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Avete mai perso un amico/parente in moto?
189878
189878 Inviato: 24 Gen 2006 18:14
Oggetto: Avete mai perso un amico/parente in moto?
 



Per sensibilizzare me e l'utenza sui rischi delle due ruote,visto che i pregi li conosciamo tutti...se vi va,possiamo raccontare esperienze personali di incidenti avuti,nei quali siamo usciti illesi oppure abbiamo riportato conseguenze...e se abbiamo mai visto nostri cari "andare giu".
Spero il tpic nn venga considerato "triste" o "inutile"

Io fortunatamente non ho esperienze...un mio amico è caduto 7 volte,sempre illeso(in neanche 2 anni di moto),fortunatamente!

Incidenti sfiorati..quelli non si contano.
 
189907
189907 Inviato: 24 Gen 2006 18:34
 

Si a me è successo. Un compagno delle medie.

E' caduto in moto e sfortuna vuole che in quel momento stava passando un autobus che gli è passato sopra. Io all'epoca avevo 16/17 anni e per me fu uno shock. Per un po' di tempo non sono riuscita a risalire su una moto. Poi pian piano mi passo'....


Cosi' come pure vidi un amico fare un incidente e lo vidi poi per terra con la gamba completamente deformata.

Cerco di non pensarci... io ammetto che la mia grossa paura in moto sono gli altri, quelli in macchina....

Ultima modifica di Francy-sub il 24 Gen 2006 19:45, modificato 2 volte in totale
 
189924
189924 Inviato: 24 Gen 2006 18:48
 

si.....
in pista a rieka.... nel 2001 un we di divertimento è diventato di tragedia.... icon_cry.gif
 
190032
190032 Inviato: 24 Gen 2006 20:47
 

amke a me purtroppo un anno fà è successo, un mio amico di 15(come me)è morto mentre guidava orgoglioso il suo runner modificato............
a distanza di un anno quando salgo sul mio scooter penso a lui, e mi prende paura........
rx icon_cry.gif
 
190078
190078 Inviato: 24 Gen 2006 21:16
 

Anche io ho perso un'amico carissimo l'anno scorso....
un incidente del cavolo con la sua moto....

un raduno trasformato in tragedia....
 
190085
190085 Inviato: 24 Gen 2006 21:19
 

mi fate veramente paura ragazzi!!
è brutto sentir dire queste parole!! icon_cry.gif
 
190097
190097 Inviato: 24 Gen 2006 21:28
 

Nel 1995 è morto un ragazzo al quale ero molto legata, aveva 21 anni...lui era dietro ed è morto volando contro un palo all'impatto della moto con un auto (guidata da un ubriaco), il ragazzo che guidava è andato in coma ed è uscito una settimana dopo.

A me invece è successo il contrario: sono stata investita da una moto il giorno del mio sesto compleanno mentre andavo a scuola, 1 giorno di coma ma tutto ok...fortunella che sono, che bel regalo!!
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190125
190125 Inviato: 24 Gen 2006 21:37
 

Io ho perso un'amica di infanzia, che tornando a casa col motorino in un giorno di pioggia estremamente intens è stata investita da una piena d'acqua ed è rimasta incastrata sotto una macchina.
Morta annegata.
 
190135
190135 Inviato: 24 Gen 2006 21:42
 

a me per fortuna ancora nessuno ma mi è rimasta in mente la frase della mia rpof di religione mentre le stavo parlando del mio desiderio di rs e mi fa. guarda non sai tutto il dolore a scrivere quasi ogni anno: l'alunno è deceduto....ci sono rimasto di m...a
mi vorrà portare sfiga? icon_lol.gif
 
190164
190164 Inviato: 24 Gen 2006 21:54
 

un ragazzo che abitava qui era andato a fare l'animatore alle sei schel(so che non si scrive cosi,ma non mi ricordo icon_redface.gif ),cmq là non cè l'obbligo del casco in moto,e stava tornado a casa,quando mancavano 100 metri,ha preso una buca e si cappottato.......morto!!!
 
190329
190329 Inviato: 24 Gen 2006 23:08
 

A me circa 4 anni fa è morto un ex amico (prima eravamo abbastanza amici poi sai si cresce si litiga, ma nn si porta mai il rancore specialente in questi casi icon_cry.gif ) era con la ragazza su un CBR600F ed insieme ad altri due miei amici su un Ducati 748 ed un gsx750 e stavano girando sulla stradake porta da Manziana a Tolfa e da li si scende a S.Severa, ha raddrizzato male una curva e la moto ha sbalzato in aria lui e la sua ragazza, il destino ha voluto ke andassero un pieno addosso ai piloni ke reggono il guard rail, lui deceduto sul colpo e lei un paio di minuti dopo nelle mani di quei miei amici ke tentavano di soccorrerla. Uno di loro ha smesso di andare in moto da quel giorno. E' stato uno dei momenti nei quali ho rilfettuto di più nella mia vita, e ogni volta ke ci ripenso l'angoscia prende il sopravvento.
 
190493
190493 Inviato: 25 Gen 2006 2:47
 

un amico con r6 due anni fa. rotonda..sfalto bagnaticcio...ha aperto troppo ed è scivolato.

..solo che la moto è finita in un campo e lui ha continuato a scivolare sulla strada...e arrivava un camion.......ed è finita..

..ci ero uscito solo il giorno prima per un giro al campo dei fiori a Varese...

Cmq in tre anni, dei 12 che eravamo in compagnia con la moto....sono l'unico che non si è rotto qualcosa....

..che brutta cosa....
 
