La Community Ting'Avert
Chi ci ama, chi ci odia, chi ci comprende e chi ci giudica.
Pubblicato 07/07/2006 10:08
Eccomi qui, mano che scrive per conto di chi ama la velocità, le curve, il portare al limite la moto per sentire e sapere di averla realmente dominata.

Siamo motociclisti, forse l'anima più "libera" dei motociclisti.
C'è chi ci ama per la nostra capacità di cogliere in ogni centimetro di asfalto un punto dove limare una gomma (vero Vetro?)
C'è chi ci odia per quei sorpassi e manovre diciamo "poco consone" al CdS…
C'è chi ci comprende, taluni come comprendono i deficienti, per pena, taluni perchè realmente comprendono una "malattia" che colpisce gli occhi, la testa, il sistema nervoso.

Siamo malati: l'occhio rileva la curva, scruta l'asfalto... e il neurone, che in noi, a differenza degli altri, è malato, invece che trasmettere al cervello la curva, trasmette il comando alla mano di spalancare.
C'è chi ci giudica, solitamente in male, chi ci accusa di non goderci nemmeno il paesaggio durante i giri...
cosa dire ?!
Siamo liberi !

Nessuno andrà mai a dire ad un uccello che ha fatto una virata troppo stretta, che si è buttato in picchiata in mezzo agli alberi rischiando, che vola adagio o forte...
Siamo liberi e ci sentiamo tali quando la moto supera i 40°, quando sappiamo che il tuono del motore non lo sentiremo più per i fischi sul casco, quando sentiamo avantreno o retrotreno scivolare per forza centrifuga.

Da liberi ci godiamo sensazioni indescrivibili, indimenticabili, incomprensibili per chi "sta nei limiti" !

Non siamo pericolosi, è il mondo intorno a noi a muoversi lineare e lento.

"... Mai con timore ma sempre attento .. " e resteremo liberi !

 

Commenti degli Utenti (totali: 10)
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Commento di: Vetro il 07-07-2006 10:15
Un articolo davvero pieno, ricco e in cui mi ritrovo completamente!

Complimenti!

Spero di rivederti presto!
Commento di: nopolice il 07-07-2006 11:35
Grazie Vetro, spero anche io di ripercorre qualche km con te al più presto, è sempre un piacere !
Commento di: BluArgento il 07-07-2006 21:28
Bravo. Ho votato e di ho dato 5. Il voto piu alto concesso.
Hai espresso in modo chiaro e sincero il tuo pensiero in merito, il testo è scritto in modo scorrevole, piacevole a leggere.
Con la metafora del volo dell'uccello esprimi poeticamente la tua voglia di libertà, di emozioni forti, confidando che nessuno potrà mai "dirgli nulla": per una virata stretta, per il rischio in picchiata in mezzo agli alberi...e se oltrepassato gli alberi sarà andato a schiantarsi contro un paracarro, un palo, un muretto , un auto.
Io sarò uno di quelli, non dirò nulla.
La tua libertà finisce quando invadi lo spazio altrui. La mia libertà finisce quando ti frapponi "in maniera poco consona" fra me e la strada che sto percorrendo.
La mia libertà finisce quando mi colpisci violentemente, quando sento il tuono del tuo motore dentro al mio casco.
Avrei piacere di descriverti la sensazione incredibile e indimenticabile di un mio amico colpito da un uccello che sbagliava una virata.
Non posso farlo, non sapeva raccontarmela.
Non sei pericoloso, è il mondo che ti è d'intralcio e lento....
Hai mai pensato di lasciare la moto per dedicarti al paracadutismo?
Commento di: nopolice il 10-07-2006 22:19
non c'è risposta al tuo commento.

non capisco quanto possa esser ironico o sincero...

rimane il fatto che se fosse di apprezzamento sarebbe gradito, ma se fosse una brutta, ironica, critica, dato che non è necessaria ne chiesta, sarebbe fuori luogo.

Spero nella prima !
Commento di: BluArgento il 11-07-2006 00:44
E no! mio caro nopolice, hai capito benissimo è proprio la seconda.
Critica, ironica, nessun apprezzamento positivo e assolutamente ad hoc!
E spero che tu abbia letto bene, tra le righe.
E non sto facendo della polemica.
Se non vuoi critiche certe cose pensale soltanto, non scriverle e non dirle.
Non puoi esimerti dalle responsabilità delle tue affermazioni pseudopoetiche. Questo motoclub è frequentato anche da giovanissimi neopatentati. Le tue frasi che descrivono i tuoi comportamenti e di quelli di cui sei portavoce quando sei in sella, possono avere l'effetto, a mio avviso indesiderato, di fare nuovi seguaci della tanto decantata
velocità e rischio=a libertà, emozioni da provare per essere vivi e vitali.
Di esempi negativi siamo gia al completo.
Di motociclisti malati di libertà neuronale e sotto teli bianchi le nostre strade sono piene.
Le cronache locali dei giornali del lunedi sono sempre occupate a descrivere "di uccelli che hanno preso il volo e poi schiantati.
Non mi va nemmeno di fare dei frontali con quelli che scambiano la strada per una pista, come gia ho rischiato diverse volte.
Non hai avuto persone amiche, col collo rotto, o speronate da un fuori di testa, o finiti fuori strada in mezzo al bosco e ritrovati il giorno dopo? Io si.
E non credo di essere il solo.
Un articolo come il tuo non lo scriverei mai perchè ho imparato a non servirvi piu dell'oblio e a non rimuovere dalla memoria i fatti spiacevoli.
Andare forte è facile, son tutti capaci, è fermarsi che spesso puo diventare problematico e non tutti son capaci.
E sai cosa voglio dire.
Anche io lo so ed è per quello che sono uno che sta nei limiti, anche se le emozioni che provo sono di serie B.
La fortuna non è sempre amica e la sfiga ci vede benissimo.
E poi evitiamo per favore di crearci problemi, quando giriamo per le strade, almeno fra di noi appassionati delle due ruote, ci sono gia tanti inconvenienti e imprevisti che rischiano di farci andare a casa in barella.
Evitiamo di fare proseliti.. sarà un beneficio per tutti e per tutta la categoria.
Affittano anche i circuiti per andare forte...



