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Sulla strada per Monte Guadagnolo
Scritto da Maurizio60 - Pubblicato 23/09/2025 15:57
Il rombo della mia vecchia Moto Guzzi, una Le Mans III rossa, si mescolava a quello della Ducati Scrambler gialla di Marco, un suono che per me era musica. ..



Ci eravamo sfidati tante volte su questa salita che portava a Guadagnolo, ma oggi era diverso. C'era quel misto di elettricità e tensione nell'aria, la voglia di dimostrare a me stesso che potevo ancora farcela. Arrivato alla curva del tornante, il mio punto debole, non mi sono fatto trovare impreparato: mentre Marco frenava in ritardo per impostare la curva, io ho rallentato la mia velocità quel tanto che bastava per far scivolare la moto perfettamente in piega, sfruttando l'aderenza quasi chirurgica delle mie gomme nuove.
Le sensazioni alla guida erano incredibili. Sentivo il peso della moto che si spostava dolcemente, il manubrio che rispondeva a ogni minimo movimento e la strada che mi si offriva quasi come un'amica. Ho spostato il peso del mio corpo per abbassarmi al massimo sulla moto, ho abbassato la mia spalla destra, spinto sul manubrio e inclinato il corpo, spostando il mio peso verso la curva, mentre la moto si inclinava con me. Le mie ginocchia premevano contro il serbatoio per avere un maggiore controllo. Ho sentito l'aria fischiare nelle orecchie mentre la mia moto scendeva in piega.
La manovra perfetta mi ha permesso di sorpassare Marco all'interno della curva, una posizione che ha lasciato il mio avversario senza possibilità di rientrare. Con un'accelerazione decisa, ho guadagnato metri preziosi, sentendo la moto che si alzava leggermente sull'avantreno, e in pochi secondi, mi sono lasciato alle spalle Marco, la sua moto e la sua polvere. L'ho visto dallo specchietto, come un puntino che si faceva sempre più piccolo. Un sorriso mi ha attraversato il volto.



La vittoria era mia
Ho alzato il pugno al cielo, carico di adrenalina, felicità e un pizzico di commozione. Marco mi ha raggiunto poco dopo. «Grande, non ho potuto fare nulla», ha detto, dandomi un'amichevole pacca sulla spalla, e i nostri sguardi si sono incontrati, pieni di rispetto reciproco. «La prossima volta andrà meglio per te», ho detto con una risata, felice che l'amicizia fosse più importante di qualsiasi gara. Ci siamo seduti su un muretto ad ammirare il panorama e abbiamo parlato dei nostri sogni, quelli di gareggiare un giorno in competizioni importanti. Un sogno che è rimasto in un angolo del cassetto, per la nostra vita, i nostri lavori, le nostre responsabilità. Ma a volte, era bello credere che un giorno si potesse avverare.

E intanto, la salita per Guadagnolo era lì, a ricordarci che, anche se per poco, potevamo sentirci davvero dei campioni.


Nota: Questo è un racconto Real-Fantasy, che trae ispirazione da eventi realmente accaduti. L'intento è quello di intrecciare la realtà e la fantasia, fondendo fatti concreti con interpretazioni immaginative per offrire una narrazione che stimoli la riflessione e catturi l'immaginazione. Ogni dettaglio, personaggio e ambientazione è creato e pensato non per alterare, ma per arricchire e completare il racconto di ciò che è stato. Tutte le strade e i posti citati sono reali.


Buona strada sempre Up
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