190516
190516 Inviato: 25 Gen 2006 9:29
 

A cosa si penza quando si esce in moto sapendo magari che un nostro caro ha perso la vita o si è ferito gravemete con un incidente in moto? come si fa a trovare la giusta spericolatezza per ad es. andare a 200 Km/h o piegare gionocchio a terra......?
 
190555
190555 Inviato: 25 Gen 2006 10:37
 

Memento ha scritto:
A cosa si penza quando si esce in moto sapendo magari che un nostro caro ha perso la vita o si è ferito gravemete con un incidente in moto? come si fa a trovare la giusta spericolatezza per ad es. andare a 200 Km/h o piegare gionocchio a terra......?


boh..io quando è successo dopo pochi mesi ho venduto la moto...e così anche un altro amico...però dopo 1 anno l'ho ripresa.....

...è un'antitesi che convive...
 
190574
190574 Inviato: 25 Gen 2006 11:01
 

Ho perso un amico 4 anni fa,girava col cross sull'argine di un fiume,mentre tornava a casa si è fermato a parlare con un tipo che conosceva e visto che gli mancavano 200 metri per arrivare nel suo cortile ha pensato che era inutile rimettersi il casco......sbandata testa contro un tronco di robinia e si è spento cosi.....i suoi hanno praticamente visto tutto dal giardino di casa.....non ci sono parole per descrivere il dolore che si prova.
 
190589
190589 Inviato: 25 Gen 2006 11:25
 

se la moto fosse l'unico pericolo della vita smetterei subito
ma la vita è effimera e salute ed integrità fisica (e mentale) sono frutto di un delicato e labilissimo equilibrio. e infinite sono le cause che possono spezzare questo equilibrio. si muore o si rimane menomati per i motivi più incredibili, non ultimi gli incidenti domestici (quindi NON ci si protegge neanche tappandosi in casa)

il 70% degli incidenti stradali in cui sono coninvolte moto sono causati da altri veicoli (auto, camion, biciclette, altri veicoli a trazione animale, animali, pedoni, ecc.) - ciò secondo statistiche ufficiali
anche se gl'incidenti moto andrebbero sempre scremati da quelli che riguardano in realtà i veicoli a tre ruote che sono computati spesso, ingiustamente, assieme a quelli delle due ruote motorizzate.
quindi il pericolo, più di 2 volte su 3 sono gli "altri".

quello che ci frega è che siamo una categoria che paga care anche le conseguenze di contatti che avvengono a basse velocità (<50 Km/h) mentre gli utenti "inscatolati" (tra cinture ed airbag) a queste velocità possono ritenersi al sicuro. infatti è proprio in città che avvengono i più drammatici contatti tra auto (in gen.) e moto.
____________________________________________________________

mi pare che il primo dei miei amici/conoscenti che ho visto morire in un incidente di "moto" fu un ragazzo (molto amico di un mio amico che poi vi dirò) che non fece altro che rallentare dietro ad una coda, fermandosi. ma arrivò una ragazza diciannovenne che lo tamponò con un'auto. fu sbalzato sull'altra corsia e morì sotto un'altra auto in transito nella corsia opposta.

al mio amico, qualche anno dopo, andò peggio: concluse un'impennata della sua RD500 contro un'impalcatura e perse la gamba destra all'altezza dell'anca. 24anni. avevamo in programma di correre insieme. io lo feci, per conto mio, circa 6anni più tardi.

nell'arco di quel campionato italiano successero due fatti gravi:
Pergusa, circuito sul quale con la nostra categoria (>500, in pratica tutti four750 e twin1000) si viaggiava, nonostante le varianti "artificiali" messe li apposta per le moto, a ben oltre 150Km/h di MEDIA (contro i 100 circa di Magione, Binetto o del corto di Vallelunga) - cadde qualcuno e, all'ombra dei box, un siciliano che conosceva bene la pista mi raccomandò di prestare molta attenzione a queste varianti, costituite da cordoli di cemento, riempite di sabbia e pericolosissime: saltarle significava cadere malamente.

entrammo in pista e fu proprio lui a cadere nella seconda artificiale. lo portarono via e non ne seppi niente. durante la gara un altro pilota siciliano (molto meno interessato alla vita altrui) mi entrò dentro in staccata e mi buttò - letteralmente - fuori a quella variante. fui l'unico del w.end a rimanere in piedi tra tutti i fuoriusciti a quella variante (tra l'altro ebbi la soddisfazione di recuperare e superare il kamikaze).

a fine mese lessi su motosprint del decesso, dopo tre settimane di coma, del siciliano "buono". se ne vanno sempre i migliori. era aprile, lui correva assieme al fratello. a giugno incontrai di nuovo il fratello che, come me, si era iscritto alla gara inaugurale del circuito di Binetto.

durante le finali, a cui non partecipai per le conseguenze di un incidente occorsomi in una gara fuori campionato, a Misano un ragazzo della 500, che veniva in pista da solo col suo carrellino, la tenda e nient'altro e che veniva a mettersi sempre vicino a me (che avevo TUTTO e glie lo prestavo volentieri) subì una strana sorte: gli si spense la sua RGGamma nel curvone (la curva più veloce di Misano) e, mentre la spingeva fuori pista, fu travolto da un'altra moto. gli amputarono una gamba e poi morì tre gg dopo nella stessa clinica nella quale mi ero appena operato il ginoccho...

ecc. ecc.

