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Non sono un motociclista... eppure sono qui
Scritto da Doc_express - Pubblicato 14/10/2014 18:24
Considerazioni di un quarantacinquenne dopo più 20 anni di moto

Come ho sempre detto non sono un motociclista, magari non sono nemmeno un biker. Sono un metallaro che si sposta con una moto...
Ebbene si, dopo 30 anni guido moto con le marce (vespone compreso) da come stanno prendendo piega i discorsi su tante cose (gomme protezioni o, freni...) mi sto accorgendo che non sono un motociclista. Come ho sempre detto sono un metallaro che va in giro con la moto, quindi non sono un motociclista. Per me la moto non merita la maiuscola nei miei scritti (senza peraltro offendere o avercela con chi ce la mette, affari suoi), non merita la copertina per la notte perché è un mezzo di trasporto e non una cosa viva. Così come non la merita il mio pulmino volkswagen. Merita il rispetto, il non girare bassa di olio (non ho detto con l’olio da 34 E al litro però, io ci metto quello per auto), con le lampadine bruciate, il non girare con le gomme lisce o con i freni sul ferro ma niente di più. Merita anche il rispetto “legale” ossia il non girare senza assicurazione o revisione. Se devo scegliere tra una gomma “super” che costa di più e saltare la revisione oppure una gomma “schifida” ma essere in regola scelgo la seconda. E tra due schifide cerco quella che dura di più. Ovviamente.

Perché sono arrivato a queste conclusioni? Vi rendo partecipi, così decidiamo insieme se sono corrette.
Cominciamo dall’inizio, molti anni fa era il 1984 e ho avuto fatto il mio primo giro “in moto” con il califfone di mia nonna modello 4M con Minarelli corsa lunga, nel prato di casa sua appena tosato dell’erba. Ci avrò messo mezz’ora a imparare la sequenza. Lo accendi, tiri la frizione (e nel frattempo si è spento perché non hai dato gas). Riaccendi , tiri la frizione dai un goccio di gas lo tieni lo tieni… e dopo un metro si spegne ma vafff…

Ovviamente ogni volta che si spegneva dovevi metterlo in folle se no poi non si accendeva e alla fine sfruttavi prima e seconda girando nel prato, facendo attenzione a gatti vari (uno più malconcio dell’altro, ce ne era uno con una sola zampa dietro pure ), il suo cane che dopo un po’ cominciava a correrti dietro abbaiando e soprattutto alla fontanella messa in centro al giardino.
Ovviamente si girava senza casco, in braghe corte (e mi sono scottato pure più di una volta con la marmitta) e nessuno si è mai fatto problemi per questo. Almeno io non me li sono mai fatti. Ti scottavi o ti raspavi, problemi tuoi, e anzi dovevi pure stare zitto se no le sentivi dai tuoi perché non eri capace a guidare. E anzi dovevi rialzarti in fretta per non essere leccato dal cane che ti seguiva o graffiato da qualche micio alla quale avevi interrotto il sonno.

A 14 anni in quel giardino giravo pure col vespone PX di mio padre, ma purché non uscissi da quel giardino mi avrebbero pure fatto guidare un carro armato o un trattore, lì dentro “potevo” e spesso lo facevo.
Tuttavia l’autorizzazione a “uscire” dal cancello e andare su strada la ho avuta solo sei settimane dopo i miei canonici 14 anni. Prima ero autorizzato solo a girare nel cortile e nel prato sottostante (enorme, saranno stati 10000 metri quadri, ma con pietroni, alberi e dopo la pioggia fango ovunque).

La prima moto “vera” che ho avuto era un italjet 50 da trial, ovviamente stappato, che aveva montato il mitico P6 a corsa corta, monofascia. Secondo me il miglior motore 50 mai costruito. Difatti il fantic che ho avuto dopo pur essendo più “godibile” e guidabile era un goccio meno grintoso. Prendeva gli 80 da originale e aveva un primino feroce che saliva su per i muri.
Per i ragazzi che hanno i 50 oggi è un abisso, i freni a tamburo erano pigri e duri da azionare , il mezzo faceva gli 80 all’ora a un numero di giri altissimo, fumava come un tir e puzzava di olio che andava bene. Visto che la miscela si prendeva al benzinaio io la mettevo al 4 perché 2-3-4 costavano uguali se faceva più fumo chisse, in compenso non ho mai grippato.
Ma aveva una grinta e una voglia di correre a”briglia sciolta” sconosciute ai modelli attuali. E soprattutto faceva un rumore meno fastidioso. Con l’arrivo delle lamelle si può dire che il 2T ha perso un po’ della sua genuinità e ha rovinato il sound diventando secondo me più rumoroso ma ha guadagnato prestazioni.

