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Giro in Alta Provenza in solitaria
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12013498 Inviato: 21 Giu 2011 13:25
Oggetto: Giro in Alta Provenza in solitaria
 

Era da un po' che avevo voglia di fare un giro in moto come Dio comanda, ed avevo considerato un paio di destinazioni abbastanza simili come chilometraggio; percorrere per intero la Route de Grand Alpes, andare in Germania al castello Neuschwanstein o vagabondare per l'Alta Provenza ed in particolar modo nel Parco del Luberon. Ho optato per la terza soluzione. Il castello già lo avevo visitato e meriterà un'altra visita, la Route per quanto bella e suggestiva sarebbe anch'essa stata una ripetizione ed avrebbe significato freddo e pioggia sicuri. Così dopo i preparativi andati avanti per oltre due mesi (causa infortunio e relativo recupero), ho fatto i bagagli e sono partito, da già abbastanza scafato viaggiatore (soprattutto in auto) ma da campeggiatore agli esordi...

Bagaglio composto da due zaini, il sacco a pelo e la tenda.

Addosso, nella giacca, avevo: l'orologio, il sottocasco, il portafogli, il lettore MP3, degli spiccioli e l'itinerario.

Nel primo zaino, quello legato alla sella, avevo: il beauty con blablabla ed un asciugamano in microfibra molto compatto, il grasso per la catena, due pacchetti di fazzoletti, una mini torcia a led, 2 accendini, un taccuino e due penne, un paio di braghe corte, i pantaloni della tuta, due paia di calze lunghe e due paia di calze corte, cinque paia di mutande, quattro maglie a maniche corte ed una a maniche lunghe, una felpa ed un cuscino gonfiabile.

Nel secondo, quello che ho tenuto sulle spalle: fotocamera con relativo carica batteria, cellulare con due batterie e relativo carica batterie, manometro, set cacciaviti e brugole, sacca per il casco, passaporto (!!!), torcia a led con treppiede, maglia del team amatoriale di calcio in cui gioco, occhiali da sole, panno per pulizia visiera casco, aulin, imodium, cartina presa da google maps sulla quale ho segnato e numerato i luoghi da visitare ed i campeggi vicini, gel lava mani e un legno da porre sotto al cavalletto della moto.

Alle 5:30 del 14 giugno suona la sveglia...ho dormito poco e male, ma non vedo l'ora di saltare in sella alla conquista di nuovi luoghi. Arrivo in garage, dove la sera prima già avevo controllato la moto e portato sacco a pelo e tenda; metto la moto sul cavalletto posteriore, per fare le cose comodamente e con precisione e carico la moto.


Sono le 6:40, via ! Percorsi una ventina di chilometri, faccio mente locale su quanto messo negli zaini e...ho lasciato il passaporto sulla scrivania ! ! ! Ok, dopo qualche dolce parola rivolta più a me stesso che agli dei, torno indietro e recupero il documento. Ho ritardato e mi trovo a percorrere la strada fino ad Albenga in un traffico fastidioso e con un caldo già soffocante. Ma ora si sale, ci si lascia il mare alle spalle direzione Triora, il paese delle streghe; il ritmo è blando, ha piovuto e sono solo all'inizio del viaggio. Mi fermo in una piazzola sotto a delle orrende pale eoliche e scatto le prime foto sotto ad un cielo limpido e con una lieve brezza.


Riparto, ed inspiegabilmente perdo la deviazione per Triora, ed invece di scendere a Ventimiglia percorro la strada che porta ad Imperia: ecco, l'inizio non è dei più promettenti. Sono in ritardo per via del passaporto e mi sono allungato inutilmente la strada. Non serve arrabbiarsi, avevo messo in preventivo la possibilità di sbagliare strada, e per quanto farlo a poche ore dalla partenza sia irritante, non mi innervosisco. Ora si punta la Francia, Mentone e poi su verso Sospel. Bella l'Aurelia col sole ed i fiori nel loro pieno, belle le ultime curve italiane e piacevole la brezza marina. A Mentone si riparte per l'entroterra, stanotte conto di piantare la tenda a Roquebilliere, dove ho visto esserci un campeggio proprio sulla strada che l'indomani vorrò fare. Arrivato a Sospel, confidando nel fatto di veder le indicazioni per La Bollene Vesubie o Saint Martin Vesubie, giro in tondo fino a rassegnarmi a dover chiedere informazioni. Mi fermo e tre ciclisti mi aiutano, dicendomi che dovrò superare Col de Turinì; bene, percorsi i primi chilometri mi ricordo il passo, ricordo i suoi tornanti stretti. Per fortuna sono quasi da solo sulla strada e piano piano prendo confidenza con la moto carica ed il suo “nuovo” comportamento. In cima al passo salto per distrazione la deviazione per La Bollene Vesubie e continuo la cavalcata ignaro del futuro poco roseo. C'è una nebbia incredibile, pioviggina e la strada è stretta e dissestata ma per fortuna a senso unico: posso quindi andare al centro della carreggiata, in prima a non più di 20 km/h. Mi fermo in un piazzale, dove ci sono delle rovine ed un carro armato della prima guerra mondiale, foto di rito e via di nuovo. Con questo cielo non si può perdere tempo.