(ma ho perso parecchi più amici/conoscenti in incidenti d'auto, nel rapporto 1:10 almeno)

la morte (e l'infelicità) la sfioriamo ogni giorno, soprattutto nelle strade a doppio senso...
il tempo a noi concesso è limitato,
chi vuol esser lieto sia,
del doman non v'è certezza


morale: godiamoci le nostre moto ma... okkio
 
190609
190609 Inviato: 25 Gen 2006 12:01
 

2 anni fa ero in gelateria con un gruppo di miei amici... solo 1 di loro aveva la moto, oltre ad io... lui aveva una naked e io la 636 del 2003 e mi ricordo che mi disse... vedi qual'è la differenza tra la tua e la mia moto??? che io sono sicuro che torno a casa con la testa sopra al collo, invece con la tua è sempre un rischio...

2 ore dopo mi hanno chiamato dicendomi che era morto... un auto escendo in RETROMARCIA da una stradina privata, non gli ha dato la precedenza, ed è volato via. è morto perchè il manubrio gli ha sfondato la cassa toracica.

la sua unica colpa è che stava andando piano e da bravo, per non intralciare era sul bordo della strada e non in mezzo alla sua corsia...

ho venduto la moto tre mesi dopo, ma quest'anno l'ho ricomprata...

spero che non mi torni l'angoscia
 
190624
190624 Inviato: 25 Gen 2006 12:19
 

Yari ha scritto:
.. è morto perchè il manubrio gli ha sfondato la cassa toracica.


anche un mio amico morì così con un TT, a seguito dello scontro con un Vespino (emorragia interna) , ed io stesso ebbi due costole rotte (e spostate in fuori) dal manubrio della mia Husqy.

un altro mio amico ebbe la milza spappolata dalla leva della frizione del suo Vespone, ad un mio cugino una leva s'infilzò in una tempia (Ciao), a me in una gamba (bici)...ciò prima che le dotassero del pallino finale.

la tragica sorte del tuo amico dimostra che non esistono moto (ne altri veicoli) più sicuri di altri.

...se scivoli su di una lastra di ghiaccio in prossimità di un burrone hai più probabilità di salvarti se viaggi in moto piuttosto che in auto... (mi è capitato in moto, e sono qui...)
... se fuori da una curva cieca trovi la strada sbarrata da un camion ed un auto fermi, con la moto t'infili nelo spazio residuo, con l'auto no (mi è capitato ed ero in moto, ovviamente)
... se tiri un dritto in una curva a destra con l'auto rischi un frontale, con la moto hai la possibilità di controllare la scivolata del tuo corpo rimanendo nella corsia di destra (mi è capitato: io illeso, moto spaccata in due)
...ecc. ecc.

per contro, una volta mi salvai da una "caduta massi" da un ponte autostradale (parecchi anni prima dei noti fattacci di cronaca) proprio perché ero in auto...
 
190659
190659 Inviato: 25 Gen 2006 13:21
 

" DIALOGO DEL MOTOCICLISTA E DELLA MORTE "

Oddone incontrò la Morte in un gelido e soleggiato sabato di gennaio.
Proprio in uno di quei giorni, così rari durante gli inverni padani, nei quali la nebbia sembra uno spauracchio fantastico, irreale, scacciato da un sole sfolgorante.
E quel sole si specchia negli infiniti brillanti di brina che ricoprono come un tappeto campagne e sempreverdi. Uno di quei rari giorni in cui spira il vento gelato che ha ripulito l'aria rendendola cristallina al punto che da Milano sembra di poter allungare la mano e di poter toccare tutto l'arco della Prealpi e delle Alpi coperte di neve.
E' il giorno in cui i motociclisti che non hanno messo in letargo la propria compagna a due ruote non riescono a resistere all'irrefrenabile desiderio di far cantare il motore e di correre sulle strade.
Andare, partire, lanciarsi e scivolare in quel nitore in compagnia del vento, verso nord, con le montagne e la neve negli occhi, con qualche eccitante lama di gelo a filtrare negli indumenti pesanti, o ad infiltrarsi dal bordo della visiera pur chiusa, o nel buco del guanto pesante; ma con la virile smorfia di un sorriso goduto poderosamente scolpita sul grugno da duro biker: basta un'ora, due, e si ritorna rigenerati e vaccinati contro altre settimane di nebbia, neve o pioggia. In pace con se stessi e con il mondo.
Oddone fece " pinpincavalin " per scegliere tra la Yamaha FZR 1000 e l'Harley Electra Glide, entrambe coperte da assicurazione in quel periodo.
Vinse la Yamaha, ma lui ci pensò su un po' e decise per una cavalcata custom, lenta e ponderata, per godersi il paesaggio senza doversi troppo concentrare sulla guida e su una esagerata attenzione per eventuali tratti di strada ghiacciati. Inoltre avrebbe molto gradito, vista la temperatura nana, il buon riparo del largo parabrezza dell'Harley... Scaldò bene il motore e partì alle undici del mattino, prendendo la provinciale verso Trezzo d'Adda. Era ben imbottito, come se avesse dovuto andare a sciare, e non sentiva minimamente freddo.
Andava e motociclettava di gusto.