Si girava senza casco e senza assicurazione, la revisione non esisteva e nessuno ti faceva paranoie, ma nello stesso tempo non succedeva quasi mai niente perché tra noi local si sapeva che la prima opzione di sicurezza era il cervello attivo . Era il tempo dei mitici anni 80, secondo me il periodo migliore per le moto. Nessun ambientalista rompeva i maroni sulle montagne e facevi giri terrificanti con pochi soldi. Spesso i pezzi in discesa li facevi a motore spento per consumare meno miscela tranne di notte quando ti servivano le luci, e sapendo che i freni erano debolucci li alternavi nei punti più facili e comunque sapevi che era meglio una frenata feroce ma di breve durata piuttosto che un tongolamento a freno azionato più lungo nel tempo. I tamburi scaldano…

Dove giravamo? Per prima cosa le varie feste di paese, nei 3 mesi di “non scuola” c’è n’era una ogni fine settimana il paese prima o dopo o poco più in là. E arrivavano anche i primi controlli. Più o meno si era in regola o meglio “fuorilegge” tutti allo stesso modo perché i mezzi erano si stappati ma perché si avevano pochi soldi le “ela” te le scordavi perché la paghetta serviva per la miscela, per la birra,  le salsicce e soprattutto per andare sulle giostre o comprare qualche disco in vinile o cassetta. Inoltre avevamo imparato più o meno tutti i posti dove si mettevano e li dribblavamo sfruttando le stradine sterrate presenti in gran quantità da queste parti. Le uniche modifiche sui mezzi le facevano la ruggine e le cadute.

Sarà stata anche la conformazione della zona che mi ha portato a correre molti meno rischi di tanti altri, qui il rischio era più che altro di centrare una mucca, un trattore o un cinghiale. Il traffico caotico e odioso di Torino non lo ho mai sopportato né ora né allora né mai. In compenso benché fosse un semplice cinquantino da trial lo avevo guidato con tutte le condizione possibili. Pure sul ghiaccio e sulla neve. Cadute? Tre o 4, e magari passavo qualche giorno zoppicando o con una bella raspata qui o là. In ogni caso sono sempre tornato a casa con le mie gambe anche se facevo cai cai. E ovviamente non mi lamentavo sul fatto che ero caduto con gli altri , sul fatto che c’era una buca lungo la strada o un po’ di sabbiolo in curva. Del resto alla guida c’ero io e io sarei dovuto stare più attento. Altro che adesso che se cadi per una buca ti vai a lamentare con il comune!

La prima “targata” è stata l’elefant 125, in famiglia ce ne sono state 3 , tutti e 3 le versioni costruite dalla cagiva. Secondo me, in rapporto anche a cosa c’è stato dopo è stata in assoluto la più efficiente e equilibrata moto che ho avuto. Anche rispetto a quelle che sono venute dopo… In termini di tenuta di strada, agilità e stabilità. Sia ben chiaro che non ho citato la sicurezza, una moto un auto e un camion sono sicuri solo quando sono posteggiati.

Il salto dal cinquantino è sicuramente notevole, dalla manciata di cavalli che avevo prima si è passati alla ventina e con la tipica erogazione ad entrata in coppia feroce che avevano i 125 senza la ghigliottina allo scarico. Finalmente potevo contare su un mezzo con una strumentazione completa, delle luci che veramente facevano luce e dei freni che frenavano davvero. Inoltre un portapacchi robusto (che non hanno più neanche quelle attuali, vergogna!). Avevo ovviamente aggiunto il portapacchi davanti fissato sulle forcelle . Accessorio che non si trova nemmeno più a pagarlo il giusto perché qualche diversamente intelligente con il portapacchi montato e carico (lo sterzo si appesantiva parecchio) avrà voluto fare il pilotone dei poveri e si è ciliegiato dando la colpa la portapacchi. E denuncia dopo denuncia le ditte si sono fatte la popò addosso e non lo hanno più prodotto.

La doppia personalità del motore ti consentiva di andarci “cauto” dove era difficile (anche se le schifo gomme da finto fuoristrada facevano pena) e invece camminare “seriamente” dove serviva.

