Moto
Come cadere quando si deve cadere...
Scritto da Macky980 - Pubblicato 19/08/2006 12:11
E' universalmente noto che la prima regola dell'andare in moto è: non cadere!

Ma noi siam gente temeraria e le regole son fatte, in fondo in fondo, per essere brutalmente infrante.

Diventa allora importante essere in grado di portare a casa la pellaccia o, per lo meno, la maggior parte possibile di essa. Proprio per questo avevo chiesto agli utenti del Ting'avert dei consigli su cosa fare e cosa non fare se e quando avessi dovuto assaggiare l'asfalto da troppo vicino. Grazie alle esaurienti risposte, ed in particolare grazie al decisivo aiuto di Adrm, mi prendo la responsabilità di riunire qui i punti salienti della questione (ma se vi fate male non venitemi a dire che è colpa mia).

Per generalizzare, diciamo che tutte le cadute sono differenti tra di loro e, mentre in pista una buona tecnica di caduta (ma andateci piano con gli allenamenti, mi raccomando) può quasi sempre permetterci di uscirne con le nostre gambe, su strade aperte al traffico la fortuna fa la sua porca parte...

Quando ci si rende conto che la caduta è inevitabile (e spesso ce ne accorgiamo che già stiamo arando con la testa l'asfalto) è importante lasciare subito la moto. Subito, ho detto, tanto non la rimettete in piedi con un colpo di reni. La motina, offesa per il vostro comportamento scriteriato, potrebbe far di tutto per vendicarsi: cadervi sulla faccia, schiacciarvi le gambe o trascinarvi per un bel pezzo. C'è sempre tempo per fare la pace con lei.

In caso di caduta laterale, come nella tipica perdita di aderenza all'anteriore, bisogna cercare di rotolare liberamente, senza cercare - almeno in un primo momento - di fermare il moto rotatorio con le braccia o le gambe che, quasi inevitabilmente, si spaccherebbero... e noi non vogliamo che succeda. La testa va portata in avanti, cercando di toccare lo sterno con il mento ed inarcando la schiena, in modo da evitare movimenti strani che possano spaccare le povere ossa del collo con conseguenze immaginabili. Il casco sbatterà sicuramente ed è consigliabile tenere la bocca chiusa per evitare di tagliarsi la lingua con un morso: se non soffocate comunque la fonazione sarà per sempre limitata e non potrete mai raccontare di come vi siete salvati dall'incidente. Le braccia dovrebbero essere portate verso il bacino e le mani rivolte con il palmo verso l'interno (perché, da buoni volponi, ci abbiamo pensato prima ad avere un buon paio di guanti con il dorso ben protetto).
Le gambe van tenute chiuse e leggermente piegate sempre per evitare che si spezzino come i bastoncini dei ghiaccioli.

In caso di urto frontale (avete presente il vecchietto che esce con mezza macchina dallo stop? Bene, la colpa è spesso sua!), con relativo volo in avanti alla Superman, bisogna tener conto che è l'equivalente di un salto mortale in avanti.
In questo caso l'urto ci proietterà in avanti e tenere per un attimo il manubrio ci permetterà di imprimere al nostro corpo il moto rotatorio che ci servirà poi per non cadere di muso sull'aslfalto. Per evitare torsioni anomale che potrebbero spaccare più ossa nelle vostre braccia e spalle di quante ne conosca il vostro amico iscritto a medicina l'ideale sarebbe mollare il manubrio nel momento in cui gli siamo sopra. Idealmente, a questo punto, bisogna trasformarsi in veri circensi ed atterrare sulla schiena (perché, da bravi volponi, ci siamo messi pure le protezioni sulla schiena). A quel punto tentare di scivolare come una tartaruga sul guscio è un passatempo pressoché obbligato, stando ben attenti a tenere sempre la testa e le gambe in alto per evitare di cappottarci ulteriormente, nel qual caso, perso definitivamente lo status di tartaruga bisogna arrangiarsi e cercare di rotolare in maniera da ridurre la forza cinetica e da esporre meno parti vulnerabili possibili.

L'ultimo tipo di caduta è quella posteriore, tipica delle impennate eccessive e delle zavorrine troppo distratte in accelerazione.
Se siete destinati a guardare la vostra moto che se ne va senza di voi, il modo migliore di farsi meno male possibile è quello di cercare di fare una sorta di capriola all'indietro in modo da ritrovarsi sulle ginocchia o sdraiati. Cercare di tenere la moto che ha già deciso di andare su una ruota sola fino al prossimo bar in solitaria non può far altro che farvi cascare di faccia sull'asfalto.

