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Orient Express ottava tappa: il sogno continua verso Shanghai
Scritto da Maurizio60 - Pubblicato 01/12/2025 16:25
Prefazione: Questo articolo è un report di fantasia che vi porterà nel cuore di un'avventura straordinaria...

Seguiremo le tracce di tre inseparabili amici appassionati motociclisti : Marco, Luigi e Gianni. La loro idea? Intraprendere un viaggio epico su due ruote.
Ma un'impresa del genere non si improvvisa. La preparazione e l'organizzazione di questa spedizione sono iniziate con largo anticipo, ben molti mesi prima della data di partenza, fissata per la fine di febbraio. Pronti a scoprire i dettagli di questa incredibile avventura che oggi li condurrà a Shanghai in Cina?

Il tempo di lettura stimato per questo articolo è di circa: 6 minuti



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L'avventura continuava, prendendo quota e dirigendosi con decisione verso la prossima grande frontiera dell'Oriente, Shanghai e la Cina li aspetta!


Riassunto:
Lunedì 11 Marzo trasferimento in volo (moto comprese) a Shanghai in Cina - ottava tappa + 3 giorni di riposo compresa quella di oggi impegnata per il trasferimento in Cina.
Km totali percorsi 2.600.
Martedì 12 Marzo la tappa odierna prevede la partenza da Shanghai, passando per Wuzhen e arrivo a Qufu dopo 955 Km.



Orient Express ottava tappa: il sogno continua verso Shanghai
Il brusco risveglio dal sonno intercontinentale non fu dolce, ma l'eccitazione per l'arrivo era un potente antidoto alla stanchezza. Dopo aver salutato Kathmandu, le loro amate moto erano state imballate con cura e spedite via aerea, mentre Marco, Luigi e Gianni si trovavano ora a bordo di un volo che sorvolava la sterminata distesa della Cina, diretti a Shanghai.



Lo Sbarco e il Profumo d'Oriente
L'atterraggio all'Aeroporto Internazionale di Shanghai-Pudong (PVG) fu impeccabile, un contrasto stridente con l'approccio caotico a Kathmandu. L'aria, densa e carica di umidità, portava con sé il profumo pungente della megalopoli asiatica: un misto di spezie, asfalto caldo e l'odore metallico di un'industrializzazione incessante.
• "Siamo in Cina, ragazzi. Sembra un altro pianeta," mormorò Marco, allacciandosi lo zaino, con gli occhi spalancati di fronte all'architettura futuristica e alla folla ordinata.
La vera avventura, però, iniziò nella sezione Cargo Aereo.



Il Ritrovamento delle Regine
Il ritiro delle moto non fu una passeggiata. Guidati da un efficiente, ma inesorabile, agente di dogana, i tre si inoltrarono in un dedalo di magazzini immensi, dove pile di casse e bancali si innalzavano come montagne. Dopo ore di attesa e firme su innumerevoli moduli in mandarino (fidandosi ciecamente dell'interprete), finalmente le videro.
Le tre regine erano lì, nelle loro gabbie di metallo e legno: la Ducati Multistrada V4 rossa, la BMW R 1300 GS nera e l'Honda Africa Twin 1100 bianco e blu. Erano arrivate integre, ma l'ansia si sciolse solo quando le ruote toccarono il suolo cinese.



L'Inferno Burocratico Cinese
Il disbrigo delle formalità a Shanghai è leggendario per la sua complessità. La fase cruciale era l'ottenimento delle targhe provvisorie cinesi e della patente temporanea.
• Ispezione Tecnica: Ogni moto fu sottoposta a un'ispezione minuziosa, con funzionari che verificavano ogni numero di telaio e ogni componente, confrontandolo con documenti tradotti e legalizzati.
• Permessi e Assicurazione: Furono richieste fotocopie, timbri, pagamenti e certificazioni, in una processione che sembrava non finire mai. Furono ore di attesa snervante in uffici asettici, dove l'unica costante era il rumore secco dei timbri ufficiali.
• La Guida e l'Interprete: Per guidare legalmente in Cina, avevano dovuto ingaggiare una guida autorizzata che li avrebbe scortati per l'intera traversata del paese, essenziale anche per l'ottenimento dei permessi.
Quando l'ultimo documento fu firmato e l'agente appose le targhe provvisorie gialle, un sospiro di sollievo collettivo si propagò tra i tre. Erano ufficialmente in sella in Cina.



Il Primo Assaggio di Shanghai
Erano le 19:00, e la megalopoli si accendeva. Montati in sella, seguendo la loro guida in auto, il trio si immerse nel flusso inarrestabile del traffico shanghainese. Fu un battesimo di fuoco: scooter elettrici silenziosi, auto di lusso e una disciplina stradale sorprendentemente rigida.
Il loro hotel, un'oasi di pace nel quartiere di Jing'an, li accolse come naufraghi. Le moto furono parcheggiate al sicuro, sotto l'occhio vigile dell'addetto, e i tre si ritrovarono finalmente nella hall, esausti ma pieni di adrenalina.
La prima cena cinese fu un'esplosione di sapori: xiaolongbao (ravioli ripieni di brodo) e birra locale, mentre fuori, oltre la vetrata, le luci al neon illuminavano i grattacieli come un sogno scintillante.
• "È fatta, ragazzi," disse Luigi, alzando il bicchiere. "Domani si parte, e la Cina ci aspetta. Pronti per la Grande Muraglia?"

