E' dall'11 maggio che sono di nuovo a piedi: stavolta l'ho scelto io, per dare la mia sin troppo amata Tisìfone in mano all'unico, in italia, che conosce a menadito le MV, un personaggio fantastico, fuori dal tempo.
Per creare una nuova Tisìfone 2.0.
E, nel frattempo, per controllare quante vaccate siano state fatte dagli incompetenti che le hanno messo le mani addosso in passato.
3 settimane di delirio, in attesa di ricambi che arrivano in tempi biblici e fra magagne che saltano fuori come se piovesse... messaggi whatsapp con foto della moto smontata, pensieri neri, tensione alle stelle, nervi a fior di pelle.
Finalmente la moto è pronta!
Gio 29, approfittando biecamente di una trasferta di lavoro in zona (più o meno…
) e mi sparo 250 km di pallostrada fino ad Asti, in serata, devastando di moscerini tutto me stesso (ma quanti ce ne sono??? E che razza di collante usano per attaccarsi alle visiere in questo modo???
).
Ma la prova non è probante.
La pallostrada non dà alcuna idea di quel che è, in realtà, Tisìfone 2.0.
Riecheggiano nella mia mente le parole di quel grand'uomo che ci ha lavorato sopra: "Finora hai guidato un 250: ora ti accorgerai di cosa significa avere un 910 sotto il culo!".
Però ci vuole un giro. Serio.
Il meteo, per il we del 2 giugno, non si prospetta granché... forse ci sarà una finestra di bel tempo giusto domenica 1 giugno.
Alex ne approfitta e vi inserisce il classicissimo giro dell'isolato: Mongi, Lautaret, Galibier, Télégraphe, Monce.
Detto per inciso, 5 passi che nelle altre regioni d'italia si sognano di fare almeno una volta nella vita... e noi li diamo per scontati!!!
Sull'itinerario Edo, alla pizzata di Ven 30/05, si è espresso così: "Insomma, un giro del c...o!".
Ma... è il giro giusto per iniziare a trovare il feeling con Tisìfone 2.0: strade notissime, belle, da percorrere allegramente. E andiamo!!!
Ven pizzata con ritorno a casa dopo l'una; Sab sera a schiaffi in faccia, tra piazze, cortili e soprattutto vino; risveglio della Dom mattina DA TREGENDA. 24 minuti tra suono della sveglia e rotolamento sul pavimento.
Manco faccio colazione, mi infilo la tuta in pelle (oggi sì, ci vogliono pelle e saponette
), mi riprometto di comprare del pane in giro, recupero l'antipioggia professionale e butto tutto dentro la metrosessualissima (ma una mia amica mi ha detto che il termine "metrosexual" non è più di moda... e adesso come faccio?
) borsa da sella marchiata MV.
Scendo in garage, vedo Tisìfone 2.0 e le ORDINO di non farmi girare i c...oni, poi la curo per benino, controllo la pressione delle scarpine, sistemo la borsa e accendo.
La sua voce è un po' diversa, più cattiva... buon segno.
Si parte: volendo fare una colazioncina all'arrivo, decido di fare pallostrada sino a Rivoli per guadagnare un quarto d'ora tattico... e sperimento un nuovo metodo di montaggio ed utilizzo del telepass (ideato da una diabolica donna
) che dovrebbe dare tante soddisfazioni. In più, riesco per la prima volta a fare il pieno alla moto gratis e ricevendo un euro di resto!!!
Colazione a Rivoli: mai provato 'sto bar!
2 BARISTE CARINE:
L'anticipo è stranamente ESAGERATO: aspetto l'arrivo degli altri partecipanti e vengo raggiunto prima da homerun e poi, alla spicciolata, da tutti gli altri.
Saluti di rito, spiegazioni su tutti i lavori fatti per creare Tisìfone 2.0 ed una certa compassatezza generale... siamo stanchini, gente?
Si parte!
E ci si riferma quasi subito, a Susa, dove troviamo il Ter con Noemi ed un amico GSista megakilometrico, in attesa del capo del Ter stesso e della relativa donna.
La sosta è piuttosto lunga ma la relativa brevità del giro consente tranquillità.
Quando arriva il capo del Ter, ecco la carrambata del giorno, perché scopro che costui è un mio compagno di università: ci saluteremo solo sul Lautaret perché... E' TARDI!!!
Avanti coi carri ad andatura sostenuta, circondati da FdO in ogni dove.
Praticamente una guerra.
Due di noi vengono fermati e subito rilasciati per palese assenza di appigli ma la sensazione è che la stagione sarà "difficile"…
Ulzio, Cesana, Mongi: Tisìfone 2.0 è MERAVIGLIOSA.
Le modifiche alla ciclistica la rendono ancora più precisa di prima (se possibile), mentre il resto dei lavoretti porta ad un'erogazione prepotente, a tratti esagerata, ma senza on/off. Tutto nel polso destro, senza sorprese.
In poche parole: GODO.
Come un riccio in calore.
Le mie saponette ringraziano lei e la "S" di Exilles (che, senza, si chiamerebbe Exille e non sarebbe la stessa cosa! Discesa verso la dolce Brianzone... qui, atroce sorpresa: supermercato chiuso e niente acquisti né rabbocco a basso prezzo! E io che faccio col mio tacchino nella borsa???
