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Il 7 Giugno, un giorno maledetto.
Scritto da bigtower - Pubblicato 28/07/2015 08:57
Descrizione e sensazioni di una giornata in moto che, purtroppo, ricorderò per sempre...

È passato ormai poco più di un mese e mezzo da quel giorno, il 7 Giugno, un giorno maledetto. Un giorno che mi ha cambiato profondamente nell'anima. Quel giorno io ed un paio di amici andammo ad un raduno su per le strade di Lecco per poi finire il giro in una città abbandonata chiamata Consonno. La giornata va alla grande, se non per dei piccoli problemi che capitano a qualche moto durante il tragitto. A chi non si accende più la moto, a chi perde olio, a chi invece si rompe il filo della frizione. Risolti questi piccoli problemi, accumulando comunque ritardo, si riparte su per i tornanti di Consonno.

Arrivati in cima il posto è stupendo, davvero caratteristico, ma purtroppo a causa degli ingenti ritardi accumulati a causa dei problemi delle altre moto, l'ora di ritorno a casa si avvicina e non ci permette di esplorare fino in fondo quei luoghi. Io e il mio gruppo di amici iniziamo a scendere, anticipando gli altri del raduno, ma per strada io e un mio amico ci fermiamo per fare un paio di foto alle moto e ad una casa in rovina davvero suggestiva, lasciando il gruppo di amici, consci del fatto che li avremmo raggiunti dopo. Finite le foto si ritorna in sella per scendere.

Ora, per più della metà la strada era completamente rovinata, buche ovunque, sassolini, era in pratica uno sterrato in discesa, molto pericoloso che ho fatto praticamente sempre col freno tirato (pensando anche alle mie povere forcelle tradizionali non rovesciate). Ora, non so cosa mi sia successo, cosa ho pensato, ma quella strada completamente distrutta, che facevo a 10 all'ora, una volta finita è cominciato il pezzo di strada completamente asfaltato e liscio, mi ha spinto ad accelerare di colpo, come se mi fossi tenuto dentro una scarica di adrenalina che doveva uscire. In quel momento il cervello non era più collegato, non capivo più nulla.

In fondo alla discesa c'era un tornante a sinistra. Credevo di poterlo fare. Mi sbagliavo. Il mio cervello si è riconnesso, ho frenato con tutto quello che avevo, con l'anteriore, col posteriore, col freno motore. Ho agito d'istinto. Ma ero troppo veloce, i giri erano troppo alti, l'esperienza troppo poca e la curva stava iniziando a farsi vedere. Ho dovuto piegare più che potevo, fino a quanto coraggio avevo. La ruota posteriore si è bloccata, la moto ha scodato a destra ed io sono stato improvvisamente lanciato a destra. In volo ho chiuso gli occhi. D'istinto ho assunto una posizione fetale, con le braccia sul petto e i palmi delle mani rivolti verso l'interno. Ho iniziato a rotolare e rotolare, sentivo solo il mio respiro affannato, fino a quando non sento un tonfo. Mi fermo, bloccato da degli arbusti e degli alberi subito dietro. Apro gli occhi, mi metto lentamente in ginocchio, non sentivo dolore da nessuna parte (colpa dell'adrenalina). Sentivo il mio cuore battere all'impazzata. Arriva subito il mio amico che ha visto tutta la scena da dietro, a prestarmi soccorso. Uno dei miei primi pensieri fu la condizione della moto. Risultato: pompa freno anteriore completamente distrutta, semimanubrio destro leggermente piegato, pedana poggiapiedi cadente, piastra di sterzo inferiore storta (le forcelle tendono verso un'altra direzione, ma non sono loro storte) e carene bucate, graffiate e cadenti. Un disastro, e tutto per colpa mia. Intanto mi trascino fuori dal bordo strada con le braccia e mi alzo in piedi, pessima idea. Finito l'effetto dell'adrenalina inizio a zoppicare col piede destro. Mi son tolto la scarpa e ho notato che iniziava a gonfiarsi sempre di più, quindi mi metto a sedere di fianco a lei. Nel frattempo il mio amico ferma le moto degli altri del raduno che stavano sopraggiungendo (e anche perchè essendo dietro la curva, non vedendoci, poteva risultare molto pericoloso). Inizio a ricevere soccorso e supporto da tutti, per fortuna ho molti a cui appoggiarmi in quel momento.