Si sentì gelare quando La incontrò... Ad un incrocio.
Lì, in mezzo al maledetto incrocio con i suoi stupidi ed inutili semafori c'era la maledetta automobile messa di traverso, con la fiancata sfondata. E per terra frammenti di vetro e di plastica ed i pezzi della motocicletta che giaceva distrutta metri più in là. E poi i segni di una impossibile frenata, e quelli di un impatto e di una strisciata sull'asfalto.
Oddone si sentì stringere il cuore come in una morsa, quando vide sul ciglio della strada il corpo coperto dal plaid colorato. Una coperta corta, dalla quale spuntavano due stivaletti neri; non vide la gente che si assiepava commentando sottovoce:
vide "Lei", che osservava la forma nascosta sotto la coperta standosene immobile e silenziosa e tenendo piegato il capo nascosto dal cappuccio. Non c'era emozione in quello stare lì, in quell'essere presente. Lei era la Morte. Professionale, distaccata, fredda...
Lentamente Oddone attraversò l'incrocio, evitando i rottami che giacevano a terra e cercando di non guardare nè il morto, nè gli spettatori che guardavano lui che passava con l'Harley, nè la moto che giaceva a terra, per non essere tentato di volerne riconoscere marca e modello, nonostante la distruzione.
Lo spaventava pensare all'elegante e potente moto sportiva che quel miserevole rottame era stato soltanto pochi minuti prima. La sirena echeggiò alle sue spalle mentre si stava allontanando. Sirena di che, al diavolo! Polizia, inutile ambulanza? Ormai era fatta... era tutto finito. Il solito automobilista con la testa nelle nuvole, che svolta senza guardare, o frena di colpo, o apre la portiera o... o... o! Cento modi per fracassare testa ed ossa a noi che stiamo sulle moto!
Oddone guidava a bassa velocità, sconvolto da ciò che aveva dovuto vedere. La giornata era diventata intollerabilmente fredda, il piacere della guida invernale si era dissolto, il sole e le montagne coperte di neve sembravano appartenere ad un orizzonte che non era più il suo.
Pregò brevemente per quell'uomo, che era stato un motociclista come era lui, fratello in quella passione travolgente che porta a cavalcare quei meravigliosi cavalli d'acciaio, tanto splendidi quanto vulnerabili, tanto esaltanti quanto pericolosi.
Poi, all'improvviso, Oddone si rese conto di non essere solo, a cavallo della sua Electra Glide. Non riuscì a continuare nel suo vagabondare. Dovette fermarsi su uno spiazzo sterrato vicino ad un prato dall'erba secca coperta di brina. Scese di sella e tolse il casco. Non capì se la causa del brivido gelido che gli scivolò lungo le membra fosse il venticello teso che spirava da nord, oppure la figura incappucciata di nero che sedeva sul sellone posteriore dell'Harley, appoggiandosi rilassata all'alto schienale.