Pochi chilometri dopo, la pioggia aumenta di intensità; decido quindi di fermarmi per mettere la cerata, i copri scarpe e mettere il telo impermeabile allo zaino che ho in spalla: la fotocamera è ciò che non deve assolutamente bagnarsi. Lo zaino è al sicuro ora, ma...ho dimenticato i pantaloni della cerata in garage ! Se devo bagnarmi le gambe, poco mi importa di avere i piedi all'asciutto, così un po' contrariato (giusto un po') riparto. Pochi chilometri dopo scorgo un'auto che mi pareva di aver già visto...posteggiata esattamente dov'è ora ! Ho girato in tondo, perdendo altro tempo e ritrovandomi sotto una pioggia a dir poco bestiale ! Le Metzeler Rennsport fanno il possibile per quanto inadatte alla situazione, la visiera (nera) deve rimanere alzata, ed in pochi minuti l'acqua è arrivata in ogni angolo del corpo. Il freddo aumenta mano a mano che mi bagno ma le buche da evitare e la voglia di allontanarmi dal temporale mi tengono impegnato e non mi ci fanno pensare. Riesco ad arrivare a Roquebilliere e a trovare il campeggio. Qui non ha piovuto, e la signora che mi accoglie si stupisce di vedermi zuppo. Pago e mi dirigo verso una piazzola libera (poche erano quelle occupate). Prima di pensare ai vestiti zuppi che ho addosso, voglio montare la tenda, e così faccio. Per essere la prima volta che la monto, ci metto poco ed il risultato è soddisfacente. Ok, non ci vuole certo un genio, ma non avendo mai montato una tenda da solo e non avendoci provato se non in salotto di casa, un po' di paura ce l'avevo. Ora è il momento di srotolare il sacco a pelo e stenderlo all'interno. E' bagnato a macchie, a mo' di mucca: evviva ! Vabbè, speriamo faccia in tempo ad asciugare un minimo, e comunque ho la tuta ed una felpa pesante, posso farcela. Certo, sarebbe più semplice se anche queste non fossero chiazzate dall'acqua... mi accontento e mi metto vestiti semi asciutti, che confrontati a quello che avevo addosso fino a pochi minuti fa, sono il paradiso. Poco dopo passa un uomo, che dopo avermi scrutato con sguardo indagatore scompare dietro una siepe, per poi tornare poco dopo con due birre (lasciate in fresco nel fiume), ed offrirmene una. E' tedesco, arrampicatore e motociclista. E' partito con due amici ma la sfortuna ha voluto che rimanesse solo, così si gode la vacanza in solitaria. Da buon meccanico si è costruito delle staffe sulla moto (Suzuki vecchiotto del quale non so il modello, con 180000 km quasi interamente da lui percorsi) per caricare la miriade di bagagli che si porta appresso. Mi sento piccolo piccolo di fronte a tanta organizzazione, ma lui è alla mano e credo ci sia stata subito intesa, così chiacchieriamo di tante cose in un inglese davvero originale. Faccio una passeggiata per i dintorni, ma c'è poco e a causa dell'ora è quasi tutto chiuso. Foto al paesino vicino, Belvedere, e rientro al campeggio .


Arriva l'ora di andare a nanna, ed arriva anche la pioggia. Bellissimo stare nella tenda con l'acquazzone fuori, i colpi secchi delle gocce sul telo esterno nell'altrimenti silenzio totale. Non ho un materassino, e la ghiaia appuntita sotto la tenda impiega poco a farsi sentire. I vestiti ed il sacco a pelo ancora umidi rendono impossibile addormentarsi e la notte procede con una lentezza infinita.

