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Motocialtroneria
Scritto da tibbs - Pubblicato 24/07/2013 16:01
Ovvero: come non dovremmo trattare una moto, che abbia o meno l'anima...

Io con la mia moto non ci parlo, non le ho dato un nome e non le do il bacino della buonanotte; non ho gesti scaramantici, non desidero renderla unica, se ne parlo parto sempre dai difetti e non sempre mi ricordo di pulirla o di manutenerla come si dovrebbe. Io non sono uno di quelli che crede che la moto abbia un’anima, uno di quelli che dice che la moto non è solo un pezzo di ferro: al contrario io ritengo proprio che la moto sia tale, ossia un conglomerato di metallo, plastica, vetro e gomma. Un oggetto, uno strumento con il quale si possono fare cose meravigliose, ma pur sempre uno strumento.

Ed io non voglio idolatrare uno strumento così come non idolatrerei un libro: il libro è un oggetto e se non ci avesse messo un po’ di sé l’autore, al pari del lettore, esso non sarebbe altro che inchiostro su carta bianca, pagine incollate. Così come a me piace leggere, ma considero il libro come un mezzo tra me e la storia che vi è contenuta, così a me piace andare in moto, pur senza considerare la medesima un qualcosa di vivo, una mia estensione.

Nel mio avatar ho un’immagine del Piccolo Principe, anche se sono altre le opere di Saint-Exupéry che ho amato; bene, non credo che Antoine de Saint-Exupéry, che amava volare, considerasse l’aereo più di uno strumento che l’uomo avrebbe perfezionato fino a smussarne qualsiasi angolo, semplificandone la linee all’estremo. Era un umanista che metteva sempre l’uomo al centro delle cose, e le cose erano appunto tali: parlava difatti di un pellegrino che, perduta la fede durante il viaggio, arrivava a Gerusalemme e non vi trovava che pietre, intendendo che nessuna cosa è sacra, in senso lato, se non è l’uomo a concederle parte del suo spirito, inteso nel senso non religioso del termine. Tuttavia, credo sia giusto rispettare le cose.

Dopo questo preambolo per chiarire come la penso e rifacendomi ad un articolo visto online (non ricordo se fosse su Motociclismo o qualche altro sito web di riferimento) dove si descrivevano le descrizioni pietose di una povera moto che i redattori vedevano quotidianamente parcheggiata nei pressi della redazione, vorrei portare anch’io la mia testimonianza su una moto che vedo quotidianamente, marciante, parcheggiata nei pressi del mio ufficio, vittima di quella che non esiterei a chiamare motocialtroneria. Mi si potrà dire che dovrei farmi i fatti miei o che solo chi è senza peccato dovrebbe scagliare la prima pietra, però credo che ci siano delle situazioni in qualsiasi ambito che facciano gridare basta! anche alla persona più riservata ed indulgente (o indifferente) nei confronti degli altri.

La povera moto in questione, della quale non citerò per ovvi motivi il modello, è una turistica di media cilindrata prodotta dalla fine degli anni novanta alla seconda metà del decennio scorso, un’onesta motocicletta tuttofare, relativamente economica ed adatta anche al lavoro duro. A giudicare dalla targa, una delle prime prive della sigla di provincia ma senza i talloncini azzurri, la moto deve avere una quindicina d’anni, portati abbastanza male. La moto in questione avrebbe in primis bisogno di una bella lavata ma si sa, il tempo è sempre poco, magari il proprietario è costretto a tenerla all'aperto e quindi lavarla oggi significherebbe trovarla sporca domani: succede.

La carenatura porta i segni di qualche caduta, magari non gravissime, ma evidenti: frecce e altre plastiche appaiono risistemate alla meglio con il nastro isolante e la marmitta presenta una bella, se così si può dire, ammaccatura. Ovviamente si potrà ribattere che, se non ci sono i denari per risistemarla, passione o non passione la moto va tenuta così com’è: accetto la critica e passo oltre.

Dalla parte del rubinetto della benzina ci sono dei segni di trafilamento evidenti e, per così dire, storici: valgono comunque le medesime considerazioni del resto della carena anche se la perdita di benzina non è mai un bel segno, ma andiamo oltre. Ruggine quanta se ne vuole, normale specie là dove le parti metalliche sono state abrase e la verniciatura, andandosene, ha lasciato il nudo metallo in vista, alla mercé degli elementi: niente da fare, il carrozziere costa ed un intervento fai-da-te sarebbe pacchiano, sorvoliamo.

