L'aria era quella frizzante, ma non ancora tagliente, di un novembre di qualche anno fa. Una luce obliqua, color miele, vestiva le colline del Lazio, e un profumo di mosto e legna bruciata si fondeva con l’odore caldo della benzina.
Maurizio, cinquantacinque anni portati con l'energia di chi ha trovato la sua pace interiore tra l'asfalto e il vento, accarezzò il serbatoio color argento della sua fidata compagna: una ruggente, ma impeccabile, Honda CB 450, un gioiello d'acciaio con tutte le cromature lucide.
Partito da Riano, il piccolo paese a nord di Roma, aveva lasciato alle spalle il traffico e il rumore per dedicarsi a una delle sue passioni più autentiche: scoprire il Lazio fuori stagione. L'obiettivo non erano i flussi turistici, ma il ritmo lento e i silenzi che l’autunno restituisce a questa terra, come aveva letto in una guida.
La prima tappa lo portò in direzione Viterbo. Abbandonò la strada principale per inerpicarsi verso Tuscania, un borgo sospeso tra i calanchi. Qui, ai Ruderi del Castello del Rivellino, spense il motore. Il silenzio fu improvviso e totale. L’antica struttura, sobria e quasi difensiva, dominava la valle. Maurizio passeggiò tra le mura spesse, percependo il fascino discreto di un luogo non sontuoso, ma vero. Le vedute si aprivano sulle campagne dai toni morbidi, e si sentì per un attimo un custode di quella quiete, lontano dal brusio della vita frenetica.
Rimontato in sella, il viaggio lo condusse verso l'interno, a Orte. La vera meraviglia non era in superficie, ma al di sotto. Dopo aver parcheggiato la moto, si immerse nell’Orte Sotterranea. Lasciò la luce calda dell'autunno per entrare in un mondo nascosto di cunicoli, cisterne e gallerie scavate nel tufo. L'atmosfera era fresca e umida, le luci basse rendevano suggestive le radici etrusche e medievali della città. Era la storia che non si mostrava, ma si sentiva, un intreccio silenzioso che narrava secoli di vita quotidiana.
Il pomeriggio volgeva al termine, e Maurizio sentiva il richiamo del terzo e ultimo luogo del suo itinerario, una meta che prometteva una quiete quasi monastica: l'Abbazia di Fossanova, vicino Priverno, nel sud della provincia di Latina.
Ci arrivò che il sole era ormai basso, tingendo le pietre di un arancio profondo. Il complesso cistercense, tra i più antichi d'Italia, era deserto. La CB 450, di solito così rumorosa, parve farsi discreta nel silenzio solenne del luogo. L'architettura era la quintessenza della sobrietà medievale: archi puliti, luce misurata e un'armonia che, come aveva letto, invitava alla calma. Si sedette per un po' nel chiostro, chiudendo gli occhi. Fossanova non era solo un'esperienza architettonica, ma una pausa, un modo per rallentare e riconnettersi con un ritmo di vita più semplice.
Quando il sole si spense del tutto dietro le colline, Maurizio si rimise il casco. Il rombo dell'Honda ruppe il silenzio, ma solo per un attimo, prima di fondersi con l’arrivo della sera. Tornava a Riano con l'animo più leggero e l'odore di benzina e foglie bagnate addosso. Aveva trovato i suoi tesori: non monumenti sfarzosi, ma tre angoli di Lazio autentico, custodi di silenzi rari, perfetti per un motociclista che cercava, oltre alla strada, la vera essenza del tempo che scorre lento.
• Nota: Questo è un Report Real-Fantasy, che trae ispirazione da eventi realmente accaduti. L'intento è quello di intrecciare la realtà e la fantasia, fondendo fatti concreti con interpretazioni immaginative per offrire una narrazione che stimoli la riflessione e catturi l'immaginazione. Ogni dettaglio, personaggio ambientazione creativa è pensato non per alterare, ma per arricchire e completare il racconto di ciò che è stato.
Non sono uno scrittore, anche se amo scrivere storie, e non sono un Graphic Designer anche se mi diletto nel creare immagini con IA, siate clementi
Buona strada sempre