Dovevo per forza di cose scendere da lì per farmi venire a prendere, ma io avevo un piede gonfissimo, quindi uno del raduno si propone di farmi guidare il suo scooter, in modo da frenare con entrambe le mani, mentre lui mi portava la mia, spenta, frenando col freno posteriore (cosa che io ovviamente non potevo fare). Una volta sceso giù e salutato tutti gli altri mi fermo vicino ad un muretto insieme al mio amico per aspettare l'arrivo di mio padre, per portarmi subito dopo al pronto soccorso. La moto invece mi fu trasportata a casa grazie all'aiuto di un altro mio amico che venne col furgone. Dopo aver aspettato le mille ore del pronto soccorso la diagnosi è questa: frattura composta del 2° e 3° metatarso, 40 giorni di gesso. Una tragedia, non potrò più guidare la mia piccola per più di un mese! Una volta saputo il responso, torno a casa con una fasciatura alla gamba, ammutolito ed uno sguardo perso nel vuoto ad un chilometro di distanza.

Finiti i giorni di tortura, che vi assicuro non sono stati per niente facili, il 13 luglio torno in ospedale per togliere il gesso e per fare la radiografia di controllo. Il medico mi dice che la frattura è ancora presente, meno di prima, ma sempre presente. La causa viene data al fatto che le persone recuperano tutte in modo diverso, e a quanto pare il mio corpo recupera più lentamente. Non porto più il gesso, mi hanno dato una scarpa particolare da indossare fino a fine agosto, ma le stampelle ci sono sempre. Mi cade il mondo addosso. Dopo aver aspettato così a lungo, dopo aver desiderato che quel giorno arrivasse in fretta, per poter riabbracciare la mia piccola e per poter tornare in sella insieme a lei, devo ricominciare tutto daccapo. Al ritorno a casa, ad ogni moto che vedevo o incrociavo mi scendevano delle lacrime di tristezza, che cercavo quanto più potevo di trattenere. Per tutta l'estate, per 3 lunghi mesi, non toccherò la mia moto, non potrò salire in sella con lei. Magari qualcuno penserà che è troppo esagerato piangere per così poco, ma non sanno quello che provo e non sanno o non capiscono che lei è un pezzo importante della mia vita.

Costretto per così tanto tempo a casa, con la gamba ingessata, ho capito e ho riflettuto molto su quello che non avrei dovuto fare: dimostrare inutilmente qualcosa a qualcuno. In quella curva, dove sono caduto autonomamente solo ed esclusivamente per colpa mia, sono cambiato nel profondo. Ho capito certe cose che non appena tornerò in sella metterò in pratica. Atteggiamenti che mi eviteranno di nuovo situazioni spiacevoli come questa. Mi godrò di più il viaggio, evitando di esagerare come ho fatto quel giorno. Mi godrò il paesaggio, le emozioni e le sensazioni che provo quando guido la mia piccola. Sono quelle che mi mancano più di tutte. Ogni giorno la vado a trovare, lì triste, da sola in garage. Anche lei con dei segni indelebili, che mi fanno soffrire al solo guardarli. Ogni giorno mi scuso con lei. Ogni giorno le chiedo perdono con le lacrime sul volto, promettendogli di non farla soffrire più così.

Spero che anche queste mie parole servano a molti per capire come ci si dovrebbe comportare nei confronti della nostra moto, e nei confronti anche di chi ci aspetta a casa, ogni volta che si guida. Magari detto da un ragazzo di 18 anni come me ha leggermente più effetto nel mondo dei giovani rispetto alle parole dette da biker adulti e vissuti (che comunque più di tutti hanno ragione), chissà. Un saluto a tutti i bikers, non vedo l'ora di ritornare insieme a voi per strada, non vedo l'ora di tornare ad essere un motociclista.
 

