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Un viaggio chiarificatore
Scritto da motociclope - Pubblicato 14/02/2012 11:51
Sull’onda di un consiglio e sull’onda di quello che mi sta succedendo con l’ultima Venere trovata per la mia strada, ho deciso Lunedì 13-12 2004 che il giorno seguente sarei partito per un giro in moto sul Lago di Garda...

Chiamato il mio amico Pasquale che ha capito l’antifona, ho avvertito la famiglia e Giorgio. Ho deciso di partire con lo scooteer, data l’improvvisazione del viaggetto. Non avevo voglia di caricare borse e ammennicoli vari sulla mia cbr 900. Con il motorino basta il baule e il sottosella.

Stavo fuori quattro giorni per ragionare e stare con me stesso. Rigorosamente solo. Perché quando si è soli si ragiona, in compagnia invece si pensa. Ma ho anche pensato. E non invano. Al mattino della partenza, sono andato a comprarmi un paio di pantaloni seri dal buon Manlio Giona. Quarant’anni di moto sul groppone, saprà pure consigliarmi. Lo ha fatto e bene.

Sono partito quindi alle 09.30, giacché ho perduto un po’ di tempo per l’acquisto. Ma senza quei pantaloni, non arrivavo neppure all’autostrada. E quella mi sono cuccato. E devo dire che non è stato niente male farla con il Majestic. Comodo, rilassato, vestito bene e con l’umore a posto.

La testa vagava un po’. Anche per questo ho preso su il motorino. Quando non si è più che a posto con il cranio, una moto da 148 cavalli è meglio lasciarla in garage. Si possono fare una miriade di puttanate con un mostro del genere. Poi magari me l’ hanno buttata a terra e hanno fatto danni, ma il signore che ha toccato la moto è persona onesta, ha lasciato un biglietto e ha fatto regolare denuncia. Questo, naturalmente l’ho saputo il giorno dopo essere arrivato sul Lago.

Beh, partenza e un paio di soste giusto per un caffè e una cioccolata. Più mi allontanavo e più mi sentivo meglio, dentro e fuori. Arrivo a Salò alle 13.40 circa e mi scontro subito con un problema cui non avevo pensato. Gli alberghi aperti data la stagione sono pochi e quelli disponibili devono dare la precedenza agli sfollati del terremoto. Più che giusto. E’ un dramma perdere una casa, il focolare, dopo averci buttato su il sudore ed il sangue di tutta una vita.

Ma ho una fortuna sfacciata. Dopo una chiacchierata con il padrone di un bar, su suo consiglio, provo a buttarla al gestore dell’albergo Betty, distante 30 metri dal locale. Entro e non finisco nemmeno la frase di richiesta di una camera. Ne hanno una libera da quella stessa mattina. 30 euro a notte compresa la prima colazione. Sono così felice che pago tutto anticipato.

Arrivato in camera, subito una bella e gradita sorpresa: non c’è la televisione. Bene. Il letto è comodo, ma decido di andare, vista l’ora, a farmi un giro di esplorazione. Salto sul plasticone e mentre vado vedo i cartelli che indicano il Vittoriale. Ci sono già stato, ma voglio tornarci. Seguo le indicazioni e arrivo al parcheggio del monumento. Entro dal cancello e per capire dove sono proseguo piano.

Ad un tratto ho come un presentimento, un non so che di preciso che mi fa voltare la testa. E che ti vedo ? Un cane lupo, un pastore tedesco che mi corre dietro sicuramente non per farmi le feste ! Accelero e lui molla subito l’inseguimento. Non è scemo, anzi, stò porcone si siede e mi aspetta ! Lui sa che quella è l’unica uscita, io no. Provo ad andare avanti e non trovo nulla , neanche un buchetto da dove battermela e uscire fuori. A quel punto, torno in su e finto di andare a destra. Il lupetto ci casca e mi corre incontro, io svolto a sinistra e imbocco l’uscita finalmente liberata dal cerbero. Come inizio, mi dico, cominciamo bene.