Se si cade in strade aperte al traffico i pericoli sono moltiplicati e le possibilità di non farsi male calano a dismisura. Come regole generali bisogna cercare di non invadere la corsia opposta e di non scontrarsi contro il guard-rail che è stato affilato la sera prima ('na parola, lo so). Appena possibile, se è possibile, è di vitale importanza togliersi dalla strada, per evitare di finire investiti dall'automobilista che, ignaro, sta arrivando... Non c'è nessuna fretta di toglierti il casco: sempre meglio che siano persone competenti a farlo, una volta arrivati i soccorsi.

Notare che l'asfalto è fatto apposta per avere un buon grip: anche se cadiamo per via della strada liscia comunque funziona come della ruvidissima carta vetrata. L'abbigliamento tecnico idoneo è fatto apposta per proteggervi dalla sua azione abrasiva quindi, se proprio non ci tenete a vedere come siete fatti dentro è sempre meglio usare dei buoni capi tecnici... dove siete coperti da un capo protettivo potete comunque farvi male. Dove il capo tecnico non c'è siete sicuri di uscirne ammaccati o scartavetrati.

Un'ultima considerazione: cercare di ammortizzare la caduta è una buona idea... nella caduta laterale, in particolare, l'avambraccio e il gomito dovrebbero toccare prima della spalla, ma non con un angolo tale da spaccarci tutte le ossa della spalla stessa.

Dopo una grattatina rituale vi saluto e mi auguro che ora ne sappiate un poco più di prima...

Macky980

 

