Salve Tingavertiani,
eccomi qua, una settimana dopo a raccontare il mio primo viaggio in moto, meta le Dolomiti. Per qualcuno sarà di certo un giro da "principianti", ma per me è stato fondamentale, anche perchè ho la moto da meno di 4 mesi.
Preliminari: il 4 settembre prendo il raffreddore, no! Mi durerà una settimana e le previsioni mi dicono che è bene partire mercoledì 10: siamo al pelo. Sabato è il giorno peggiore, sto male e a Rimini fa un clima di m***a (scusate il francesismo), ma devo comunque comprare le ultime cose così mi dirigo a Savignano dove ha aperto un negozio nuovo che fa buoni sconti; alla mezza sono a casa con stivali e pantaloni nuovi e fiammanti (gli stivali sono una sciccheria...). Solo che, tra clima suddetto (è nuvolo ma fa un caldo umido infernale) e la salute da salvaguardare per i giorni sucessivi, non riesco a provare/rodare la nuova attrezzatura.
Martedì 9 sera: il raffreddore è quasi passato ed è sotto controllo; si ingrassa la catena, si studia come sistemare il bagaglio, si preparano i vestiti e si va a nanna.
Mercoledì 10: sveglia tranquilla alle 8 (sono già in vacanza, non stressiamoci!) mi preparo con calma, ma causa un piccolo contrattempo parto alle 10, mezz'ora dopo il previsto; si fa il pieno e via in autostrada!
Un paio di incidenti (uno grosso a Bologna e uno a Mestre) rallentano il ritmo così mi ci vogliono 4 ore per arrivare ai monti; fortuna che da Conegliano anche l'autostrada si fa bella. Decido comunque di farne un po' di meno ed esco a Santa Croce, sull'omonimo lago; mi fermo a mangiare in un barettino sul lago e poi si riparte.

Ormai sono già tra le montagne e l'aria cambia odore e "peso", ora è piacevolissima. Devo arrivare prima di cena ad Auronzo, dove ho prenotato; sono le 14.30, ho tempo per arrivare dove avevo preventivato, a vedere le Tre Cime di Lavaredo. Però non passo dalla valle di Auronzo, ci sarei stato dopo, passo da quella di Cortina, ammiro le Tofane e prendo la strada per Dobbiaco. Curva e ricurva, a un tratto sulla destra i monti si aprono e mi mostrano le Tre Cime: spettacolo! Foto d'obbligo e riparto per Dobbiaco.

Con la moto macinare km è un attimo, le strade ti permettono andature allegre e in un attimo sono là, in Val Pusteria, dove vedo un cartello che mi illumina: Austria 11 km. E vuoi non andarci?! Così anche quest'anno ho fatto le vacanze all'estero! Faccio le foto (là tengono le mucche in giardino), riempio il serbatoio (1.3 euro la verde!) e rientro in Italia passando da San Candido (dove c'è lo stabilimento della Senfter, Pusteria che bontà!) e Sesto e faccio i primi due passi del viaggio: Monte Croce e Zovo.

Dopo una sosta obbligata per un romagnolo a Lozzo di Cadore, finalmente arrivo all'albergo, mi doccio ed esco per andare a mangiare: tuoni e fulmini! Niente giro in paese, cena (ottima) in albergo. La stanchezza mi sorprende, guardo un tempo dell'Italia e vado in camera.
Giovedì 11: sveglia alle 7.45, ma mi alzo alle 8. Colazione, sistemo i bagagli e parto. Oggi devo raggiungere la Val di Fassa dove mi aspetta il mio fratellino. Prima tappa a Misurina dove ancora troneggiano le Tre Cime poi mi metto in marcia per tagliare le Dolomiti e inizio a superare i vari passi: Tre Croci, Giau (forse il più bello della zona), Fedaia, Sella, Gardena, Campolongo, Pordoi (ho visto andare su le Pit Bike!) e metà del Costalunga fino al lago, ormai ridottissimo, di Carezza.