Proseguo e torno sulla strada principale e mi dirigo su in alto per ammirare il panorama. Mi ritrovo a San Michele, un piccolo borgo medievale. Sulla strada poi ho trovato un albero bellissimo che ho fotografato e dallo stesso posto faccio un paio di scatti del Lago. Mi dirigo poi a Maderno, voglio visitare la chiesa ma c’è una funzione, un funerale. Naturalmente rinuncio e visito la Città.

Non c’è molto, a parte il lungolago. Torno sui miei passi e vedo che la funzione è finita. Entro in Chiesa e devo dire che è veramente bella. Non scatto foto. Mi secca, dopo che c’è stata una funzione come quella di poco prima. Non sono solo. C’è una signora che mette a posto qualche banchetto, qualche candeliere. Mi avvicino all’Altare maggiore e sono abbordato con questa frase:- Oh, che bell’uomo alto e forte! Mi da una mano a mettere via questi due cuscini e i due candelieri grandi ? :- Ingaggiato immediatamente come manovale. In fondo, è giusto. La signora ha occhio. Sono un manovale della vita, io. In quanto all’alto, sono altino, ma al forte, beh, meglio sorvolare. Naturalmente accetto volentieri.

Fatto il lavoretto, la signora mi dice: - Grazie. Dirò una preghiera per lei.:- Per così poco, gli dico , non si disturbi. Lo sa Dio, invece, quanto piacere mi hanno fatto quelle parole. E di preghiere, non se ne dicono o ricevono mai abbastanza. Io qualcuna l’ho detta. Per chi, potete anche immaginarlo. Certo che Lui, lassù, ogni tanto gioca strano. Vado in giro per restare solo, ma tra lupi, baristi, signore in Chiesa, parlo quasi di più che stando in compagnia ! Decido che per quel giorno basta moto, chilometri, paesi che non siano Salò.

Torno all’albergo, doccia bollente ed esco. Mi faccio tutto il lungolago a piedi, ed è bellissimo. Vado a farmi un bicchiere di rosso in un localino pieno di giovani di belle speranze, ma prima di ciò mi sono fatto un giro in libreria e mi sono preso il libro Il volo della martora di Mauro Corona. Mi terrà compagnia, e bene, nelle mie sieste in albergo. Vado a mangiare una pizza, e giuro, dopo tanto tempo, due mesi quasi, il sonno si fa sentire, tanto che mi si chiudono gli occhi mangiando . Finalmente ! Era da tanto che non mi sentivo così .

Torno indietro e la camminata mi sembra più lunga. Vado aletto e dopo tre pagine parto. Come primo giorno, a parte il cane (eh eh eh), mi sembra positivo. Il giorno dopo, un sole splendido. Tanto che fuori dalla camera dico un UAO così forte che un paio di ospiti mi guardano come se fossi fuori di testa. Voglio andare a Bardolino, terra del rinomato vino. Arrivo al paese alle 10.30 e mi metto a girarlo. E’ bello, piccolo, con una parte antica veramente notevole. Vado sulla riva del Lago e mi siedo su una panchina a farmi una fumata. Sembra un mare. Per un momento mi ritrovo a Trieste a contemplare quell’infinito e penso alla vita che stò facendo. Mi dico che non la merito ed il male, una puntina di dolore, si fa sentire nell’anima. Poi un vento, si alza una folata, come a dissipare i dubbi e le angosce.

Prendo su e parto per un bicchiere in un bar. Ce ne sono tanti. Ne scelgo uno a caso. Entro e sono solo. Bene. La signora dietro il banco è sulla sessantina. Mi serve un rosso buono, corposo, benefico. Entra una cliente, una sua amica perlopiù e cominciano a discutere di schiene, nervi sciatici e quant’altro. Sono un po’ erudito in materia, avendo due ernie anch’ io. Lancio un consiglio su come usare l’argilla. Non l’ avessi mai fatto. Quelle attaccano un bottone gigante e dal mal di schiena, lei finisce col parlarmi di suo figlio. E il male del figlio è una donna. Ma va ? Che strano !