Di gomme, freni e olio ne ho cambiate una cammionata, per i freni ho sempre cercato la durata e ciò mi ha portato a scartare soluzioni performanti ma poco durevoli sia per le pastiglie che per le ganasce dietro. Per le gomme, bè tassello, tassello ed esclusivamente tassello. Non per scimmiottare i campioni del cross (che avevano il doppio dei cavalli e la metà del peso) ma per poter raggiungere qualunque luogo, anche in due con appresso il necessario per abbuffarsi quanto basta e nel caso di passeggero femminile fare anche altro…
Inoltre un VERO tassellato almeno sul fuoristrada tiene, le schifo gomme strada/fuoristrada fanno schifo sia in strada che fuori.

Ogni 20 mila km tiravo giù il motore e si passava alla “conta” delle cose da cambiare, spesso anche particolari notevoli, e c’era sempre qualcosa che non andava. Non una volta che il pistone fosse ancora nei limiti delle tolleranze e di fisso aggiungevi qualche cuscinetto e qualche volta pure la biella. Ma era lo scotto da pagare per avere un mezzo che effettivamente camminava parecchio e si lasciava guidare senza problemi. E le riparazioni si facevano in garage, benché poi ho lavorato per un officina, la mia moto la aggiustavo io. Avevo fatto un supporto per appoggiare il motore con un vecchio scaffale e la vasca di una lavatrice (di ferro ovviamente) e il banco di lavoro era una vecchia stufa rotta, con un piede mancante (sostituito da un mattone) e un pezzo di compensato come piano di lavoro.
Passarono gli anni e tanto io quanto mio fratello arrivammo ai 18.

Passare al “350” con 2 moto “da finire” manco se ne parlava niente dindi perché con i pochi lavoretti che ogni tanto facevi già “l’ordinario” era difficile da mantenere . Si, spesso mammina pagava l’assicurazione ma tutto il resto era “a carico”, niente benzina = moto ferma e se dovevi andare a fare qualche commissione i litri erano uno ogni 12 km di rimborso (che era stato calcolato da mio zio non so come a 140 all’ora con 2 panzoni sopra e gas a piena apertura) . C’è anche da dire che con 10 mila lire si mettevano 7 litri, non proprio come oggi e facevi tutto il possibile per conservare quel “nettare” rosso il più a lungo possibile. Frasi tipo “non uscire con la moto di notte perché è pericoloso” a casa mia non si sentivano. Al massimo “non uscire perché consuma” o “fino a saluzzo?.. fatti dare qualcosa per la benzina” o per la “sicurezza” sentivi frasi del tipo ”laggiù c’è una cinghialessa con i piccoli, passa di là”. Anche perché nessuno è mai ritornato “a pezzi” a volte a pezzi ci tornava la moto e vai di nastro adesivo e filo di ferro per i rattoppi prima di tornare per non sentirle (o in qualche caso buscarle) dai tuoi.

Viaggi lunghi ? E come no, con il cagivino ero andato fino ad Amsterdam, e con 2 cagivini io e mio fratello avevamo fatto fino in grecia. L’anno dopo lo abbiamo fatto in due col vespone di mio padre. Rifarlo? Anche da solo se volesse dire tornare con qualcuno dei miei amici che negli anni è morto (per una causa o per l’altra) e sono pronto a girare la chiave pure ora . Forse la voglia di viaggiare un po’ mi è passata , magari ho viaggiato troppo.

Era dopo un po’ passata la legge della cilindrata libera a 18 anni e allora la più conveniente che avevamo trovato era una DR 600 suzuki, in pratica un “elefant” più grande. Capace di passare i 140 e… consumare pochissimo. Era un po’ scarsina come ciclistica ma tanta strada a poco prezzo, ricordo che quell’usato costava MOLTO meno di un 125 sportivo usato. Che gioia. Quella moto l’ho tenuta poco, sbagliando purtroppo. Ma di sbagli se ne fanno tanti. Era con l’avviamento a pedale e benché molta gente si lamentasse che non partiva mai io a volte la accendevo pure a mano! Era anche il periodo che ero una 80ina di kg senza un goccio di grasso… e oltre al meccanico di sera quando capitava facevo anche il buttafuori in quella che sarebbe poi ventata lo “shock” una discoteca della zona.

Sempre nel boom degli anni 80 arrivò l’elefant 750, una cambiale a tempo perso, soldi buttati. Ci passavo più tempo a ripararla che ad andarci sopra un motore valido ma con un cambio cesso che ogni 10 mila km faceva girare le scatole. Avrò cambiato 4 ingranaggi tra seconda e terza più volte e pure qualche cuscinetto che esplodendo ammazzava di nuovo gli ingranaggi! Non voglio sprecare altre parole per questa moto, tranne che è quella con il quale ho fatto l’unico botto veramente serio, tornando a casa con 2 cm di meno di pelle sul popò e la moto a pezzi che si è autodistrutta pur di farmi arrivare a casa. Anzi, nel pieno della curvone prima di casalgrasso preso a velocità indecente e con fondo schifido di gennaio quando stava partendo mi ha sparato via , forse per salvarmi.

