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Beata ingnoranza... lodata consapevolezza
Scritto da robros - Pubblicato 04/12/2012 09:05
Estratto dell'esperienza personale della giuda in moto su strada e sui rischi che si corrono...

Fin dai 14 in sella ad una due ruote a motore. Convinto di essere un asso nella guida, di essere capace di portare il mezzo al suo limite e di non essere nel motomondiale solo perché non “paraculato”. Molti (me compreso) , presto o tardi, sono passati da questa fase.

Beata ignoranza…
Mi ricordo quante volte uscii col mio fido College prototipo 50cc per farmi delle «tirate» incurante dei rischi ai quali esponevo me stesso e gli altri.
Tutto era un gioco, tutto era solo una sfida personale tra me e l’asfalto.
Caddi più volte, senza conseguenze ne per me ne tanto meno per altri.

Purtroppo, come spesso capita, per redimersi e capire occorre prima sbattere la testa contro il muro.
Ebbene, io sbattei contro una macchina.
Il classico caso di mancata precedenza dovuta ad un’eccessiva velocità del mezzo che percorre la strada principale. Il conducente dell’auto che avrebbe dovuto darmi la precedenza non si rese conto di quanto velocemente stessi arrivando… e BAM.

Avevo 17 anni al tempo. Fiero proprietario di un 125 rosso fiammante. Mi schiantai ai 120km circa (secondo le FdO). Il mio corpo dopo l’urto volò in aria e ricadde a terra svariati metri lontano dal punto dell’impatto.
Per la torsione del collo, mi ruppi una vertebra.
Nell’urto o nella contrazione muscolare successiva, mi staccai praticamente la lingua (di cui un pezzettino mai ritrovato).
A causa dello schiacciamento dei nervi della spalla sinistra contro il veicolo, il braccio mi si paralizzò e per svariati mesi non potei fare i movimenti più basilari.
Inutile che stia a fare la lista dei tagli e delle piccole fratturine.

La cosa peggiore, con il senno di poi, furono i danni che arrecai ai miei cari ed agli sconosciuti e non i miei personali. Io sfidai tante volte la sorte… molte volte mi andò bene ma poi mi presentò il conto.
Mia madre, passò sul luogo dell’incidente circa 30 minuti dopo l’impatto. Io ero già in ambulanza direzione ospedale. Mia madre vide solo un lago di sangue e lamiere contorte che ricordavano la mia moto. Deve essere stato semplicemente terribile per lei.

Mi salvai solo grazie ad un caso fortuito. La macchina che era dietro di me era guidata da un’infermiera del pronto soccorso. Mi mise subito in posizione di sicurezza e fece quello che andava fatto nell’attesa che arrivasse l’ambulanza.

Lodata consapevolezza…
A causa delle ferite, il mio cervello cominciò a riconnettersi dopo un paio di giorni e sempre a causa dei punti di sutura etc… passai molti giorni senza potere praticamente ne muovermi né parlare. Fui quindi obbligato ad ascoltare. Ascoltai i visitatori, ascoltai i medici, alscoltai le inferiere ed ascoltai anche il fragore assordante delle silenzio notturno in ospedale.

Comincia a rendermi conto che se fossi morto, non me ne sarei neppure accorto e che quindi non avrei sofferto. Capii quindi il dolore ancora maggiore al quale avrei sottoposto i miei cari in caso di decesso. Capii quanto fosse stupido giocare al super-pilota senza le condizioni minime di sicurezza.

Oggi, a distanza di anni, giro per strada sapendo cosa significa avere rispetto per le persone. Ho capito che se rispetto gli altri, rispetterò me stesso.
La velocità mi piace ancora… sfidare i miei riflessi, cercare di arrivare il più velocemente possibile al traguardo, chiudere e riaprire il gas nel minor tempo possibile. Tutto questo lo faccio sempre e solo in pista. Senza se e senza ma.

Non pretendo che questo poche parole ti facciano cambiare idea. Spero solo di essere riuscito a darti uno spunto in più di riflessione da usare a tuo piacimento nei momenti in cui parlerai con te stesso.

Lamps.
 

