Cronaca e riflessioni dopo un incontro (troppo) ravvicinato!

Alzati, è solo un sogno.
Cacchio però, sembra realtà. Mai pensato che la mia immaginazione fosse così potente: sento caldo come se fosse vero, caspita che sole! Vabè, ora mi alzo e parcheggio la moto, darà fastidio qui in mezzo, no?

Tre, due, uno… zero! Zero, proprio zero, zero nel senso che il mio corpo è in sciopero e decide di non muoversi da lì. Oh corbezzoli (si, certo, corbezzoli…), stai a vedere che è tutto vero! Urge un check!
Avete presente la scena dei film nella quale i piloti effettuano tutti i controlli pre-volo? Ecco, cerco di fare qualcosa di simile: gamba destra ok, sento tutto fino alle dita del piede, anche se è diventata pesantissima in un attimo! Gamba sinistra pure, stessa cosa. Pazienza… Braccio sinistro ok, toh guarda: riesco a portarlo davanti agli occhi, ottimo! Braccio de… e il braccio destro? Le dita della mano le sento tutte, ma il braccio non so minimamente dove sia. Rido nel casco, - Ahahah, non è mica possibile che se ne sia andato per cavoli suoi!! -.

- Tutto bene?? -
- Si si, sto bene! -
Andiamo bene, non ho ancora capito con certezza se è un sogno o meno ma pare che il mio cervello invece abbia compreso alla perfezione. Direi che è proprio ora che Marco parli col cervellino che si ritrova per ricevere gli ultimi aggiornamenti!

- Ti fa male il braccio? -
- No signora, grazie! Ma dov'è? -
- Sono qui, stai tranquillo! -
Aho che fai, prendi per i fondelli? Ti vedo sai?
- Il braccio dico, dov'è? -
- E' qui, è qui, non ti preoccupare! -
Sei un deficiente, che risposta ti aspettavi? E' ovvio che è qui, lo senti, idiota! Lo sento ma in modo strano: non so come sia messo e non riesco a muoverlo, non lo vedo perchè indosso ancora il casco, bah, pazienza anche per quello. Scoprirò poi che era dietro la schiena.

- Abbiamo già chiamato l'ambulanza, adesso arriva!
- L'ambulanza? Addirittura?
- Grazie signora! -
Grazie un fico secco, un secondino e mi sarei alzato senza disturbare nessuno! E adesso smettila di parlare senza prima farmi decidere, cervello della mutua che non sei altro!

Vi risparmio la descrizione minuziosa dei momenti successivi e le litigate con me stesso, vi dico solo che i soccorsi sono arrivati immediatamente assieme a tutte le forze armate dello Stato Italiano (anzi, forse Marina e Forestale mancavano all'appello, ma li perdonerò!) e sono stato portato in ambulanza al pronto soccorso, chiacchierando con i soccorritori e i medici.

Mentre vengo esaminato in ospedale un medico mi impone di seguire con gli occhi il suo dito, che muove dall'alto in basso e da destra a sinistra.
- Dottore, che fa, mi dà l'estrema unzione? -
- E' per controllare che tu non abbia danni neurologici, bambo!
- Ridiamo.
- Solo uno con i capelli rossi poteva farmi una battutaccia così, valà che stai bene!
- Continuiamo a ridere.
- Hai l'omero destro rotto, probabilmente sarà da operare, ma sei stato fortunato! -
- Grazie dottore! -.

Per tirare le somme, una macchina mi ha tagliato la strada bruciando uno stop praticamente al mio arrivo e, pur avendo tentato di evitarla, ho impattato sulla fiancata al livello dei fari anteriori (e già oltre la linea di mezzeria…) finendo per fare un bel volo con doppia o tripla capriola, semi-atterraggio di testa e atterraggio definitivo di fianco e schiena una trentina di metri più avanti.
Sono stato effettivamente fortunato perché il cupolino e la strumentazione si sono conficcati sotto il guard rail e nell'altra corsia non arrivava nessuno, però non è tutto: se ora sono sostanzialmente senza nemmeno un graffio e con solo qualche ematoma di certo le protezioni sono da ringraziare almeno tanto quanto la fortuna.

Epilogo:

Tuta, guanti, stivali, casco e paraschiena hanno lavorato talmente bene che sono contento di averli portati a spasso assieme a me per almeno ventimila chilometri sulla mia bellissima Daytona rossa, che sarà da ricomprare. Sono contento che mi abbiano fatto sudare come un lottatore di Sumo alla maratona di New York, sono contento di averli puliti mille volte da insetti e sporco e di aver rinunciato ad altro per averli comprati. Perché ora sono davvero consapevole che non comprandoli, o non indossandoli, avrei rinunciato a un po' di pelle, a un altro braccio, a un piede o a una testa. Che magari prima o poi mi serviranno, chissà!

Non siete ridicoli se girate vestiti come Iron Man su un cinquantino, meglio così che in carrozzina con una copertina sulle gambe (concedetemelo, senza prendervela: e anche meglio di girare con la copertina della Tucano Urbano!!!); sentire il vento sul corpo sfrecciando in riva al mare è bello ma lo diventa un po' meno se dopo vi serve una cannuccia per mangiare la pizza a destinazione! Penso di non sbagliare dicendovi questo anche se ho solo vent'anni.

Buona strada e a presto!

Marco