Gli pneumatici non sembrano in buone condizioni e, anzi, sono piuttosto lisci: anche qui possono valere le considerazioni già fatte, tuttavia lo pneumatico non fa certo parte degli elementi estetici di un mezzo ma, al contrario, è uno degli elementi più importanti ai fini della sicurezza per cui, se si trovano i soldi per benzina, bollo e assicurazione, sarebbe indispensabile trovare anche quelli per cambiare quelle povere slick fatte in casa, specie se invece di andare a correre in un gran premio si viaggia per le nostre strade. Se poi uno ha in spregio la propria vita e quella altrui, dovrebbe quantomeno pensare che di certo con quelle coperture non passerà un’eventuale revisione e che in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine la multa sarà quasi certa, tanto più che gli pneumatici in questione sono anche perennemente sgonfi: e dire che nella maggior parte dei distributori l’aria compressa non costa nulla!

Ma il particolare che, a mio modo di vedere, grida vendetta, è una cosa che non inficia sulla sicurezza della moto, che non costerebbe praticamente nulla sistemare e che è veramente un cazzotto in un occhio: l’adesivo che dovrebbe servire a proteggere il serbatoio, mezzo staccato e ciondolante come la lingua di un bracco! Cosa costerebbe mai staccarlo, che a quel modo non serve a un tubo, e, se non sostituirlo, quantomeno eliminarlo per ridare un po’ di dignità a quella povera moto? Nulla, credo, eppure sono almeno due anni che lo vedo così, metà attaccato e metà no, malinconico esempio dell’umana sciatteria. Un po’ come l’abbigliamento: se non hai soldi mi sta bene che tu giri con i pantaloni strappati: ma se hai la patta aperta e lo sai, dannazione, chiudila! Mica è una presa d’aria, quella!

Qualcuno ribadirà che non sono affari miei, e probabilmente avrà ragione. Qualcuno concorderà con me che una moto è solo un oggetto senz’anima, e che quindi non soffre se il proprietario la lascia andare al suo destino. Ma allora perché ogni volta che le passo davanti mi sembra che quei fari tristi mi guardino e mi pare di sentire una vocina che m’implora: salvami, ti prego?
 

