada alternativa… che però si rivela un po’ un buco nell’acqua perché comprende un bel tratto di sterrato…. e così decidiamo di tornare sulla via maestra. Passiamo attraverso la campagna bosniaca, che è piuttosto selvaggia, con tanto di animali al pascolo a bordo strada…. il frontale con la mucca di turno l’ho evitato proprio per un pelo! per di più piove a dirotto… ma questo non ci demoralizza! Ecco la frontiera, ecco che le chiese ortodosse nei paesini prendono il posto delle moschee: siamo entrati in territorio serbo! Qui finalmente la pioggia cessa di flagellarci, e subito ci imbattiamo in un giovane biker a bordo strada, apparentemente in difficoltà… naturalmente accostiamo un po’ allarmati… ma niente paura: non si tratta di un guasto alla moto: il ragazzo sta semplicemente sventolando all’aria i suoi documenti inzuppati dalla pioggia per farli asciugare! Si chiama Dusko, e viene dal Montenegro. Anche lui è diretto a Guça, ed è ben felice di fare l’ultimo tratto in nostra compagnia. Arrivati a destinazione attendiamo l’arrivo dei Puppets… e intanto ne approfittiamo per scendere in paese e procurarci un po’ di valuta locale, visto che l’euro non pare molto ben accetto… e la carta di credito addirittura sconosciuta… Dopo l’arrivo del Cimice e del suo equipaggio ce ne andiamo a pranzo in un ristorante all’ingresso del paese: è molto carino, e gli inservienti sono gentili… peccato che capiscano a stento il nostro inglese. Ad ogni modo ci portano una squisita zuppa di carne e cavolo cappuccio. Così a stomaco pieno andiamo a cercare di accamparci… e davvero non è facile… dopo lunghe ricognizioni finiamo per piazzare le tende in un prato privato (10 € a notte senza servizi, ci pare caro ma non c’è un’alternativa valida).

Tutto il paese si presenta come un immenso campo nomadi, caotico e chiassoso…per strada zingari in costume suonano e ballano…

c’è in giro molta gente già piuttosto bevuta anche se sono solo le 4 del pomeriggio! Però c’è in giro una massiccia mobilitazione di forze dell’ordine che veglia su di noi. Il festival di Guça è considerato dai serbi una grande manifestazione di orgoglio nazionale… e ce ne accorgiamo presto… sfiorando l’incidente diplomatico. Un paio di ragazzi fanno notare a Filippo senza troppo preamboli che ha addosso la maglietta sbagliata, coi colori della Croazia… nazione qui decisamente non molto amata.

La maglietta in questione non c’entra assolutamente nulla con la Croazia: lo stemma bianco e rosso è quello di un motoclub italiano, poiché si tratta di un gadget proveniente da un precedente raduno. Ma siccome i tipi non sembrano particolarmente disponibili a sentire spiegazioni Fil è costretto a un repentino cambio d’abito… e a una riappacificazione a suon di grappa…. Solo allora si mostrano soddisfatti e ci lasciano in pace.
Passiamo la serata in mezzo alla grande festa…ovunque girano enormi spiedi dove si arrostiscono pecore e maiali, mentre suo banchetti fanno bella mostra di sé buffi pupazzetti realizzati con cavoli e altre verdure.

Ovunque c’è musica, e molto bella… ma a dire il vero siamo un po’ frastornati dal suono delle atroci trombette tzigane che sovrastano tutto quanto.