A quel punto, si chiacchiera e per sommi, ma molto sommi capi, le racconto un po’ di quel che mi sta capitando. Lei si scatena: - Filare, mi dice, filare subito ! Ma semo matti ? Povero fio, (disse proprio così) , un bambin lo capisso ma due! No, no, la se strozza da solo:- Sembrava mia madre. Ancora un po’ e tirava fuori il Rosario. Per cambiare discorso chiedo cosa si può vedere lì intorno di interessante. Mi consiglia il museo dell’olio e quello del vino. Ostrega, è meglio vedere quelli, che parlare di fallimenti. Pago e parto.

Arrivo al museo dell’olio: chiuso. Si riapre alle 14.30. Vado al museo del vino alle cantine Zeni: chiuso. Si riapre alle ore 14.00. Pork! Cosa faccio? Vado a farmi un giro all’interno. Ed è un piacere viaggiare su strade semideserte, incoronate dal verde e dai vigneti, che sono veramente tanti. Vedo un’osteria che di nome fa “Agli Spiriti” non certo Divini ma di… vino.

Mi fermo per un bicchiere, ma alla mia richiesta si rifiutano di darmi solo da bere. O mangio anche, o nisba. Decido per il nisba. Proseguo e mi ritrovo a Rivoli. E’ un paesetto, piccolo ma bellino. Torno indietro e mi reco al museo del vino che è in allestimento mi dicono, ma la responsabile mi accende le luci e me lo fa visitare lo stesso.

Acquisto e me ne vado al museo dell’olio. Anche questo molto interessante. Preso l’olio, mi metto in strada per il ritorno. Il sole cala presto e non mi va di viaggiare di notte, se posso. Albergo, riposo, doccia. Decido di andare a mangiare un boccone all’Osteria del tempo perduto. Un nome affascinante. Tra l’altro, mi ricorda uno scemo che di nome fa Massimo che di tempo, ultimamente, ne sta perdendo parecchio, correndo dietro a delle chimere. Mah.

Entro, il locale è semivuoto, chiedo se si può mangiare qualcosa. Si può, mi dicono, basta accontentarsi. Ha trovato quello che si accontenta delle briciole. Lo penso, ma non lo dico. La signora dietro il banco è simpatica e loquace. Non mi sorprendo. Qui, dopo sei secondi ti danno del tu. Tra l’altro, ci sono due cagnolini che mi fanno festa. Sarebbero così gli esseri umani, si starebbe un po’ meglio al Mondo.

La signora comincia a chiacchierare, ed io , ormai abituato, ci sto. Poi capisco la sua voglia di parlare. Il marito, cuoco, parla quanto una statua di marmo. E finiamo non so come a parlare di moto. Ha trovato quello giusto. E’ molto preoccupata, ha un figlio di 21 anni che della macchina se ne frega e vuole assolutamente la motocicletta. Per parte mia, ha ragione. Lo capisco molto bene ! Il ragazzo vuole il Ducati Monster. L’unica cosa che gli dico è di non fargli prendere il 900. Basta il 600 per iniziare. Perché poi si va sempre più su di cilindrata. Casomai dopo si torna giù. Ma dopo.

Torno all’albergo sollevato. Non si è parlato di donne. Si è parlato di moto, che sono sì pericolose, ma non quanto le gentili. Quando vogliono far male, non hai chiavette d’accensione per spegnerle, o pinze radiali a sei pistoncini per fermarle. Eh, già. Vado a letto stanco. Ma prima scatto un paio di foto notturne sul lungolago. Ed ascolto lo sciabordio dell’acqua nera. Sembra che l’acqua si renda conto che ho bisogno di lavarmi l’anima e mi vuole dare una mano. La natura è molto più vicina all’uomo di quanto si creda . Basta sentirla.

Il terzo giorno il tempo peggiora un po’, ma ho voglia di mettermi in viaggio. Destinazione: Riva del Garda. La strada è brutta, stretta . Da una parte il lago con guard rail e acqua, dall’altra la roccia. Qui corrono tutti come pazzi, ci sono gallerie strette e male illuminate. Un tipo con una Fiat Stilo mi passa a velocità folle. Lo ritrovo fermo in una piazzola. Io continuo.