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Commento di: Gommeinfiamme il 24-07-2013 16:32
Ciao.
Rispettare le proprie cose, al dilà del sentimento e del considerare la moto un mezzo di trasporto e basta piuttosto che l'estensione della propria anima, è rispettare se stessi.
Se non si ha rispetto per le proprie cose si ha anche poco valore a mio modesto parere.
La cosa più grave è il permettere che un mezzo che, come dici tu,dovrebbe rispondere a leggi e regolamenti che ne garantiscano la sicurezza per se ee per gli altri, possa circolare imperterrito......W l'Italia!
Commento di: tibbs il 24-07-2013 16:46
Sì, sono d'accordo con te. Purtroppo vedo la stessa cosa con le auto, autentiche carrette che girano e che probabilmente, se controllate, dovrebbero essere avviate alla demolizione. Credo che si dovrebbe avere cura (senza arrivare al feticismo) di qualsiasi cosa, anche se non ci è costata nulla o non si è in grado di mantenerla.
Quando poi l'oggetto in degrado è una moto (non un motorino o uno scooter, quindi un mezzo ancor più utilitario) mi domando cosa avesse in testa il padrone quando l'ha comperata.
Commento di: giunas il 24-07-2013 21:20
Sei un po' contraddittorio, prima dici che la moto secondo te non ha un'anima e dopo dici che la moto in questione è come se t'implorasse. Per il resto è giusto quello che affermi: anima o non anima, è giusto mantenere bene una moto! Chi non lo fa è sicuramente una persona che ha soldi e che quindi può permettersi di comperarne un'altra.
Commento di: tibbs il 25-07-2013 10:58
Il mio intento voleva essere semplicemente ironico: la moto non mi dice un bel nulla e, come detto, io con la mia moto non ci parlo, figuriamoci con quelle di estranei... ASD
Commento di: LordStelvio il 25-07-2013 21:41
Ciao! Io con la mia moto ci parlo e la saluto pure.
Commento di: Doc_express il 25-07-2013 07:00
Effettivamente in qualche caso c'è molta trasandatezza. Ma sei sicuro che quella moto sia in regola con bollo e assicurazione?. Io non ho mai lavato una mia moto,manco l'harley ma la LOGICA mi dice che se la moto deve farmi un servizio deve essere affidabile. Se è previsto 1 millimetro per le gomme se sono a 0,9 le cambio. Non le cambio quando ci sono 3 mm perchè non sono un malato della sicurezza ma la prima cosa che io intendo è ESSERE in REGOLA. Le gomme devono essere al di sopra di 1 millimetro e di misure approvate dal costruttore. Non ho mai messo gomme uguali davanti e dietro e mai guardato un DOT... se non il prezzo basso
Una perdita di benzina se trascurata può anche incendiare il mezzo. Una perdita d'olio eccessiva (le harley un pò sgocciolano) è pericolosa perchè l'olio può finire sulla ruota. A volte un pò di vernice e un pò di manualità costa tanto poco.
Che la moto abbia un anima non lo so ma di sicuro se la tratto male in una curva va dritto o magari si rompe e devi fartela a piedi.
Poi il fatto di avere avuto sempre moto senza carene mi ha aiutato parecchio.
Commento di: tibbs il 25-07-2013 11:05
Infatti la mia paura è quella, ossia che quel mezzo venga usato magari solo in città a mo' di bicicletta a motore, senza bollo o assicurazione (speriamo di no): spero vivamente che il proprietario sia solo sciatto. Certo che andarsene in giro con una moto che comunque ha un'ottantina di cavalli con le ruote lisce e sgonfie è una cosa stupida a prescindere da quello che dice la legge, secondo me.
Commento di: Kattivik il 26-07-2013 14:16
Ci sonomolte cose che avrebbero bisogno di attenzioni e spesso sono cose ben più importanti di una moto che ha un 15ina di anni. Credo che la considerazione giusta stia proprio in una delle ultime considerazioni dell'autore.
Commento di: mipiegmanmspezz il 28-07-2013 04:50
Beh... a prescindere dagli aspetti legati alla sicurezza per lo meno altrui (almeno le gomme dovrebbero essere in ordine) ognuno di noi generalmente dà ad ogni cosa/entità/persona esterna a se stesso una valenza che proviene da sensazioni e stati d'animo provenienti dalla nostra sfera consapevole o inconscia. Mi verrebbe da pensare che più della moto, sia il proprietario ad avere uno stato di malessere interiore...Ma non vorrei sparare baggianate, si entra in aspetti psicologici che incasinano la questione. Vivi e lascia vivere. Wink
Commento di: tibbs il 28-07-2013 15:26
Fuor di dubbio, infatti sono il primo a chiedersi se sono o non sono fatti miei. Tuttavia, al di là delle imprescindibili questioni di sicurezza, mi chiedo davvero se non ci possa essere la giusta via di mezzo tra l'idolatria del mezzo e la totale incuria. Comprendo che possa esserci una questione di disagio, questo io non posso saperlo, ma dispiace un po' vederlo proiettato al di fuori di sé. Un po' come vedere un giardino infestato di erbacce: ci potranno essere mille ragioni che non sono la pigrizia e la sciatteria, ma questo non toglie che non sia un bel vedere.
Commento di: devargas il 29-07-2013 11:37
Credo che tu abbia trasfuso una buona dose di romanticismo nel tuo quotidiano. Le "pietre" che ti circondano sono forse quelle di un templio e non pietre soltanto. La ragione a volte ci impone atteggiamenti materiali nei confronti delle cose e delle persone che ci circondano, ma questo non esclude una umanizzante poesia nei nostri più intimi intendimenti. Riflettere sul destino delle cose e vedere in queste lo specchio di una umanità disattenta e trasandata, è spesso un unica cosa. Ovviamente tale percezione può provenire solo da un animo attento e sensibile.
Un saluto affettuoso.
Commento di: JH il 29-07-2013 13:19
Forse gli oggetti non hanno un'anima, intesa come 'entità a sè' ma certamente portano con sè una parte dell'anima di chi li ha progettati e costruiti e chi li usa dovrà ogni momento 'relazionarsi' con quest'anima.