Commenti degli Utenti (totali: 22)
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Commento di: Dono il 19-08-2006 18:16
Macky980 sei un grande, il tuo consiglio sulle impennate credo che mi tornerà utile....... Speriamo mai.......
Commento di: Macky980 il 19-08-2006 18:51
Ringrazia Adrm: le notizie son tutte fonte sua! Io ho solo riordinato il tutto alla meno peggio su consiglio degli amministratori, visto che l'argomento è importante per non lasciare sulle strade più pellaccia di quanto serva...
Commento di: Qwerty11 il 06-09-2013 22:04
Grazie per il tuo aiuto macky980 i tuoi consigli mi torneranno utili.... Quando andrò in pista!!! io sono un ragazzo e come molti altri credo non indosserò (purtroppo) parature per la schiena e guanti ogni giorno per andare a scuola o in palestra piuttosto che al cinema!!!! Insomma non è credibile mq non per figura con gli altri ragazzi e ragazze ma per una semplice questione di comodità e reale utilizzo.... Non è plausibile pensare di indossare tutte le protezioni per andare a fare un giro con gli amici o per andare a mangiare una pizza a all'angolo della strada. Ci vorrebbe piu tempo a vestirsi completamente che ad arrivare (a piedi). Penso che neanche lei le indossi tutte dalla prima all'ultima per andare, che so, a comprare il pane o il latte. E a questo proposito volevo sapere se c'è qualche metodo per evitare di farsi troppo male senza protezioni.... Per esempio io sapevo che un buon metodo in cadute laterali era di prottegere il corpo con la parte alta del braccio, tra l'avambraccio e la spalla perché mi hanno detto che se si usa l'avambraccio per prottegersi è assicurata la rottura anche su terreni non durissimi.
Commento di: LoRRenz il 20-08-2006 16:23
Ottimo articolo. Ne approfitto per sganciare una pillola di saggezza: "proteggiti che Dio ti protegge"!lol
Commento di: silverwindts il 21-08-2006 11:03
Bravo Macky....spero di non avere mai bisogno dei tuoi suggerimenti. Ma se nel caso dovessì rientrare in quella cerchia ristretta di coraggiosi, vogliosi di far pratica, spero che mi tornino in mente nel momento del bisogno!
Commento di: Niconinja il 21-08-2006 17:50
Ciao Macky980,
sei un grande ... sperando di non dover seguire i tuoi consigli ... e dopo una saggia grattatina ed un cornetto rosso sotto la sella ... mi associo con te circa i capi tecnici da indossare (sperando che qualche ditta inizi ad abbattere i cosi a volte proibitivi) ed aggiungo iscrivetevi ad un corso di Judo oltre ad essere uno sport eccezionale la prima cosa che ti insegnano sono LE CADUTE, può sempre tornar utile. Impara l'arte e mettila da parte.
Un lampeggio a tutti
Niconinja.
Commento di: RsPioneer il 27-08-2006 16:50
io faccio judo e le cadute te le fanno fare tutte sul MATERASSINO anche se io riesco a farle a terra senza problemi....riesco a saltare tre persone messe col sedere all insù!
Commento di: Chry il 29-08-2006 14:53
io l'esperienza di volare in avanti, anche se era una ragazza e non un vecchietto (al volante poco cambia), l'ho fatta e non importa quanto ci si prepari all'evento, non hai il tempo di pensare a raccogliere gambe e braccia e l'accelerazione di gravità che il tuo corpo subisce è superiore alla tua forza. Mi sono trovato cosi a vedere l'asfalto scorrere sotto di me e dopo circa 2 sec ho impattato con la parte superiore della capoccia, risvegliandomi dopo diversi minuti e a 27 metri dall'impatto. Mi consola aver visto che anche Sete, con la medesima dinamica di propulsione ha fatto gli stessi miei movimenti... eheheh fate una pregherina per il mio CBR 1000 RR disintegratosi dopo aver capottato per 12 metri...
Commento di: Topen il 05-09-2006 17:46
Io ho fatto Judo da 9 a 24 anni. All'età di 19, la signora di turno ha fatto capolino allo stop. La moto è rimasta piantata nello sportello e io sono volato oltre il tetto della macchina. Sarà stato il judo o il buon Dio non lo so, sta di fatto che ho fatto una perfetta caduta in avanti e mi sono ritrovato IN PIEDI a 5m dalla macchina. La signora dallo spavento stava molto peggio di me, che non mi sono fatto assolutamente niente! Miracolo?
Commento di: accelleratore il 05-09-2006 22:09
miracolo?? solo 1 pizzico... ho 16 anni e faccio judo da 10 anni e ormai so cadere da tutte le direzioni... comunque secondo me ti ha aiutato molto l'allenamento con la caduta in avanti e dopo qualche ruzzolone t 6 fermato in piedi...io sn cadoto con il mio sr di fianco a 50kmh cn solo 1a t-shirt e dei jeans addosso e m sn solo sbucciato i gomiti...il judo salva le ossa...
Commento di: wefun36 il 29-08-2006 18:28
Ottima summa!
vorrei aggiungere che i capi tecnici oramai li porto anche quando sposto la moto in garage, dopo che ho incrociato (abbattendolo e abbattendomi) un capriolo andando a spasso in maglietta e bermuda....
Quando passo sul posto dell'incidente raccolgo ancora a tre anni di distanza pezzi di pelle, ma oramai non ricordo più dove rimetterli e anche le ossa hanno ancora dei problemi......
Commento di: dacc il 29-08-2006 21:58
Fa un po' impressione leggere l'articolo ... ma e' stupido non parlarne e non pensare che ogni volta che si sale in moto si corre un pericolo. Quindi grazie per i preziosi consigli ... dettati con la giusta ironia per sdrammatizzare.
Commento di: BandanaNera il 30-08-2006 20:36
...scritto con una mano sulla tastiera e l'altra dove non dico... grazie davvero! Poi dubito di riuscire a ricordarmi tutto al momento giusto (ari-sgrat)... ma meglio SAPERE!
Commento di: smoker46 il 01-09-2006 16:27
gia provato sulla pelle!!! cmq grazie mille per i consigli!! anche se spero di non dover mai fare superman!!! (preferisco batman)
Commento di: alex62 il 01-09-2006 22:49
Informazioni eccellenti. Vorrei icordare a tutti però che oltre all'abigliamneto, i guanti ecc. è fondamentale avere le gomme buone. Ogni anno andrebbero cambiate. Costa ma quando lo fate? Avete un'altra moto. Ultima dritta quando ingrassate la catena non abusate del grasso, soprattutto spray e assicuratevi di andare piano i primi 3/400 metri per evitare di spararlo d'appertutto, soprattutto sul bordo del pneumatico posteriore...mi è successo facendo una rotatoria di sentire il posteriore dire qualcosa come "by-by" meno male che andavo piano e una pedata a terra mi ha retto in piedi!
Buone curve a tutti!
Commento di: ticonderoga81 il 15-03-2008 13:27
Ciao,
anch'io ho fatto l'esperienza di una caduta in avanti, ecco cos'è successo e come ne sono uscito:
viaggiavo a 60 km/h sotto un vero diluvio, quando una gentile gignora ha pensato bene di speronarmi da destra. La moto è stata scaraventata sulla corsia opposta fermandosi contro un muretto, io ho sorvolato di testa l'auto. Tecnica di atterraggio: braccia distese all'impatto, cedimento col braccio destro e appoggio in sequenza di gomito e spalla. A quel punto ormai sei di schiena e scivoli dissipando così in maniera dinamica la tua energia... Nel mentre prega che nessuno arrivi dall'altra parte, perchè altrimenti ti infili dritto dritto sotto l'auto! Penso sia stata la pioggia, rendendo estremamente viscido l'asfalto, a risparmiarmi un bel po' di botte. Non mi sono fatto assolutamente niente, grazie anche ai famosi capi tecnici.. A conti fatti ho avuto un sacco di fortuna!!!
Commento di: AlbNari il 25-01-2009 13:40
Tocco di palle.....
Commento di: K1ngR1d3r il 08-05-2010 20:54
Grazie!!!
Molto utile
Commento di: superwood il 04-10-2010 21:12
L'articolo in sè è un buon articolo, illustra gli incidenti-tipo che sono dei classici.
Anche l'evidenziazione di quanto siano utili i capi tecnici e le protezioni merita un plauso.
C'è un però, che ritengo sia bene sottolineare ulteriormente: quando accade, il tutto si esaurisce in molto meno di un secondo, e se le conseguenze non sono gravi è fortuna. Punto.

