Negli ultimi cinque anni ho fatto una media di dodicimila chilometri in moto, durante tutte le stagioni, lasciandola ferma soltanto in occasione di qualche nevicata...

...Quasi ogni giorno le stesse strade conosciute nel minimo dettaglio. Ma in una grande città come Torino le variabili sul percorso possono essere, anzi sono davvero imprevedibili.

Così succede che scatti il verde al semaforo che regola la svolta a sinistra su una delle più trafficate e grosse arterie cittadine, un viale che in quel punto è a tre corsie, per senso di marcia, più due rispettivi controviali. In uno di quegli incroci che, a impianti guasti o spenti, un'imprudenza o una distrazione diventano un rischio mortale. Ma è ora di punta, gli impianti funzionano, c'è ancor più traffico, per via della partita di coppa allo stadio lì vicino, motivo in più per rimanere sorpresi da un'auto che, dal controviale della rotonda, s'immette nella corsia centrale passando con il rosso come manco esistessero sia il semaforo e sia la colonna di veicoli che, distribuitasi su tutte e tre le corsie, è in arrivo.

Di quella colonna io sono il primo e occupo proprio la corsia centrale dove intuisco che verrò travolto da quell'auto. Suono il clacson, scalo, freno, cercando di scartare, ma non troppo perché so che nella corsia alla mia sinistra sopraggiunge una Vespa. La moto scoda un po', mi è ormai chiaro che il conducente non mi ha nemmeno visto, non sterzerà di colpo, sta per travolgermi, lo so, ci sarà impatto. Mettete tutto questo in meno di una manciata di secondi: l'ultimo è quello decisivo, quello in cui, l'esperienza insegna, viene il momento di lasciare andare la "bambina" e di buttarsi per non farsi rompere le ossa contro la carrozzeria.

Buttandomi: con una mano sfioro il tettuccio dell'auto mentre un piede batte, quasi pizzicato, tra moto e portiera posteriore. Anca e spalla atterrano sull'asfalto, poi la testa con una grattata del casco. Scivolo in avanti lungo disteso, punto un tallone sulla strada, mi rialzo e la spinta per la forza d'inerzia mi butta sul ginocchio destro, il jeans si lacera, le mani avanti e sono in piedi. Da terra ho visto la moto appoggiata per un istante all'auto che a quel punto inchiodava spegnendosi per poi ripartire lasciando cadere la moto sdraiata a scivolare per qualche metro.

Ma l'auto stava riprendendo la corsa, andava via e io le correvo appresso, la raggiungevo, battevo sui finestrini e alla buon'ora si fermava.
Giù il vetro, la persona, sbiancata in viso: "Io non ho colpa!"
E io, spiazzato e furioso per quelle parole: "Coosa?!! Ma si rende conto che poteva anche ammazzarmi?!"
Risposta: "Non mi sembra proprio. Posso andare adesso?"
Mi metto ad urlare: "Cooosa?!! Adesso lei si ferma lì e mi compila il CID mentre aspettiamo i Vigili che vengano a fare il verbale! Ma si rende conto dei danni che mi ha fatto?!!"

Nel frattempo il conducente della Vespa si era fermato e mi assicura la sua testimonianza, mentre un autista di carro attrezzi ci raggiungeva e mi garantiva di non far scappare la persona che mi aveva appena travolto e compilava, lui stesso, il CID mentre io, zoppicante facevo deviare il traffico per scongiurare il rischio che si tamponassero delle auto urtando ulteriormente la moto a terra. Arrivava poi un vigile urbano della squadra motociclisti e chiamava una pattuglia via radio, lui non poteva fermarsi perché era di scorta al pulmann dei calciatori, la pattuglia non arriverà mai a raccogliere le nostre dichiarazioni che invece restano sul CID che quella persona si è però rifiutata di firmare dopo averci rilasciato sopra una dichiarazione mendace.

Finisce ancora bene: tutto sommato stavo in piedi, acciaccato ma nulla di grave. Raddrizzata la moto, che è ripartita, sono andato da solo al pronto soccorso a farmi medicare e a fare qualche lastra: nessuna frattura, solo ematomi con successivi versamenti su anca, caviglia, mano e braccio del lato destro. Danni alla moto per circa tremila euro e all'abbigliamento per settecento euro (se verrò rimborsato mi daranno, per quest'ultimo, solo il cinquanta per cento).

Ma l'aspetto peggiore di questo incidente stradale, tutto sommato ancora fortunato, è l'amara consapevolezza che dietro ad una delle più comuni persone si possa nascondere qualcuno pronto a negare l'evidenza, a fuggire da ogni responsabilità e la certezza che, se avessi perso conoscenza, in più gravi condizioni sarei stato lasciato sull'asfalto da un insospettabile e potenziale pirata della strada.