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Ma cosa si può fare a parte ''prevenire''?
Scritto da aleksjboss - Pubblicato 20/05/2013 08:45
Prevenire le intenzioni degli altri che sono alla guida del proprio veicolo, può bastare per ridurre spiacevoli episodi?

Lo sappiamo tutti che la strada è una giungla. Ci sono troppe variabili in gioco mentre procediamo lungo la nostra traiettoria.
Fin dalla mia prima moto (avuta a 14 anni) le persone a me più care hanno sempre ripetuto (fino all'esasperazione da parte mia) che la regola fondamentale durante la guida è la prevenzione.
Non posso che ringraziare e magari aggiungere che in questi 10 anni passati in sella quelle parole -tanto rompiscatole- si son sempre più rilevate vere.

Ma quando può essere "preventiva" la guida?
Il mio articolo si concentra con un episodio capitatomi di persona qualche giorno addietro (mentre tornavo dal lavoro in moto).
Tralasciando il tratto autostradale, nei pressi ormai di casa la guida diventa come sempre più rilassata per una serie di fattori (meno auto, punti stra-conosciuti, strade a memoria...) e di conseguenza un po' più allegra (senza ovviamente esagerare).
Ma ecco la solita auto che già a 100 metri capisci essere "pericolosa" (e proprio qui che la prevenzione gioca un ruolo fondamentale).
Inizia la fase di studio. Ed ecco che l'auto frena di sana pianta in mezzo ad una rotatoria.
Evito l'urto proprio perché avevo prevenuto che questa si fermasse in mezzo.

Ma per quale motivo questa auto si è fermata proprio in mezzo ad una rotonda?
Molto prima di entrarci avevo già notato un furgone da "corriere" arrivare dall'altra parte:
"Vedrai che quello col furgone arriva lungo e questa davanti a me inchioda..."
Questo fu il mio pensiero. Così fu. Sia l'auto che il furgone inchiodarono per evitare un urto fronte-laterale.

Coincidenza, accanto al furgone un altro motociclista e ancor più coincidenza stessa manovra per lui, tanto che talmente eravamo "dentro" la rotonda che ci siamo letteralmente guardati negli occhi ed entrambi abbiamo scosso la testa: abbiamo avuto lo stesso pensiero e le stesse abilità nel "captare" il pericolo. Nello stesso momento.

Proprio qui sta il punto dell'articolo.
Avendo 10 anni di esperienza per le strade ne ho passate di cotte e di crude, vedendone di ogni tipo ed evitandone di altre. Ma questa si chiama esperienza e non solo prevenzione.

Credo (e mi duole scriverlo) che in questi 10 anni sia avvenuto un netto peggioramento dell'attenzione e del rispetto di ognuno mentre si è alla guida.
Allo stesso tempo credo che un "novizio" (e per novizio mi rivedo io a 14 anni con il primo Benelli..) di questo nostro mondo avrebbe avuto la peggio su questo accaduto, centrando in pieno la macchina (ma spero vivamente di sbagliarmi).

Poca prevenzione o poca esperienza?
Cosa si può fare oltre che prevenire mentre siamo alla guida?
Oppure è sufficiente prestare attenzione e successiva prevenzione?

Siamo tutti in balia del più totale caos mentre percorriamo le nostre strade? E questo è solo un piccolo fatto accaduto in un piccolo paese della Brianza...
 

Commenti degli Utenti (totali: 42)
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Commento di: Toothsaw il 20-05-2013 13:38
Grande Aleks! Up
Ottimo spunto di riflessione, non solo per noi motociclisti.

Purtroppo oltre ad accumulare esperienza ed avere 10000 occhi anche e soprattutto per quello che fanno tutti gli altri, non c'è molto di più che il singolo possa fare.
Dobbiamo un po' confidare nel fatto che gli altri non faranno sempre mosse azzardate o incomprensibili, ma l'idiota è dietro ogni angolo e tutta l'esperienza di questo mondo non può comunque salvarci da situazioni totalmente imprevedibili, che purtroppo può capitare di trovarsi davanti.
Qualche giorno fa in OT si discuteva di varie auto trovate contromano nei posti più assurdi... Appunto!

Io personalmente, quando vedo qualche situazione potenzialmente critica, mi faccio sempre la domanda: "Se questo tizio si immobilizza in spazio 0, io lo riesco ad evitare?" Se la risposta è "no", io rallento e mi prendo altro spazio. E alla prima occasione, cerco di levarmi di torno dai veicoli che mi danno la sensazione di essere imprevedibili.
E' vero che sarà estremamente improbabile trovarsi davanti un veicolo che si blocca istantaneamente, senza spazio di frenata, ma se si tratta di un furgone che sta appiccicato al veicolo che lo precede ed io non vedo che ha davanti qualcun altro? Se malauguratamente si temponano, questi si fermano istantaneamente nel punto di impatto. E io mi asfalto contro il furgone. No, no... aria, aria!

Anche se siamo bravissimi a controllare le nostre moto quando sappiamo dove stiamo andando, su quale traiettoria, a che velocità, quando capita l'imprevisto, potremmo essere costretti a metterci in una posizione sfavorevole per avere il perfetto controllo del mezzo, ad una velocità "sbagliata", su una traiettoria non ideale. Ed in queste situazioni, controllare la moto diventa davvero un'impresa, perchè il minimo errore in una frazione di secondo potrebbe portarci perterra.