- Mi piace, la tua moto... -
disse la Morte, ed aveva la voce dolce e profonda di una bella donna.
Una bella donna sulla quale il Tempo non avesse potere alcuno. Una donna placida, matura, sicura del suo fascino e capace di trasmettere tutto ciò attraverso la sua voce. Niente roba rantolante, parole secche come il crepitare d'ossa, o sussurri malefici. Tutt'altro: una cosa ammaliante.
- Una grande Harley tutta nera e cromata, con un motore come un grande cuore pulsante. Mi si addice, non trovi? - il cappuccio della Signora in Nero si mosse lentamente, come se lei stesse gustando la vista della moto sulla quale stava seduta.
Oddone se ne stava zitto, con il casco tra le mani.
- Spero di non averti spaventato... quando ti ho visto passare su questo splendore non ho saputo resistere alla tentazione di venire a fare un giretto con te. Il mio lavoro l'avevo finito, ormai, ed avevo ed ho un po' di tempo prima del prossimo appuntamento. -
- Ha fatto bene. - dichiarò Oddone, e si sentì molto stupido, sia perchè si era rivolto alla Morte dandole educatamente del "lei", sia perchè era convinto che le sue parole fossero suonate, come dire? un tantino false.
Il cappuccio della Signora vibrò leggermente, proprio come se lei stesse ridendo.
- Grazie. - disse poi. - La tua moto è anche molto comoda. L'hai chiamata Augusta, no? Bel nome. Dà la giusta idea. -
Oddone non sapeva cosa dire. Quello che gli stava succedendo non era vero, non poteva esserlo. Doveva avere preso un colpo di freddo. Forse una cosa grave, per procurargli una simile allucinazione...
- Beh, se è grave, non lo è al punto da richiedere la mia presenza. - disse la Morte. - Ho ancora un po' di tempo libero, ma se ti spavento posso andarmene subito, se vuoi. -
- Non sono proprio a mio agio, per la verità. -
- Anche se sai che non sono qui per te? -
- Beh, insomma, questo mi tranquillizza un po'. - ammise Oddone, e poi corrugò la fronte cullando un pensiero sgradevole.
- Ti stai chiedendo quanto tempo dovrà passare prima che il nostro appuntamento diventi una realtà compiuta... -
- Lei sa leggere nel pensiero? -
- Puoi darmi del tu. Mi hai portato a spasso sulla tua moto, no? -
- Sai leggere nel pensiero? -
- Che importanza ha? Secondo te un motociclista che ne vede un altro morto in mezzo alla strada riesce a non pensare "Chissà quando toccherà a me?" -
- No, certo. - ammise Oddone.
- Vedi? Non occorre leggerti nel pensiero per sapere che stai pensando se anche a te toccherà incontrarmi in quel modo, o su un'automobile, piuttosto che in un letto. Certo preferiresti che non capitasse con la moto, forse per non dover distruggere uno dei tuoi sette gioielli a due ruote. -
- E' proprio così... Però io detesto la psico-logica. Chi la conosce mi può leggere dentro come in un libro aperto. -
- Su, non te la prendere... E' solo che hai paura delle tue paure. Ed io mi sento di fare qualcosa per te, per ricambiare il piacere che mi hai dato portandomi in moto con te. Vorrei aiutarti ad esorcizzarle, le tue paure. Raccontale a me ed a te stesso, e vedrai che starai meglio. Parlami prima di tutte le cose brutte, e poi lascia che la luce del sole le sbiadisca, intanto che parliamo di tutte le sensazioni meravigliose che le motociclette sanno dare. Alla fine me ne potrò andare... Pensa! Potrai anche fare un paragone fra l'emozione che hai provato ad avere ME seduta sulla tua moto, alle tue spalle, e quella che ti dà una donna con grandi seni morbidi appoggiati contro la tua schiena... -
" Chissà se anche la Morte ha le..." cominciò a pensare Oddone.
- Non essere irrispettoso! - lo rimproverò bonariamente la Morte, e lui si convinse che Lei poteva davvero leggere nel pensiero.
- Dimmi perchè hai sette moto. - sussurrò la Signora, ed Oddone le spiegò:
- Tante me ne sono piaciute, e tante ho avuto la fortuna di potermi permettere di possedere. -
- Dispari di numero... perchè così, se ne distruggerai una incontrandomi, ne resteranno sempre tre per uno per ciascuno dei tuoi figli. -
- E' così. - confessò Oddone, e la prima delle sue paure, quella più grande e potente, uscì fuori.
- La vedo. - disse la Morte. - Vedo la paura per la vita dei tuoi figli... vedo che vorresti poter sfogare la tua passione per le moto più ancora di quanto tu non faccia, e regalare la passione ai tuoi figli come qualcosa di prezioso. Ma vedo che ti odi per questo, perchè temi di dar loro qualcosa che metta in pericolo la loro vita... -
- Arrivo a desiderare che invece di amare le moto quanto le amo io , arrivino ad odiarle proprio in contrapposizione al mio modo di vivere questa passione... e ne sfuggano per sempre i pericoli che ne costituiscono il prezzo. -