Km. percorsi 350 circa
Euro benzina 25
Euro campeggio 11

Ultima modifica di nyers96 il 21 Giu 2011 15:18, modificato 1 volta in totale
 
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12013529 Inviato: 21 Giu 2011 13:29
 

15 GIUGNO

Mi sveglio (se mai mi fossi addormentato per davvero) alle 8, ed il sole che mi accarezza non appena apro le cerniere della tenda mi mette di buon umore. Stendo su una recinzione i vestiti bagnati, metto le scarpe al sole ed i guanti sugli specchietti della moto. Incontro il tedesco dai bagni, che mi dice di andare dalla sua piazzola che mi avrebbe preparato un caffè. Accetto volentieri, e dopo aver finito lo smontaggio della tenda e dopo essermi vestito (le scarpe erano ancora zuppe ed ho usato i sacchetti in cui erano i panini del giorno prima come seconda calza) lo raggiungo. Chiacchieriamo ancora, mentre sorseggiamo il caffè latte, e tra una cosa e l'altra arriva mezzogiorno. Devo lasciare il campeggio, e la cosa che mi dispiace davvero è dover già salutare un nuovo amico. Salto in sella, e mi avvio verso l'uscita del campeggio quando il tedesco mi ferma per lasciarmi un paio di albicocche: “vitamine!” mi dice con un sorriso. La strada verso Col della Bonnette con questo cielo è fantastica, le rocce di un rosso cupo accompagnano l'inizio della scalata


Piano piano l'aria diventa più fredda, e mano a mano che si sale il paesaggio si fa più scarno ed il cielo più grigio



Le grida delle marmotte accompagnano l'ultimo tratto, e non è difficile incontrarne ai bordi della strada. Adesso devo passare per Barcelonnette, andare al nord e costeggiare il Lac de Serre Ponçon


Ancora una volta sbaglio direzione dopo aver superato La Saulce e molti giri a vuoto dopo, chiedo informazioni. Il signore al quale mi rivolgo vuole aiutarmi, ma mi fa capire che ho ceffato di parecchio ed ora l'unica alternativa ad un dietro front è quella di dirigersi a Nyon, la città francese delle olive. Mai un cambio di itinerario fu tanto gradito, la strada è bellissima: curve ampie ed a vista, asfalto ottimo e pochissimo traffico. Finalmente godo davvero a guidare. La strada è così bella che in men che non si dica arrivo a Nyon e poco dopo, dirigendomi a sud, scorgo il Mont Ventoux, tappa storica del Tour de France e prima tappa che mi prometto di percorrere l'indomani. Adesso devo cercare il campeggio, piazzare la tenda, e cercare del cibo. In un giorno emmezzo ho mangiato due panini portati da casa e le due albicocche del tedesco e per me che sono un'ottima forchetta è davvero troppo poco. Salto diversi campeggi, e per non sfidare oltre la sorte, ne scelgo uno che in quel momento mi sembrava un'ottima scelta. Brutto il giusto, vuoto il giusto e piccolo il giusto. La ragazza che mi accoglie è gentile e si stupisce che le chieda se la doccia calda si paga, io le spiego che la notte prima mi sarebbe costata (ebbene si, ho fatto lo zozzone ma di acqua ne avevo già presa troppa) un euro per sei minuti. Monto la tenda, ingrasso la catena e mi godo la doccia. Poi esco e mi incammino, per scoprire che adiacente a questo campeggio ce n'è un altro molto più bello ad un solo euro in più a notte. Vabbè, poco importa, tanto non ci starò a lungo. Trovo un ristorante che offre menù fissi a 11 o 17 euro la cui vista mostra ancora il monte del vento e dei campi di vite con qualche ciuffo di lavanda a colorarne i dintorni


Opto per il secondo menù con l'aggiunta di un “mirò” come aperitivo (vino rosso e succo di mirtillo) ed un paio di birre fresche. Saziato torno verso il campeggio, dove appena sdraiato mi accorgo di non aver controllato il terreno e di aver al centro esatto della tenda un sasso grande quanto un pugno ed altrettanto doloroso, che mi renderà quasi impossibile dormire. Una notte davvero infernale. Poco importa, imparerò dagli errori.

Km. percorsi 350 circa
Euro benzina 22
Euro campeggio 7
Euro cena 25
 
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12013555 Inviato: 21 Giu 2011 13:33
 

16 GIUGNO

Mi alzo di buon'ora, non vedo l'ora di ripartire ed allontanarmi da lì. Il sasso mi ha snervato ed il concerto di rane è andato avanti ininterrottamente per tutta la notte. Faccio benzina sotto un sole cocente e mi avvio verso il Mont Ventoux, partendo da Malaucene. La strada è bella, i ciclisti sono tantissimi ed il paesaggio, una volta superata una certa quota, diventa surreale, quasi lunare. Qui il vento arriva a soffiare a 200km/h, ma oggi per fortuna è debole ed anzi è piacevole data l'intensità del sole