Purtroppo vedo ogni singolo giorno almeno 3-4 manovre idiote da parte di autisti indisciplinati. Le città e le strade ad alta velocità sono stracolme. Mettere in pericolo me stesso e gli altri per risparmiare 5 minuti di strada e/o far vedere come sono bravo a rifare la prova dei coni usando pedoni e veicoli come ostacoli non è il motivo per cui guido una moto.

Mille occhi, pensare ad ogni possibile -ed impossibile- manovra degli altri veicoli che ci circondano e prudenza, prudenza, prudenza. Sempre.
Lamps
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 14:10
Quindi la prevenzione non è "totalmente" annessa al discorso prudenza? O si? Si può essere tanto prudenti e non prevenire nulla?
Non è un discorso facile questo, per questo che mi son sentito in dovere di pubblicarlo.
Mi fa piacere trovare pareri come il tuo.
Commento di: Toothsaw il 20-05-2013 14:23
Mah, la prudenza è certamente una componente fondamentale della prevenzione.
Ma gli imprevisti, per definizione, capitano quando nessuno se li aspetta.
Se dovessimo applicare la massima prudenza in ogni cosa, non usciremmo mai di casa, nemmeno a piedi Shocked

Partendo dal presupposto che dobbiamo prima o poi uscire di casa, possiamo solo calibrare il livello di prudenza alle condizioni del traffico ed alla nostra esperienza; ma nè la prudenza, nè l'esperienza, nè l'abilità alla guida possono darci la sicurezza al 100% che andrà sempre tutto bene.

Cerchiamo di massimizzare il nostro livello di prevenzione con tutti gli accorgimenti del caso: casco e protezioni sempre, anche per fare 50 m e anche in pieno agosto, prestare attenzione a tutto quello che ci circonda, non mettersi in situazioni potenzialmente pericolose nel caso di imprevisto, cercare di "studiare" il compotamento degli altri veicoli per poterne prevedere le mosse successive, essere sempre in grado di controllare la propria moto...
Insomma, cervello acceso e livello di allerta al massimo, tempi di reazione al minimo e mani e piedi pronti a scattare alla bisogna Up
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 14:29
Sono d'accordo..è un po' come dire "Non prendo mai l'aereo perché cade. Non prendo mai la nave perché affonda"...e così via.
Però una cosa non mi convince:
se noi tutti mettessimo in pratica quello che hai appena scritto, ovvero tutti gli accorgimenti mentre sono alla guida, non dovrebbero (o quasi) accadere queste disgrazie.
Invece perché continuano iperterrite ad accadere?
Forse non tutti usano il cervello....e perché devono andarci "di mezzo" persone che non c'entrano nulla?
Commento di: PaoloG il 20-05-2013 20:53
Perchè il reato di "manifesta stupidità" o "inadeguatezza all'uso di mezzi a motore" non esistono, per cui dovremo sempre girare pensando che vogliano deliberatamente prenderci in pieno in ogni momento...

Bell'articolo!
Commento di: aleksjboss il 21-05-2013 11:45
Quindi i motociclisti si vedono un po' come un bersaglio, un tiro a segno da parte degli atri.. ASD
Che brutta cosa, io non riesco a credere che manca così tanto il rispetto.

Per prendere la patente dell'auto dovrebbero mettere obbligatoria prima quella moto, giusto per far capire cosa vuol dire "girare" in moto.

Up
Commento di: JH il 20-05-2013 14:15
A tal proposito, io ho fatto caso ad un'allarmante tendenza: da quando non si parla altro che di crisi, di malgoverno o ingovernabilità, il comportamento del guidatore medio (derivante poi dal comportamento dell'italiano medio) si è fatto molto più sciatto, incivile, menefreghista e addirittura arrogante; nessuno usa più le frecce, ad esempio, quando fino a poco tempo fa, almeno per le svolte o le inversioni a 'U', si usavano e le manovre criminali sono ormai la normalità. Sembra quasi che (anzi ne sono sicuro) che nei momenti difficili e caotici, le persone invece di serrare i ranghi e i denti si lascino andare a un sentito ed egoistico 'estic**zi'!!

Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 14:19
Dalle tue parole mi pare di capire che il "caos" a cui alludevo prima sia in netto aumento (purtroppo).
Come risposta al tuo commento mi viene da dire:
ma allora la conseguenze di tutto questo menefreghismo, di tutta questa arroganza ed incivilità si ripercuotono (in maniera più evidente e marcata) su noi motociclisti?
A questo punto tutta questa prevenzione è futile?
Siamo in mano alla fortuna e basta?
Commento di: JH il 20-05-2013 14:44
Si ripercuotono sugli utenti più deboli ovviamente, pedoni, ciclisti e motociclisti.
Giorni fa mia figlia stava attraversando sulle striscie (presidiate!) davanti la sua scuola ed ha rischiato di essere travolta da una tizia 'che aveva fretta'! Non ha nemmeno rallentato dopo essersi accorta di avere una ragazzina davanti al cofano, della serie 'o ti levi o ti passo sopra'...
Questo per dire che la prevenzione è L'UNICA arma che abbiamo contro chi è più forte di noi e può farci tanto male.
La fortuna (il caso) è solo una delle componenti di cui dobbiamo tenere conto, se stiamo allerta siamo in grado di percepire quando una serie di situazioni si stanno concatenando in un evento negativo.