Troppo poco tempo per ragionare su come comportarsi per riportare il minimo di danni, anche perchè in questi casi entra in funzione una parte del nostro cervello che è estremamente rapida, ma segue regole ancestrali.
Torniamo scimmie, e le scimmie non guidano le moto.

Purtroppo le azioni istintive che abbiamo (sempre nella frazione di secondo in cui tutto accade) non sono adeguate alle circostanze.

Esempio: caduta all'interno

L'istinto fa sporgere la mano e se tutto va bene ci troviamo con un buco nel palmo, dato dal malefico sassolino che è riuscito a trapassare lo strato di kevlar del guanto. Se va male, finisce - ad esempio - con la frattura esposta del radio.

Impennata eccessiva: a parte il fatto che è una cosa da non fare (sfonda le forcelle all'atterraggio e fa perder tempo in accelerazione...)
Un po' di freno posteriore riporta giù la moto, o comunque contiene l'angolo in modo ragionevole.
Se proprio ci capottiamo, meglio sapere prima che il trauma conseguente (specie all'incolpevole passeggero) alle vertebre lombari può causare una paralisi permanente.

Urto frontale: va a cu**
Nel peggiore dei casi il codice-scimmia fa stringere il manubrio, col risultato di lesionare gravemente ossa e legamenti degli avambracci (non entro nei dettagli clinici, ma parliamo di mesi di riabilitazione)
Negli altri casi, si va dalla clavicola rotta a causa del casco che urta contro il petto (movimento che può causare la rottura dell'epistrofeo (seconda vertebra cervicala).
Poi c'è l'atterraggio... A 40 km/h il tutto si risolve in 0.3 secondi: siamo sicuri di saper cadere?
Commento di: lore68 il 02-05-2011 17:46
Magari rispettare i limiti di velocità potrebbe aiutare a diminuire le probabilità di doverla affrontare, una caduta.
Vorrei a tal proposito ricordare all'autore dell'articolo che ha scordato un fattore di rilevanza tutt'altro che scarsa nella descrizione dei movimenti da mettere in atto in caso di caduta: iul fatto che nella maggior parte dei casi si guida su strade nelle quali circolano decine di altri veicoli, e che una perfetta caduta da acrobata può benissimo terminare addosso a un bel camioncino che procede in direzione opposta (capitato per esempio a un amico, vivo per miracolo ma in carrozzina e senza l'uso delle braccia... valeva proprio la pena spararsi in mezzo al traffico ai novanta all'ora?)
anche il vecchietto più rimbambito si può evitare se in zona urbana si rispettano i limiti, se proprio volete correre compratevi un carrello e portatevi la moto in pista, lì potete ammazzarvi fin che vi pare.

Oggi ho io il dente avvelenato, un cretino l'altro giorno ha voluto sorpassarmi proprio prima della curva, credeva di essere Valentino Rossi, in maniera da costringermi a una brusca frenata in quanto entrato all'ingresso della curva prima di me, che la stavo per affrontare. Che gli costava rallentare e superarmi nel rettilineo successivo?
Commento di: SumoVFR il 04-05-2011 01:00
concordo pienamente con Lore68... il solo sistema per riportare la pelle a casa e' rispettare i limiti perché l' imprevedibile di limiti non ne conosce. In strada occhi aperti, abbigliamento tecnico e rispetto delle regole. Per tutto il resto c'è la pista!
Ma il consiglio migliore che si può dare credo sia questo: nel momento in cui ci si rende conto di non poter più controllare la moto cerchiamo di aver la lucidità di lasciarla andare: restarci caparbiamente aggrappati tentando di risolvere la situazione non serve ad altro che ad imprimere alla nostra caduta la forza sviluppata dalla velocità e dal peso del mezzo ed a farci rischiare di fare tutta la scivolata o il volo insieme a lei. La moto si ripara e le assicurazioni pagano i danni ma la vita e' una sola.
Commento di: JulietteNH3 il 29-03-2012 18:40
Quella della tartaruga me la terrò sempre nel cuoricin.