Prima parte
7 agosto 2008. Quando a febbraio ho comprato i biglietti della nave questa data sembrava così lontana, così irragiungibile,
ed invece mese dopo mese, giorno dopo giorno è giunto il tanto sognato momento della partenza per la Sardegna.
Vado in Sardegna da più di vent'anni, ma quest'anno questo viaggio ha un sapore diverso perché per la prima volta ci vado in moto.
Ho cercato di pianificare tutto già da casa per non avere sorprese in Sardegna che potessero compromettere i miei tour.
Ho la nave alle 22.00 da Genova ed anche se da Torino ci va un'oretta e mezza per arrivare al porto decido di partire da casa per le 16.30, con la convinzione che è meglio arrivare 2 ore prima che 5 minuti in ritardo.
Mentre mi infilo la tuta comincio a pensare se ho preparato tutto senza dimenticare niente, soprattutto per quanto riguarda la moto.
Dunque, olio rabboccato, benzina fatta, gomme gonfiate, i documenti ci sono tutti... ok possiamo partire.

Comincio a caricare la borsa serbatoio sulla moto mentre mia moglie finisce di prepararsi e subito mi accorgo che sarà un impresa guidare, perché la borsa è talmente alta che una volta seduto in sella mi esce praticamente solo il casco fuori!!! Ma si, chi se ne frega, tanto vado giù in autostrada a velocità codice... le curve me le godo in Sardegna.
Vedo uscire mia moglie di casa tutta bardata e con uno zaino sulle spalle talmente pieno che le cuciture sembrano chiedere pietà!
Eh si, siamo veramente carichi, ho dovuto addirittura lasciare a casa le ciabatte perché non sapevo più dove infilarle!
Salutiamo i miei genitori, butto dentro la prima e parto dal cortile di casa con la voce di mia madre nelle orecchie che mi lancia le solite centoventisettemila raccomandazioni, ah le mamme!
Entriamo in autostrada belli contenti con il biglietto della nave ed il Telepass (appena attivato per la moto) in bella mostra nella tasca trasparente superiore della borsa serbatoio. Arriviamo al primo casello e quasi quasi mi porto via la sbarra perché il Telepass non è stato letto!!!
Azz. cominciamo bene!!! Dopo le varie imprecazioni dentro il casco riesco a passare il casello e da li in poi il viaggio scorre via tranquillo fino al porto.
Ce la prendiamo veramente comoda ed arriviamo al porto verso le 18.00, ci sono già un sacco di macchine incolonnate, ma passato il check-in per i biglietti mi fanno passare davanti a tutti e mi fanno fermare in testa alle file di auto dove ci sono già altre moto ferme.
Saluti di rito con gli altri motociclisti e poi inizia la svestizione immediata, perché al porto fa un caldo terribile e dentro la tuta comincio ad avere i pesciolini rossi!!!


Mentre aspettiamo di salire un altro pensiero comincia ad insinuarsi nella mia mente: "come azz. la lego la moto sulla nave???" E' il mio primo viaggio in nave con la moto e non vorrei ritrovarmi ad Olbia con la moto sul cofano di una macchina. Vabbè, appena salgo ci penso.
Non faccio in tempo a concludere il pensiero che gli addetti del porto ci dicono che le moto possono cominciare ad imbarcarsi. Mi accodo agli altri biker e salgo a bordo. Ci fanno salire al piano superiore e ci fanno parcheggiare accanto alla paratia esterna della nave, dove vedo a terra un sacco di corde.
Smonto la borsa serbatoio e decido di legarmi da solo la moto per non rischiare che gli addetti mi rovinino qualcosa. Mi accorgo che è più facile del previsto e che la moto non si muove più di un millimetro e quindi i dubbi che avevo poco prima svaniscono magicamente.
Raggiungiamo a fatica la cabina a causa dell'innumerevole fiume di gente che ingorga le scale, poi svestizione e finalmente ci possiamo rilassare a letto. Credo che il mio rilassamento si sia tramutato molto velocemente in sonno profondo tendente al coma, perché al mattino ero nella stessa posizione in cui mi sono sono coricato la sera prima!
Alle 6.00 in punto la voce maledetta nell'altoparlante mi strappa dalle braccia di Morfeo e ci avvisa che bisogna lasciare le cabine perché sono iniziate le manovre di avvicinamento al porto di Olbia. Per evitare code chilometriche al bar ci siamo attrezzati con plum cake vari rimandando la colazione seria al bar appena scesi.

Terraaaaaaa!!! Dopo l'attesa di svariati mesi finalmente le ruote della suzukina toccano il suolo sardo. La strada da fare è brevissima, perché siamo ospiti di mio zio proprio ad Olbia e quindi una volta scaricati i bagagli siamo già in costume e canotta pronti per la spiaggia!
I primi giorni trascorrono lieti ed oziosi tra parentado, spiaggia e tavola, dove ci deliziamo tra gnocchetti, carne alla griglia e dolci sardi.
Cominciamo a temere di tornare a Torino con un po' di zavorra in più sulla panza... ma si, chissenefrega, siamo in ferie!
L'11 agosto la sveglia suona presto perché dobbiamo rifare i bagagli e trasferirci per qualche giorno a Cardedu, paesino situato sotto Arbatax, dove abbiamo prenotato in un Bed & Breakfast.
Decido di percorre la famosa Strada Statale 125 detta Orientale Sarda, paradiso di curve e panorami mozzafiato e quindi lasciamo Olbia seguendo la costa verso sud in direzione Arbatax. Cominciano le curve ed io inizio a prendere confidenza con l'asfalto sardo. Le gomme tengono benissimo, ma qui non c'è bisogno di andar forte, tenendo un'andatura divertente ma sicura e prediligendo una guida rotonda ci si diverte come matti in un susseguirsi di curve ininterrotte.
I primi kilometri li facciamo costeggiando il mare con i suoi colori meravigliosi ed ogni tanto ci fermiamo per ammirare il panorama e scattare qualche foto. In moto riusciamo ad ammirare il posto come non abbiamo mai fatto in auto, siamo veramente entusiasti!




I kilometri scorrono via senza accorgersene e ci ritroviamo presto a Dorgali. Da qui parte la famosa strada a strapiombo sulle montagne del parco naturale del golfo di Orosei che ci condurrà a Tortolì. Si sale fino ad oltre 1000 metri in un susseguirsi di curve ininterrotte.


E' difficile mantenere la concentrazione sull'asfalto perché non si riesce a fare a meno di voltarsi a guardare il panorama fantastico che ci fa da cornice. Decido quindi di diminuire l'andatura e godermi il panorama guidando in piena sicurezza, anche perché per ben due volte mi sono trovato, all'uscita di una curva, un gruppetto di caprette che tranquille tranquille discendevano la parete ed attraversavano la strada!




Discesa la montagna il panorama cambia ed i colori scuri lasciano spazio al verde della bassa vegetazione ed al grigio delle rocce che affiorano dal terreno.
In breve tempo raggiungiamo Bari Sardo e poi Cardedu dove il meritato riposo ci attende.
A breve la seconda parte!


...Strade panoramiche meravigliose... 































