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Vivere nell'ombra dei propri famigliari.
13960285
13960285 Inviato: 27 Nov 2012 20:47
 

Dimelius ha scritto:
Ecco, gio si pone nel modo migliore, dentro l'azienda dipendente come gli altri, fuori nipote.


Può essere giusto se intendi fare solo il dipendente, ma se un giorno dovrai essere tu a diregere la baracca quando sei dentro non puoi fare il dipendente come gli altri.

Devi per forza prendere di più e non poco di un dipendente, perchè le ore e le responsabilità ed il rischio sono molte di più, quindi per forza anche il guadagno deve essere maggiore, altrimenti vale veramente la pena guardarsi intorno e cercare di lavorare da dipendente.


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13960300
13960300 Inviato: 27 Nov 2012 20:51
 

Dimelius ha scritto:
Delle domande senza senso solo per farsi seghe mentali.
Forse ci saresti da un'altra parte o forse no, ovvio che se è dei tuoi tu prima o poi la erediterai.
Da quest'ultimo punto, oggi come oggi, ti dico No, non ci saresti perchè aprire un'azienda ed essere in attivo con un bel giro di clientela è quasi impossibile e quindi ereditando un'azienda sei a "posto"...però devi essere capace se no mandi a rotoli anche un'azienda avviata...e questo lo impari solo con umiltà e con l'esperienza di tutti i giorni.
Oltre che dipende da che ruoli ricopri nell'azienda, se lavori come operaio nell'azienda o se sei appena arrivato e fai il dirigente o altre cose...


Il fatto di ereditarla non vuol dire essere in grado poi di gestirla e mandarla avanti.
Se apri un azienda ex novo allora puoi cominciare ad inparare paino piano e crescere imprenditorialmente con l'azienda, ma se, senza esperienza, prendi un azienda già avviata senza nessuno che ti aiuti nelle decisioni difficili, affondi nel giro di pochi mesi.

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13960364
13960364 Inviato: 27 Nov 2012 21:11
 

MonsterStation ha scritto:
...................Ora io non mi sento pronto per entrare nell'azienda di Famiglia... non sento il carattere giusto ancora... sono diverso da come mio Padre mi vorrebbe. E sono preoccupatissimo.
Ma il futuro non offre molto purtroppo... ho cercato, sto cercando, ma senza risposte....


Da quello che scrivi mi sembri molto giovane.
Lascia che ti racconti un po' della mia esperienza.

Io ho 45 anni e lavoro "nell'azienda di famiglia" da quando ne avevo 14.
I primi 8/10 anni sono stati una passeggiata, nessun problema, nessuna decisione da prendere, se c'era qualche ora in più da fare la facevo ( a venti anni non c'era problema, mordevo nel ferro) e quando c'erano due lire in più da prendere le prendevo.

Poi ho cominciato a prendermi delle responsabilità e sono incominciate le lotte e le discussioni (anche quasi da mettersi le mani addosso) e per i successivi dieci anni a volte non dormivi la notte per il nervoso.
Questa fase credo sia inevitabile, sopratutto per un discorso di generazione, i vecchi spesso la vedo diversamente dai giovani e molte volte, ma non sempre hanno ragione (l'eaperienza è davvero una marcia in più).
Dico inevitabile perchè l'ho vissuta io, l'ho vista vivere da dei miei amici che erano nella stessa mia situazione e ora la vedo vivere dai figli dei miei amici che hanno un' attivita in proprio.

Adesso negli ultimi dieci anni, il mio "vecchio" ha cominciato a ritirarsi, (oramai definitivamente) e mi accorgo, in diverse situazioni di pensarla diversamente da come ero venti anni fa e più simile a come l'avrebbe pensata mio padre, però a volte continuo a non dormire, perchè adesso i problemi e le responsabilità sono tutte le mie.

Capisco la tua preoccupazione e posso dirti che ti sentirai pronto per l'azienda di famiglia e sentirai il carattere giusto solo dopo diversi anni che ci sei entrato.
Quando sarai come tuo padre ti vuole, vedrai che comincierà a farsi piano piano da parte, ma non diventerai mai come tuo padre ti vuole se non entri nell'azienda e cominci a litigarci.
Le litigate non ti faranno cambiare le tue idee/visioni dell'azienda, ma serviranno per fare esperienza ed imparare dagli errori che avresti fattto se ti avessero lasciato fare.

Inoltre ricorda che per un genitore è una grossa soddisfazione vedere un giorno il proprio figlio portare avanti la sua azienda.

Auguri.