Marco e Gianni annuirono, con la stanchezza che combatteva con l'eccitazione. La nona tappa, la traversata della Cina verso Ovest, sarebbe stata la più lunga e impegnativa.



Orient Express ottava tappa: Da Shanghai a Wuzhen: Il Battesimo Cinese
L'alba su Shanghai portò con sé una foschia lattiginosa, ma la città era già in moto. Marco, Luigi e Gianni si svegliarono carichi di energia, sapendo che il vero viaggio, la traversata della Cina, iniziava proprio quel giorno.

La Partenza dalla Metropoli
Alle 7:30, dopo una colazione rapida e silenziosa, le tre moto rombarono nel parcheggio del loro hotel a Jing'an. La Ducati, la BMW e l'Africa Twin sembravano impazienti, e i tre amici, bardati con le loro tute da viaggio, erano pronti a confrontarsi con l'asfalto cinese.
La loro guida, una donna minuta e incredibilmente efficiente di nome Mei, li aspettava sorridente nella sua auto.
• "Pronti, motociclisti! Oggi si esce dalla grande città. La nostra prima destinazione, Wuzhen, è a circa 130 chilometri a sud-ovest. È un'antica città d'acqua. Un buon modo per iniziare con la storia cinese," annunciò Mei, con un inglese impeccabile.



L'uscita da Shanghai fu una maratona tra svincoli sopraelevati e autostrade a molteplici corsie, un'orgia di traffico ordinato ma incessante. I tre motociclisti si concentrarono per mantenere la formazione, seguendo attentamente la scia dell'auto di Mei, imparando rapidamente il codice di guida cinese.

Il Tuffo nell'Autostrada G60
Una volta immessi sull'Autostrada G60 (Shanghai–Kunming), Marco, Luigi e Gianni potranno finalmente allungare le gambe, con una guida più rilassata. L'autostrada era ampia, impeccabile e stranamente disciplinata, un mondo lontano dal caos caotico delle strade nepalesi. Il paesaggio cambiò rapidamente, dalle selve di grattacieli ai campi coltivati e alle fabbriche che si estendevano all'orizzonte.
La velocità era sostenuta, ma il vero elemento di novità era il pedaggio elettronico e la necessità di rispettare alla lettera i limiti imposti e monitorati da telecamere onnipresenti.
• "Sembra di guidare in un videogioco, con gli occhi di tutti addosso," scherzò Gianni via interfono, mentre superava un camion imponente che trasportava una pila inverosimile di scatole.
• "Concentrati, Gianni! Le regole qui sono chiare. E non fare arrabbiare Mei," rispose Luigi, godendosi la stabilità della sua BMW sul nastro d'asfalto perfetto.



Dopo due ore di guida fluida, lasciarono la G60 e si addentrarono nelle strade provinciali che portavano verso l'interno. Il traffico rallentò, e apparvero i primi segni di una Cina più rurale: canali, risaie e vecchie case con i tetti di tegole nere.

L'Arrivo a Wuzhen: La Venezia d'Oriente
L'arrivo a Wuzhen fu come attraversare una porta temporale. Parcheggiarono le moto appena fuori dal distretto storico. Il rombo dei motori fu subito soffocato dal mormorio dell'acqua e dalle voci tranquille.
Wuzhen è una delle più famose città d'acqua cinesi. Un labirinto di canali, ponti di pietra antica e case di legno che si affacciano direttamente sull'acqua, mantenute perfettamente in stile Dinastia Qing.
Dopo aver sistemato i bagagli in una locanda tradizionale che si affacciava su un canale, i tre amici si presero un momento per respirare l'atmosfera. L'aria era pulita, fresca, e il riflesso delle lanterne rosse sull'acqua era ipnotico.
• "Questo è quello che cercavamo," disse Marco, appoggiato al parapetto di un ponte, osservando un'anziana donna che lavava i panni sul bordo del canale. "Un assaggio della vera Cina, prima che ci inghiottano le montagne."



Stasera avrebbero esplorato i vicoli, cenato con i sapori locali e pianificato il percorso per la lunghissima tappa di domani, che li avrebbe portati più a Ovest, verso l'interno e il cuore della Cina. Il sogno dell'Orient Express aveva davvero ripreso vigore.
Ottimo, la prima tappa in Cina è stata completata! Domani si riparte per una tratta molto più lunga verso l'interno.