Tenere un qualsiasi oggetto nelle condizioni raccontate, per poi magari maledire il costruttore in caso di panne, mi sembra quasi immorale. Se sei capace di trattare così una cosa, sei capace di farlo per qualsiasi cosa o anche persona.
O c'è anche chi utilizza due pesi e misure, lucida a specchio le proprie scarpe e 'schiavizza' il proprio mezzo...
Commento di: Vecmazz il 01-08-2013 08:13
Mi piace il post che condivido, mi piace anche il commento che ricorda quanto, però, un'opera meccanica sappia portare con sé 'anima, intesa come competenza, lavoro e passione, di chi l'ha progettata e compreso e condiviso da chi la utilizza. Nulla di più, il resto è melassa, roba da "lettera del cuore", letteratura da tavolino della pettinatrice. Anch'io non ho dato nomi alla mia moto, anch'io cerco di trattarla bene, tenerla pulita, alternare un minimo di Zen alla manutenzione, però, mi piace.
Mi piace anche il riferimento a Saint-Exupéry e, visto che per diletto, fino a poco tempo fa (poi è diventato troppo costoso) volavo anch'io, mi permetto di aggiungere Richard Bach ed il suo gabbiano Jonathan Livingston (senza la e finale, se mi ricordo bene) che ha dato un' anima al volo ed alla sperimentazione umana concentrandola nelle penne di un simpatico e coraggioso pioniere pennuto.
Motociclette, voli di notte, biplani ... ma si ... forse vedere un'anima dove non c'è è solo un' attitudine umana che si applica a tutte le cose che amiamo, a partire da noi stessi.
Piantiamola dunque lì di torturare le nostre moto, teniamole bene e, se vogliamo fare del tuning, ok, ma facciamolo fare a chi lo sa fare davvero: di porcherie se ne vedono fin troppe e molte sono follie pericolose.
Bel post, ben scritto. A ragione o a torto che sia, mi è piaciuto anche commentarlo.
Porterò la moto alla prossima benedizione, comunque; quando toccherà a lei, vorrei che la sua anima andasse in paradiso Very Happy
Commento di: tibbs il 01-08-2013 11:35
Vedi, io rimango dell'idea che tutte le opere d'arte del mondo non sarebbero nulla se non ci fosse un essere umano capace di apprezzarle. Conoscevo un prete che si dava un mucchio da fare per preservare degli oggetti antichi che erano stati pressoché abbandonati in chiese in disuso affinché non andassero dispersi: era un'azione meritoria ma gli dissi che era tutto sommato inutile accaparrarsi e nascondere quelle opere se poi non si insegnava agli uomini ad apprezzarle o se si nascondevano alla vista della gente. E' un po' come il concetto dell'albero che cade nella foresta: se nessuno se ne accorge, che differenza fa se è caduto o no?

Per questo ritengo che anche il più prezioso dei reperti o la più mirabile opera d'arte non può avere un'anima (quindi figuriamoci un relativamente economico prodotto industriale giapponese) ma questo non significa che, fatte le debite proporzioni, questo non debba essere preservato e curato.
Commento di: Vecmazz il 01-08-2013 12:39
E' una differenza sottile. Di base qualsiasi manufatto, per bello o complicato che sia, altro non è che un oggetto privo di anima, però qui dobbiamo intenderci su che significato diamo ad "anima" e allora andiamo pure a filosofeggiare. Se per anima intendiamo un' essenza che esiste e vive, una specie di forza vitale, un "soffio" che esiste come entità del tipo di quella contemplata dalle varie religioni o filosofie allora no, nessun oggetto ce l'ha e, sinceramente, dubito fortemente che anche noi ce l'abbiamo. Se invece per anima intendiamo un complesso di fattori quali energia creativa, immaginazione, sforzo concettuale, progettuale e relizzativo allora sì, l'opera d'arte o l'opera in genere ce l'ha a prescindere dalla nostra percezione che non determina il fatto che lo sforzo concettuale e progettuale sia stato compiuto ma solo che noi sappiamo riconoscerlo o meno. Non per questo dò nomignoli alla mia moto così come non lo dò alla mia auto, a una pentola o a qualsiasi manufatto.

Me ne vado prima della prossima luna piena: non vorrei trasformarmi nel mio professore di filosofia del liceo Rotfl .

Franco
Commento di: vufered750 il 01-08-2013 11:21
Dico la mia: dopo aver Ripercorso 2200 km in 4 giorni, sono arrivato a casa, l'ho parcheggiata al suo posto in garage e prima che chiudevo la porta le ho detto: grazie di avermi riportato a casa...
Commento di: tibbs il 01-08-2013 11:28
Per carità, anche a me capita di dare pacche al serbatoio, ma rimane comunque un mezzo. Preferisco tenerla in ordine piuttosto che intavolarci discussioni Wink