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13960504
13960504 Inviato: 27 Nov 2012 21:48
 

biondob ha scritto:


Il fatto di ereditarla non vuol dire essere in grado poi di gestirla e mandarla avanti.
Se apri un azienda ex novo allora puoi cominciare ad inparare paino piano e crescere imprenditorialmente con l'azienda, ma se, senza esperienza, prendi un azienda già avviata senza nessuno che ti aiuti nelle decisioni difficili, affondi nel giro di pochi mesi.

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Non a caso ho detto che devi entrarci per far esperienza e imparare da chi è dentro da molto più di te.
Dove lavoravo avevo un orario ed era quello ne se ne ma, divisa tutto il giorno e se mi dicevano fai questo lo facevo.

Scusami, ma che azienda ha tuo padre?

Se proprio non riesci a conviverci, tieni duro ora intanto che non hai altro e poi cambi.
 
13960945
13960945 Inviato: 27 Nov 2012 23:59
 

Guitarman ha scritto:



perchè ti dovresti sentire nella loro ombra?

voglio dire, lavori come dipendente? non è la stessa cosa ma con ombra derivante da un datore di lavoro?

No, perché il lavora da dipendente va guadagnato, quello nell'attività di famiglia mi verrebbe dato solo per legami di parentela. Una mera questione di fortuna, se fossi nato in un'altra famiglia sono più che certo che non mi avrebbero mai assunto.

Guitarman ha scritto:
oppure hai aperto un'attività? magari senza aiuti dalla famiglia però, sennò, secondo questa logica, ci sarebbero comunque delle "ombre".
Magari, no, non ho aperto nulla, anche se stavo valutando l'idea di farlo. Se l'aprissi coi soldi della famiglia sì, le ombre ci sarebbero comunque, ma meno, perché a farla funzionare dovrei essere io, dovrei procurarmi i clienti da solo.
 
13961307
13961307 Inviato: 28 Nov 2012 9:42
Oggetto: Re: Vivere nell'ombra dei propri famigliari.
 

MonsterStation ha scritto:
E un argomento che tocca sia i figli che i papà.. Questo credo sia uno dei forum migliori per sottoporre questa domanda.

Lavorare nelle aziende di famiglia, potrebbe essere un vivere nell'ombra di padre/madre/zio/cugino/nonno per un figlio?

Si spera sempre che le persone (i figli in questo caso) portino avanti le cose costruite dal proprio padre.. rendendole anche migliori; ma al giorno d'oggi non è così semplice... ci sono grandi responsabilità in ballo e il futuro è molto incerto...

Naturalmente io capisco che chi ha questa fortuna in questo periodo non dovrebbe lasciarsela scappare da un lato economico; ma la mia domanda tocca più un lato Morale... non so se mi sono spiegato bene...

Voi da figli cosa pensate?

E voi da padri? cosa pensate di questa osservazione?




E se invece di vivere all'ombra dei propri familiari uno lo vedesse come continuare ad alimentare la luce accesa dai propri familiari?



Cosa altrettanto difficile penso, visto che - anche prima di questo peiodo di crisi - molte azinede, anche importanti, sono andate a rotoli dopo che sono subentrati i figli 0509_up.gif
 
13961329
13961329 Inviato: 28 Nov 2012 9:53
 

pain90 ha scritto:
No, perché il lavora da dipendente va guadagnato, quello nell'attività di famiglia mi verrebbe dato solo per legami di parentela. Una mera questione di fortuna, se fossi nato in un'altra famiglia sono più che certo che non mi avrebbero mai assunto.


Si il lavoro dipendente va guadagnato, mentre quello nell'attività di famiglia ti viene dato solo per legami di parentela.
La differenza sta che nel lavoro dipendente se con il tempo non sei al'altezza o se fai degli sbagli non ci rimetti nulla, il massimo del massimo che ti possa capitare è di venire licenziato e di doverti cercare un altro lavoro, ma il tuo stipendio fino all'ultimo giorno lavorato, le ferie ed i permessi non goduti ed il tuo tfr ce li hai sempre e comunque.

Nell'attività di famiglia se non sei all'altezza e se fai dei grossi sbagli oltre a rischiare il tuo posto di lavoro e quello dei tuoi dipendenti, puoi ritrovarti senza stipendio, senza tfr, senza i risparmi che avevi fino a quel momento messo da parte, senza casa, senza auto, senza moto.