Da Wuzhen a Qufu – Sulle Orme di Confucio
Lasciare la tranquillità acquatica di Wuzhen fu un piccolo dispiacere, ma il richiamo della strada, e l'impegno di percorrere quasi 900 km, era troppo forte.
Alle prime luci dell'alba, le tre moto uscirono da Wuzhen, puntando dritto a Nord-Ovest. La giornata era interamente dedicata alla navigazione delle autostrade cinesi, un test di resistenza e concentrazione. Sulla G3 (Autostrada Jingfu), l'arteria che collega Pechino a Fuzhou, le moto divorarono chilometri a velocità costante.
Mei, la loro guida, era impeccabile. Li guidava attraverso un paesaggio che diventava progressivamente più arido man mano che lasciavano la provincia costiera dello Zhejiang per addentrarsi nello Shandong.
Il pranzo fu un pasto frugale in un'area di servizio iper-moderna, un contrasto continuo tra l'efficienza della Cina contemporanea e la storia che andavano cercando. Sotto il sole implacabile del pomeriggio, i motori ruggivano instancabilmente.
• "Stiamo macinando strada come mai prima d'ora," commentò Luigi, il cui fisico robusto iniziava a sentire le ore in sella.
• "Sì, ma la stanchezza non può vincere," rispose Marco. "Ricorda dove andiamo: il luogo di nascita del più grande filosofo della Cina. Merita questo sforzo."
Finalmente, al calare della sera, dopo quasi dieci ore effettive di guida, i cartelli indicavano chiaramente la loro destinazione: Qufu.



L'Arrivo a Qufu: La Città di Confucio
L'arrivo a Qufu (曲阜 Wink nella provincia dello Shandong, fu un sollievo immenso. La città è relativamente piccola per gli standard cinesi, ma la sua atmosfera è permeata da una dignità storica e culturale unica. Parcheggiarono le moto stanche davanti all'hotel, completando i loro 890 km della giornata.
Dopo aver trovato sollievo in docce calde e vestiti puliti, il trio uscì per la cena, ansioso di assaporare il contesto in cui si trovava.

Qufu: Usanze e Significato Culturale
Qufu è il cuore spirituale e storico della Cina ed è universalmente conosciuta per un motivo fondamentale: La Culla del Confucianesimo.
Qufu è il luogo di nascita di Confucio (Kong Fuzi, 551 a.C. – 479 a.C.), la cui filosofia ha plasmato la società, la politica e la morale cinese per oltre duemila anni.



I Tre Siti Confuciani: Il centro storico della città è dominato dai "Tre Siti Confuciani", tutti Patrimonio dell'Umanità UNESCO:
• Il Tempio di Confucio (Kong Miao): Uno dei templi più grandi e antichi della Cina, costruito per venerare il filosofo. È un complesso magnifico, secondo solo alla Città Proibita di Pechino per dimensioni e architettura imperiale.
• Il Cimitero di Confucio (Kong Lin): Il luogo di sepoltura di Confucio e dei suoi discendenti. È il cimitero di clan più grande e longevo del mondo.
• La Residenza della Famiglia Kong (Kong Fu): L'antica dimora dei discendenti diretti di Confucio. Per secoli, è stata un centro di potere e influenza, dove vivevano i "Duchi Yansheng", la linea aristocratica più antica del mondo.







Usanze e Cultura
• Venerazione: Ancora oggi, Qufu è un luogo di pellegrinaggio. I visitatori, specialmente i cinesi, mostrano profondo rispetto. È comune vedere offerte e persone che si inchinano nei cortili del Tempio.
• Architettura: L'architettura tradizionale è conservata con estrema cura, dominata da tetti a doppia falda gialli (riservati tradizionalmente alla famiglia imperiale e ai templi di Confucio) e mura rosse.
• Cucina: La cucina locale dello Shandong è nota per l'uso di cereali e pesce (sebbene Qufu sia nell'entroterra) e per l'enfasi sulla chiarezza dei sapori e l'uso di brodi.
Mentre cenavano con jiaozi (ravioli) e zuppe calde, Marco, Luigi e Gianni si scambiarono sguardi soddisfatti. Avevano completato una delle tappe più lunghe del loro viaggio. Domani, avrebbero avuto l'intera giornata per immergersi nella storia di Qufu prima di riprendere la marcia verso Ovest.



L'ottava tappa si conclude qui, con 955 km percorsi e l'arrivo in una delle città più significative della Cina.


Questo Report Real-Fantasy è un viaggio immaginario attraverso luoghi reali, prendendo spunto dall'emozionante format di "Pechino Express". Un'esplorazione tra realtà e fantasia,
la descrizioni dei luoghi, pur basandosi su località esistenti, sono frutto della mia interpretazione personale e della libertà narrativa. Allo stesso modo, le immagini che accompagnano questo racconto sono creazioni di fantasia generate tramite intelligenza artificiale. Un lavoro fatto con passione, non sono uno scrittore professionista, sebbene amo profondamente scrivere e creare racconti che parlano di moto. Allo stesso modo, non sono un graphic designer, anche se mi diletto con passione nella generazione di immagini tramite IA. Per questo motivo, vi chiedo di essere indulgenti se doveste riscontrare qualche imprecisione nelle descrizioni o nelle rappresentazioni visive, io da parte mia ci metto sempre del mio meglio.

Questo è un lavoro nato dalla passione, e spero che possiate apprezzarne lo spirito! Pray


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