E dopo? Il KLR c’è l’ho ancora oggi, 100 mila km e mangia più olio che benzina. Ma ci sono affezionato e quando l’americana ereditata dal testamento dello zio morto di cirrosi si è fermata (ho meglio ho fermato per una banale perdita di olio) , per me è stato fin un piacere rimetterla in strada. L’harley nightster ora è ferma in garage, benché sia una moto bellissima non è “la mia moto” benché sia intestata a me e benché sia la vera moto dei bikers. Tocca sotto tutti i momenti non è agile e non è “libera”. Se la casa sarà abbastanza grande troverà spazio con targa e tutto su un piedistallo nel salotto.

Ognuno che sia un motociclista o meno ha la “sua moto” e probabilmente la mia è mono, con pochi cv e tendente al fuoristrada.
Moto è libertà? Certo, lo è. Ho provato anche altre tipologie di moto. La guzzi V35C , un motore pigro e povero ma una guida rilassante , la ha il papà di un mio amico, e non la cambierebbe per nulla al mondo.

Mi è anche capitato di fare comprare una moto a un perfetto sconosciuto, all’epoca che ero su facebook (con nome fasullo visto che non mi fidavo e non mi fido manco ora, difatti ora che vogliono il telefono manco con il piffero rientro) uno di quelli che fanno amicizia con tutti perché “faceva numero” vedendo le foto delle moto aveva cominciato un discorso. Forse spinto dalla foga dopo una settimana comprò una TU 250, il grano non gli mancava, che penso che abbia la ancora. Non avendo però mai avuto o preso la patente (manco della macchina) la moto se la gode il padre (con la B anni 60’che quindi la può guidare) per andare a lavorare. Mi sembra che si chiamasse Alfredo, forse è pure su questo forum.

Mi è capitato di guidare qualche stradale pura ma… uh per carità, non fanno per me. La CB 125 degli anni 80, un vero trabiccolo da sfigato, con la metà dei cv delle altre, una seduta scomoda e una aspetto vergognoso, poi essendo 4T manco la spia dell’olio. Che pagliacciata. Mi sono passate sotto le mani quando lavoravo in officina tutte le cagiva dei tempi d’oro, fino al primo C12 a 7 marce. Moto grintose, potenti ma non adatte a me. Odio i motori da “over 10000” e le pedane arretrate. Detesto i semimanubri perché sono grosso (e mio fratello non è da meno). Una sola stradale del passato la apprezzavo, la NSR prima serie col faro rettangolare scarenata, perché il motore era pieno e corposo. Ce ne erano un paio che passavano in officina secoli fa, rispetto a quell’orrore che era la prima NS il passo era notevole, ma la sporgenza del serbatoio sullo stomaco proprio non andava.

Moto “super” ne ho guidate, un mio amico (che mi ha difeso più di una volta nei litigi di strada) aveva un gamma 500, e l’ho anche guidato qualche volta (lui rinnovava sempre il foglio rosa penso che manco ora che non lo vedo più da 20 anni non credo abbia la A), una moto con una ciclistica mediocre ma un motore fantastico. Si alzava di potenza senza problemi… che gioia guidarla. Ma usare un mezzo del genere tutti i giorni NO. Qualche sparata su corso Regina la avevamo fatta ma allora non avevano manco inventato l’autovelox.

Ho poi guidato un monster “da ricchi” raffreddato a liquido da diano marina a un paesino in val varaita in due, col proprietario dietro. Gli avevano tolto la patente per alcool e visto che non potevano confiscargli la macchina perché non era sua temeva ritorsioni della polizia locale sul monster posteggiato nel cortile, timore ingiustificato perché nessuno in 5 anni si è mai presentato a quella porta e il monster se l’è goduto il suocero (pure lui con patente b vecchia) per andarci a passeggio e alla sera alla bocciofila per parecchio tempo. Si una moto che frena, che spinge , ma non è “la mia moto”.