Commenti degli Utenti (totali: 22)
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Commento di: Davide il 04-12-2012 09:07
Comincia a rendermi conto che se fossi morto, non me ne sarei neppure accorto...
Una frase che non avevo mai letto da altre parti e che mi ha fatto molto riflettere. Bell'articolo, bravo
Commento di: robros il 04-12-2012 16:17
Grazie Davide Lamps
Commento di: Pigghy il 04-12-2012 16:06
Ho 16 anni, e credo che il Tu prima dell'incidente sia la mia perfetta descrizione attuale...nonostante tutte le raccomandazioni, gli ammonimenti, le storie raccontate dai miei genitori sul "figlio del mio amico che è morto" , me ne sono sempre fregato di tutta la minestra. Con il tuo articolo mi hai fatto capire, da motociclista a motociclista spericolato, quanto fragile ed effimera possa essere la vita, quindi prima di fare il figo a grattare la carena in piega, mi ricorderò del tuo articolo, sperando che mi si accenda quel poco di cervello che ho in testa e di imparare dai tuoi errori Smile
Pace a te
Commento di: robros il 04-12-2012 16:17
Sono sicuro che non hai poco cervello Wink .
Lamps
Commento di: daniel300 il 04-12-2012 20:45
Ho 22 anni e giusto un anno fa ho avuto un incidente abbastanza serio per un auto che mi ha tagliato la strada (per fortuna andavo a 40km/h) e di cui porto ancora le conseguenze.
Non posso che essere pienamente daccordo con te! Putroppo bisogna sbatterci la testa per rendersi contoo di certe cose! Non dico di andare piano, ma solo di stare attenti
Commento di: robros il 05-12-2012 09:39
Ciao Daniel300, a mio avviso il concetto di stare attenti é abbbastanza soggettivo. Credo invece che basti prendere davvero coscienza dei rischi che corriamo e che facciamo correre in modo d'adottare uno stile/ritmo di guida adeguato alla stradad che si percorre.
In altre parole: il modo in cui guidiamo per strada c'identifica come persone e non solo motociclisti. GUidiamo rispettando gli altri, siano essi i nostri cari o gli altri utenti della strada.
Se vogliamo ottenere rispetto, non solo come motociclisti ma anche come persone, dobbiamo prima darlo.
Ovviamente questo é solo il mio pensiero.
Commento di: daniel300 il 05-12-2012 21:58
Nel mio caso la mia guida era più che adeguata alla condizioni della strada, pieno rispetto di me stesso, degli altri e del codice ma purtroppo nel mio caso non è bastato.

A volte è solo sfiga, altre volte ce la cerchiamo, altre ancora diamo una mano alla sfortuna.
Ciò che volevo dire col mio intervento è che dopo averci sbattuto la testa cambia di molto la concezione del pericolo che corriamo in strada e di conseguenza anche il comportamento del più prudente di noi cambia. Il mio invito a stare attenti può avere tanti significati, spero che qualcuno ne faccia tesoro e che presti qualche attenzione extra girando su strada
Commento di: TRANSALP61 il 06-12-2012 22:46
CONCORDO CON TE DANIEL 300 A VOLTE E SOLO SFIGA ANCH'IO SONO REDUCE DA UN BRUTTO INCIDENTE NE SONO USCITO DOPO 14 MESI E SONO CONTENTO DI ESSERNE USCITO ED ESSERE QUA A RACCONTARLA E DA TUTTO QUESTO NE HO DEDOTTO CHE ORAMAI NON C'E PIU RISPETTO PER CHI SI METTE IN STRADA ALLA GUIDA DI UNA MOTO O UNA MACCHINA.IO AD ESEMPIO SONO STATO INVESTITO AD UN RONDO DA UN SUV CHE ERA CONTROMANO E ADDIRITTURA SONO STATO DENUNCIATO DA CHI MI HA INVESTITO PER LA VELOCITA.ORA CHE HO RICOMPRATO LA MOTO HO LA CONSAPEVOLEZZA DI RISPETTARE COME HO SEMPRE FATTO MA GLI ALTRI RISPETTANO ME? Doppio Lamp Naked
Commento di: Hondacross95 il 04-12-2012 20:47
Raggiungere la consapevolezza...per me, che la testa l'ho già sbattuta un paio di volte, quel momento purtroppo non è ancora arrivato.
L'anno scorso, a marzo, in un frontale con una macchina (velocità, fortunatamente, molto ridotte, circa 40 km/h ) mi sono rotto entrambe le braccia. Dopo 2 mesi sono risalito in moto, felice come una pasqua...prudenza al massimo. Tuttavia è bastata un estate per farmi dimenticare il brutto incidente...mi è capitato un paio di volte di trovarmi in situazioni rischiose...e quello che mi spaventa è che una volta superate mi dico:< vabbè, questa volta è andata bene>. Il problema è che prima o poi sicuramente non mi andrà bene...SICURO!

prima di partire in moto, mi riprometto sempre che che non farò cazzt* , eppure spesso rischio (non dico impennare, ecc...non nè sono nemmeno capace....ma magari prendo qualche curva troppo in piega, qualche sorpasso azzardato, ...) Sperando che questa fase di "follia" sia attribuibile all'energia di un 18 enne , e che prtesto se ne svanisca lasciando spazio a quella tanto amata prudenza Smile
Commento di: MonsterStation il 04-12-2012 23:00
Bello!

