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Solo il Vento, la GS e la Mentorella - Racconto Real-Fantasy
Scritto da Maurizio60 - Pubblicato 18/11/2025 16:22
Il ruggito sommesso del motore boxer della sua BMW R 1200 GS era la colonna sonora preferita di Maurizio...

Tempo di lettura stimato: circa 2 minuti e 20 secondi.



A sessant'anni, con i capelli brizzolati che spuntavano ribelli dal casco modulare e la pelle segnata da decenni di sole e vento, non era solo un motociclista: era un pellegrino della strada. E quel sabato mattina, la meta era Monte Guadagnolo, il suo santuario personale, un segreto condiviso solo con la sua fedele "GS".
Il viaggio iniziò non lontano da Roma, con il traffico che presto lasciò il posto a un orizzonte di colline morbide e borghi antichi. La moto, pesante eppure agile, divorava l'asfalto, un nastro grigio che si snodava tra la campagna laziale. Maurizio sentiva la vibrazione familiare che gli risaliva lungo le braccia, una pulsazione ritmica che batteva all'unisono con il suo cuore. Ogni curva affrontata con precisione, ogni cambio di marcia, era un atto di pura meditazione.

Mentre la strada si inerpica verso i Monti Prenestini, la natura esplodeva in un tripudio autunnale. Il verde intenso degli ulivi si mescolava all'oro e al rosso delle foglie che cominciavano a cadere, creando un tappeto vibrante ai lati della strada. L'aria, fresca e pulita, portava con sé profumi di terra umida e resina. Maurizio abbassò leggermente la visiera, lasciando che il vento gli accarezzasse il viso.
Le emozioni erano forti, un crescendo che si intensificava man mano che si allontanava dal frastuono della città. C'era l'ebbrezza della velocità controllata, la gratitudine per la solitudine scelta, e soprattutto, la profonda gioia di esserci, vivo, in sella, padrone del proprio tempo e spazio.
Dopo circa un'ora di salita, raggiunse il Santuario della Mentorella. Sospeso sulla parete di roccia come un nido d'aquila, il complesso monastico era un luogo di una bellezza austera e commovente. Parcheggiò la GS nel piccolo piazzale sterrato e si tolse il casco, respirando a pieni polmoni.
Si avvicinò alla balaustra che si affacciava sulla valle. Il panorama era mozzafiato: un oceano di verde interrotto solo da qualche chiazza di case lontane. Il silenzio era quasi irreale, rotto solo dal vento e dal richiamo di qualche uccello. Per un attimo, ogni preoccupazione, ogni rimpianto degli anni passati, si dissolse.

Entrò nella piccola chiesa, le cui pietre antiche trasudavano secoli di preghiera. Non era un uomo particolarmente devoto in senso stretto, ma in luoghi come quello, sentiva una connessione innegabile con qualcosa di più grande. Si sedette su una panca di legno scuro, lasciando che la frescura e la penombra lo avvolgessero.
"Faccio pace con il mondo", mormorò sottovoce. Era lì che ritrovava l'equilibrio. La rabbia per le piccole ingiustizie, la fretta che la società impone, il peso delle aspettative: tutto veniva lasciato fuori, tra il rombo del motore e la maestosità della montagna. Quella era la sua confessione laica, la sua assoluzione su due ruote.
Riprese la moto, ora con una serenità rinnovata. Ancora pochi chilometri, e avrebbe raggiunto la vetta di Guadagnolo, il punto più alto.
Il suo "posto segreto" non era una piazzola panoramica segnata sulle mappe, ma un piccolo spiazzo d'erba appena sotto la croce di vetta, raggiunto attraverso una breve e impervia stradina sterrata che solo la sua GS poteva affrontare.

Arrivato, spense il motore. Il silenzio che seguì fu totale, un vuoto riempito solo dal ticchettio metallico del motore che si raffreddava. Seduto sulla sella, fissò l'orizzonte infinito. La vista spaziava fino al mare, e in una giornata limpida come quella, poteva quasi immaginare di vedere le isole.
Estrasse dalla borsa un thermos di caffè e un panino. Questo rituale semplice, in quel luogo elevato sopra il mondo, era l'apice della sua felicità.
Il cielo si fece di un blu profondo. Mentre sorseggiava il caffè, sentiva di non aver bisogno di nient'altro. La sua BMW, fiera e massiccia, era la sua cavalcatura, la sua compagna di viaggio. La montagna, la sua maestra.
Maurizio sorrise. Sessant'anni non erano la fine, ma un nuovo inizio, misurato in chilometri e curve. E ogni viaggio a Monte Guadagnolo gli ricordava che, finché avrebbe avuto la sua moto e la sua sete di libertà, la vita sarebbe stata sempre una magnifica avventura. Era pronto a scendere, a tornare al mondo, ma portando con sé la pace e la forza ricaricate in quel luogo magico, al culmine della sua montagna segreta.


Nota: Questo è un Report Real-Fantasy, che trae ispirazione da eventi realmente accaduti. L'intento è quello di intrecciare la realtà e la fantasia, fondendo fatti concreti con interpretazioni immaginative per offrire una narrazione che stimoli la riflessione e catturi l'immaginazione. Ogni dettaglio, personaggio ambientazione creativa è pensato non per alterare, ma per arricchire e completare il racconto di ciò che è stato. Non sono uno scrittore, anche se amo scrivere storie, e non sono un Graphic Designer anche se mi diletto nel creare immagini con IA, siate clementi Pray


Buona strada sempre Up
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