Sabato 8 Agosto

La musica non ha smesso di suonare un solo istante per tutta la notte… ci svegliamo ancora piuttosto storditi… ma subito abbiamo una bella sorpresa: riconosciamo accanto alle nostre le moto di Niky e Niky, i due ragazzi bulgari che avevano ospitato Filippo e Luca in in precedente viaggio. Sono arrivati a notte fonda e si sono accampati accanto a noi, ma dormono ancora. Poiché il ristorante di ieri ci era piaciuto molto io e Fil decidiamo di andare lì a fare colazione. Oggi però è sparita anche l’unica cameriera che parlava un po’ di inglese… è dura farsi capire a gesti. Infatti cerchiamo di ordinare una brioche o roba del genere… e il cameriere ci porta due enormi paninazzi con la carne… un po’ pesantucci… ma comunque meritevoli di menzione. Si fa un giretto in moto tutti assieme (77 km), andando a pranzo fuori, poi a visitare una coppia di anziani serbi presso cui i bulgari avevano dormito durante il loro viaggio verso l’Italia. I ragazzi li chiamano il nonno e la nonna… per arrivare alla loro casuccia bisogna percorrere una stradina sterrata… stretta, ripida, e a tornanti… su in cima ci sono due case… e quello è il loro paese! I nonnetti ci accolgno a braccia aperte nel loro giardinetto.

Sono gente semplice, ma di buon cuore. Qui veniamo a conoscenza di un’usanza locale che vuole che il bicchiere dell’ospite non resti mai vuoto: e infatti continuano a portarci rakia, succo di mela e caffè alla turca fino allo sfinimento. Peccato che sia impossibile o quasi comunicare. Nel rientro ci fermiamo lungo in un torrente che sembra (o forse è?) una fogna a cielo aperto…. eppure c’è chi si azzarda a farci il bagno!

Domenica 9 Agosto

Colazione nel solito posto, oggi prendiamo solo il caffè per non rischiare. Mangiamo qualcosa alla fiera: ecco, finalmente trovo qualcosa di dolce da mangiare: si chiama palacinka ed è una specie di crepe con marmellata. Filippo si prende il solito paninazzo con salsiccia. Per cambiare panorama decidiamo di fare un giretto da soli, con la sola Suzuki. verso il parco naturale di Tara. Pranziamo in un ristorante con porzioni MOLTO abbondanti…. Tanto abbondanti che con gli avanzi riesco a farmi un monumentale panino da portarmi via da mangiare a cena.
Ci fermiamo pure a visitare la bottega di un artista che scolpisce il legno, e le sue opere sono davvero spettacolari da lasciare senza fiato.

Lasciamo Guca tutti assieme quando sono ormai le 18:30, destinazione un laghetto in Bulgaria in cui accamparci all’addiaccio. L’idea di viaggiare di notte e di dormire all’aperto tra i monti al freddo non è che mi faccia fare i salti di gioia… Alle 21 passate siamo ancora in Serbia, con parecchia strada da fare e molto stanchi. Fil ed io ci fermiamo in un motel a Pojate mentre gli altri proseguono (arriveranno alle 4 di notte). Il motel ha due entrate: una sul retro… così buia che facciamo fatica a trovarla… e l’altra sull’autostrada… con tanto di bar e ristorante con musica. Entrarci è come passare da una sorta di stargate. E’ piuttosto modesto… e non tanto pulito… ma dopo tre giorni passati nella zingaropoli ci sembra davvero lussuoso come un resort a 5 stelle! Finalmente una doccia, un letto vero… e niente trombette tzigane a turbare i nostri sonni! In più ci permettono addirittura di far passare le moto attraverso in ristorante per poterle mettere dal lato illuminato!

Totale della giornata 328 km

Lunedì 10 Agosto

Con tutta calma ci alziamo, facciamo colazione (Fil omelette con formaggio, io pane e marmellata) e carichiamo le moto. C’è un simpatico cagnolino che si mette a saltellarci intorno… si chiama Gipsy e vive a di qua dello stargate… speriamo non gli venga mai in mente di attraversarlo e finire da lato dell’autostrada… Fil chiama i suoi clienti bulgari che dovrà visitare nei prossimi giorni… e poi finalmente si parte. Autostrada fino a Nis, poi statale fino a Sofia. Le strade bulgare sono davvero orribili, con tombini pericolosissimi e buche grosse come voragini.