Credo che sia possibile anche guidare stando attenti senza aver mai sbattuto la testa....

Credo inoltre che quando la sfiga ti cerca non puoi farci nulla... e che quando invece sei tu che la vai a cercare allora probabilmente hai il bisogno di "sbatterci il muso per capire"

Credo infine che il problema principale per afferrare il termine "stare attenti" sia il fatto di non sopravvalutare mai troppo le proprie capacità.

Bella testimonianza Up
Commento di: Doc_express il 05-12-2012 06:48
Di amici che hanno fatto "il botto" ne ho avuti parecchi,ma non ne ho perso nessuno. Qualcuno si è rotto di più,qualcuno meno ma tutti vivi. E negli anni 80 i 125 avevano 30 cavalli,non i 15 stitici di ora.
Normalmente la troppa esuberanza e un goccio di inesperienza si sommano alle variabili "stradali" con risultati distruttivi. Chi sorpassa una cisterna che poi gira a sinistra alla raffineria. Chi sta a 30 cm dal paraurti davanti e poi fa putum,c'è un campionario pieno
A me è sempre andata bene...lo confermo...avrei potuto "piantarmi" pure io in ben più di un occasione. Un bel giorno almeno 15 anni fa,stufo di tutto questo ho cominciato a guidare diversamente,molto più tranquillo,ho cominciato a guardare all'auto/moto/tir/bicicletta o chessia che ti precede con un ottica diversa. Ho cominciato a vederci un nemico. Ed a valutare una frase che mi diceva sempre mio zio "guida come se tutti volessero farti fuori" ed è da allora che,sempre con le difese alzate non ho più rischiato manco tanto così...
Mai avuto una moto con semimanubri,l'HD che ho ora è la più veloce che ho mai avuto,a me la velocità non piace,e modificando la frase di una "ragazza" conosciuta in un certo quartiere ad amsterdam "la fretta è di chi c'è l'ha piccolo!"
Mai usato moto con abs,stupidate elettroniche,telefonino,vestiario protettivo (casco a parte causa obbligo e ora sinusite) e spero di arrivare ad essere vecchio a sufficenza da non doverle subire.
E' a causa dei "valentinirossideipoveri" (e un pò alle marmitte delle HD!) che TUTTI c'è l'hanno contro alle moto,impongono obbligano,costringono e odiano. E' grazie a chi si pianta facendo il dannato per strada che c'è questo clima insopportabile.
Le scannate si facciano in pista,lì portano divertimento,da altre parti portano solo danni. e sono contento che tu lo abbia capito
Commento di: devargas il 05-12-2012 11:40
Quanto è reale quello che dici, un discorso savio ed ineccepibile nel quale si evidenzia una verità saggia, consapevole e sperimentata sulla propria pelle.

Come tutti i discorsi e le verità, presenta un suo dualismo, un opposto, una logica contro, anch'essa ineccepibile per colui o coloro che volessero contestare questo punto di vista, ed ostinarsi a non voler vedere, a non voler capire, che solo abbracciando il tutto, (quindi anche quello che potrebbe non piacerci) ci si evolve ad una maggiore consapevolezza.

Ma consapevolezza, spesso si affianca a prudenza, ed un motociclista sanguigno ed a caccia di emozioni "facili" di prudenza non ne vuol sapere, anzi, certi discorsi, non li vuole nemmeno ascoltare.

Io ti ho letto e ti comprendo, ma dall'alto della mia età e di una saggezza acquisita e sperimentata (anche se non così cruentemente) sulla mia pelle. In poche parole ci intendiamo bene.

Ma con tristezza devo pure ammettere che forse, "soltanto" 20/25 anni fa, non avrei completato la lettura del tuo articolo e l'accorato appello implicitamente in esso contenuto.

Spero che i ragazzi di oggi, abbiano veramente un desiderio di crescita, e che possano inglobare le tue parole come una vera e propria esperienza personale, seppur indiretta.