- Puoi sempre sperarlo. Puoi sperare che non sentano il richiamo di questa eccitante forma di libertà... Il richiamo dell'andare e dell'andare e dell'andare senza fermarsi ... E dei colori e dei profumi, e del caldo e del freddo, e del vento che ti stuzzica o ti rinfresca... Che è lo stesso vento che ora ti accarezza ed ora ti strapazza... che ora ti accompagna ed ora ti perseguita, mentre corri le strade. Sì. Questo e molto altro ancora, che tu conosci. C'è sempre quel prezzo da pagare, che tu conosci... E c'è la paura... Dammene un'altra, delle tue paure! -
- Basta così poco! Un attimo di distrazione. Mio o di chiunque altro... ed arrivi tu. -
- Non è soltanto questo, il prezzo. Non lasciare che le paure restino annidate dentro di te... c'è un prezzo anche più alto. -
- Ma tutto è già scritto? E' inutile lottare, risparmiarsi, essere prudenti? Il nostro appuntamento con te è già fissato, è ineluttabile? Oppure è in nostro potere rimandare l'incontro ad un momento più lontano? - chiese Oddone accoratamente, cercando una risposta che fosse una via d'uscita dal castello di dubbi nel quale a volte si accorgeva di essere rinchiuso.
- Hai troppo ben presente la favola del soldato di Samarcanda! Puoi immaginare quanto io ami una ipotesi tanto suggestiva ed arguta, ma non è così: io arrivo quando è giunto il momento, mai prima! Siete voi uomini che a volte, comportandovi da pazzi, arrivate in anticipo agli appuntamenti, mettendomi fretta e costringendomi a correre. Non è cosa ch'io ami, ma non posso farne a meno. Devo essere sempre dove è richiesta la mia presenza... Tu lo sai, tutti lo sanno: è ineluttabile, tu l'hai detto. -
- Ma sta scritto? - (chiese Oddone)
La Morte allargò le braccia, e sembrò stringersi nelle spalle. - Sta scritto che io arrivi SEMPRE, non QUANDO io debba arrivare. Però sta scritto ch'io arrivi quando DEVO arrivare. -
- Non capisco. -
- Se sali su una moto da cento cavalli, la lanci alla massima velocità e chiudi gli occhi per venti secondi, stava scritto che tu lo facessi? Stava scritto che io e te avessimo un appuntamento in quel momento? -
- No. -
- Ma se tu fai questo, tu mi dai un appuntamento. E se sta scritto che devo essere presente, io devo essere presente. -
- Chi scrive se devi essere presente? -
- Se fosse scritto che l'uomo debba saperlo, tu lo sapresti già, non credi? -
- Detesto la logica, quando mi si rivolta contro come un serpente! Morde. Fa male. Lascia brutte cicatrici. -
- Su, non fare così... Nulla è scritto "da sempre", altrimenti non esisterebbe la libertà; per contro, nulla è che non venga scritto, o lentamente nel tempo o d'improvviso. Non ha importanza che ciò avvenga in seguito ad un atto di volontà di uno o di altri, oppure in seguito ad una casualità. Non ha importanza quanto di totalmente assoluto sia nella casualità, o quanto parziale o marginale sia la casualità stessa. Quando accade qualcosa per cui io debba essere presente, io lo sono. Così dev'essere. -
Oddone scosse la testa, con la fronte corrugata, come se avesse udito concetti espressi in una lingua sconosciuta. Ma riuscì ugualmente a porgere un'altra domanda: - Ma tu, quanto tempo PRIMA di un appuntamento sai di doverci andare? -
- Il tempo necessario per arrivarci. -
- Sapevo che mi avresti risposto così... -
- Perchè non c'è altra risposta, non credi? Non arrivo mai in ritardo, nemmeno quando lo sono davvero: l'ora dell'appuntamento è quando arrivo. Nè prima, nè dopo. Nessuno può dire di essere morto nè un minuto, nè un'ora, nè un giorno dopo il momento nel quale avrebbe dovuto morire. Nessuno può dire di avermi aspettato. Si muore quando io arrivo, non quando eventualmente avrei dovuto arrivare. -
Oddone restò muto. Non sapeva cosa dire, annichilito dalla basilarità di questi assunti.
- Su, motociclista, continua: il prezzo può essere più alto. -
- Sì. Continuo. Questo il prezzo: mancare in malo modo all'appuntamento con te! Il nostro corpo è così fragile... Basta poco, e ce ne restiamo qui, con il corpo o la mente devastati, a litigare con la vita nostra e con quella di chi ci sta intorno. Distrutti, inabili . A soffrire o far soffrire. A soffrire "e" a far soffrire. Magari ad aspettare con ansia TE, che non ti decidi ad arrivare, finchè non sta scritto che è arrivata l'ora dell'appuntamento. -
- Non è destino, questo, che sia prerogativa unica di chi ha la passione per le moto. - sussurrò la Signora in Nero, indicando con una manica l'Harley in nero sulla quale continuava a stare piacevolmente seduta. - C'è chi ha subìto quanto temi senza aver neppure in parte goduto le sensazioni che voi godete sulle moto. Il prezzo è alto, è vero, ma parliamo anche della mercanzia che si acquista. Parlamene tu, come ne parli a te stesso quando respiri il piacere che le tue sette amanti sanno darti... -