Credendo che gli amici siano già in città proviamo a chiamarli. Non ricevendo risposta ci mettiamo sulla strada verso Plovdiv. Nel frattempo Luca ci richiama (quando siamo a Vakarel) e ci spiega del loro ritardo, dovuto alla notte insonne. Torniamo quindi verso Sofia… attraversiamo il centro e la mia attenzione resta colpita da una bella chiesa con le cupole tutte dorate… raggiungiamo il gruppo. La cena è offerta dagli amici bulgari, in un pub di Sofia.
Totale della giornata 335,8 km.

Martedì 11 Agosto

La matttina io resto sola perché Fil se ne va a Plovdiv dai clienti bulgari. Ce ne andiamo a spasso con Katy, un’amica dei Niky, a fare colazione e un po’ di commissioni…

peccato non ci sia il tempo per un giro nel centro di Sofia… così non posso rivedere la cattedrale dalle cupole dorate. Fil invece a Plovdiv se la sta spassando alla grande: siccome non è arrivato il materiale i clienti se lo portano a spasso per la città, e si fa pure un ottimo pranzo a scrocco. Noi invece si dovrebbe partire in direzione del lago… ma il brutto tempo ci fa cambiare idea. Meglio restare un’altra notte a casa di Niky, dove si prepara un gran festone con tanti amici. Anche Filippo rientra alla base…

la festa è molto divertente, però ce ne andiamo a dormire presto, perché il giorno dopo si riparte.
Totale della giornata 340,1 km (ma solo per Filippo).

Mercoledì 12 Agosto

Sveglia ore 7, io e Fil partiamo per Plovdiv. Anche i bulgari si dividono: uno dei Niky rimane coi Puppets, mentre l’altro Niky e Katy si dirigeranno verso il Mar Nero. Il camion col materiale però è ancora per strada… e quindi anche oggi a Filippo di lavorare proprio non gli riesce. Facciamo un giretto nel centro della città. Plovidv è l’antica Filippopoli… ma il Filippo il questione non è in nostro, bensì il padre di Alessandro Magno.

Ci sono un bel po’ di cose da visitare: rovine greche, romane, chiese di varie religioni…

ci passiamo così la mattinata. Ripartiamo. Tutta statale, strada bella. Sosta pranzo in una piscina lungo la strada, sosta caffé in centro a Veliko Tarnovo. Arriviamo a Ruse alle 21 circa e troviamo camping che ci ospita tutti (5 persone, 3 tende e 4 moto) per "ben" 17 €. Campeggio squallido e gestito da gente strana e poco portata per le lingue, ma pratico ed economico. Un nugolo di zanzare ci assale come uno stormo di kamikaze giapponesi mentre piantiamo la tenda.. . Ci raggiungono pupazzi e Niky… ormai è sera inoltrata, e ci mettiamo a tavola. Ci sono in giro molti bungalow e molte roulotte… ma a parte una coppia di anziani polacchi non c’è traccia di altri ospiti… lo scenario fa molto fil horror, e mi viene quasi il sospetto che gli strani inservienti del campeggio siano in realtà una banda di maniaci che attirano qui i campeggiatori ignari per poi ucciderli e derubarli dei loro averi, e far sparire i corpi nel pozzo… Totale della giornata 545,2 km.

Giovedì 13 Agosto

Poiché evidentemente nessuno ci ha assassinato nel sonno partiamo tardi da Ruse verso le 9.30 e passiamo nuovamente il confine. Entriamo in Romania e perdiamo molto tempo per attraversare Bucarest. Non me ne vogliano gli utenti rumeni del forum ma la loro capitale non mi sta per niente simpatica: strade caotiche, cumuli di rifiuti ai bordi, donne che si prostituiscono in pieno giorno… e la gente guida malissimo! Per fortuna anche qui come a Sarajevo ci viene in soccorso un fratello biker, che cavalca una BMW, ma ha curiosamente addosso il giubbotti dell’Harley Davidson…e che ci mostra come imboccare la tangenziale. Decidiamo di separarci… come la storia della lepre e della tartaruga. Il Niky e l’equipaggio del Cimice viaggiano più veloci, ma si fermano spesso… anche perché son tutti fumatori e dopo un po’ vanno in astinenza…. Io e Fil manteniamo un passo più turistico, ma più regolare… e infatti ogni volta arriviamo sempre per primi! La strada è talmente pallosa che rischio il colpo di sonno… ma senza intoppi. La Romania fuori Bucarest per fortuna comincia a non dispiacermi: tanta campagna, paesini con casette tipiche, calessi trainati da cavalli, e contadini che si portano le mucche al guinzaglio come cagnolini…Per sera arriviamo a Radauti dove ci aspetta Mircea per scortarci al raduno. Arrivano anche le lepri un’oretta dopo e si cena tutti assieme.
Totale della giornata 623,4 km.