Dopo dieci minuti il razzo grigio mi ripassa e si riferma. E succede di nuovo una terza volta. Mi rompo le balle e come lo vedo fermo mi fermo anch’io. Lui parla con lo stramaledetto telefonino. Penso che è pazzo, ma almeno si ferma per parlare. Altri, tanti, non lo fanno. Mi fumo una cicca e aspetto che riparta. Sono stufo di vedermelo sfrecciare a 130-140 all’ora su una strada da 70. Se vuole ammazzarsi, s’accomodi. A me piace vivere. E non ho fretta.

Arrivo a Riva alle 10.30. Mi fermo e vado a sviluppare le foto. Poi in giro per la città. La Rocca, bastione di difesa della località in altra epoca è davvero bella. Ora è un museo e lo vado a visitare. L’arte mi piace. Al primo piano c’è quella moderna. Ci sto 10 minuti. Non ci capisco niente. Forse sono ignorante, anzi, sicuro.

Salgo al secondo piano e becco uno della sicurezza che mi dice cosa voglio in malo modo. Sono proprio dell’umore giusto. Gli sventolo il biglietto sotto il naso e gli chiedo se per caso mi ha scambiato per portoghese. Si calma subito e mi spiega tutto quello che c’è dentro al museo. Mi calmo, lo ringrazio. Non è certo colpa sua se la vita ora sta andando a rotoli di carta igienica.

Al piano ci sono quadri del XVII° e XVIII° secolo stupendi. Non m’intendo d’arte ma per me sono bellissimi. Poi c’è la parte archeologica, stele, oggetti, pietre, lumi ad olio, anfore, vasi, gioielli, tutto molto bello. All’ultimo piano oggetti della Prima e Seconda guerra Mondiale. Fucili Steyer, Mannlicher, baionette, insomma, di tutto.

Torno fuori e dopo aver ritirato le foto, mi faccio un giro per la parte vecchia di Riva. Trovo un’osteria che di nome fa Al pan e salame. Invitante. Entro e ordino un rosso che mi viene servito con contorno di formaggio al tartufo. L’oste è un motociclista. Mi chiede da dove vengo e gli dico da Salò. Poi mi domanda di dove sono e quando gli dico che provengo da Trieste a momenti perde la mascella da quanto gli si spalanca la bocca. Mi dice che sono un po’ fuori mano, il che è vero. La stagione è quella che è e i gradi sono pochini sopra lo zero.

Gli chiedo informazioni sulla cascata del Varone, paese a pochi chilometri da lì. Mi dice come arrivarci, ma un’avventore mi avverte che data la stagione, la visita alla cascata non è possibile perché chiusa. Si deve pagare per vederla? Non lo trovo giusto. Un bene naturale è di tutti. L’oste e la sua compagna sono d’accordo con me. Saluto tutti e parto per Varone.

Per strada, come tante altre volte, decido di cambiare itinerario. Vedo le indicazioni per il lago di Tenno e proseguo. Mai scelta fu più giusta. Vado su per i tornanti della montagna che è un piacere. Fa freddo, ma quasi non lo sento. Arrivo in un paesino e mi fermo. E’ stupendo, un borgo medievale con tanto di castello integro.

Decido di farmi un giro a piedi. E’ come tornare indietro nel tempo. Cammino sull’acciottolato della strada e guardo tutto, senza posa. In giro non c’è un cane. E’ tutto silenzio, si sente solo il rumore dei miei passi. Non fosse per qualche mostro acciaioso detto automobile, sembrerebbe veramente di essere tornati indietro di qualche secolo. E’ questo il bello di venire quassù d’inverno, quando non c’è il chiasso dei turisti, il vociare senza ritegno di tutti. Sono un turista anch’io, certo. Mi godo il paesaggio che è unico e ritorno al motorino.

Arrivo a Tenno e prendo la scalinata che porta al lago. C’è un bellissimo bosco a farmi compagnia nella discesa. Mi ostruisce la vista e non vedo nulla, ma a d un tratto mi compare davanti un’immagine di rara bellezza. Il lago è incastonato tra le montagne come una gigantesca pietra preziosa verde. Non è immenso, ma sulle sue acque si specchiano le pareti rugose dei monti che lo stringono amorevolmente tra loro.