Commenti degli Utenti (totali: 24)
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Commento di: Davide il 28-07-2015 08:59
Guarda secondo me ti sei preoccupato troppo poco per quello che ti poteva capitare, e ci sei andato molto vicino a quanto dici. Potevi lasciarci le penne, avere danni permanenti... spero davvero che quest'esperienza ti abbia fatto aprire gli occhi sui rischi di certi comportamenti.
Commento di: bigtower il 28-07-2015 12:14
Mi sono preoccupato più di quanto immagini. Sono il primo a dire, quando racconto la vicenda a quelli che me la chiedono, che mi sarei potuto fare ben più male di così, mi sarei potuto spaccare qualche vertebra, la scapola o chissà cos'altro. Mi ritengo molto fortunato. Senza contare che qualche metro più avanti c'era uno strapiombo, dove continuavano i tornanti. Quindi si, mi sono preoccupato.
Commento di: StefanoRossi il 28-07-2015 10:56
Pensa positivo, hai ancora la fortuna di poter versare lacrime!
Sempre meglio di stare 3 metri sotto terra Smile
Commento di: bigtower il 29-07-2015 01:42
Ah beh sicuramente, senza contare che ho fatto esperienza per evitare di finire 3 metri sotto terra la prossima volta Smile
Commento di: SSMANETTA65 il 28-07-2015 11:58
Innanzi tutto, mi dispiace per te ma poter raccontare le proprie disavventure è positivo, proprio perché poteva andarti peggio...
In secundis, non ti abbattere. Un incidente può capitare a tutti, l'importante è fare tesoro delle proprie esperienze, soprattutto quelle negative.
Dicono che esistano due categorie di motociclisti: quelli che sono caduti e quelli che devono ancora cadere. Quest'anno compio mezzo secolo (mamma mia....) e fino ad un paio di anni fa ero, con orgoglio, nella seconda categoria poi un bel giorno, in pista, sono bruscamente salito in prima. Da allora quella curva la faccio un po' più pianino......
In bocca al lupo, sei giovane ed hai ancora tantissimi anni per divertirti in moto. Tanti auguri di pronta guarigione !!! Five
Commento di: bigtower il 28-07-2015 12:23
Si alla fine la mia testa pensa positivo, poteva andarmi molto peggio, come dico in un altro commento più sopra e ho fatto molto tesoro di quello che mi è successo. Ho acquisito un pelo di esperienza in più, quel tanto che basta che mi farà stare più tranquillo per strada.
Sai, ci ritornerò in quella curva, ma non per sfidarla, rifarla allo stesso modo, non sono così stupido. Ma bensì per soffermarmi a guardarla e riflettere, per poi rifarla con tutta la dolcezza del mondo.
Grazie per le tue parole e per i tuoi auguri Smile
Commento di: fil_rouge il 28-07-2015 11:59
Non so se posso definirmi vecchio biker...ma di sicuro mi viene da dirti questo: che te ne frega della moto?
Pensa che sei vivo, che ti è andata bene e che su una moto potrai metterci ancora le chiappe.
Non devi scusarti con quel pezzo di ferro che (sbagliando) identifichi con il tuo essere motociclista: devi scusarti con te stesso per aver rischiato di rimanere su una carrozzina a vita, e con i tuoi genitori per lo spavento che hanno preso e la paura che proveranno (ancora di più) da ora in poi, ogni volta che uscirai dal garage con la moto.
Commento di: bigtower il 29-07-2015 01:40
Si anche questo è vero, ma tuttavia continuo a voler bene a quel pezzo di ferro, perché è stata la mia prima ventata di libertà, di autonomia, di divertimento. Quindi per me è molto importante, quindi non riesco ad identificarla solo come un pezzo di ferro.
Giustissimo comunque che l'essere motociclista viene da dentro e non dall'apparenza.

Comunque si ho fatto scuse generali anche a chi se lo meritava (tra cui la mia ragazza che è stata una delle prime telefonate che ho fatto).
Commento di: fg il 28-07-2015 18:53
in bocca al lupo. Se ti può consolare in molti siamo caduti per i tuoi stessi motivi. Una volta io ho persino pensato di usare il dorso della montagna come appoggio per fare una curva...ormai sono passati oltre 10 anni ero molto più pirla di adesso, ma resta una cazzata indimenticabile Up
Commento di: bigtower il 29-07-2015 01:46
Grazie mille :)

Hai usato il dorso della montagna per fare una curva? Non riesco ad immaginarmelo onestamente ASD
Commento di: fg il 30-07-2015 14:02
lascia stare Picchia
e al momento mi era pure sembrata un'idea della madonna...perchè la cosa l'ho pensata prima, mica l'ho fatta a casaccio ahahahah
Commento di: Doc_express il 30-07-2015 08:20
che dire...prima o dopo tutti bocciamo. Qualcuno più seriamente ,qualcuno meno ma finora l'unica moto che è perfettamente intera è quella al concessionario. E magari anche a lui è caduta nel magazzino.
A me è capitata una "frenata impossibile" come quella che hai vissuto tu ma per fortuna all'"arrivo " c'era un mucchio di letame ancora caldo che ha impedito guai seri. Anche se ho puzzato per tre giorni.
Quattro anni fa kassboher setra aveva inventato il telemetro ottico,in pratica se di fronte a te hai meno spazio di quello che serve per fermarti ti accende una spia rossa. Ma dubito che quella tecnologia arrivi sulle moto.
Per quanto riguarda i ritardi bè può capitare e te lo dice qualcuno che andava al mare facendosi 4/5 ore di cinquantino e anche lì' partivano fili frizione,lampadine e quant'altro.
Il discorso tempo quando sei in moto non deve esistere. Infatti se vuoi raggiungere in fretta una destinazione non devi chiedere a un biker la strada più veloce. E se qualcuno ti rompe i maroni per telefono lo mandi quel paese,punto ....non rischio la vita per recuperare un ritardo.