Esempio: proprio oggi, su strada a due corsie trafficatissima, velocità media 20kmh, sorpassavo lentamente tra le corsie; ad un certo punto due grossi e traballanti camion si allineano davanti a me lasciandomi un corridoio appena sufficiente a passare mentre il solito scooterista sorpassista agitato mi si incolla a pochi cm.. A questo punto campanello di allarme, rientro, faccio passare ed aspetto che i camion si disallineano.
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 14:58
Proprio questo è il punto. Con queste parole mi stai dicendo che l'unica nostra "arma" è la prevenzione, non sussiste nient'altro a nostro favore. Quella tizia in macchina non mi pare essersi comportata civilmente: come è possibile non accorgersi di ragazzini che escono da scuola e continuare insistentemente la marcia? Oltre alla prevenzione, non occorrerebbe il rispetto reciproco? Io più vedo queste situazioni più mi accorgo che non c'e' quella "cortesia" tra esseri umani, ma solo un senso di sfida e di supremazia. Prevenire non significa anche:
Avvertire qualcuno di qualcosa, in anticipo; avvisare in precedenza qualcuno in modo da evitargli qualcosa di negativo;
molta più prevenzione e prudenza aiuterebbero a ridurre i rischi e tanto più gli incidenti. O quasi.
Commento di: Toothsaw il 20-05-2013 15:01
No, non siamo solo in mano alla fortuna e al caso.
La prevenzione può drasticamente ridurre i rischi per le "categorie deboli" sulla strada.

E' indubbio che, all'aumentare del caos e dell'inciviltà, noi dobbiamo aumentare la nostra soglia di allerta, reagire più prontamente, mettere occhi anche dietro la testa... Insomma, dobbiamo aumentare il nostro "fattore di prevenzione".

Certamente se tutti usassero un pizzico di civiltà e rispetto e tanto, tanto egoismo in meno, non solo ci sarebbero molti meno rischi per tutti quanti, ma ci sarebbe anche traffico più scorrevole e molto meno stress e nervosismo, la gente sarebbe meno portata all'esasperazione e guiderebbe in modo più tranquillo, ecc ecc.
Da circolo vizioso si entrerebbe in un circolo virtuoso in cui il rispetto di tutti in strada porterebbe tutti quanti ad essere più sereni alla guida e temere di meno per la propria incolumità.
Utopia? Forse, ma se nemmeno ci proviamo, non lo sapremo mai.
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 15:10
Il problema di fondo è che in pochi utilizzano il senso civico e rispetto. E molto spesso, la prevenzione è una parola sconosciuta, che porta a danni a volte irriparabili.
Perché credo che se ognuno di noi immerso nella giungla urbana, usasse la prevenzione come "metodo" di guida, inconsciamente aiuti l'altra persona a non entrare in pericolo.