Dopo aver scattato diverse foto, scendo dall'altro versante, direzione Sault. Da qui sono indicati molti dei luoghi che vorrei visitare, e dopo aver percorso le Gorges du Nesque con vista Mont Ventoux


mi avvio verso l'Abbazia di Senanque, che dalle foto viste sul web dovrebbe essere una tappa imperdibile. E' infatti molto bella, anche se sarebbe stata più suggestiva se la lavanda fosse stata più avanti nella sua fioritura. Lascio la moto maledettamente distante, credendo che il parcheggio fosse a pagamento, e sudo come non mai ad arrivare dall'Abbazia; anche qui mi fermo per le foto di rito, per poi ritornare al mezzo


Accaldato come non mai, ripercorro a ritroso un pezzo di strada, per arrivare ad un bivio indicante Gordes, paese arroccato che voglio vedere. Posteggio nella piazza principale e cammino per le stradine scattando foto, finchè il caldo e la sete diventano insostenibili


Entro quindi in un bar e chiedo una Coca-Cola (non perchè volessi quella, ma perchè mentre chiedevo informazioni me ne sono passate due sotto il naso, con il ghiaccio ed una fettina di limone); pago i 4 euri (!!) e riparto, direzione Apt dove spero di trovare un campeggio che funga poi da campo base. Trovo un campeggio poco al di fuori della città, bello ed ampio seppur un po' troppo affollato. Dopo aver montato la tenda e scaricato i bagagli, mi avvio verso il centro dove devo trovare un locutorio per ricaricare il cellulare. Non trovando posteggi che mi sembrassero accettabili, l'ho messa davanti ad un bancomat, così che fosse perennemente sotto controllo...anche se quello di una telecamera di sorveglianza. La ricerca è spossante, giro in lungo ed in largo ed ogni volta che chiedo informazioni finisco per ricevere indicazioni diverse. Il caldo e la sete mi stanno di nuovo uccidendo, ho i brividi e temo di poter collassare da un momento all'altro, così mi infilo in un bar e chiedo due bottigliette d'acqua da mezzo litro, che mi vengono consegnate alla modica cifra di 2 euro l'una ! In quel momento, anche me ne avessero chiesti 5, glieli avrei dati. Dopo una ricerca che mi è sembrata eterna, trovo un internet point, nel quale mi siedo a riprendermi per 20 minuti. La tariffa è di un euro per 20 minuti, io al 19esimo minuto e 40 secondi mi alzo, recupero giacca, casco e zaino e vado a pagare. Mi hanno aggiunto, per quei 10 secondi che avrò sforato, cinque centesimi. E meno male che sono io il genovese ! Torno al campeggio, faccio una doccia rigenerante e decido di tornare verso il centro, ma a piedi. L'aria si è rinfrescata, io ho finalmente i pantaloncini corti e non devo portarmi addosso la giacca né aver sempre in mano il casco. Poco prima di arrivare in centro, da una panchina mi gridano qualcosa. Sono cinque o sei ragazzini, che appena scoperto che sono italiano, si incuriosiscono. Uno solo di loro parla l'inglese, e fa da traduttore per me e per i suoi amici. Uno è tunisino, uno algerino e gli altri sono marocchini. Tutto è piacevole fino a quando non arrivano altri ragazzi loro amici, sicuramente meno loquaci. I due “capetti” cominciano a fare i gradassi, non con me ma con gli altri, e sicuramente la mia presenza è ciò che scatena i loro ormoni ed il loro bisogno di dimostrare chi è l'intruso e chi il maschio dominante. Spunta un coltello, iniziano gli schiaffi “giocosi”. Si minacciano e si strattonano. La situazione comincia a non piacermi, vorrei andarmene, ma penso che se lo facessi ora fiuterebbero il disagio e ne approfitterebbero per mettermi in difficoltà. Così fingo che ciò che accade non mi sfiori e continuo a chiacchierare con l'unico ragazzino che mi capisce e che capisco. Scopro così che hanno tutti tra i 16 ed i 20 anni. Con la promessa di tornare il pomeriggio dopo (si, ho mentito), mi congedo e con un passo decisissimo ritorno al campeggio, stupito da quanto poco ci voglia per incontrare problemi, anche quando di problemi non se ne vogliono avere. A pranzo non ho mangiato, e per cena ho comprato ancora frutta (vitamine !). Questa volta ho controllato il terreno prima di piantare la tenda, ed infatti è abbastanza uniforme e finalmente riesco a dormire un po'.