E dovesse morirmi il kawa non so proprio cosa scegliere. Per ora faccio di tutto per tenerlo in marcia. Prossimamente dopo che avrò cambiato casa e finito tutti i lavori urgenti proverò a tirare giù il motore e magari se non salteranno fuori schifezze ecologiste gli cambierò il pistone e una bella rettifica a quel cilindro che sarà ovale oramai. E magari 4 valvole nuove. Il sogno nel cassetto ? Una KDX 250 Kawasaki , rarissima da 38 HP con gomme artigliate, avviamento a pedale e nulla che si può rompere perché è Kawasaki! L’unica ditta che finora mi ha dato affidabilità che è l’unica cosa che chiedo io dalla mia moto.
 

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Commento di: nonecolpamia il 14-10-2014 19:57
dopo aver letto tutto e aver apprezzato la "prosa"... ho un semplice commento.
Perchè non saresti un motociclista? Perchè non sei un "fanatico" che copre la moto tutte le sere o che la pulisce ogni sabato? Perchè non hai speso 200 euro nelle pasticche al WOLFRAMIO e 500 nelle gomme a QUADRUPLA mescola?

Io dico che "motociclista" è una definizione molto ampia... e non vedo proprio perchè tu non dovresti esserci compreso!
Commento di: Doc_express il 15-10-2014 05:03
Purtroppo per certa gente che sono ovviamente una minoranza qualunque cosa che non monti le gomme X (e devono durare 3 mila km) i freni Y (e se va bene ne fanno 5 mila e divorano il disco) la batteria Z e se chi la guida non veste di una nota marca (e solo quella attenzione,l'altra simile è un clone da poveri) e porta esclusivamente un casco di marca N e rigorosamente modello T non è manco degno di andare in moto.
Poi ovviamente sono onte mortali avere il freno dietro a tamburo,la forcella con steli più piccoli di X non regolabile e altre stupidità tecniche che su mezzi non esasperati non servono a un fico secco!
Poi si scopre che per nessuna delle moto che ho avuto tali gomme montano! Quindi anche se volessi uniformarmi alla minoranza odiosa non potrei farlo. Ma parlano perchè hanno la lingua in bocca
Commento di: Ospite il 20-10-2014 19:19
Per me qualsiasi persona che usa quotidiamamente o anche saltuariamente un veicolo a due ruote dotato di un motore termico è un motociclista. Poi non importa se ha una cilindrata da 1400 o da 50, se ha un veicolo del '66 o del '14, o se il suo veicolo si chiama vespa o ninja.

Spesso però c'è gente che si vuole sentire superiore e lo fa denigrando gli altri. Quante volte avrai sentito 'non sei uomo abbastanza'? tante. eppure tutti noi sappiamo benissimo cosa fa di un uomo un uomo(e di una donna una donna).
Loro si attengono a certi comportamenti e a certi stereotipi per sentirsi parte del 'gruppo' quindi più sicuri, più protetti, etc. e se te non ti adegui alle loro regole, modi di vedere e abitudini allora non vali niente: tutto ad un tratto 'non sei un vero X perchè non hai Y', quando avere Y non è un requisito per X.