Non è utopia, è solo questione di usare l'intelligenza. Perché quello in macchina deve avere la meglio su uno in moto? Perché non devo agevolare il sorpasso in coda?
Capisci ciò che voglio dire? Non ci devono rimettere solo i più deboli...non ci deve rimettere nessuno, sopratutto noi motociclisti.
Commento di: vilcoyote il 20-05-2013 16:22
Intanto, secondo me, bisogna distinguere tra i due concetti di "pericolo" e di "rischio": il pericolo implica una condizione oggettiva e la certezza che si verifichi un evento avverso, mentre il rischio implica solo la possibilità che tale evento avverso si verifichi; in parole povere il pericolo è una condizione che esiste a prescindere, il rischio dipende dal comportamento nostro e/o altrui ed è tanto maggiore quanto più detto comportamento si discosta.... e qui casca l'asino: da cosa si deve discostare il nostro e/o altrui comportamento per aumentare il suddetto "rischio"? eh...non è facile da stabilirsi, uno potrebbe rispondere che basta agire in maniera scriteriata, senza usare il buonsenso...tutti concetti relativi e soggettivi (uno "bravo" va in piega con le orecchie per terra su una strada qualsiasi e si sente perfettamente al sicuro, dato che la sua "valutazione" della situazione gli fa ritenere che una cosa del genere sia fattibile... per me se la sta andando a cercare...) e allora l'unico termine di paragone assoluto è la legge, ovvero il CdS; sappiamo che nessuno di noi lo rispetta alla lettera, ma tanto più ci atterremo alla legge, tanto più ridurremo il "rischio", ma questo deve valere per tutti e sappiamo che non è così e allora, come ha già anticipato qualcun altro, oltre al rispetto del CdS, bisogna guardare avanti, nel tempo e nello spazio e più avanti si guarda, più il rischio si abbassa, perdere dieci secondi qui, trenta lì, un minuto dall'altra parte al massimo potrebbe farci arrivare in ritardo al lavoro (per chi ancora ce l'ha...), nel qual caso basterebbe alzarsi cinque-dieci minuti prima, ma potrebbe essere sufficiente a non cambiarci la vita... in peggio, ovviamente.
E gli altri? purtroppo esistono e non possiamo farci niente, se non considerarli tutti un pericolo... a prescindere...
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 16:28
Dobbiamo fare i conti anche ad altre variabili quindi, ovvero il rischio e il pericolo.
La valutazione del rischio e la valutazione del pericolo son da considerarsi propedeudiche alla guida preventiva oppure sono a sé stanti?
Una buona guida preventiva coinvolge anche il pericolo e il rischio, altrimenti non credo sia preventiva.
Ottima risposta, ha aperto un'altra visione ed un altro tema.
Inoltre questo CdS viene tanto deriso e tanto infranto. E' una delle cause principali di questi problemi?
Avere tanta sicurezza in se stessi aumenta o diminuisce il rischio?
Commento di: vilcoyote il 20-05-2013 16:49
A dirla tutta il "pericolo" non è una variabile, ma una costante...la variabile (e Dio solo sa quanto...) è il "rischio" che dipende da tanti, troppi fattori, non tutti controllabili da noi (come l'idiozia o la maleducazione o l'imprudenza e molti altri, tutti "soggettivi", altrui), noi possiamo controllare ed influire solo sul nostro comportamento, come giustamente evidenzia l'amica "raptorina" più avanti, e non offrire il destro all'imprudente o incapace o menefreghista di turno... ovvero, come dico spesso: se proprio mi deve succedere qualcosa, che almeno abbia torto quell'altro! magra consolazione, ma piuttosto che niente...
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 16:55
Corretto.
Così dicendo allora la prevenzione fa diminuire il rischio ma non il pericolo. Può essere un'affermazione corretta?
Di conseguenza, diminuendo il rischio non si corre incontro ad una automatica (o quasi) diminuzione del pericolo? Oppure esso è inamovibile?
Voglio dire:
il valore costante del pericolo, rimane sempre in quella costante, o può assumere valori "costanti" differenti?
Come giudichi tu la parola "pericolo"?
Mi stai dando ottimi spunti di riflessione, grazie! Up
Commento di: vilcoyote il 20-05-2013 17:35
Sì, corretto, il pericolo (che molti tendono ad identificare con il "rischio") è lì, inamovibile, uguale per tutti: una curva costituisce un pericolo, è la stessa per tutti, anche se aperta, con buona visibilità e con nessuno che viene in senso contrario...se la affronti a velocità eccessiva puoi farti un low-side: una sciocchezza in pista, ma potenzialmente mortale in presenza di un guard-rail o di un marciapiedi o un qualunque altro ostacolo...il rischio del low-side aumenta all'aumentare della velocità e quindi della piega... e lo stato delle gomme, la loro pressione? e se c'è una macchia d'olio o una cacca di mucca (in montagna soprattutto...) quelle da lontano non le vedi, si chiamano "imprevisti", in quanto "non visti prima", un po' di brecciolino? magari bastavano 10-20 km/h di meno e te la saresti cavata con una scodata e una scarica di adrenalina (figata!) ma poi avresti lasciato la manopola del gas...
Ripeto, il pericolo è una costante, sono le condizioni ambientali (con "condizioni ambientali" intendo anche la presenza di altri utenti più o meno disciplinati) che aumentano il rischio...per tornare alla nostra curva, farla sull'asciutto è molto meno "rischioso" che sul bagnato, se l'asfalto è pulito si rischia meno di quando è sporco e via di questo passo.
Però ricordiamoci sempre che "il rischio elevato" non sempre significa "certezza di avvenimento avverso" (incidente, nel nostro caso), finché ci va bene abbiamo letteralmente "corso il rischio" fortunatamente senza conseguenze...
Un altro esempio? un bel vialone alberato, dopo un temporale, coperto di foglie bagnate... il pericolo in questo caso sono le foglie e gli alberi ai lati della strada aumentano il rischio di farsi male in caso di perdita di controllo del mezzo...ma gli alberi sarebbero stati comunque pericolosi, anche sull'asciutto... ecco perché il "pericolo" è una costante mentre il "rischio" è una variabile.
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 17:44
Bellissima riflessione e altrettanto il commento.
Non si poteva essere più chiari nel far distinzione in questa maniera tra pericolo e rischio.
Un piccolo però.
Possiamo prevenire solo i pericoli (o almeno provarci) oppure anche il rischio è soggetto a prevenzione?
Hai detto che una curva costituisce un pericolo, perciò possiamo prevenire un eventuale auto (o moto) in arrivo dalla direzione opposto e di conseguenza non piegare all'estremo...e per quanto riguarda il rischio?
Non si legano in qualche modo rischio e pericolo?
Le foglie bagnate son pericolose o rischiose? Oppure entrambi i termini nello stesso momento?
Commento di: vilcoyote il 20-05-2013 17:57
Il "pericolo" è oggettivo, cioè non dipende da noi, il "rischio" invece è soggettivo e sta a noi, col nostro comportamento ridurlo entro termini ragionevoli ed accettabili.
L'unico modo per ridurre il "pericolo", sempre rimanendo all'esempio della curva, poteva essere di disegnarla con un raggio maggiore o senza il guard rail oppure dotarla di un fondo con più grip...ma queste cose spesso non sono possibili neanche ai progettisti.
Per quanto riguarda il vialone alberato, certo, gli alberi sono belli, ma se li abbattessimo (orrore!!!) elimineremmo il pericolo costituito da ostacoli a bordo strada, non correremmo più il "rischio" di finirci contro in caso di perdita di controllo del mezzo.
Altro esempio di pericolo e rischio correlato?
Bene, tu, novello Pietro Micca, sei seduto su un barile di esplosivo, sei sicuramente in una situazione "pericolosa", ma finché non si avvicina qualcuno con una torcia accesa in mano non corri alcun "rischio" e se, lontano, appare un tizio con la torcia in questione, il "rischio" che tu possa saltare per aria assieme a lui aumenta man mano che lui si avvicina ASD
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 18:11
Non potevi fare un esempio così chiaro sul rischio & pericolo, questo dell'esplosivo è veramente bello. DoppioOk
Mi ricordo però che quando ero più piccolino, la mia cara nonna mi diceva sempre:

"Ta' ve' in due'?! Cerca minga da anda' in di pericul!"