Sono solo. Solo gli uccelli, due corvi mi pare, ed il rumore del bosco, degli alberi che si accarezzano a vicenda, che si fanno compagnia. Sono solo sì, perché mancano gli esseri come me. Ma la natura è lì, mi parla e mi dice tante cose che io, preso dagli eventi, dalla vita che faccio di solito, non ascoltavo più da tempo. Ha ragione Franco, caschi il mondo, di Domenica si va in bosco. Non si può perdere il cordone ombelicale che la Madre ci offre. La natura, quest’enorme, gran fonte d’energia. Anche se a volte è terribile. Ma mai di proposito. Quasi sempre quando non è ascoltata.

Mi siedo e consumo il mio panino e mi sento bene, rinato. Decido di dividere questo momento con Luciano. Gli altri non sono disponibili, lavorano e non posso disturbarli. Ma spero che leggano queste righe. Resto lì, a guardare senza accorgermi del tempo che passa. Ma chi se ne frega? Il tempo non ha senso, qui. Chissà quanta gente ha nutrito il fratello lago, con i suoi pesci, la sua acqua. Chissà quanti innamorati di tanti anni fa hanno solcato le sue acque e si sono baciati in mezzo a lui. Mi specchio e vedo un uomo. Non è granché, ma sono io. Tanto mi basta. Devo rimettermi in strada. Come ho già detto, non mi va di andare in giro di sera e il buio, a Dicembre arriva presto.

Al ritorno, a causa della pazzia degli Schumacher di turno, quasi ci resto secco. Un’idiota sorpassa in curva un’auto, me lo trovo davanti e per giunta in una delle tante gallerie. Pianto una frenata con tutto quello che c’è riesco a passare e me la cavo. Tralascio i commenti per buon gusto. Mi trovo davanti un bel camion e decido di stargli dietro. Vedremo se i piloti di formula uno che passano di qua hanno voglia di piantarsi in un frontale con un Panzer del genere.

Arrivo a Salò che piove, intossicato ma vivo. Doccia e cena all’osteria solita. Un brasato e una torta di noci da leccarsi i baffi. Chiacchierata di rito con la signora e, sorpresa, il marito parla per ben cinque minuti. Un record. Ci salutiamo e lei mi dice: - La prossima volta torni in compagnia !:-. Ahia. Tasto che suona male, questo.

Il viaggio di ritorno è prassi, mi cucco da Salò ad una stazione di servizio dopo Venezia in un sol colpo. C’è una strana scena di una che è piantata lì da un tipo che parte con la macchina e la lascia a piedi. Questa mi corre incontro e mi dice qualcosa in una lingua che non capisco e mi mostra il passaporto. In quel momento stavo parlando al telefonino con Giorgio, la guardo e non so cosa fare, spiego a Giorgio la scena e lui ride di gusto. Forse la signora vorrebbe che io corra dietro alla macchina col motorino. Un Majesty che corre dietro ad una Mercedes ? E per cosa, poi ? Ma è mai possibile, dico io, che attiro tutti gli sfigati di questa terra ? Mah, sarà il mio muso, o in fronte ho scritta qualche frase della quale io ignoro il significato. Boh.

Tirata unica fino a casa dei miei, pranzo con loro, mia sorella, Anna e Frittola il loro cane. Poi, a casa. La mia dolce Minou mi fa le feste e le fusa. Avevo bisogno di questa fetta di me stesso, di questo viaggio, della solitudine e dell’energia della natura. Ho trovato una parte di me. Ed anche, forse, una risposta.
 

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Commento di: hanno il 14-02-2012 14:16
E cosa si può aggiungere ?

Anime con due ruote... è tutto...