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13961458
13961458 Inviato: 28 Nov 2012 11:07
 

biondob ha scritto:


Si il lavoro dipendente va guadagnato, mentre quello nell'attività di famiglia ti viene dato solo per legami di parentela.
La differenza sta che nel lavoro dipendente se con il tempo non sei al'altezza o se fai degli sbagli non ci rimetti nulla, il massimo del massimo che ti possa capitare è di venire licenziato e di doverti cercare un altro lavoro, ma il tuo stipendio fino all'ultimo giorno lavorato, le ferie ed i permessi non goduti ed il tuo tfr ce li hai sempre e comunque.

Nell'attività di famiglia se non sei all'altezza e se fai dei grossi sbagli oltre a rischiare il tuo posto di lavoro e quello dei tuoi dipendenti, puoi ritrovarti senza stipendio, senza tfr, senza i risparmi che avevi fino a quel momento messo da parte, senza casa, senza auto, senza moto.

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ciao Biondob

Si sono molto giovane... 23, ma e da quasi 4 anni che lavoro, da quando ho finito la scuola...

Non sono voluto andare all'estero perchè volevo imparare a lavorare, non ho fatto l'università perchè ho scelto l'universita fatta sul campo.... in definitiva ho fatto dell'"esperienza" la mia facoltà..

Sono stato impiegato in ruoli difficili a volte ma anche in quelli davvero pessimi, dalle stelle alle stalle. Nonostante sia davvero poco che lavoro, ho visto parecchio. Mi piacerebbbe raccontarti la mia esperienza e il perchè ho visto tante cose in soli 2 anni ma ci vorrebbe un papiro. La sintesi non è il mio forte icon_asd.gif
 
13962546
13962546 Inviato: 28 Nov 2012 18:01
 

Lavorare nell'azienda di famiglia può avere diverse facce:
innanzitutto bisogna sempre tenere a mente che, in azienda, prima viene il rapporto datore di lavoro/dipendente; poi quello padre e figlio; e si deve lavorare in squadra per raggiungere il profitto (altrimenti si va tutti a casa...). Questa distinziona deve essere chiara sia dal punto di vista del datore di lavoro che del dipendente, perchè il parente che si concede delle libertà in quanto parente (ritardi, fancazzismo, minimo impegno, assegnare posti di responsabilità senza averne competenze ecc. ecc.) non fa altro che creare un danno economico e tensioni nei rapporti con gli altri operai che portano altri danni economici.
Quindi entrare nell'azienda di famiglia è una fortuna perchè hai un canale preferenziale per trovare un lavoro, ma (soprattutto in caso di scarse competenze nel campo in cui si andrà a lavorare) fondamentale è partire dal basso per capire bene come funziona il lavoro, quali sono le criticità e non creare tensioni col resto del personale.
Il coltello dalla parte del manico sarà sicuramente in mano al datore di lavoro, ma non in quanto padre o parente, ma in quanto capo... come succede da tutte le parti.
Il vantaggio che trarrà l'azienda (una volta raggiunte le giuste competenze lavorative del dipendente) sarà che un familiare, dunque uno che sente "sua" l'azienda, quasi sicuramente lavorerà con piu' "amore" per l'azienda di un dipendente a cui magari piace anche il suo lavoro, ma che ha un differente sentire propria l'azienda; e un domani (quando il datore di lavoro deporrà "l'ascia di guerra") l'azienda troverà un degno erede nella continuazione dell'attività lavorativa che conosce bene il lavoro e ha avuto l'esempio di come tenere il timone per il bene dell'azienda e degli operai; anche perchè quando sarai in privato (cioè quando il rapporto tornerà primariamente padre/figlio) ti potrai concedere la libertà di chiedere delucidazioni o confrontarti sul perchè di alcune scelte aziendali piuttosto che altre. Ma finchè si sta in azienda uno decide e l'altro esegue, perchè chi ha la responsabilità tiene il timone e gli altri remano...

Nello specifico: io fossi in te ci proverei; non puoi sapere se sarai all'altezza di una situzione senza prenderla per le corna e provarci... ma non provandoci potresti, un domani, avere il rimorso per quell'azienda che non è piu' di famiglia e a cui avresti potuto dare continuità.
Al limite se non sarà un lavoro che proprio (per volontà o per competenze) non riuscirai a svolgere avrai sempre tempo di rinunciare e dedicarti ad altro...
Io non vedo la cosa come un "vivere nell'ombra" ma come una possibilità di crescere in un campo sfruttando l'occasione di avere una persona molto fidata che può istruirti sul da farsi, e poi un domani rischiare in prima persona facendo tesoro di ciò che ti è stato insegnato e di aggiungere la farina del proprio sacco!

Scusate la lunghezza del post...
 
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