(chiedo scusa se ho scritto male il brianzolo..cosa molto problabile).

Traduco:
"Dove vai? Non andare a cercare i pericoli, stai attento."

Questo per dire una cosa, d'accordo che i pericoli sono oggettivi e sono li, pronti per rovinarti la giornata (nella migliore delle ipotesi) ma è anche vero che i pericoli a volte ce li andiamo a cercare.
Per questo che secondo me anche sui pericoli la prevenzione gioca (o potrebbe giocare) un ruolo fondamentale.

Tanto per citare il tuo esempio del barile...cosa ci facevi sul barile pieno di esplosivo??
Magari è il tuo lavoro..magari no..e se sei li per caso è una questione, se te la cerchi un'altra.
No?
Commento di: 5bwaz il 12-06-2013 17:01
Magico! Applause
Commento di: Maryj-Raptorina il 20-05-2013 16:25
Bell'articolo, mi è piaciuto.
Il mio mantra per strada è proprio quello: prevenire!
Rispondendo al altri, per quel che mi riguarda , sicuramente la velocità ha un ruolo fondamentale.
Non sono una di quelle che quando va in moto ("purtroppo") segue alla lettera i limiti di velocità (tranne che in pieno centro) la mia velocità media è sempre attorno ai 90 km/h ma...in presenza di incroci a raso in zona extraurbana ad esempio ho imparato a conoscere il traffico, ovvero l'esperienza mi ha insegnato che se c'è qualcuno che si sta immettendo in strada dalla mia destra per svoltare in senso opposto sarò sicura all'80% di aver precedenza solo e ripeto SOLO SE in senso contrario al mio transitano altre auto, ma se non c'è nessuno in senso opposto è molto probabile che l'automobilista di turno faccia finta di nn avermi visto ed impegni la carreggiata..ergo.. in tal caso rallento sempre.


Che dire poi di quelli che "amano" fare inversioni ad U?! Ci sono impercettibili gesti, come l'allargarsi a destra dell'auto,rallentando più o meno lievemente e senza motivo apparente per aver più spazio per l'inversione di marcia (generalmente su doppia linea continua).

Inoltre mi ripeto sempre che, se c'è un mezzo che per qualsiasi motivo anche inspiegabile, rallenta la sua marcia, è meglio decelerare per comprenderne il motivo, accertarsi che non ci siano bimbi, topi, cani gatti, galline, buche etc..e poi eventualmente superare (se poi si tratta di un nonno aterosclerotico vabbè..)

Ultima cosa..ho lo sguardo sempre 200 metri più avanti rispetto a quello che è il mio tragitto..il mio occhio in automatico ormai vaglia le potenziali pericolosità che incontrerò sul mio percorso (tipo pedone titubante sul ciglio della strada...etc )