J
Commento di: motociclope il 15-02-2012 06:03
Grazie Mulo Mio. . . .
Commento di: tilt il 14-02-2012 14:26
Bel racconto davvero... tra bei panorami, belle sensazioni e 2 ruote che se c'è un'anima da lavare sono sempre l'ideale...
Commento di: motociclope il 15-02-2012 06:04
Grazie. Sono d'accordo con Te. . . . a volte le due ruote, aiutano a districarsi meglio nel traffico della Vita. :-)
Commento di: Oros il 15-02-2012 18:36
...l' unica/o compagna/o che non ti pianta mai per un altro/a.... a tradire siamo sempre noi.... ;-)
Commento di: motociclope il 16-02-2012 06:29
Nelle Tue parole, tanta Verità. . . . grazie. . . . :-)
Commento di: JO74 il 15-02-2012 23:54
Racconto bello, emozionante, coinvolgente. Complimenti.
Il lago di Tenno, hai ragione è proprio bello.
"Ho trovato una parte di me. Ed anche, forse, una risposta." e dici poco??
Lamps
Commento di: motociclope il 16-02-2012 06:30
Grazie mille. :-) A volte la risposta la sappiamo, ma non abbiamo il coraggio di ammetterlo. . . . :-)
Commento di: burga il 19-02-2012 11:43
Max vecchio topone alato,bellissimo il racconto.Posti dove andavo io da giovane mi fai venire a mente tante cose leggendo il tuo report.
La voglia di solitudine per meditare si fa sentire ancora oggi,ma soprattutto leggendo il tuo racconto.
Un grosso abbraccio a te ed Annina.
Ciao fratello.
Commento di: motociclope il 20-02-2012 06:26
Grazie Mauretto. La Solitudine può essere una buona Medicina. . . . se presa nelle dosi giuste. :-) Troppa, potrebbe fare male. . . . :-) Sapere che ci Sei stato anche Tu in quei posti rende questa raccontino speciale. :-) Un abbraccio forte a Te e a Enza. :-)
Commento di: edge il 19-02-2012 18:05
Max, Amico mio, ho paura di rovinare quanto hai scritto commentando con qualche frase fuori luogo. Mi limito ad un aggettivo: Speciale.

:)
Commento di: motociclope il 20-02-2012 06:29
Nipotino, quello che è sicuro, è che non rovineresti un bel niente. :-) E poi io non sono Tuo Amico. . . . sono lo Zio. :-) Lo sò, mi sono arrogato un titolo che non ho. . . . ma spero che Tu me lo permetta. . . . :-) Una strucazzata, Nipotino. . . . :-)
Commento di: edge il 20-02-2012 14:36
Zii veri non ne ho, quindi va bene Zio :D
Commento di: DucaSenior il 20-02-2012 17:45
Boh forse mi sono perso qualche puntata....mentre leggevo avevo la sensazione che questo viaggio lo avessi fatto 10-15 anni fa...... beato te che trovi le risposte con un viaggio in solitaria di 4 giorni.

Commento di: motociclope il 21-02-2012 05:48
In Verità erano mesi di sofferenza. Ma sarei stato noioso e prolisso. :-) Meglio solo 4 giorni, Marco. . . . un abbraccio.
Commento di: luce77 il 23-02-2012 13:28
ciao motociclope,
non ti conosco personalmente ma da quello che hai scritto so' gia' molto di te.
hai ragione la natura puo' darci una mano a vivere ma sappiamo ascoltarla?
Commento di: motociclope il 23-02-2012 21:52
Luce, bella e difficile domanda, la Tua. . . . forse qualcuno sì, forse riusciamo ancora a sentire il Cuore stringersi per certi spettacoli. :-) Ti ringrazio per le Tue parole, non ci crederai ma mi fa molto piacere quello che dici. :-) Forse. . . . conosci quella Grande Persona che è Mauro-Burga? :-) Un abbraccio.
Commento di: MarioTDM il 23-02-2012 21:50
Sono rimasto senza parole. Grazie per il racconto!
Commento di: motociclope il 24-02-2012 18:44
Grazie a Te, Mario, per essere arrivato sino in fondo. :-)
Commento di: kiravolante il 23-02-2012 22:30
Letto tutto d'un fiato.
Bellissimo!! Davvero.....complimenti
Commento di: motociclope il 24-02-2012 18:46
Grazie Sei molto, molto Gentile. :-)
Commento di: vitasulfuoco il 26-02-2012 14:07
Mi hai fatto sentire un idiota, io sono di Verona provincia ed il lago di Garda dista a meno di un'ora di moto da dove abito, e forse è per questo che lo ho sempre vissuto con frenesia, lotta continua con il traffico sorpassi parcheggi e così via.
Il lago d'inverno è stupendo, a novembre quando ci sono l'ultima volta lo avevo notato ma non lo avevo capito, purtroppo i problemi della vita hanno spesso il sopravvento, mi riprometto di andarci con la testa vuota dai pensieri, senza ne orologio ne cellulare, solo il pieno e la zavorrina.