Km. percorsi 180 circa
Euro benzina 13
Euro campeggio 17
 
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12013588 Inviato: 21 Giu 2011 13:37
 

17 GIUGNO

Mi alzo abbastanza riposato, il cielo è nuvoloso ma non parrebbe carico di pioggia. Oggi voglio andare a Rustrel e vedere il Colorado Provenzale, che erroneamente credo essere la stessa cosa. Anche oggi, contro tutte le “regole del buon motociclista” mi regalo una tenuta più soft, ovvero braghette, maglietta e felpa; sarò sciocco, ma quasi penso di “meritarmelo”. Più l'immancabile zaino da spalle. Rustrel è vicino, in giro non c'è nessuno ed in un battibaleno ho posteggiato la moto a due passi da un sentiero che si infila tra gli alberi, in un bosco fitto. Nemmeno cinquanta metri ed un blù acceso al centro di un rigagnolo attrae la mia attenzione. E' un povero uccello, ferito ma vivo. Mi avvicino piano per non spaventarlo, riesco ad accarezzargli la testa e non è morbido come sembra, ma che colori. Non so che fare. Ha un'ala storta, provo a raddrizzargliela con cautela, lui mi lascia fare. A quel punto dovevo decidere se lasciarlo morireo fare uno sforzo enorme e porre fine alle sue sofferenze. Per temporeggiare ho pensato di spostarlo da lì, ho provato a prenderlo ma non appena l'ho sollevato si è dibattuto ed ho lasciato la presa. Ha respirato con affanno una decina di volte e ad ognuna di essere seguiva uno schiocco sinistro. Poi è morto. L'ho preso e spostato nel sottobosco, pensando potesse essere una fine più dignitosa. Non so se riesco a comunicare quello che è stato, giuro che mi ha rovinato la mattinata, e ancora adesso è un ricordo amaro. Amo gli animali, e la dimostrazione è che scattare le foto mi è sembrato quasi di cattivo gusto, ma quando avrò la possibilità di avvicinarmi così tanto ad un animale così bello ?


Decido quindi di proseguire, mi addentro nel bosco, con degli scorci dai colori bellissimi. La sabbia, presa tra le dita, sembra talco, fine ed ovviamente infida per i vestiti.


Non so quanto la camminata vada avanti, e all'inizio del sentiero c'era una seconda strada da vedere, non posso esagerare o non avrò il tempo di vedere altro. Torno indietro e prendo l'altra strada, ma è decisamente meno bella, così dopo breve decido di abbandonarla per buttarmi tra le strada del Luberon, con ben stampati in mente i luoghi da visitare. Non appena mi butto sulla strada principale, un cartello mi coglie impreparato e mi lascia perplesso: Colorado Provençal a blabla km. Ma come ? E io dov'ero ? E ora ? E ora mica posso saltarlo e ad essere pignoli ci sarebbe anche Roussillon a tema...ok, andiamo a vedere ! Noto subito che il posto è ben più turistico del bosco appena visitato, così mi fido e pago il parcheggio, 2 euro tutto il giorno e la ragazza mi ha detto di lasciarle pure il casco ed i guanti: meglio di così ! Mi consegna un volantino con tre itinerari da fare a piedi, da un paio di km a cinque emmezzo. Decido per la via di mezzo, che sono quattro. Splendida passeggiata, se non fosse per l'attacco di mal di pancia, forse dovuto al freddo preso in moto, forse al fatto che da tre giorni fossi ehm...un po' tappato...per fortuna ancora non sono arrivati in tanti, c'è giusto una ciurma di millemila bimbi urlanti. Devo anticiparli ! Devo seminarli ! D'astuzia ho lasciato i fazzoletti nell'altro zaino, quindi ho dovuto fare come gli antichi, sperando di non beccare la pianta sbagliata


Sottovalutando il fatto che il mio ginocchio destro non fosse stato sollecitato da più di due mesi e con esso i polmoni ed i muscoli, comincio a sentire la stanchezza accumulata e sbaglio bivio, anche a piedi ! Anche coi cartelli appesi sugli alberi ! Come ho fatto ? Ma ovvio, giusto prima di fare questa bella salita ripida, che ho anche già fatto un paio d'ore fa (!!!) mi sono girato ed ho visto il cartello delle indicazioni, peccato fosse logicamente posto perchè lo si vedesse dalla direzione opposta, ma io al momento non ho considerato questo “piccolo” particolare, battendo nuovamente un discreto pezzo del percorso. Ok, oggi sono stato un po' più avveduto ed ho portato la bottiglietta piena d'acqua, non morirò di sete. Stremato ritorno al parcheggio e non appena vedo un punto di ristoro mi ci infilo senza pensarci due volte, consumo un pranzo abbondante con una pinta di birra fresca, per poi rimettermi sulla strada. Il primo cartello “interessante” è quello Lagarde d'Apt, paesino di 33 abitanti circondato dai campi di lavanda; purtroppo è ancora presto, di lavanda veramente viola non ce n'è moltissima, ed il posto è una delusione. Incomincia anche a piovere a goccioloni e mi accorgo che sulle cosce nude è abbastanza fastidioso. Riesco a fuggire dalle nubi più nere e faccio giusto una toccata e fuga a Fontaine Vaucluse che però non mi entusiasma e non mi fermo nemmeno. Proseguo e passo per Bonnieux, famosa per la sua foresta di cedri, la più grande d'Europa.