Commento di: robros il 05-12-2012 11:59
Siamo d'accordo al 100%.
Aggiungerei magari:
Per un "robros" che ha la fortuna di potere raccontare questa esperienza e condividerne le riflessioni con altri, ci sono tanti altri che dopo l'incidente non hanno più potuto farlo.
Dando un freno alle bravate per strada, facciamo un'atto di rispetto non solo verso i vivi, ma anche verso chi non c'é più.
Commento di: razzamaus il 06-12-2012 20:02
Mi sono ben immedesimato nel tuo racconto: a quattordici anni in sella al mio SI mi sono anch'io schiantato sopra la fiancata di una macchina... ma il c@@@@e che non dava la precedenza ero io... Ho continuato ad andare in moto quasi tutti giorni per altri trent'anni... Non ho corso mai piu' quei rischi inutili da ragazzo deficiente che scambia la strada per una pista:"Oggi, a distanza di anni, giro per strada sapendo cosa significa avere rispetto per le persone. Ho capito che se rispetto gli altri, rispetterò me stesso." Bravo, questo è avere cuore, questo è essere motociclisti. Grazie.
Commento di: robros il 08-12-2012 17:33
Amen fratello Lamps
Commento di: v1cH_RR il 07-12-2012 21:54
Grazie, di cuore. Matteo.
Commento di: Quarantuno il 08-12-2012 00:21
come recita il detto: sbagliando si impara!!!!!!!!! ma importante raccontarlo dopo aggiungo io.
certo brutta esperienza. credo sia importante parlare anche di queste cose cosi che chi ha delle idee piu o meno bellicose per la testa si possa rendere conto cosa possa comportare andare oltre certi limiti personali.
Commento di: giabar49 il 08-12-2012 17:28
Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Serve anche a chi pensa di guidare con prudenza e a chi della prudenza talvolta ne fa a meno. Spero che il tempo abbia rimargianto completamente le tue ferite e non solo quelle fisiche che lo sono già sicuramente da tempo. Visto che ancora cavalchi la tua puledra e lo fai in pista a tutto gas, direi proprio di si. Sono felice che tu te la goda e spero lo faccia a lungo. Al piacere è impossibile rinunciare.

Commento di: robros il 08-12-2012 17:39
Io sono stato fortunato. Altri motociclisti non hanno più avuto possibilità di fare posts o di tornare in sella dopo un'incidente ed altri hanno riportato lesioni permanenti. Per me , era un'obbligo morale condividere la mia esperienza.
Lamps
Commento di: mac71 il 12-12-2012 17:46
vedi anche io da ragazzino ho fatto la mia dose di stupidaggini. Purtroppo quando si è molto giovani spesso si pensa di essere invulnerabili e che le cose possono succedere solo agli altri mentre a noi no. Gli altri sono imbranati, non sanno guidare mentre noi siamo furbi e provetti piloti. La vita purtroppo ci insegna che questo non è vero ed a volte ci da una seconda possibilità ed altre invece no. A me fortunatamente è andata sempre bene ma mi reputo solo più fortunato di altri e non più bravo. Io sono caduto due volte fortunatamente senza danni ma la seconda caduta mi ha fatto segnato particolarmente tanto che da allora non guido più come prima ma mi diverto lo stesso. In strada ci si puo' divertire ma senza esagerare. Se davvero si vuole provare i propri limiti e quelli della moto l'unico posto dove farlo è la pista nella quale la maggior parte delle cadute si risolve con una bella scivolata con danni solo alla moto (ed un po' all'orgoglio personale).
Commento di: robros il 13-12-2012 08:24
Caro Mac71...ancora una volta un bel quotone per il tuo post Up
Commento di: TantaRoba il 11-01-2013 17:56
Inchino Inchino Inchino

Ave Fratello! Abbraccio

m'inchino alla profondità del tuo articolo...
Lotto da anni con questi pensieri ma, nonostante io abbia sempre cercato di tenere il cervello acceso, il mio stile di guida si trasformava puntualmente ogni volta che passavo dalla città (piano piano, tranquillo e molto attento agli altri...) ai passi appenninici dove TAC scattava una molla e applicavo le regole della pista...ginocchio a terra e gas aperto fino al limite... PauraEh Down
Fino a quando il senso di responsabilità che devo a mia moglie, a mio figlio di 4 anni e alla mia cucciola che arriverà a primavera mi ha portato alla decisione più difficile...BASTA STRADA! da ora in poi gas solo in pista confidando in quella "sicurezza" maggiore che la pista ci da...

E ringrazio la vita ogni giorno per avermi fatto prendere questa decisione senza aver vissuto esperienze simili alla tua... Inchino