Oddone esibì un sorriso un po' amaro, chiedendosi se era proprio quello ciò che la Morte voleva da lui. Aveva la voglia e la forza di parlarne, però. Di parlare del piacere della moto.
- C'è il senso di libertà. Ci sono le strade dei boschi e dei monti e quelle della riva dei laghi e dei fiumi. Ci sono i mille paesaggi da conoscere e da vivere. E da... scorrere. C'è la voglia di cavalcare il vento, nei momenti in cui non senti più il canto del motore, quando ti sembra di non essere nemmeno seduto su una moto, ma sull'aria. E l'aria... vola! Oppure c'è il piacere di guidare, di condurre quella bellissima cosa viva che sta sotto di te. Il piacere di guidare "davvero"... di dovere agire, muoverti, spostarti sulla sella per piegare il tuo mezzo come la strada e la tua velocità richiedono. Con la continua, eccitante sensazione della sfida all'equilibrio, in quel continuo gioco di forze e vettori ed energia. In quel dominare il movimento, gustando le accelerazioni e le decelerazioni mentre le usi per farle partecipare all'insieme di tutti i fattori complessi... eppur dominabili, della guida. Ed intanto la stringi con i pugni e le ginocchia, la tua moto, e lavori con i piedi sui pedali e puoi cavare dal motore tutta una sinfonia di suoni diversi. -
- C'è da dimenticarsi la paura, no? -
- No. Sì. Sì, posso dimenticare, per un po'. Ma c'è, c'è sempre! Basta tanto poco per finire in pezzi! -
- Anche tu hai cercato l'emozione forte, però. L'hai cercata, la paura! Andavi a più di duecento all'ora, quel giorno, ed era una strada provinciale. Stretta, strettissima a quella velocità... e così corta! E allora? -
- Quel rettilineo sembrava finire dieci metri avanti i miei occhi... e stavo così steso sulla moto che mi sembrava di avere il naso a dieci centimetri dall'asfalto della strada. Ho mollato quasi subito. -
- E confessi? -
- Confesso una emozione violenta, e la paura era il suo condimento. -
- E mentre danzi con le stagioni? Hai paura anche allora? -
- No, come potrei? Sei così assorbito da ciò che vedi e vivi! Ancor oggi mi racconto la primavera sulle strade di Normandia, quelle strade lunghe e diritte, immerse in campi verdissimi, sotto un cielo tutto grigio e pigro ed umido... con i pensieri che mi si muovevano nella mente in volute lente, torpide... un torpore soltanto a tratti scosso dalle macchie di colore del violento giallo dei campi di colza in fiore. Ricordo i sospiri che mi sfuggivano dentro il casco, incontro al profumo esalato da quel verde umido e corroborante. E mi racconto la primavera sulle strade verso Mantova, con gli occhi pieni del colore dei fiori degli alberi di Giuda e di quelli delle forsizie, che imbrogliano, con una gioia priva di pudore, esplodendo i fiori quando gli altri vegetali si stanno ancor dando da fare ad emettere le foglie. Ed intanto ogni altro albero ed arbusto si sforza di mostrarsi con il verde più tenero e brillante, per competere con ogni altro albero ed arbusto per conquistare la meraviglia del verde più fresco. -
- Ma...? -
- Ma non puoi non vedere quel lungo, infinito guard rail... paziente ed instancabile nell'attendere di affettarti un braccio, o una gamba, o il collo... come una lama ben affilata. Con cento occasioni perchè tu e la tua moto andiate a fare la quella spiacevole esperienza. -
- Non ci pensare. Dimmi dei profumi, invece. -
- Ci sono i profumi della primavera avanzata, quando si va in giro con la visiera del casco semiaperta, per lasciarli penetrare ed affondarvi il viso... il profumo delle ginestre delle isole, quello della lavanda di Provenza! Le dolcissime robinie di Lombardia, le glicini, i tigli! Ti ritrovi a guidare nell'estate, e non ti sei neppure accorto di quando ci sei entrato. Trovi l'alito caldo ed umido dei campi strapieni di mais, e l'aroma fragrante del fieno appena tagliato, e l'odore irruente del letame che nutre la terra, ed i vapori bollenti delle erbe che cuociono al sole. -
- Ma... ma? -
- Ma come fai ad ignorare quei muretti infiniti di cemento , quelle grigie meraviglie componibili che separano le carreggiate, e che ti aspettano? Un sasso schizzato da una ruota d'auto, una vespa che ti s'infila nel casco... oppure un piccolo urto, una ruota che perde aderenza. Tu lo sai, ci sono ampie possibilità di scelta: grattugiarsi fino alle ossa strisciando il muretto o l'asfalto... oppure giocare a carambola restando al di qua... - e qui Oddone gesticolò, mimando un tragico flipper. - O saltare di là per spiaccicarsi meglio. Senza sapere chi sceglie quale sia il tuo gioco... Forse senza nemmeno il tempo di capire quale sia, il dannato gioco! -
Oddone chinò il capo e tacque. Il venticello gelido gli passò sulle orecchie, teso come un rasoio e continuò.
- Ma, nonostante tutto, il bagnato, o il ghiaccio, o il terriccio viscido che sporca l'asfalto non ti fermano, d'inverno. Eppure l'unico profumo che senti è quello del freddo... E sei qui con la moto, e ti porti a spasso un'ospite... Avrei preferito farti correre su monti e colline, in mezzo ai colori ed ai profumi dell'autunno. - Oddone sbirciò la Signora, che contemplava le montagne imbiancate, e si rese conto di ciò che aveva appena detto. - Ma tu li conosci da sempre, dall'alba dei tempi... -
- Dimmeli tu... è tanto tempo che non ci penso più. Forse me ne sono scordata. Racconta, su. -
- Non è possibile raccontare tutte le sfumature del verde, del marrone, del giallo e dell'arancio che si affollano nei boschi dell'autunno! Magari lo sapessi fare! Dimentico perfino i primi due o tre degli infiniti rossi degli aceri, non appena è passato un po' di tempo, quando i miei occhi non ne sono più riempiti... Ogni bosco ha un profumo diverso, e questo profumo cambia, se lo respiri al mattino, piuttosto che a metà del giorno o al tramonto. E poi cambia ancora al variare dell'umidità... e dopo una notte umida respiri fragranze che ti allargano i polmoni e la mente... -
- Continua... -
- ... -
- Continua, su, non essere ritroso. Io sono... -
- Non dirlo! E' soltanto nel cuore dell'autunno che i colori ed i profumi ora ti imbaldanziscono, quando il sole è caldo e l'aria asciutta, ora ti commuovono, quando tramonta il sole. Ed infine ti riempiono di dolcezza e tristezza e rimpianto, quando rinfresca ed è più umido, e molte sono le foglie già cadute ed i profumi sono quelli che sentivi da bambino nei boschi e nelle campagne e tra i cespugli delle rive dei fiumi. -
- E dov'è la paura? -
- Mah! - ammise Oddone, dopo averci pensato su un po'. - Forse non è davvero paura, quella di volare via insieme alle foglie e di perdersi nei boschi dell'autunno... Forse non c'è paura di finire tra alberi e cespugli. O forse non è il momento di pensarci, o il caso di continuare a farlo. -
- E' così. Alla fine le paure sono consumate, sbiadite, ridotte. E ti resta così tanto in cambio! -
- Davvero? -
- Tu lo senti. Io mi porto via le tue paure, ed il piacere di tutte le cose belle che mi hai raccontato. Continua a goderne. Continua! -
- Con minor paura? -
- Sì, o no. Non importa, se continui a goderne. Con prudenza, se vuoi... perchè lo devi? -
Oddone restò in silenzio, fissando la Signora in Nero, che se ne stava ancora seduta sull'Harley, rilassata, con il vestito ed il cappuccio che ondeggiavano con grazia, e compostamente, al soffio del vento dell'inverno.
- Ti saluto, ora. E' tempo ch'io vada. -
- Arrivederci, Morte. -
- Arrivederci, motociclista. Sii prudente. Cerca di non arrivare in anticipo al nostro appuntamento! -
- InchAllah. - disse Oddone, come suo solito.
Ma la Signora in Nero era già svanita.
Lui si mise a cavallo dell'Harley ed avviò il motore. Sospirò. Si sentiva più tranquillo. Rasserenato. Beh, anche rassegnato. Stette ad ascoltare il canto del motore. Il poderoso ronfare lo cullò, e le vibrazioni lo riscaldarono.
Il sole continuava a splendere, in quel bellissimo, gelido sabato. Oddone considerò che la Morte appariva ora qui, ora là, ma la Vita era dappertutto. Era il caso di vivere. Infilò il casco e riportò la moto sulla strada, dirigendosi a nord.
Le montagne coperte di neve scintillavano incoronando l'orizzonte, ed era uno spettacolo bello da piangere.
Oddone incontrò la Morte in un gelido e soleggiato sabato di gennaio.