Da quello che ho letto tu sei più motociclista di tanti, tantissimi, perchè tu hai guidato tante moto e di tipologie ed usi diversi. I kilometri li hai fatti. Ed avendoli fatti su tante moto puoi andare in giro a testa alta e dire: io ho guidato moto che tu nemmeno sai esistono.
Non farti prendere in giro dalla gente che ha il cervello piatto e che oramai è indottrinizzata secondo una sola filosofia motociclistica.
Commento di: Doc_express il 23-10-2014 05:59
difatti certa componentistica la fuggo come un vampiro con l'acquasanta. A meno di alternative inesistenti ditte come brembo,pirelli,agv e dainese a me non vendono
Commento di: livber il 14-10-2014 20:32
non credo che per te la moto sia solo "un mezzo di trasporto"
non avresti scritto con tanta partecipazione...............
ciao
Commento di: Doc_express il 15-10-2014 05:04
E' un mezzo di trasporto con anima forse
Commento di: livber il 15-10-2014 19:25
anche per me nessuna moto ha un anima ma nel mio caso mi affeziono ...............
ho 10 anni (purtroppo) in piu di te sulla moto e anchio ho iniziato in un altra epoca dove le moto erano diverse
e mi riconosco nel tuo racconto.
ma in questo momento possiedo una moto tecnologica moderna mi diverte è affidabile va piu veloce ma mi emoziona
come quelle con cui ho iniziato e va bene cosi
il motociclista a mio parere è uno che va in moto, ognuno con una sua motivazione................
nb
ci incrociamo ogni tanto da un tale meccanico di Barge................ ASD ASD ASD
Commento di: Doc_express il 15-10-2014 19:27
non vale....giochi in casa Ciauz
Commento di: livber il 15-10-2014 19:43
appena ti incontro mi presento cosi facciamo quattro chiacchere a vista (io preferisco ......)
ciao DoppioOk DoppioOk
Commento di: cescomulti il 14-10-2014 23:40
Ciao Doc (scusami se mi permetto di accorciare il tuo nick) ma sei molto più motociclista tu di tanta gente che scrive sul forum. Hai tutta la mia ammirazione per ciò che hai scritto ma sopratutto perchè mi hai fatto rivivere la gioventù (ho anch'io 45 anni) e ricordo benissimo i mezzi che hai descritto. COMPLIMENTI!!!
Commento di: Doc_express il 15-10-2014 06:44
Tempo fa era venuto il figlio dei miei vicini a casa mia quando provavo uno stereotto,un sistema grezzissimo con la testina che leggeva 4 tracce. E' rimasto immobile a vedere il funzionamento di quello scassone. La camma che spostava la testina e tutta la meccanica. Le "nuove leve" spesso non sanno manco guardare il livello dell'olio
Commento di: Cliff_Fox il 15-10-2014 08:07
Doc, ho letto spesso i tuoi post nei forum tecnici. Ottimi esempi di lezioni anti-consumistiche. Con la crisi che c'è saper riparare quello che si possiede, è solo un vantaggio. Il motociclista è soprattutto quello che oltre che "starci sopra" alla moto, ama anche "girarci attorno", cioè sistemarla.
Commento di: Doc_express il 16-10-2014 07:29
io toglierei la patente a chi sul proprio mezzo non sa cambiare una lampadina,verificare i livelli,la pressione delle ruote e non sa fare la minima manutenzione. Non dico di aprire il motore ma almeno controllare la bulloneria.
Anche perchè i lavori ORDINARI sono quelli che più portano via tempo alle officine alla quale invece il tempo serve per riparare le "rotture" serie
Commento di: Amedeo62 il 17-10-2014 09:01
Quando ho preso la patente (1980) mio papa mi ha preso e mi ha messo il crick in mano ,
in garage, mi ha detto adesso metti la ruota di scorta che se ti capita di forare devi sapertela cavare.
Adesso nelle auto non ci mettono più neppure la ruota di scorta.
Lo stesso per le candele e il cambio olio e filtro, filtro dell'aria cambio lampadine fusibili e tutto
ciò che poteva essere fatto con un minimo di pratica.
L'ho fatto per anni, ma con le ultime auto e moto le cose sono diventate sempre più difficili,
non tanto per l'operazione in se stessa quanto per l'accessibilità, carenature ecc.
inoltre i tagliandi non eseguiti ti fanno scadere le garanzie?
Allora dovendo fare i tagliandi in officina che comprendono il cambio dell'olio, almeno per i primi anni,
ho smesso anche di fare quello.
Commento di: Doc_express il 22-10-2014 06:12
motivo per cui di deve comprare tutto usato. Si evade legalmente l'iva e ti togli dai piedi i problemi giovanili del mezzo
Commento di: sephiroth01 il 15-10-2014 10:11
...e come si cantava tempo fa in caserma "se Doc non è un motociclista, Cicciolina è vergine". ASD
Spesso non condivido quanto scrivi sulle protezioni ma se non sei motociclista tu... Up
Commento di: Piecio_point il 15-10-2014 18:03
La mia moto va dal meccanico quando proprio tocca (io non sono in grado di fare se non le minime operazioni),
non ha accessori e se li prenderò saranno quelli utili a me e non a lei,
ha 50CV che mi bastano e avanzano (ma se ne aveva 45 o 80 non mi cambiava nulla),
dorme in garage perché c'è spazio.
E' un mezzo di trasporto: non so se abbia un'anima, di certo non ha un nome.
Quando vado a lavorare la porto con me, quando faggio un giretto anche.