Cosa faccio inoltre per "prevenire" per quanto limitatamente possibile?!?
Almeno due volte alla settimana mi alleno con frenate d'emergenza, su asfalto pulito e sporco, così da rendere più naturale ed inconscia una appropriata risposta ad ostacoli lungo la strada, idem per quanto riguarda percorsi ad ostacoli ed il vecchio ed odiato otto.
Servirà?!? Non lo so, ma credo mi abbia più volte aiutato.
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 16:36
Grazie per il commento.
Noto che anche tu (come tutti i motociclisti del resto) hai scene quotidiane di guide inaccorte e molto sconsiderate da parte degli altri utilizzatori della strada.
Avere tutta questa attenzione però sulla guida, situazione e qualsiasi movimento da parte degli altri, quanto influisce sulla nostra?
Andare in moto deve essere un piacere giusto? Tutta questa prevenzione, attenzione, sensazione di pericolo, rischio emergenze...non sono invece l'esatto contrario della parola "piacere"?
Io sono molto amante della moto e di quello che ci regala, ma a volte il reale godimento viene sorclassato da tutti gli aspetti che stiamo elencando..e secondo me non è giusto.
Il discorso sta convergendo al punto che non esiste "nulla" oltre la normale "prevenzione" (tema dell'articolo appunto).
E' giusto secondo te/voi?
Commento di: vilcoyote il 20-05-2013 17:08
Ecco il "punto dolente" di tutta la questione: quanto resta del divertimento di andare in moto se l'andatura è di poco superiore a quella di andare in bicicletta? beh, se non altro non si fatica, e comunque, una volta, scendendo dal Pordoi verso Arabba, avevo davanti una ragazza in bicicletta alla quale faticavo a star dietro e mi sono divertito un mondo, (l'avrei persino rimorchiata di nuovo su per rifare la discesa dietro a lei!!!) a dimostrazione che ci si può divertire anche senza mettere le orecchie per terra... vero che la mia "piccola" non è uno di quei "cosi" che volano a bassa quota, ma, sempre citando la nostra Raptorina, un high-side a 40 km/h su un tornante può essere moooolto doloroso! probabilmente la ragazza era al limite, io sicuramente no, anzi... ma non ho voluto sorpassarla proprio per non metterla in "ambasce" dato che, quasi sicuramente, al tornante successivo saremmo entrati appaiati...che senso aveva fare una idiozia del genere? io mi sono divertito e lei, una volta capito che non intendevo passarla, ha fatto le sue traiettorie alla grande e non credo che fosse impensierita dalla mia presenza venti metri più indietro e, visto che quando l'ho sorpassata ad Arabba non m'ha fatto segnacci, deve essersi divertita anche lei.
Riecco la soggettività: cosa intendiamo per "divertirci in moto" e, soprattutto, quanto siamo disposti a pagare per "divertirci"?
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 17:14
Concordo...il divertimento non sta nel mettere le orecchie per terra o decollare (poi come tu hai già scritto...tutto è relativo...) però il fatto di sentirsi sicuri porta il divertimento ad un livello più alto.
Pensando ed immaginando di percorrere una strada e trovare poco più avanti un incrocio con un semaforo verde, nella tua testa deve vivere un senso di sicurezza elevato e passare il semaforo..a me tutte le volte che vedo un semaforo verde...e raggiungendo l'incrocio..non sono mai sicuro al 100% che un idiota passi col rosso.
Il tutto arrivando al semaforo a 50 km/h....perciò...dove risiede la sicurezza?
Tanta sicurezza, più divertimento?
Commento di: Toothsaw il 21-05-2013 11:34
Dipende da cosa ciascuno intende per divertimento.
Se uno/a si diverte lanciandosi a velocità folli in mezzo alle auto, sorpassando su curve cieche e piegando ovunque vada, per come la vedo io se la sta andando a cercare.
Per quelli in cui il divertimento aumenta all'aumentare del rischio, ogni minima prevenzione significherebbe detrarre qualcosa dal divertimento.
Però chi si diverte rischiando secondo me viene meno al concetto di rispetto degli altri di cui abbiamo ampiamente parlato. Chi si diverte guidando sempre al limite dovrebbe farlo solo in pista, dove tutto è studiato per ridurre al minimo il pericolo (strada larga, vie di fuga senza ostacoli, barriere protettive...) e quindi, anche aumentando il rischio, se anche uno finisce nel pericolo, tendenzialmente non si fa tutti i danni che potrebbe farsi in un'analoga situazione su una strada pubblica.

Per tutti gli altri, invece, secondo me una volta che tutti gli accorgimenti di prevenzione vengono automatizzati, non costituiscono più un peso per il fattore divertimento. Anzi, personalmente mi diverto di più quando sto viaggiando in tranquillità e sicurezza, che non vuol dire 40 km/h, massimo 50, ma semplicemente che ho sempre le varie protezioni addosso, che guardo sempre ovunque 3 volte, che se il semaforo a 100 m è verde da un po' non faccio la tirata per passare, anzi rallento un attimo, in modo che se diventa giallo poi non inchiodo e se qualcuno si butta in mezzo alla strada non vedendomi arrivare, non gli finisco in testa.
Alla fine sono tutti piccoli accorgimenti di prudenza, niente di così sconcertante, quindi una volta abituati a queste piccole cose, ci vengono naturali e non ci facciamo più caso ed il nostro divertimento ne guadagna.

Anzi, in alcune situazioni mi diverto un sacco a studiare la scena, identificare i potenziali pericoli e decidere come reagire per minimizzare il rischio, tutto in una manciata di secondi. Ma io ho la mente tattico-contorta, potrebbe non valere per tutti ASD
Commento di: aleksjboss il 21-05-2013 11:42
va bene, ma quello che vorrei dire è se la prevenzione "fa diminuire" il divertimento, che esso sia legato al rischio o pericolo che sia.
Il fatto che la nostra guida sia tanto influenzata da molti (troppi) fattori -e parlo in strada ovviamente- credo che il "puro" divertimento non sia raggiungibile.
Basti pensare ad un pallone che rotola per strada per "colpa" di un bambino, non per forza delle altre auto.
Credo che non tutto si possa prevenire, sto arrivando a questa conclusione...altrimenti la guida risulterebbe solo stressante...per usare una parola conosciuta!
Commento di: Toothsaw il 21-05-2013 12:29
Non si può prevenire fino a raggiungere rischio zero, questo è sicuro.
L'unica cosa che possiamo fare è trovare la nostra "comfort zone" tra divertimento e prevenzione, una situazione in cui il rischio per noi e per gli altri è sufficientemente basso e che ci permetta comunque di gustarci il viaggio.

Inoltre questa "comfort zone" andrà adattata con il passare del tempo. Ricordo ancora i primi anni in cui avevo la patente B, mi divertivo ad andare in giro con l'auto anche senza una meta. Dopo qualche anno, girare in auto mi dava solo il nervoso. Per fare un tratto tranquillo di 20 km dovevo metterci un'ora, continue accelerazioni e frenate... Il gusto della guida era andato a farsi benedire.
Con la moto, pur essendo più rischioso, riesco comunque a trovare il piacere del viaggio, anche se devo stare attento il triplo, anche se devo concentrarmi maggiormente sulla guida.