Purtroppo ora è la riserva accesa con insistenza sul cruscotto, a catalizzare i miei pensieri. Controllo il parziale: 220 km. Mai mi ero spinto così in la, con il mostro. Appena si accende la riserva, quindi dai 180 ai 200 km, mi fermo e la rifocillo. Comincio a temere il peggio, ma sono tranquillo. Non rassegnato, tranquillo. Se anche succedesse, si vedrà. E' la prima cosa che sto imparando. Inutile farsi tanti castelli su quel che può succedere, impossibile prevederlo. Quindi sempre con l'occhio vigile alla ricerca di un benzinaio, proseguo. Arrivo a Lacoste, che onestamente non so nemmeno se abbia a che fare con la nota marca, ma se così fosse mi chiedo quale possa essere il nesso. C'è wikipedia ma non sono collegato e quando lo farò avrò da buttare le foto...insomma, chi è curioso se lo vada a cercare ! Trovo da fare benzina, dopo 240 km, il pieno è da 18 euro, mai accaduto ! Decido che per oggi ho fatto il possibile. Sono davvero stanco. Torno al campeggio passando prima dal mio “amico” fruttivendolo e dopo una doccia calda mi rilasso nella tenda. Mi metto le cuffie, dormicchio. Arriva la sera, e dopo un paio di frutti simili alle pesche ma che non saprei definire, mi preparo per dormire. Si alza il vento ed un picchetto, essendo piantato a mano (Dio che male !) si è un pochino lasciato trascinare fuori dal terreno dall'elastico del telo. Opto per una veloce sistemazione del problema. Veloce per nulla, e trovare un angolo di terreno abbastanza cedevole da piantare il picchetto con tutto il mio peso (90kg) più spinta su di esso si rivela un'impresa. Quando ci riesco mi lascio andare ad un paio d'insulti rivolti ovviamente al picchetto, da me sconfitto con tenacia. Poi mi accorgo che non si sente volare una mosca, e conscio della figura da pescivendolo (ovviamente detto da un genovese non vuole essere un'offesa) rientro nella tenda ed il più silenziosamente possibile mi sistemo la cuccia. Ahhh, ora mi riposo che domani ci sono altri chilometri da fare, altre camminate...cri cri cri cri cri cri cri cri cri cri cri cri cri cri cri cri...cricricricricricricricri ! Un grillo accanto alla mia tenda ! L'unico grillo del campeggio si è messo accanto alla mia tenda ! L'ho odiato, è vero. Ho pensato anche di uscire a dirgliene quattro, è vero. Poi la stanchezza ha preso il sopravvento e sono caduto in un sonno profondo, il primo vero sonno da quando sono partito.

Km. percorsi 200
Euro benzina 18
Euro cibo+belinate 25
Euro campeggio 17
 
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12013654 Inviato: 21 Giu 2011 13:46
 

18 GIUGNO

Sveglia alle 7, voglio anticipare i movimenti nel campeggio, smontare tutto, pagare e ripartire. Plic, plic, plic...piove, ovvio. Per fortuna sono poche gocce e smonto senza patemi la tenda, impacchetto tutto e ricarico la moto, poi mi dirigo per pagare, ma la reception non apre prima delle 9, e di controllare la sera prima non se ne parla, mossa troppo da ninja. Mi mangio altre due simil pesche ed aspetto; appena apre pago e fuggo, ma prima la gentile signora mi indica una strada dove potrei trovare della lavanda più bella di quella che si trova solitamente in questo periodo
Mi dirigo verso Manosque, direzione est. Percorrendo una rotonda della citata cittadina, vedo un piazzale pieno di moto, sono davvero tante, dopo un centinaio di metri mi decido a fare inversione di marcia e posteggio la moto nel piazzale in mezzo agli altri centauri. Sono emozionato, è bello essere in mezzo a tutti questi fratelli della strada. Mi reco sul punto più alto lì vicino per avere una panoramica e scattare una foto