Continua a scrivere che SEI GRANDE!!!

Vitasulfuoco saluta
Commento di: motociclope il 27-02-2012 14:23
Ma perché inizi con quella frase assolutamente fuori luogo? Spesso, non siamo attenti alle bellezze delle nostre Città, tante volta passeggio per Trieste e alzo lo sguardo e mi ritrovo a dirmi "ma che bel Palazzo", e fino a quel momento non lo avevo notato. . . . invece quoto la Tua ultima frase. . . . un bel giro senza tempo con la Tua Signora, quello sì, che è bello. :-) Grazie per aver avuto la pazienza di leggere. . . .
Commento di: vitasulfuoco il 28-02-2012 20:32
Mi sento un'idiota perchè la frenesia della vita e la conseguente assuefazione non mi fanno vedere la bellezza delle cose che ci circondano.
Non serve pazienza per leggerTI, mi piace il tuo modo di descrivere i dettagli di persone cose e luoghi.
Sento che il buon vino TI piace, ed anche questo fa parte della bellezza della vita, basta assaporarlo con la pace e la calma.
A proposito di vino e di Trieste io ho un bel ricordo di un giorno di bora chiuso con amici in osteria a bere dell'ottimo Ribolla

Vitasulfuoco saluta

Commento di: motociclope il 07-03-2012 08:05
Forse non serve Pazienza per leggermi, ma serve sicuramente per sopportarmi. Cadiamo Tutti nella frenesia della Vita. . . . se Te ne accorgi, e gli dai importanza, e reagisci, Sei Tutto, fuorché idiota. Sì, il Vino mi piace, assaporarlo come dici Tu è il massimo, sono proprio d'accordo con Te. Trieste Ribolla e castagne. . . . con la bora di contorno. :-) Mi piace tutto, anche l'ambiente, l'Osteria. . . . che fa parte dei ricordi, almeno la mia di Osteria di Paese se n'è andata per far posto a una Birreria. . . . mah. . . . l'unica cosa che non mi piace è la bora. . . . troppa ultimamente. Ma fa parte del Luogo. . . . come il vento a Torbole, ecco. :-) Una strucazzata.
Commento di: PaoloG il 26-02-2012 14:47
Bel racconto Max!
Al di là del tuo viaggio interiore (che è tuo e personale), mi hai fatto ripercorrere con lamente luoghi a me cari, in particolare Salò...
Commento di: motociclope il 27-02-2012 14:29
Ti ringrazio. . . . in effetti Salò è stata la mia "base" di partenza. . . . il Lago è e rimane per me un posto "speciale". . . . in quel frangente sofferto, ma solo per causa mia, o meglio a causa del momento che Vivevo allora. Sono contento che Ti sia Piaciuto. Grazie, Paolo. :-)
Commento di: Robi03 il 27-02-2012 20:16
Un racconto con un sapore di scoperta e rinascita; commovente...
Grazie di avercelo raccontato.
Commento di: motociclope il 28-02-2012 14:27
Sono felice che Ti sia piaciuto. . . . :-) Ne Hai dato anche una bella definizione, mi piace. Grazie a Te di averlo letto. :-)
Commento di: Spazzoletta il 02-03-2012 19:08
Ho visto i luoghi coi tuoi occhi.
sentito il sapore del brasato...
E quasi la tua sofferenza....
Devo averti già detto che hai la straordinaria capacità di offrire al mondo qualcosa di molto raro. Un'Anima Vera.

Sei Unico Max.. Unico e Speciale..

Sono onorata ed orgogliosa di averti conosciuto..
Commento di: motociclope il 05-03-2012 17:38
Accipicchia Miss Sorriso. . . . così mi confondi. . . . grazie per aver letto tutto e grazie per le Tue splendide parole. Se mi posso fregiare della Tua Amicizia son un Uomo più ricco. Molto più ricco. Sono onorato anch'io di averTi conosciuto e spero ci vedremo presto. Sappi che solo un'altra Anima può sentire un'Anima. Sei una Ragazza straordinaria. Un abbraccio forte.