Sei andato a consonno,la pripyat del consumismo,è un posto bello,perchè la fretta di ripartire e perchè correre?
E' appunto qui il punto. Ma se hai comprano una moto con i semimanubri non ti sei posto il problema. Opinione personale ovvio.

Io mi ero rotto tre dita del piede sinistro 20 anni fa ,in campeggio e facendo il cretino sugli scogli. Ho aspettato che il piede si sgonfiasse (e comunque non mi sono fatto mancare bagni al mare e altro) e poi ho comprato un paio di scarpe da montagna estremamente rigide,e via sono tornato a casa con la moto carica. Non è "sicurezza?" me ne frego. Prima vengo io e poi dio.

E anche a me dopo i 40 giorni (pensa che volevano ingessarmi al mare,e poi come torno a casa? Ho fatto una evasione in piena regola dall'ospedale) "ma non è ben saldata " " ma qui,ma la" la mia risposta è stata "andè a de via i ciap" ho tenuto le scarpe pesanti che avevo comprato 24/24 e in un mese si è poi sistemato tutto senza rinunciare a quasi niente. E usavo il cagivino 125 di mio fratello,debitamente modificato con un bel cambio a bilancere.
E in questo mese ho pure perlinato le pareti della mia stanza e costruito un letto a soppalco.

E' una rottura perdere i mesi così verissimo! e confermato. Ma per tanto lunga che può essere la notte nulla può impedire al sole di sorgere di nuovo il giorno dopo (tratto da una canzone della compagnia delll'anello,anni 80)
Commento di: biondob il 04-08-2015 08:11
Tutti i motociclisti sanno che prima o poi metteranno il sedere per terra, non sanno dove, non sanno quando, ma sono sicuri che prima o poi succederà.
Quello che rattrista un po' però è il fatto che debba servire una caduta per capire che non è salutare guidare molto vicino o addirittura al di sopra dei propri limiti.
Il cervello va sempre tenuto su on, per tutto il giro, giro che comincia quando si mette in moto e che finisce quando si toglie la chiave.

Poi una caduta può sempre succedere, per disattenzione, per aver valutato male le condizioni, per colpa di altri, ma le cadute che avvengo perché si guida al di sopra dei propri limiti sono quelle meno "sensate".

Auguri di pronta guarigione.


Commento di: Zunzumino il 05-08-2015 20:35
Ciao. Anche se appiedato sei sempre un biker.
Io mi sono incrinato una vertebra cadendo in fuoristrada con l'enduro...e sono dovuto passare alle moto stradali.
Collegare il cervello è importante, ma vedila così: ora hai una flash lamp in testa che ti avviserà con largo anticipo se stai esagerando.
Torna presto a guidare e doppio lampeggio a te. Doppio Lamp Naked
Commento di: federusco il 10-09-2015 19:23
Ostia.....siamo in due......anche io 6° lombare parzialmente fratturata esagerando in OFF Piango

Ora però dopo essermi dedicato esclusivamente all'asfalto per una decina d'anni, rimpiango di aver venduto la mia vecchia XR......ho preso una piccola 250 e piano piano, con molta attenzione ho riniziato a fare qualche bel giro in OFF.......LIBIDINE. iL LUPO PERDE IL PELO, MA NON IL VIZIO ASD

Tanti auguri di pronta guarigione a tutti i motociclisti infortunati......che purtroppo sono sempre troppi. L'importante è tornare subito in sella e stare SEMPRE MOLTO IN CAMPANA Up
Commento di: CN_RALLY il 07-08-2015 13:39
Sono in sella da quando ho 8 anni, oggi ne ho 38. Ho guidato quasi tutti i generi di moto. Capisco bene quello che hai scritto e cosa ti sentivi dentro dentro quando hai visto quella lingua nera d'asfalto...