Tutto è andato benone, il tempo è stato buono, le strade di più e c'è stata pure un'avventura da brivido con un pullman sul Sella.
Vado finalmente da mio fratello, così dopo un giorno e mezzo finalmente posso fare due chiacchere. La sera andiamo a mangiare la pizza a Moena in posto dove la fanno col Puzzone (un formaggio) ed è buonissima.
Venerdì 12: siamo arrivati all'ultimo giorno, purtroppo si deve mettere la ruota anteriore in direzione Rimini. Ci sono gli ultimi tre passi da fare: San Pellegrino, Valles e Rolle. Prima di prendere il Rolle saluto mio fratello e morosa al Parco naturale di Paneveggio dove ci siamo dati appuntamento; in questo parco ci sono molti cervi e si vedono anche dalla strada. Abbiamo visto anche un super bruco verde stupendo.
Nel ripartire mi accorgo che la perturbazione è un po' in anticipo quindi forzo un po' l'andatura per sfuggirgli. Fino a pranzo tutto ok, ma ho paura che le due chiacchere scambiate con un signore al bar (uno che si è girato le Dolomiti con una Vespa 50!) siano state fatali. Infatti poco dopo pranzo entro in un temporale; quel signore mi aveva parlato della legge della compensazione, cioè che se una volta ti va male la volta dopo è buona. Ecco, fino a quel momento era andato tutto bene, quindi è ovvio che ora io sia in mezzo ai monti e stia piovendo, no? In quegli attimi inizio a pensare "Non doveva andare così!" e lo sconforto stava per prendere il sopravvento; comunque riesco a mettere in qualche modo all'asciutto i bagagli e riparto vedendo poco e correndo meno. Smette di piovere e arrivo a Bassano e scopro una bellissima cittadina, ma il famoso ponte è in centro e non volendo/potendo lasciare la moto incustodita con i bagagli sopra decido di vederlo da lontano; anche perchè un altro temporale è in agguato ed è meglio provare ad evitarlo. Faccio qualche km ma non c'è scampo e mi prende in pieno! Per un attimo, ma infinitesimo, penso "Vado avanti!", dopodichè finisco dentro la coda del fratello italiano di Ike e mi infilo sotto la prima cosa che offre un minimo di riparo: la tenda di una pizzeria. E qui succede forse la cosa più bella di tutta la vacanza; qualche minuto dopo un signore esce dalla porta accanto alla pizzeria e va a chiudere i finestrini dell'auto, poi rientra in casa. Ma tempo altri pochi minuti e ritorna fuori; si mette a chiaccherare con me e poi mi invita in casa a prendere il caffè. Mi racconta un po' la sua vita (rigorosamente in veneto!) e chiede qualcosa di me. E' stato gentilissimo e alla fine sono rimasto con lui quasi un ora. Nel frattempo era cessata la pioggia, quindi mi sono rimesso in marcia. Fatto l'ultimo pieno (grazie all'acqua sono andato pianino e la moto ha consumato pochissimo, 25 km/l come uno scooter 200!) ho imboccato l'autostrada e, nonostante il male alle chiappe, ho fatto una tiratona fino a casa, dove sono arrivato stanchissimo ma soddisfatto.
Totale 1191.5 km e 12 passi in tre giorni.
Questo motogiro è un sogno avverato; amo le Dolomiti da sempre e da quando mi sono venuti i pruriti al polso destro mi sono ripromesso che un giorno sarei andato là in moto.
Mettere le ruote su quelle strade è un'emozione unica. Ogni curva apre una finestra sul paesaggio, l'aria è leggera e riempie i polmoni e lo spirito. Salire sui passi appaga la vista e il cuore. Le montagne sono una cosa incredibile, se ti fermi a guardarle ti spiazzano con la loro presenza; sono lì, di fatto immobili, ma sembrano spingere sulla terra per potersi alzare ulteriormente e riuscire a toccare il cielo.
Il viaggio in moto in solitaria è un'esperienza particolare, non c'è nient'altro che tu e la strada, nessuna distrazione se non il mondo circostante (e la canzoncina che ti entra in testa appena metti il casco e non esce fino a sera!). Si è soli, si fa fatica, spesso si sta scomodi, ma si è liberi, veloci e agili, come gli uccelli. Mi sono accorto che ogni posto non è un arrivo, ma una possibile tappa per "più in là"; se ti prende bene non ti vorresti fermare mai.
Ogni tanto mi chiedo perchè vado in moto, mi dico che sarebbe meglio fare basta, ci vogliono energie tempo e soldi, ma appena sento il clac della prima passa tutto. Felice!
Spero di non avervi annoiato troppo.
Ciao!
Simone


Grande Simone
....Benvenuto nella banda 




complimenti bei posti e belle foto . chissa quando avro l'occasione di andarci, mi piacerebbe molto... 