Commento di: nopolice il 11-07-2006 08:25
Prendo atto del tuo pensiero, disapprovo... e chiudo !
Commento di: redirete il 08-07-2006 02:11
:D 10/10
Commento di: maurolive il 11-07-2006 08:59
mi piace la poesia con cui hai descritto il tuo bisogno di lebertà... ma mi trovo purtroppo d'accordo con BluArgento.

per sfruttare ogni centimetro di gomma e di asfalto ci sono dei luoghi chiamati pista... dove oltre l'asfalto c'è il cordolo, e oltre magari una via di fuga... dove comunque la settimana scorsa un mio conoscente ha trovato la morte.

sulla strada ci sono anche i pedoni, i ragazzini con il motorino, i ciclisti, i mototuristi, e quegli ingombri chiamati auto e camper...

non ce lo dimentichiamo.
Commento di: nopolice il 11-07-2006 12:16
mi spiace per il tuo conoscente.

farsi una corsettina non significa necessariamente invadere l'altra corsia, non significa correre sempre e ovunque, non significa non rispettare i centri abitati, gli incroci, i luoghi a rischio.

Purtroppo quasi sempre, le tragedie succedono nei momenti e nei modi più stupidi, basta stilare un rapporto e vedrete che il 90% dei decessi e degli incidenti succedono a bassa velocità, magari in centri abitati, magari per una stupida caduta su un marciapiede.

purtroppo le tragedie ci saranno sempre... ma non accetto che si dia la colpa a noi come causa di esse !!!

nel forum sono stati postati ultimamente 4 incidenti.

1 per un'errata segnalazione stradale (senza coinvolgere 3° persone oltre i motociclisti)
2 per un c...one che ha svoltato senza freccia dopo la partenza ad un semaforo
1 per un automobilista incosciente ad un semaforo

tutti e 4 a bassa velocità !!!


libertà nell'accettare il vostro pensiero, le vostre critiche...
libertà nel non credere che un motociclista è sempre stato e sempre starà nei limiti !
Commento di: BluArgento il 11-07-2006 14:57
Sono felice di essere considerato come persona che calca la mano; ma cerco sempre di essere il piu obiettivo possibile. Come si diceva: prima di aprire bocca assicurarsi di aver messo in funzione il cervello.
Non ci conosciamo ma ti posso assicurare che lo faccio.
Sei libero di non credere che come motociclista sono sempre stato e starò sempre nei limiti: " da dove arriva questa morale, da quale pulpito?"
Quello che ho fato da giovane con i "motorini truccati" che andavano di moda all'epoca ( 1970)
mi dava un "senso di libertà" indescrivibile.
Gia.
Ho guidato la prima Kawa 500 2 tempi (soprannominata la bara).
Erano i tempi di Provini e Agostini, e i circuiti ricavati dalle strade con le balle di paglia nelle curve e fotografati su motociclismo.
Le "volate"... inseguiti dal pulmino fiat 850 dei carabinieri.
Non avevo mire di protagonismo, non avevo pubblico, ne nessun imbranato da dimostrargli come si guida: Era dimostrare a me stesso che il lavoro fatto come meccanico dava risultati sorprendenti, inaspettati: avevo poco e riuscivo ad ottenere molto. La sella era un asse di legno di abete, molto leggera.
Ma quante macchine o traffico c'erano all'epoca?
0 ( zero). 0,1?
Se volesti fare le stesse cose che ho fatto io da giovane dovresti farle di domenica, alla notte.
Le tirate, quando posso, le faccio anche adesso.
Ho ancora lo spirito dei 20 anni ma con l'esperienza dei 50.
Perchè a 50 ci sono arrivato.
Voler fare le stesse cose che si potevano fare 35 anni fa sarebbe anacronistico.
Evitiamo quindi di essere anacronistici e kamikaze per provare il contrario.
Evitiamo di essere di cattivo esempio per le generazioni future.
La possibilità di correre in pista, pur essendo ugualmente pericolosa, permette di girare in posti piu sicuri delle strade, dove al posto del guardrail o della scarpate hai sempre una possibilità in piu di fuga e di salvezza.