Complimenti per il giro.
Commento di: vufered750 il 01-08-2013 13:50
eh eh eh...se dai le pacche delle pacche sul serbatoio, qui gatta ci cova ASD ASD ASD . grazie del complimento Five
Commento di: shabazz il 02-08-2013 17:40
Interessanti dissertazioni, ma vorrei citare, accanto a St.Ex., il caro Baudelaire, che cercava di "extraire la beauté du mal", nel senso che bello/brutto, male/bene, possono essere concetti molto opinabili ...
Commento di: tibbs il 02-08-2013 17:52
Bhe, senz'altro, ma magari non quando si parla di uno pneumatico sgonfio e alla frutta... Wink
Commento di: shabazz il 02-08-2013 18:23
... per taluni, anche la morte può essere una condizione ambita ... e poi ... vuoi mettere le acrobazie che puoi fare con una gomma slick o sgonfia ...
Scherzi a parte, personalmente cerco di tenere d'occhio almeno la funzionalità minima (pressione gomme, olio, ev. liquido raffreddamento)
Commento di: milumix il 04-08-2013 18:51
L'articolo a cui ti riferisci ad inizio del tuo racconto era apparso su moto.it se non sbaglio!
Commento di: tibbs il 04-08-2013 23:16
E' possibile: ho provato a ricercarlo ma non l'ho trovato, avrei messo volentieri il link...

Anzi, no, cercando bene, eccolo qua!

http://www.moto.it/news/cura-moto-cosa-non-fare.html

Avevi ragione, era proprio questo.
Commento di: nightluca il 13-08-2013 12:54
Rispettare gli oggetti (entro certi limiti) e come rispettare se stessi. La passione per la moto ci porta poi a parlarci e inconsapevolvente a dargli un'anima, presumo che chi non ha questo fondamentale presupposto non potrà mai godere di tali sensazioni.
Commento di: metallarofolk il 19-08-2013 23:35
Leggendo l'articolo ho quasi provato pena per quell'ammasso di ferraglia che per me ha un'anima. Ho provato pena anche e soprattutto per il proprietario, che probabilmente non può permettersi il LUSSO ( perchè questo è la moto, soprattutto nel 2013) di mantenere efficiente una moto.
Poi ovviamente c'è chi se ne infischia altamente e quello sarebbe da gonfiare di mazzate... pensa che quest'inverno un personaggio che abita vicino casa mia, stracarico di piccioli, ha letteralmente abbandonato sotto le intemperie ( neve e ghiaccio inclusi) sul marciapiede una fiammante BMW s1000rr. Credimi, ho sofferto per lei.


Commento di: gixxer46 il 23-08-2013 00:13
io sono "un pazzo" che ci parla con la moto e che l'accarezza, perchè mi emoziona!!
Commento di: mozi il 28-08-2013 18:55
Ciao, dopo la lettura del tuo scritto, la prima risposta che mi sono dato riguardo all'adesivo è che la pigrizia di toglierlo ha preso il sopravvento.

Perchè per toglierlo basta veramente poco, ma probabilmente il residuo di colla andrebbe rimosso a mano e occorre spendere del tempo per fare un buon lavoro.

Probabilmente sarà il tempo che staccherà del tutto quell'adesivo.

Le moto e gli oggetti potranno (e sottolineo potranno) anche non avere un'anima, ma rispecchiano quella del prorpietario. Di conseguenza poi la propria coscienza decide.

Ciauz
Commento di: re90moto il 29-08-2013 12:27
Per te la moto è solo ferro,plastica,vetro,ma io sono convinto,per come parli di quella che vedi,che anche per te,in fondo in fondo,la moto ha un'anima.
Commento di: tibbs il 29-08-2013 12:50
Se la tua considerazione è rivolta a me ti rispondo di no, che gli oggetti non hanno un'anima: sono strumenti eccezionali per quello che ti possono restituire, tuttavia allora anche un paio di scarpe da jogging o di sci per me hanno un forte impatto emotivo e mi procurano del piacere, ma mai gli attribuirei un'anima per quanto cercherei di non trattarli nel peggiore dei modi.

La moto è una questione forse un po' diversa, trattandosi di un meccanismo più complicato e delicato e per contro duttile: inoltre sulla moto tendiamo a riversare un po' di noi cercando magari di personalizzarla od abbellirla (ma lo facciamo perché ne siamo appassionati, se lo fossimo di auto faremmo lo stesso con la medesima) ma se io lo facessi (non sono troppo appassionato del tuning estetico) non lo farei per la moto in sé, ma perché è qualcosa che mi appartiene e che considero come una mia estensione.

E credo che le cose vadano rispettate senza idolatrarle perché occorre tempo e denaro per ottenerle e mantenerle e non si può pretendere che un oggetto ci renda un buon servizio se noi non ce ne prendiamo cura.
Commento di: TartarUgo il 23-09-2015 12:22
tempo fa andava di moda scrivere su un lunotto sporco (di un auto quindi) "Lavami!" col dito come se fosse la stessa auto a chiederlo... Smile