Prima di tutto, le motociclette vengono lavate e asciugate con cura per eliminare il fango, la sabbia e la polvere accumulati dopo due giorni di strade per lo più sterrate percorse, spesso sabbiose, ha messo alla prova le loro capacità di guida e ha lasciato il segno sui mezzi.

Gianni si occupa di cambiare olio e filtri e di lubrificare la trasmissione finale a catena della sua Honda Africa Twin 1100, Marco sostituisce olio e filtri alla sua Ducati Multistrada V4 e regola la forcella Öhlins e il monoammortizzatore posteriore Öhlins TTX36 Luigi, invece, esegue la manutenzione ordinaria sulla sua BMW R 1300
GS. Le moto devono essere perfette per l'indomani: la prossima tappa è Khajuraho, famosa per il complesso di templi indù e giainisti situato nel distretto di Chhatarpur, nello stato del Madhya Pradesh, a circa 175 chilometri a sud-est di Jhansi. Questo sito, patrimonio dell'umanità UNESCO, è rinomato per il suo stile architettonico nagara e per le affascinanti sculture erotiche scolpite nelle pietre dei templi.

Quarto giorno: 4 marzo 2025 (partenza da Agra)
Di buon mattino, Marco, Gianni e Luigi si ritrovano per la colazione. pronti per una nuova avventura. Le moto, ora in perfette condizioni, li aspettano per affrontare i 250 chilometri che li separano da Orchha, situata nello stato centrale del Madhya Pradesh. Orchha ha iniziato solo di recente a catturare l'interesse dei viaggiatori in cerca di nuove rotte, lontane dalle destinazioni più celebri. Un viaggio qui permette di immergersi nella quotidianità locale e offre un'esperienza autentica, capace di trasportare i visitatori direttamente nel Medioevo. Il tragitto è relativamente tranquillo, anche se il vento solleva la sabbia lungo le strade, rendendo la guida più impegnativa.

Relax a Orchha
Una volta giunti a Orchha, i tre amici si concedono un momento di relax lungo le rive del placido fiume Betwa. Seduti su una grande roccia vicino al ponte, ammirano il panorama circostante, lasciandosi cullare dal ritmo lento della natura.

Con il sole alto nel cielo, decidono di rinfrescarsi con un tuffo nelle acque del fiume, stando sempre cauti e vicini alle rocce. Ma l'avventura chiama: l'esperienza non può dirsi completa senza provare il rafting sul Betwa, un'occasione perfetta per un po' di adrenalina. Il tempo scorre veloce, e dopo essersi asciugati è già ora di ripartire.
La prossima destinazione è Khajuraho, ancora 200 chilometri e circa quattro ore di viaggio li attendono. L'avventura continua.

La strada per Khajuraho è asfaltata ma resa scivolosa dalla sabbia e polvere di terriccio trasportata dal vento. Percorrere 200 km con il timore di scivolare subito dopo una curva rendeva la guida un forte stress. Non restava che sperare nella buona sorte e che da lì a poco le condizioni della strada sarebbero migliorate. Khajuraho li aspettava, avvolta nell'aura mistica dei suoi templi scolpiti, testimoni silenziosi di un'epoca di splendore e devozione.

Questo gioiello dell'India centrale, famoso per i suoi complessi templari Patrimonio dell'Umanità, racchiude nelle sue pietre una straordinaria fusione di arte, spiritualità e sensualità. Ogni figura scolpita racconta una storia, ogni rilievo è un frammento di poesia immortale. Poter passeggiare tra i templi di Khajuraho significava immergersi in un mondo senza tempo, dove la bellezza delle forme e la profondità dei simboli catturano lo sguardo e l'anima. I| delicato equilibrio tra divino e terreno rende questo luogo un'esperienza unica, capace di affascinare e lasciare un segno indelebile nel cuore di chi lo visita.

L'arrivo a Khajuraho fu trionfale! All'ingresso della città, decine di bambini festosi accompagnavano Marco, Gianni e Luigi, seguendoli entusiasti mentre avanzavano in sella alle loro moto. Il frastuono gioioso dei piccoli bambini faceva da cornice a un momento indimenticabile, ma ciò che davvero lasciò i tre amici senza fiato fu la straordinaria bellezza dei templi induisti e delle magnifiche sculture ornamentali.
Dopo questa calorosa accoglienza, parcheggiarono le motociclette nel garage dell'hotel dove avrebbero pernottato, concedendosi un momento di ristoro prima della serata. Con l'idea di gustare la cucina locale, si diedero appuntamento per la cena in un ristorante indiano situato a due passi dall'hotel, ma non prima di una rigenerante doccia per lavare via la polvere del viaggio.

Dopo una cena tipica indiana, in cui hanno gustato il Pyaaz Ki Kachori (Kachori ripieni di cipolla e spezie) e il Gatte (bocconcini di farina), accompagnati dal Kadhi (un piatto a base di latte acido e verdure, particolarmente speziato nella versione rajasthana), una piacevole passeggiata notturna li ha condotti ad ammirare il suggestivo complesso di templi indù. Immersi nella bellezza dei templi e nella serenità dei giardini ben curati, hanno goduto di un momento di quiete e contemplazione.
Domani li attende una nuova tappa di questo straordinario viaggio.
Anticipazione quarta tappa

"Orient Express" quarta tappa: il sogno continua in sella verso Gorakhpur!
La tappa prevede la partenza da Khajuraho, con una sosta a pranzo a Varanasi e arrivo in serata a Gorakhpur dove termina la tappa dopo aver percorso 616 km.

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Nota: I luoghi descritti esistono realmente e il viaggio descritto prende ispirazione dal Reality Pechino Express. Le immagini sono create con IA e di fantasia. Chiedo scusa in anticipo per qualche inesattezza sia nella descrizione che nelle immagini. Non sono uno scrittore, anche se amo scrivere storie, e non sono un Graphic designer anche se mi diletto nel creare immagini con IA, siate clementi
Buona strada sempre