A mio avviso, la cosa più importante che un motociclista deve pensare quando è in moto: non devo dimostrare nulla a nessuno.

Pensa sempre a questo e vedrai che ti godrai un mare di km..
Commento di: federusco il 10-09-2015 19:26
sacrosanto.....CONCORDO APPIENO
Commento di: frenk_RS_125 il 08-08-2015 21:20
La cosa davvero importante è poter dire di aver imparato una lezione. La prossima volta, se sbaglierai, non lo farai per un impeto di adrenalina. Anche la strada va rispettata, se non lo fai può farti molto male.. e non ci puoi nemmeno ragionare purtroppo..
Ora che hai tempo libero, scendi in garage e comincia ad aggiustarti un pochino la moto (per quello che sai fare): imparando a conoscerla te la godrai ancora di più!
E non fare come tanti che non hanno la vera passione.. non mollare!! Posso dirti per esperienza molteplice e diretta che dopo una caduta del genere la velocità diventa più adrenalinica e la lentezza più godibile, niente sarà più come prima perchè ti godrai molto di più tante cose!!
Ciao Lamps
Commento di: Cicciosabo il 29-08-2015 20:59
Le cose peggiori capitano quando meno te lo aspetti, un mattoncino in più per capire che non siamo fatti di acciaio!
Commento di: Cicciosabo il 29-08-2015 21:01
Ti consiglio di ascoltare "La prima in basso" di Max Pezzali DoppioOk DoppioOk
Commento di: MAUROX il 12-09-2015 22:49
Prima di tutto tanti auguri di completa guarigione!
In secondo luogo ti posso dire che il pericolo vero, almeno per me, inizia quando mi sento di guidare veramente bene: “accidenti come piego bene oggi”!
Questo è il campanello di allarme che ormai ho imparato a riconoscere (vado in moto da qualche decennio ormai…), quando lo sento allora rallento e mi rilasso pensando che la moto è un divertimento non una sfida (a chi poi? nè a se stessi nè agli altri).
Per cui quando sento di guidare da “dio” mi dico: guarda che il passo successivo è il cadere da pirla.
Ciao e tanta buona strada quando sarai di nuovo in sella.
Doppio Lamp Green Lamps
Commento di: pantiz il 13-09-2015 12:16
quando avevo 16 anni, e, da allora ,ahimè ne sono passati ben 38,ho avuto la scintilla scoccata per la prima moto!dopo iprimi mesi dal fatidico acquisto,e i primi giri in compagnia di altri ragazzi che come me,intendevano la moto come mezzo turistico, venne il giorno nefasto,era il 10 DICEMBRE 1977.
Per un poco di sabbia a terra, caddi urtando il mento contro un'auto che incrociavo,avevo il casco integrale, allora non obbligatorio,ma si fratturo' la mandibola.
Intervento con piastra e viti, 40 giorni con i denti legati,festivita' con cibi frullati e cannuccia,moto leggermente danneggiata,spirito intatto!
Non sto' a raccontare il resto dei miei trascorsi motociclistici,dico soltanto che a54 anni suonati, ho,ridotto l'uso della moto per vari motivi,che da 25 anni a questa parte guido la stessa moto,(Honda st 1100),e,domenica scorsa ,con mio figlio dietro,ci siamo sparati 650 km da nord a sud del Piemonte e ritorno.
Inutile dire, che ho fatto numerose esperienze motociclistiche, i km non si contano,sta' bene anche qualche caduta, ma la voglia di smettere, ancora non bussa alla mia porta, e spero vivamente, si tenga lontana anche dalla tua!
Commento di: marcjk il 27-09-2015 16:50
La voglia di smettere ancora non bussa alla mia porta.... Sei un grande Piango Piango
Commento di: Testanelcasco il 09-10-2015 16:54
Hai avuto fortuna, molta fortuna (soprattutto per l'assenza di quell'autentica ghigliottina conosciuta con il nome di guardrail). Io ho 53 anni e di bischerate ne ho fatte tante all'età' tua (con il cinquantino da cross).......Quando vai in moto fai un bel respirone e frena i bollenti spiriti, la moto deve essere solo un piacere e guida entro i tuoi limiti, nessuno ti può giudicare se non tu. Appena puoi riprendi la moto tanto lei non c'entra niente per ciò' che ti è accaduto. Ciao e .....Testanelcasco, sempre!