Visto che sono dove controllano la situazione cinque poliziotti, gli domando di cosa si tratti. E' la protesta nazionale dei motociclisti francesi, per via di alcune (a mio avviso) folli proposte di legge. A chi è curioso consiglio una visita al sito. Non capisco un'”acca” di francese, ma leggendolo si intuisce quasi sempre il senso della frase. Il gruppo è FFMC (Federacion Francaise Motards en Colere). Non posso andarmene così, mi devo unire al motogiro di protesta. Mi metto tra i primi dieci dell'interminabile carovana e seguo le due ore di giro con tanto di soste e distribuzione volantini. Il rombo è impressionante, i clacson si sprecano. Io un po' intimidito e un po' imbambolato non sgaso e non suono, ma mi godo lo spettacolo. Questo si chiama muoversi e protestare. E loro hanno già asfalti splendidi e in tantissime curve pericolose i guard rail intelligenti, senza ghigliottine. Si torna al punto di partenza, e dopo aver parlato un po' con un uno dei partecipanti conosciuto in una sosta del giro, riparto con destinazione Valensole ed i campi di lavanda che dovrebbero regalarmi scenari unici. Così è infatti, passando per strade secondarie trovo i colori che fin dalla partenza volevo vedere. Peccato solo per queste nuvole che non vogliono smetterla di molestarmi, col sole dev'essere ancora più bello


Mi dirigo al sud, verso Sillans la Cascade, ultima vera tappa di quelle “da non perdere”, poi cercherò un posto per la notte, e l'indomani prenderò la via di casa. Passo vicino al Lac Saint Croix, termine delle Gorges du Verdon, già viste sennò meta obbligatoria


Ancora un po' di pioggia e di colpo un fastidio all'inguine...mh...ora brucia...mh, cazzarola, brucia di brutto ! Mi schiaffeggio nella speranza che qualsiasi cosa stia banchettando con la mia carne muoia in fretta ! Mi fermo e senza tanti pensieri mi abbasso i pantaloni senza togliere casco e guanti e mi dimeno come un invasato. Risultato: chissà cosa è stato, ma una bella puntura me la sono procurata, ed il bruciore mi accompagnerà fino alla fine. Sono a Sillans la Cascade, posteggio ed inizio il sentiero indicato per arrivare alle cascate e le vasche naturali sottostanti. Anche qui mi allungo il cammino rispettando i cartelli dei divieti, per poi scoprire che i motociclisti potevano arrivare un po' più avanti. Adesso c'è caldo, e di nuovo sono vestito come un guerriero dello spazio, ma la vista delle cascate mi stimola a proseguire ed arrivare a vedere le vasche


Mi fermo un po' all'ombra, mi spoglio della giacca e della felpa e ne approfitto per fare qualche foto. Vorrei restare di più, vorrei quasi fare un tuffo, ma ora è il momento di cercare il luogo in cui 5 anni fa mi ospitarono e mi nutrirono come fossi un amico di sempre, un gruppo di uomini. Un gruppo così eterogeneo, così vario, da sembrare il cast di un film. Furono così gentili che visitarli e ringraziarli ancora di cuore per la loro ospitalità in quella situazione, è uno dei motivi più validi che mi hanno spinto a venire in queste zone. Trovo senza tanti problemi il luogo in cui li conobbi, ma è desolato. L'erba è alta, è tutto in uno stato di abbandono, è trasandato. Mi fermo e siccome la speranza è l'ultima a morire, scuoto la campana posta in quello che era l'ingresso. Nessuno risponde. Aspetto. Riprovo. Silenzio. Riprovo. Niente. Scrivo due righe su un foglio, lascio i miei recapiti, li ringrazio ed imbuco in quella che un tempo doveva essere la cassetta della posta. Chissà se qualcuno ci guarda mai dentro. Tutto nella speranza che io sia nella loro memoria quanto loro lo sono nella mia; loro per me non hanno un nome, ed io per loro nemmeno. Questo momento di nostalgia mi fa prendere una decisione fino a pochi minuti prima impensabile: stasera dormo nel mio letto. La strada è tanta, ma le curve che incontro le ho percorse già due volte, e le ricordo belle e divertenti. La memoria non mi inganna, e danzo tra le curve, è proprio una giostra ! Sosta prima di Montecarlo e poi via filato ! Tutto scorre bene fino al confine, superato il quale sembra che il quoziente intellettivo del guidatore medio si dimezzi di colpo. Nessuno lascia più lo spazio al motociclista per farlo passare, anzi ci sono quelli che “sembra” vogliano ostacolarti. Pedoni che si buttano da ovunque, ciclisti in mezzo ai maroni, limiti assurdi (a volte ho guardato il limite in Francia, per poi accorgermi con piacevole sorpresa di essere una decina di km/h al di sotto !), polizia e carabinieri appostati (manco un posto di blocco in tutto il resto del giro). A Savona piove, ormai è buio. Sono cotto, ho le chiappe in fiamme e spero nei semafori rossi per potermi mettere coi piedi per terra e le terga sollevate, la visiera nera di notte è inutile, con la pioggia negli occhi poi...la strada non la conosco, è bagnata e di notte in moto mi sento a disagio. Mi lascio sorpassare dalle auto pur di avere un punto di riferimento davanti a me. Mancano 20 km. Entro in riserva. No ! Non mi fermo nemmeno se mi sparano ! Arrivo in garage, smonto tutto. Guardo la mia motina. Sono passati 5 giorni, mi sembra di essere stato via molto di più. Le cose che accadono sono tante, sono di ogni tipo. Ci sono imprevisti piacevoli ed imprevisti spiacevoli. Si incontrano altre persone, ed anche se non si può dire di conoscerle, quel contatto lascia qualcosa.