Quindi maggior sicurezza o maggior prevenzione non necessariamente significa minore divertimento. Ma in ogni caso, nessuno può prevenire al 100% il rischio; anzi, una guida nervosa e stressata perchè si concentra tutta l'attenzione sulla prevenzione, oltre a diminuire il divertimento, paradossalmente aumenta il rischio, perchè non si può pensare di controllare tutto se non si è tranquilli; la mancanza di tranquillità è uno dei principali fattori di rischio.
Alla guida bisogna essere calmi, attenti e pronti a rispondere agli eventi. Se si è nervosi, si fa solo peggio: addio divertimento e addio sicurezza.


Commento di: aleksjboss il 21-05-2013 12:39
Quindi maggior sicurezza o maggior prevenzione non necessariamente significa minore divertimento. Ma in ogni caso, nessuno può prevenire al 100% il rischio; anzi, una guida nervosa e stressata perchè si concentra tutta l'attenzione sulla prevenzione, oltre a diminuire il divertimento, paradossalmente aumenta il rischio, perchè non si può pensare di controllare tutto se non si è tranquilli;
Molto bene, con questo posso aggiungere che oltre a "prevenire" si deve avere una guida tranquilla e rilassata. Sempre attenta naturalmente ma con attenzione alla tranquillità. La tranquillità è un fattore da tenere in considerazione mentre siamo in sella alla nostra moto. Come giustamente hai scritto tu, se non fossimo tranquilli (con i giusti pesi alla prevenzione e alla sicurezza) allora aumenta il rischio, per via di errori nostri...non dei pericoli. Cosa ne pensi?
Commento di: Toothsaw il 21-05-2013 12:44
Cosa ne pensi?
Ne penso che hai afferrato in pieno il concetto che volevo esprimere. Guidare con la mente tranquilla e lucida è il primo passo. Poi vengono tutti gli accorgimenti di sicurezza per prevenire (= ridurre) il rischio. E poi viene la civiltà di chi ci circonda, che però non è controllabile direttamente da noi.
Commento di: aleksjboss il 21-05-2013 12:47
Ma cosa si può fare a parte ''prevenire''?
Si deve guidare tranquilli.
Abbiam trovato una risposta, l'unica o ce ne possono essere altre?
Grazie per le tue riflessioni e risposte, ho trovato molti concetti interessanti.
Commento di: pamy91 il 20-05-2013 17:29
questo tema tocca la quotidianità di tutti noi e il detto dice "è meglio prevenire che curare". Ma a questo punto come dici tu, il piacere dove va a finire?
Forse il piacere è una conseguenza della prevenzione, e allo stesso tempo del saper rischiare, altrimenti non si vivrebbe più. Fondamentale secondo me è il rispetto. Se non si parte dall'avere rispetto per sè stessi non si avrà rispetto nemmeno per gli altri e si creeranno situazioni di rischio e pericolo, e il punto di partenza del rispetto in strada dovrebbe essere il cds. Forse prima di dare la patente bisognerebbe dare lezioni di rispetto oltre a quelle di guida, in modo da evitare autisti nervosi, e avere autisti più rilassati e liberi di godersi il piacere di guidare. (Io quando guido l'auto e mi trovo dietro un motociclista cerco sempre di lasciargli spazio e farlo passare). Tutto questo non è altro che prevenzione e a parte "prevenire" non ci resta molto, avrebbero dovuto inventare strade solo per motociclisti e strade solo per autisti e camionisti, un'utopia Smile
Commento di: aleksjboss il 20-05-2013 17:48
"Prevenire è meglio che curare" oppure "prevenire è meglio che rischiare"?
Il fatto che il divertimento si possa raggiungere rischiando, non elide la prevenzione stessa?
Oppure come dici tu occorre un pizzico di rischio, prevenzione e rispetto per ottenere il divertimento?
Dobbiamo rassegnarci a convivere con questi fattori oppure esiste un altro modo per "alleggerire" il pericolo?
Sembra una questione da poco, ma in fondo non lo è! Up
Commento di: pamy91 il 21-05-2013 00:29
No non lo è assolutamente, anzi la questione è abbastanza complicata. Il mio cervello cerca di trovare una via d'uscita ma è un susseguirsi di fatti e conseguenze!
Se appunto abbiamo la testa di voler fare qualche curva più allegra sapendo che non c'è nessuno davanti e dietro, a velocità moderata, con le giuste protezioni, supero il rischio e a fine giornata sono felice del mio giro in moto. (= prevenzione -->rispetto -->rischio-->piacere)
Se piove e vado forte con altra gente intorno creo una situazione di rischio e pericolo! Ogni situazione poi ha le sue percentuali di rischio e le sue percentuali di rischio che portano pericolo!
Forse "alleggerire" il pericolo è appunto valutare quanto sto rischiando e se la conseguenza a questo rischio è il pericolo. Sgrat
Commento di: vilcoyote il 21-05-2013 09:45
Per l'ultima volta e poi la finisco qui: il "pericolo" e il "rischio" non sono la stessa cosa, anche se quasi sempre vengono considerati omologhi, non sono intercambiabili!
Ripeto: il pericolo implica una condizione oggettiva e la certezza che un evento, più o meno dannoso, prima o poi si verificherà, mentre il rischio implica solo la possibilità che tale evento abbia luogo.
Il primo sfugge comunque al nostro controllo: la strada è la stessa per tutti; il secondo, rimanendo sempre in ambito stradal-motociclistico, è condizionato dal nostro comportamento.
Detto questo, buona strada a tutti!
Commento di: Cliff_Fox il 23-05-2013 08:01
Ragas, io ricordo sempre quello che mi diceva...udite udite...l' istruttore di scuola guida! E cioè che su strada, in qualsiasi situazione "di dubbio" ci si trovi, immaginare sempre la peggiore delle ipotesi e comportarsi di conseguenza! Questo può anche voler dire che se vediamo davanti a noi una macchina con freccia a destra, questa potrebbe poi anche svoltare bruscamente a sinistra!
Commento di: aleksjboss il 23-05-2013 11:10
Non hai scritto frase più vera per quanto riguarda la freccia. Up
E aggiungo che occorre sempre cercare (o tanto meno provare a farlo) di guardare all'interno dell'abitacolo! Very Happy /
Commento di: elekktra il 31-05-2013 01:04
Questo mi e' successo veramente e per fortuna ero in auto!!!
Commento di: Elr0ndK il 27-05-2013 15:25
Io faccio così anche in macchina, ad ogni incrocio, rotonda che sia, per non sapere né leggere e né scrivere, mi fermo a meno di non avere campo visivo aperto e vedere che non c'è nessun potenziale elemento di pericolo.
Faccio un esempio: vivo a Valmadrera, nei pressi della rotonda "ad 8" che interrompe la statale; in questa rotonda se ne vedono di cotte e di crude... E' una rotonda classica, ovvero tutti gli ingressi hanno ben indicati i segnali di dare precedenza, segnali che più inutili non potrebbero essere, perché tanto quelli che arrivano dalla statale tirano dritto a meno che non vedano qualcuno (ed a volte anche se lo vedono tirano dritto ugualmente) che sta attraversando davanti a loro. Purtroppo, questa rotonda la devo fare sempre per muovermi, macchina o moto che sia, posso essere prudente quanto voglio lì, ma se arriva il tizio a mille mila all'ora dalla statale (fai conto che in direzione Lecco, entrando dalla via che faccio io, riesci a vedere ad un centinaio di metri) quando io ho già iniziato l'immissione e tira dritto, che posso fare? Io sono stato prudente, iniziato la manovra quando la strada e la statale erano sgombre, ma cosa fai se uno tira dritto confidando che, da Schumacher/Rossi consumato come crede di essere, ti evita grazie alle proprie abilità?