La mia ha l'ABS e pure il cambio automatico, tutte cose che tu, Doc, non sopporti,
ma in fondo credo che siamo motociclisti della stessa specie.
Commento di: Doc_express il 15-10-2014 18:07
solo di due epoche diverse probabilmente
Commento di: Piecio_point il 15-10-2014 18:13
No, no: direi un paio di anni.
Semplicemente credo che abbiamo fatto strade diverse per entrare nel nuovo millennio
per cui vediamo alcune cose in maniera un po' differente.
Commento di: Doc_express il 16-10-2014 07:30
può darsi,io dove c'è un microprocessore ci metto un bel quadro a relè. Sarà grezzo ma non ti molla
Commento di: Piecio_point il 16-10-2014 10:21
Tanto per me l'uno vale l'altro in termini manutentivi: io non ci metto le mani e lascio le cose come le trovo in entrambi i casi.
Dopo che si sarà rotto ci si penserà...
Commento di: Quarantuno il 16-10-2014 23:52
se hai scritto cosi tanto direi che la moto la senti dentro......................non in garage!.
ciao biker
Commento di: devargas il 17-10-2014 15:06
Mi sembra che nel tuo scritto ci sia una certa dose di nostalgia. Nonostante il tuo apparente distacco, il motorino e le varie motociclette e le avventure che con esse hai fatto, ti hanno accompagnato dallo svezzamento alla libertà nell'età più bella, con gli amici più cari, in un mondo irriconquistabile che si è, aimè, profondamente trasformato. Posso capire la tua avversione alle esagerazioni, alle esaltazioni isteriche di stampo motoumanistico, ma direi che quei pezzi di metallo con le ruote ed i freni a tamburo, hanno coniato, già da tempo, in te, un signor motociclista. Non sicuramente soltanto quel metallaro che dici di essere!
Auguri!
Commento di: _Ares_ il 21-10-2014 01:11
Motociclista per me puo' essere chiunque viva a pieno la moto: c'e' chi la vive in pista, chi facendo turismo, chi nel fuoristrada, chi nel custom, chi da solo, chi in compagnia.
La cosa che lega e unisce queste "diverse categorie" non e' che montano semplicemente un mezzo a due ruote con motore, ma che su questo mezzo cerchino e trovino EMOZIONI. Emozioni magari differenti, ma intense, che solo la moto riesce a dare.
Concordo con te: la moto e' solo un mezzo di trasporto, quando cade mi frega niente del graffio, dello specchietto da cambiare, della pedivella piegata, della semicarena crepata... la cosa che fa piu' male e' che ho sbagliato e la caduta e' una conseguenza di un mio errore.
Pero' e' un mezzo che ci regala emozioni, e come dici tu, merita comunque il nostro rispetto.
Poi ci sono quelli che si ghettizzano e se non sei come loro non ti considerano: abbigliamento, accessori, manutenzione, pulizia, ricambi... ma questo capita ovunque, non solo ai motociclisti
Motociclista... forse e' solo un'etichetta come un'altra.
Di certo non cambiero' il mio modo di pensare o agire per poter far parte di una categoria, e, per quel poco che ti conosco dai tuoi scritti, sono sicuro che neanche tu lo faresti.
Lamps Lamps Lamps
Commento di: Doc_express il 21-10-2014 06:41
E' proprio quello il problema. Il klr non l'ho mai lavato in 15 anni e l'harley la avrò lavata una volta sola. Del resto per la legge devono essere puliti targa,frecce e fanali (e lo sono,non alla perfezione ma a sufficenza) . Il graffio? Più che altro,cammina ancora? Start e via. Ed è quello che conta.
Commento di: devargas il 21-10-2014 12:53
Ares nel tuo post mentre inquadravi alcune giuste verità, hai scritto pure: "motociclista...forse, è solo un etichetta come un altra. Di certo non cambierò il mio modo di pensare o agire per poter far parte di una categoria".

Sei stato teribilmente riduttivo.

Guarda Ares, che per far parte della generica categoria dei motociclisti occorre sostanza, non apparenza. Sicuramente non sono le belle firme, o la moto lucida e nuova, magari potentissima ed acquistata da un pivello, a decretare l'ingresso in un mondo ampio, concettuale, variegato e dalle mille sfumature.

Piuttosto con l'esteriore sfoggio, puoi abbracciare sottocategorie effimere e che trovano il tempo che trovano. Alcune persone si comprano il "ferro del mestiere" e fingono, di essere motociclisti, magari sparandosi inutili, grottesche, e poco adatte pose.

Il vero motociclista è anche colui che all'opposto di ogni apparenza riscopre nel mondo motociclistico, umiltà ed introspezione. Colui che vive tra mille amici quanto con se stesso. Colui capace di spogliarsi da ruoli ed obblighi sociali per tornare, non dico bambino, ma a quel mondo libero di avventurosi sognatori, che così bene viene rappresentato dalla moltitudine dei veri Bikers. Oltretutto uomini etici, di cuore, che hanno spessissimo alti scopi umanitari raggiunti attraverso iniziative motociclistiche volte alla beneficenza e all'aiuto dell'altro.