( per gentile concessione : Link a pagina di Taitaonline.altervista.org

ADDIO FRANCO... ADDIO A TUTTI .. AMICI MIEI... CHE NEGLI ANNI MI AVETE PRECEDUTO ALL'APPUNTAMENTO... ANZI.... ARRIVEDERCI...
 
190687
190687 Inviato: 25 Gen 2006 14:06
 

è molto bello il racconto sopra.... fa riflettere ( e ammetto che mi ha messo addosso anche un po' d'angoscia)
 
190724
190724 Inviato: 25 Gen 2006 15:06
 

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190827
190827 Inviato: 25 Gen 2006 16:22
 

complimenti per la storia è bellissima. bella bella bella
 
190993
190993 Inviato: 25 Gen 2006 19:06
 

si molto!!!
 
191491
191491 Inviato: 26 Gen 2006 10:12
 

Veramente una bella storia complimenti Jack spero un giorno di poterti conoscere,i messaggi che lasci spesso fanno rimanere senza parole devi
essere una bellissima persona!!!!
 
191500
191500 Inviato: 26 Gen 2006 10:29
 

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di amici e consocenti morti
o rimasti gravemente feriti con perdita di gamba o braccio
penso che abbiamo tutti .....
purtroppo icon_cry.gif
ma anche nella stessa misura abbiamo perso persone con incidenti d'auto
o altrè calamità impreviste come malatie gravi etc....

non c'è niente da fare quando viene il momento di andarsene
meno male che non sappiamo quando e come succederà

certo che nel fra tempo cerchiamo di andare il piu' sicuro possibile
ma ogni tanto non basta aver mille occhi testa calma e le migliori protezioni,
c'è sempre qualche cretino con la maccina pronto a schiacciarci
senza che si rende conto che danno che fa.......
non sono brava ad esprimere i miei sentimenti
ma come ogni giorno son contenta che di sera ritrovo tutti i miei sani e salvi a casa e per questo spero tanto che anche oggi il buon dio con tutti i suoi angeli ha un occhio di riguardo per tutti
motociclisti e non
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191502
191502 Inviato: 26 Gen 2006 10:36
 

brividi... e pensieri... mi sono rispecchiato in tutto il tuo racconto
complimenti e mi accodo al messaggio di sbronzo... hope to meet you soon
Chris
 
191617
191617 Inviato: 26 Gen 2006 13:52
 

Sbronzo ha scritto:
Veramente una bella storia complimenti Jack spero un giorno di poterti conoscere,i messaggi che lasci spesso fanno rimanere senza parole devi
essere una bellissima persona!!!!



q8.........
 
191824
191824 Inviato: 26 Gen 2006 16:19
 

I miei genitori ogni volta ke mi vedono col casco in mano tremano dalla paura proprio perchè mio padre ha perso il suo migliore amico ed un amico di famiglia....tutti e due investiti da un camion dopo essere caduti dal motorino sigh icon_cry.gif
 
192791
192791 Inviato: 27 Gen 2006 1:07
 

innanzitutto ciao a tutti sono nuovo del forum..
ironia della sorte...ho 23 anni, dopo anni che progetto l'acquisto della moto..dopo quasi un anno che quasi litigo con i miei x prendermi la mia prima moto..da 3 mesi che son riusciti a convincerli....anche se ovviamente non ne sono x niente entusiasti...... avevo deciso pure la moto.. una supersportiva.. bella... mi faceva anche un pò di paura come prima moto.. una cbr 600 rr... ma la testa ce l'ho cmq..non è x la mooto ma x le persone che ci sono in strada...
bene .. anzi male... la mia ragazza stamattina mi ha mandato un msg dicendomi che era un pò preoccupata x la sua amica che da domenica nn sente e nn risponde al tel, nemmeno il suo ragazzo.. nn volevo pensarci... ma la mia testa continuava ad andare da sola alle moto che avevano entrambi.... dopo un ora mi arriva un msg dalla mia ragazza.. nn è capace di parlare., stava andando all'ospedale xkè l'amica ha avuto un incidente domenica in moto assieme al suo ragazzo.... lei nn ce l'ha fatta...
lui si.. anche se avrà delle conseguenze.. anche se x fortuna nn pesanti... anche se nn oso pensare a come starà quando si risveglierà dai sedativi che gli han dato e si renderà conto.....
La mia ragazza nn ha mai accettato di buon grado che prendessi la moto, anzi..... lì x lì sentendola cosi ho deciso di nn prendere piu' la moto... poi però è inutile che faccia l'ipocrita e la faccia restare male ancora, xkè decido di prenderla nn appena tornano le belle giornate e mi viene voglia.... quindi ho cambiato tipo di moto, lo so nn c'entra una mazza, xkè anche se erano con una motard oppure un'enduro (quelle che voglio prendermi ora) non cambiava un bel niente.... però sono piu' tranquilli i miei.... spero la mia ragazza ed io... che cosi anche volendo nn potrò fare il cogl....e piu' di tanto, xkè putroppo ti invitano a correre le sportive, non te ne accorgi, raggiungi alte velocità in pochi secondi..

Ringrazio l'autore della conversazione, xkè ok, ci si deve divertire, ci si può far male in qualsiasi altro modo,ma a ste cose nn ci si pensa finchè nn ci toccano da vicino , c'è poco da fare, la moto SU STRADA è piu' pericolosa dell'auto, possiamo cercare mille giustificazioni x ogni episodio, ma è cosi..

Una vita a seguire regole, a studiare.. a fare mille sacrifici per essere rispettati, ed imparare a rispettare gli altri... e poi un idiota ti porta via il tuo migliore amico, che nn correva, era solo fermo in coda,,,,, poi entro in qualche forum e leggo di tipi che si vantano di aver raggiunto i 240 orari su strada, ca...o se volete suicidarvi fatelo in altri modi, non tirate in mezzo persone che nn c'entrano nulla.

SCUSATE x lo sfogo, non era rivolto a nessuno in particolare ovviamente, spero solo capiate il mio momento, e che nn abbassiate mai la guardia

Ultima modifica di xxmirco83xx il 27 Gen 2006 14:41, modificato 1 volta in totale
 
192889
192889 Inviato: 27 Gen 2006 10:19
Oggetto: Per xxxmirco83
 

...penso che chiunque legga le tue parole ci si possa ritrovare nel tuo racconto, o sicuramente capire cosa provi e che pensi...ho un anno in più di te, moto nuova da pochi giorni, una 600 di cui parli..una r6, e certo ci ho pensato prima di prenderla...
...credo se fosse capitato a me, la tua esperienza, avrei fatto la stessa identica cosa credimi...dal rifiuto nel rispetto della tua raga, a razionalizzare meglio le cose e decidere per una moto più controllabile, è vero che se poi succede x colpa degli altri, se poi è il caso, il destino...quello che vuoi, ma anche il tipo di moto e la testa del pilota fanno la totale differenza.
Ciao raga! icon_wink.gif
 
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