Venerdì 14 Agosto

Si apre ufficialmente il III° Bukowina Meeting,

bella location con piscina (che sfruttiamo abbondantemente). I ragazzi di Bukowina sono sempre molto ospitali con noi… siamo un po’ gli ospiti d’onore del raduno. Per l’occasione ci hanno preparato delle bellissime magliette con i loghi del loro motoclub e del Tinga, apposta per noi.

Il prato dedicato al campeggio si riempie fino all’inverosimile… arrivano anche altri connazionali, tra cui Alberto e Federica. Giornata dedicata a saluti, chiacchiere, salsicce, birra e palinka.

Serata piacevole, dopo un incontro con il direttivo del Bukowina Motor Club per arrangiare un gemellaggio ci divertiamo ascoltando i gruppi.

Mi piacciono molto i Bukowina… suonano una specie di metal con accenni epici… la cosa singolare è che il loro bassista leader (a prima vista un rozzo biker capelluto e tutto tatuato) si guadagna da vivere… come dirigente di una nota azienda informatica!
Purtroppo è la nostra unica giornata di raduno… ma ce la godiamo davvero fino in fondo.

Sabato 15 Agosto

Sveglia, smantellamento del campo, caffè e saluti. Nel frattempo è arrivato anche l’altro Niky con Katy, e facciamo colazione tutti insieme.

Alle 9:30 ci mettiamo in strada, io e Fil in solitaria. Bella strada in buone condizioni (finalmente!). l’ultima volta che ci era passato Filippo era ancora parzialmente sterrata. La provincia di Bukowina è davvero bellissima: montagne boscose e selvagge, tante mucche e tanti cavalli che pascolano a bordo strada, monasteri ortodossi e nidi di cicogne sui pali della luce… da Radauti a Cimpulung Moldovenesc passando da Sucevita, poi statalona attraverso Cluj Napoca e Oradea. Entriamo in Ungheria e arriviamo fino a Szajol, dove ci fermiamo nel bel motel Convoy City (bungalow a 35 €). Cena nell’adiacente ristorante, un ottimo goulash.

Totale della giornata 661,9 km.

Domenica 16 Agosto

L’ultimo giorno ci attende la sparata finale: sveglia ore 4:30, partenza alle 5:30. Statale fino a Budapest, dove prendiamo l’autostrada M7 verso sud fino a Szekesfehervar, quindi la statale 8 (E66) fino a Fürstenfeld, in Austria. Passato il confine con l’Austria ci attende un breve ma insidioso tratto di sterrato con lavori in corso…. davvero di tutti i posti dove temevo di incontrare lo sterrato l’ultimo era davvero questo! Da qui entriamo in autostrada, passiamo Graz, Klagenfurt, Villach, entriamo in Italia da Tarvisio. Pranzo con panino in autogrill. Dal Tarvisio in poi è la parte più dura, perché sotto il sole a picco… ci saranno 35 gradi… e correndo sull’asfalto rovente sembrano molti di più! Proseguiamo fino a Padova est… ecco, finalmente siamo a casa… vorrei baciare il suolo… ma poi decido che ho la schiena troppo incriccata per farlo!
Ecco, rientrati sani e salvi… e adesso dovrò pensare a cambiare le gomme e a comprare un nuovo casco… sono immensamente stanca… però tanto felice della mia piccola avventura!
Totale della giornata 944,4 km.

Totale del viaggio, fino a casa di Lilly, 5302,5 km.