Procediamo verso La Salle, rabbocchiamo e via come lippe: Le Monetier e la salita a rotta di collo verso il Lautaret.
Qui si inaugura la kermesse "capodanno tutto l'anno": Tisìfone 2.0 tira botti da orbi,
complice la rarefazione in quota e l'eliminazione del cut-off.
Sinceramente, la cosa mi gasa alquanto... ma mi spaventa anche!
Pastiglie nuove che fischiano in staccata, botti della madonna in rilascio... tutte le volte che mi avvicino ad una curva prendo uno spaghetto! Mi ci abituerò... tanto non stacco in anticipo, in curva ci si butta!
Dopo aver fatto divertire mezzo dipartimento delle Hautes-Alpes (mancava solo il trenino di capodanno e "Brigitte Bardot Bardot"), arriviamo in cima al Lautaret e lo scazzo di giornata prende il sopravvento: panini al bar, f*****o al tacchino!
100 anni per ordinarli, 245 anni per averli... speriamo almeno siano buoni!
Abbiamo tempo di vedere una rovinosa caduta di un ciclista, stanco per essere arrivato fin qui... da fermo, devastato, si lascia andar per terra con le scarpette attaccate ai pedali! MA DAI, BEVITI UNA REDBULL IN PIU' LA PROX VOLTA! E a quell'età, non andare in giro in bici a rompere le balle ai motociclisti sui passi... verrà il giorno in cui il Principato del Tinga prenderà il sopravvento ed i passi avranno i cordoli e le telemetrie…
Salutiamo il capo del Ter + signora, che si fermano qui per poi tornare in italia, ed iniziamo l'arrampicata verso la cima del Galibier, circondati da ciclisti in ogni dove: c'è una gara oggi, e la simpatia sprizza da ogni poro, soprattutto quando gli amici due-ruotati-pedalanti decidono che devono stare appaiati per forza.
Galleria chiusa! Si valica!
Non mi dilungo, evito di diventare il solito noioso Bertran... ma i paesaggi che si possono vedere salendo quassù in moto sono qualcosa di impagabile. Questa parte delle Alpi francesi, per quanto a noi straconosciuta, regala ogni volta sensazioni indescrivibili, che traggono ulteriore potenza dai ricordi di giri passati: il tutto compone, nella mente, un ricordo unitario, come se vi si creasse un unico grande giro, il noumeno di tutti i giri. Bellissimo.
Passiamo il traguardo della gara a braccia alzate (anche se in senso inverso, che cine!
Risaliamo gradualmente verso il Télégraphe e, nei pressi, troviamo una ridente area di sosta ben attrezzata in cui parcheggiamo e ci diamo alle solite vergognose libagioni, ascoltando racconti di lunghi viaggi e ringraziando Alex per il fatto che il suo bauletto riesce a nascondere dietro di sé un sacco di altre moto, fungendo da antifurto naturale.
Diamo fondo a tutte le provviste (abbiamo aspettato un sacco, ma i paninazzi del Lautaret erano uno spettacolo!), abbiamo tempo di vedere Claudio trasformare una tavoletta di cioccolato da un etto in crema spalmabile e ripartiamo: San Michele di Moriana, Modane e Lanslebourg in rapida successione, senza sorprese.
La spia rossa della fatica (non sono più abituato ad andare in moto, visti i frequenti lunghi fermi di quest'ultimo periodo
) comincia ad accendersi ma tengo duro e mi sparo ancora un Monce come si deve, anche se, a dire il vero, un po' tappato dall'esitante (causa quote ciclistiche ancora da regolare) Alex... hihihi...
ma in fondo c'è sempre da imparare qui dietro, e poi mica ho le mie adorate Racetec sotto! Ho ancora le invernali!!! Arrivato in cima, decido che da qui in poi farò il mototurista: non ne posso più, le libagioni della sera precedente iniziano pesantemente a farsi sentire... e devo dare ancora tutto in serata, per ripetere i fasti del sabato... insomma, mollo.
Cicco come una bestia quando dei velleitari mototuristi-criceti mi passano scendendo verso Susa ma resisto e me ne sto, distraendomi col panorama ed i bei colori che solo queste montagne sanno regalare.
Arrivati a Susa ci spiaggiamo in uno spiazzo: Claudio si attacca una flebo,
io caracollo al sole, le conversazioni si accavallano... che devastazione! Ma quando cominceranno i "Grandi Giri", come faremo???
Dopo aver salutato Ter, Noemi (in bocca al lupo!) e il BMWista kilometrico di cui non ricordo il nome, decidiamo che l'unica è andare a Borgone a rifocillarci.
Arrivati là, i soliti Alex+Nazza fanno fuori due gelati da un kg a testa,
mentre io mi lascio tentare da un magnifico e geniale mojito analcoolico... freschissimo, sicuro per la guida... e salva la fondamentale apparenza da uomo-vissuto-festaiolo-da-aperitivo-al-bar! Dopo le libagioni, ci si saluta: ancora un po' di strada insieme, qualche km, e poi tutti a casa... a buttarsi mezz'oretta a letto!!!






