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Un tranquillo week end bolognese (visita alla Ducati)
Scritto da 1motonera - Pubblicato 01/08/2007 15:45
Doveroso esordire con i più grandi ringraziamenti a Corthana, che ha organizzato la visita in Ducati, e a Tabata che ha organizzato il pranzo del sabato (e mi ha ripescato, sperso nelle lande bolognesi)...

Partenza ore 6:00 (sveglia alle 5:00), sono quello più lontano, con un po' di timore per il traffico (si prevedeva weekend di terrore autostradale) e per l'autostrada che di solito non percorro mai (e quel giorno mi aspettavano ben 310km di pallostrada). Entro nella Torino-Piacenza usando il telepass (che avevo esteso alla moto il giorno prima) accorgendomi solo in transito che non avrei potuto, ma ha funzionato lo stesso. Sull'autostrada siamo soli: io, Nanà (la mia moto), i lavori in corso e il freddo (e pochissime macchine); sta albeggiando, colori da sogno, ma non mi fermo a fare foto, l'ansia di arrivare al primo appuntamento è tanta, come la paura di arrivare in ritardo. Dopo i primi 120km pausa e rifornimento, ma perdo tempo in code al bar ed alla pompa, questo mi costerà 10 minuti di ritardo sull'appuntamento previsto a Arda ovest.

8:20 incontro 57gradi, SorpassoaDx, Stefi e Vegeta all'autogrill Arda ovest; dopo 15 minuti arrivano anche Smonter e Smontero; sempre particolari i momenti di incontro reale di gente che pensa di conoscersi perché si parla, magari da mesi, su internet, in quei momenti di vita reale questa conoscenza sembra scomparire per un po', ma noi motociclisti possiamo "rifugiarci" su discorsi di moto, e noi eravamo pure tutti Ducatisti (quasi tutti).

Percorriamo gli ultimi 130km e all'uscita di Borgo Panigale incontriamo a sorpresa Corthana e Sir Duncan. Segue breve sosta in albergo per togliere borse dalla moto e pantaloni tecnici.

Ci presentiamo in Ducati con una mezzora di ritardo, cosa molto poco apprezzata, raggiungiamo la guida all'interno della fabbrica e comincia la visita.

La guida ci spiega come tutte le Ducati siano in realtà realizzate a mano, con innumerevoli controlli di qualità; ci vuole qualche giorno per produrre una moto. Infatti la sensazione è quella di essere dentro ad una fabbrica veramente piccola, a conduzione famigliare, l'aria è più quella dell'officina artigianale che della grande produzione di massa.
Segue visita al museo, dove apprendo come all'inizio la Ducati producesse di tutto tranne che moto (rasoi elettrici, accumulatori, calcolatrici, interfoni...), solo dal 1946 inizia l'avventura motociclistica con la realizzazione e il successo del Cucciolo (bicicletta a motore), con altrettanto stupore scopro che il motore desmodromico è stato inventato da Porche ma Ducati è stata la prima ad utilizzarlo sulle moto, forse un vantaggio a quei tempi, adesso non saprei.

All'uscita, foto del gruppone Tingavert sotto insegna Ducati e sole rovente. Salutiamo Mamma Ducati con molto rumore di scarichi vari non omologati e partiamo per il ristorante.

Non avendo trovato nessun bancomat funzionante e visto il ritmo blando del gruppo, accosto per prelevare, tragica superficialità la mia, una volta prelevato, raggiungo una moto che credevo essere conosciuta ed amica, accodandomi al gruppo sbagliato; dopo qualche chilometro mi accorgo dell'errore e ritorno sui miei passi, ma essendo foresto, non sapevo dove andare. Per fortuna dopo poco tempo mi ritrova la validissima e autoctona Tabata che mi riporta a destinazione. Segue mega mangiata; tutto ottimo, soprattutto quel miscuglio di lardo erbe ed altro (già dimenticato il nome); peccato che quando sono in moto ho l'abitudine di non eccedere in nulla.

Rientro in albergo, riposino e trasfertina all'outlet Ducati a 40km da Bologna. Un po' una delusione, veramente sfornitissimo (portachiavi del WDW2004), compro comunque una bellissima camicia (e maglietta per figlio di un amico) ad un prezzo ridicolo.