Km. percorsi 550
Euro benzina ero così scioccato che non saprei, ricordo un 13 e forse un 12
Euro cibo+varie 30 circa




Traendo un paio di conclusioni, ho imparato che: non bisogna MAI muoversi senz'acqua, l'acqua è vita. La sete è un tormento e la disadrazione con quelle sudate non è da prendere sotto gamba.

I picchetti con le mani fanno un male porco. Avrò trovato terreni particolarmente duri, ma è una tortura.

Il terreno va controllato prima di stendere la tenda, così da evitare di trovarsi con spiacevoli compagni notturni. Vedi sassi, legnetti, ciuffi d'erba.

Portare sempre un telo che si possa usare sia per coprire i bagagli quando caricati in moto, sia da stendere sotto la tenda, a mo' di isolante.

Un materassino per dormire schifo non fa...

Sembra sciocco, ma gli zaini metterli dai piedi, perchè dalle braccia obbligano a stare come i morti a braccia conserte.

Carta igienica ! Sempre !

Non vedo l'ora di ripartire, ed anche se la moto non è adatta, si è comportata benone. Si è rotto uno dei due agganci del para catena posteriore, così ho dovuto rimuoverlo tutto. Ora schizza sulla spalla, quindi rimedierò.

Lamps a tutti !

 
12013750
12013750 Inviato: 21 Giu 2011 13:59
 

Grandissimo! Bel racconto!
Mi dispiace per gli imprevisti e le cose spiacevoli..purtroppo accadono
Belle foto e bei posti che hai visitato \m/
 
12014224
12014224 Inviato: 21 Giu 2011 14:55
 

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Proprio un bel viaggio descritto bene con una giusta vena umoristica ! icon_rolleyes.gif

Mi hai fatto morire quando hai elencato i prezzi dell'acqua e della coca! icon_asd.gif icon_asd.gif

Bellissimo anche il memorandum finale sulle cose da non dimenticare rotfl.gif


Byezzz
 
12014973
12014973 Inviato: 21 Giu 2011 17:15
 

Bellissimo report!!!! eusa_clap.gif eusa_clap.gif
complimenti! è molto toccante e in alcuni episodi hai reso molto bene le tue sensazioni (vedi volatile, tra l'altro stupendo!)

e belle anche le fotografie!

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12022223
12022223 Inviato: 22 Giu 2011 21:47
 

Mi aggrego ai complimenti... eusa_clap.gif eusa_clap.gif
 
12022260
12022260 Inviato: 22 Giu 2011 21:52
 

una curiosità: mi diresti dove si trova esattamente il carro armato?
grazie
 
12025510
12025510 Inviato: 23 Giu 2011 15:08
 

komet58 ha scritto:
una curiosità: mi diresti dove si trova esattamente il carro armato?
grazie


Innanzitutto grazie per i complimenti...il carro armato eh ? Mh...ho cercato sul web informazioni ma non ne ho trovate; l'unica indicazione che posso dare è che ci sono arrivato dalla cima del Col de Turini...arrivato lì, invece di deviare per La Bollene Vesubie, ho continuato a salire. Poco dopo c'è una strada a senso unico. Ecco, percorrendola ci si troverà dal carro armato ! icon_wink.gif

Rettifico ! E' ad Authion ! Ed il carro armato è uno "Stuart" !
 
12025871
12025871 Inviato: 23 Giu 2011 16:26
 

0509_up.gif
grazie!
 
12036780
12036780 Inviato: 25 Giu 2011 23:10
 

Complimenti per il report e il viaggio..anche io sono zeneize come te e Ho percorso Le stesse strade in questo periodo...il turini giusto ieri...sono posti che ti rimangono dentro..la Francia per me ha un fascino particolare e quando posso anche io tenda sacco a pelo e viaaaaa .
 
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