Il discorso è che purtroppo il mezzo non c'entra, molti quando guidano pensano solo a loro, non pensano che altri potrebbero fare manovre diverse da quelle che tu loro stessi farebbero.
E' un discorso di arroganza, come giustamente sottolineato in precedenza, molta gente passa alla "me ne frego degli altri" ad ogni incrocio.
Prevenire è bene, prevenire avendo maggiore esperienza ancora meglio, ma non puoi mai essere sicuro al 100% di avere tutta la situazione in pugno.

A costo di essere sempre quello che va meno degli altri, vado sempre meno di quanto penso di poter andare e quasi sempre entro i limiti di velocità, sarei falso se dicessi di rispettare al 100% il cds, però quando fiuto potenziale pericolo, mi tiro su, rallento e cerco di ridurre i fattori di rischio.
Motivo per cui ODIO la guida in autostrada, moto o macchina che sia, non importa che sia la Cisa in moto o l'A1 in macchina, la ODIO. Se già l'inciviltà e l'arroganza sono pericolose ai 60/70 orari (velocità media tipica che l'utente medio mantiene nei centri abitati, ahimè), figurarsi ai 120/130.
E lo dico una volta di più dopo aver fatto ieri autostrada (A1, A15, A12) per andare al Tuscany. Sarò un cagasotto, ma ho sono state ore davvero pesanti dal punto di vista mentale, ancora di più pensando che ero zavorrato...
Commento di: elekktra il 31-05-2013 01:13
Bell'articolo e tanti bei commenti !!!
Avevo letto che la strada va' interpretata ovvero cercare di studiare tutti i dettagli, pericoli e possibili rischi che ci circondano mentre siamo in moto e anche in auto.

Io non so voi, ma quando rientro da un giro in moto sono stanchissima ma non solo fisicamente ma anche mentalmente.... sara' normale?!
Non capisco come fanno molti che quando mi superano , stanno 2 secondi dietro a un auto e subito dopo la superano senza nemmeno studiare chi hanno davanti...
Commento di: AlbertoSSP il 18-06-2013 21:16
Anche io sono stanchissimo dopo un lungo giro, spesso più mentalmente che fisicamente.
E se faccio più di 500-600km solo con soste benzina sento che gli occhi iniziano anche a bruciare, come se fossero "secchi"... e allora ho fatto caso al fatto che, mentre guido la moto, il tempo tra un battito di palpebre e un altro si allunga fino a oltre il doppio del normale. Very Happy Una cosa stranissima del quale non mi ero mai accorto in tanti anni. Fate caso se capita anche a voi...
Battere le palpebre è un movimento istintivo, che non comandiamo, come respirare... ma è come se il cervello fosse talmente concentrato nella guida da non voler perdere neanche un fotogramma.
Commento di: elekktra il 21-06-2013 23:32
Alberto, a quello non ci ho mai fatto caso!!! Smile