La cena la facciamo in un ristorante vicino a Borgo Panigale, tal "Cenacolo"; rispettando la "tradizione bolognese" ordiniamo quasi tutti spaghetti allo scoglio (buonissimi però), anche la cameriera aveva un accento bolognese talmente stretto da essere incomprensibile, sembrava quasi russo, tuttavia non era tanto l'accento della cameriera a notarsi ;-) (purtroppo non ho nessuna foto, temevo ripercussioni fisiche)

Dopo notte ristoratrice e colazione ci apprestiamo a scalare la Futa. Strada davvero bella, non eccessivamente tecnica, con buon asfalto e nessun controllo delle FdO (almeno spero); stranamente, ho visto molti incidenti (3 di cui uno non grave); vedere motociclisti a terra blocca il polso e l'angolo di piega (solo per un po', purtroppo).

Veramente bravi Astro, Tabata, Alckhol, amico di Sir con multistrada e zavorrina (mi spiace non ricordo tutti i nomi) poi anche Sir e Vegeta anche se un po' rallentati dalle apprendiste fidanzate Corthana e Stefi, alle quali posso solo consigliare di andarci con calma, alla loro età non penso che avrei affrontato un viaggio di quasi 1000km, mi sembra che la stoffa ci sia in entrambe, ma ho come l'impressione che a volte vogliano un po' strafare.
Bravi anche Sorpasso e i carburati Smonster e Smontero, più rispettosi del codice della strada.

Per quel che mi riguarda ho tenuto il passo allegro ma non troppo dei primi quattro ma dopo aver visto il primo incidente (fortunatamente non grave per il motociclista, un po' di più per la moto), mi si è chiuso il polso e mi sono improvvisamente ricordato che il mio gommone posteriore era ormai alla frutta e che avevo ancora 500km da fare e pertanto ho terminato la salita tranquillamente. Alla fine siamo poi arrivati al passo della Raticosa (più vicino della Futa mi pare, ma io ero foresto).

Il piazzale antistante la baita della Raticosa pullula di moto di ogni tipo: dalle 2 Honda Goldwing, cavalcate da 2 coppie di arzilli ultra sessantenni, alle custom di ogni tipo, dalle sferraglianti Ducati alle pistose giapponesi (ma c'era pure una F4, non l'aereo eh ;-) )

Nella baita trovo un'ottima schiacciata con porchetta. Fuori ci rilassiamo un po' prima dell'inevitabile partenza e separazione; da lì il gruppo toscano scenderà su Firenze mentre il gruppo lombardo-piemunteis rientrerà verso Bologna scorato dagli autoctoni Astro e Tabata. C'è sempre un po' di tristezza nel qualcosa che finisce, tristezza di salutare persone che fino al giorno prima erano sconosciuti e che in 48 ore sono diventati amici, fratelli; ma c'è anche e soprattutto felicità per aver partecipato, per esserci stato, la stanchezza accumulata non sarà mai pari alla gioia che mi da il condividere la mia più grande passione con altri.

Il rientro fino a Torino è stato alquanto duro, insopportabili gli ultimi 100km, mi ha salvato il mio valido lettore MP3, a volte la motoradio ci vuole.

Alla prossimo giro!

Alessandro

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Commento di: smonter il 01-08-2007 16:50
grande Ale hai fatto un bellissimo reportage
con tanto di foto (purtroppo io le rovino :-( )
ma sono le foto fatte col tuo cell??
Commento di: 1motonera il 01-08-2007 17:50
Si, non avevo portato altro, non è proprio il massimo lo so
Commento di: smonter il 02-08-2007 12:47
no no anzi mi sono meravigliata per essere un cell le fa veramente bene
Commento di: Corthana il 01-08-2007 17:47
bellissimo . ...

Sei stato grande Ale ..

speo ci sia un prossimo week end
Commento di: Niko il 01-08-2007 19:13
Complimenti, bel report e belle foto....!!! :-)
Commento di: Grippe il 02-08-2007 09:18
Ma Dai!!
Ma quando ci siete andati???
Pensa che noi eravamo 12 moto da Genova, siamo stati giù il 27 e il 28.
Non mi dire che erano gli stessi giorni.
Commento di: smonter il 02-08-2007 12:46
il 28 e il 29 luglio ..... magari ci siamo pure incrociati
Commento di: DusTech il 02-08-2007 10:20
Bellissima esperienza,

grazie dell'articolo

Lamps
Commento di: Andrea610sm il 03-08-2007 16:28
Gran bel week-end. che palle però farsi della gran autostrada per venire fin qua a bologna........