Io faccio parte di quel mondo, lo so, ne ho coscienza, l'ho capito dopo decenni. Non lo sostituirei con nessun'altro e ne sono fiero. Se poi, per te, è solo conformarsi ad un modo per assumere un etichetta da sfoggiare, credimi, sei fuori strada!
Commento di: _Ares_ il 21-10-2014 16:42
Forse non mi sono spiegato bene, magari per l'ora tarda... comunque volevo dire semplicemente che se qualcuno non mi considera un "Motociclista" solo perche' non lavo la moto dopo ogni uscita, o perche' non uso il i pantaloni tecnici e la giacca in pelle, perche' monto gomme che non sono il top della categoria... bhe' se il motivo e' questo sono problemi suoi, di certo non cambio per farmi piacere da queste persone.

Io non mi considero un Motociclista, ad oggi conto 6000 km fatti in 4 mesi di foglio rosa. Per ora, le uniche cose degne di nota che ho fatto, sono il crocedomini in compagnia, il s marco e il valcava da solo, sempre in solitaria mi sono girato la toscana in 4 giorni. Nient'altro. Quindi sicuramente mi si puo' dire che non sono Motociclista perche' non ho l'esperienza, i km e gli anni sulle spalle. Lo accetto e lo condivido.
Ma non perche' le mie scarpe da moto costano 45 euro, e la moto non ha mai visto il sapone, oppure perche' preferisco andare sulle colline invece che in pista o ancora perche' non ritocco col pennellino sui graffi...
Per qualcuno non sono motociclista perche' ho solo 70cv sotto le chiappe... pazienza allora non sono motociclista, ma di certo continuero' a fare quello che sto facendo ora con la moto finche' avro' la possibilita' di farlo.
A me piace girare in moto, appena posso vado sui monti, sulle colline, intorno al lago... ovunque riesca. Sto da Dio quando faccio sti giri in moto. Mi emoziona.
E per come la vedo io chiunque si emozioni quando fa qualcosa in moto e' un motociclista, indipendentemente da cio' che fa e come tratta la moto. Anche chi la vive da "zavorrina/o" a mio modo di pensare, puo' essere un motociclista.

A me non interessa che gli altri mi considerino o meno un motociclista. A me interessa quello che provo quando sono in moto.

Commento di: devargas il 21-10-2014 17:38
Approvo in pieno il dissociarsi da luoghi comuni e frivoli, era il discorso dell'etichetta, espresso con toni un po' troppo generici che mi ha disturbato. Sai, vivere la moto, proprio come fai tu, con emozione e spirito di avventura e libertà, è sicuramente una prima importante tappa.

Passerà il tempo e, se quest'affascinante mezzo, continuerà a darti le soddisfazioni e le emozioni che oggi provi, potrebbe anche darsi che ti ritroverai coinvolto in comuni iniziative, viaggi umanitari, imprese faticose ed esaltanti. Capiterà che i tuoi compagni di avventura diventino amici per la pelle, persone alle quali potersi affidare nei momenti più duri e difficili, e non soltanto di un viaggio. Creerete magari un motoclub, vi affiancherete ad altri motoclub, si affineranno anche le esigenze relative ad un mezzo anzicchè un altro, oppure, magari, di motociclette ne avrai due, o tre. Farai corsi, ti farai magari male ma rimonterai in sella. Ti sposerai, ma chi ti vive a fianco, vuoi moglie, oppure figlio, lo sapranno. Sapranno che sei motociclista, e non pretenderanno mai di depauperare e rintristire la tua persona imponendoti una privazione impossibile.

Quando vivere la moto diventerà vivere...con, la moto, allora capirai, quel giorno, che sei inevitabilmente motociclista e ben aldilà di ogni aspettativa, dubbio o etichetta.
Commento di: MacMickey il 21-10-2014 09:20
mah, io non so che gente frequenti ma tu nella moto ci metti il cuore e l'anima, e non scrivi la "M" maiuscola ma tutta la parola MOTOCICLETTA KDX 250 Kawasaki!

Sai ciò che vuoi, sai esattamente cosa vorresti fare, conosci le sensazioni di cui hai bisogno quando sali in moto, hai un esperienza ricca e variegata alle spalle... mi spiace ma non puoi affatto cancellarti dalla categoria motociclisti, rassegnati, sei un MOTOCICLISTA un po' metallaro (non il contrario)!
Commento di: supervespa2t il 21-10-2014 14:46
E tu non saresti un motociclista? ASD