La Community Ting'Avert
Quando per sentirsi motociclisti, bisogna arrivare ultimi.
Scritto da Crazymonkey - Pubblicato 30/06/2011 16:15
Voglio raccontarvi una storia; una storia corta, non un'avventura quanto uno 'sprazzo' di vita vissuta.

Ma prima, forse, è meglio fare qualche premessa.

Sono un ragazzo non ancora -per poco- diciottenne, appassionato di motociclette fin dalla più tenera età, possessore di un ciclomotore a marce e di una Cagiva Mito 125.

Nel corso della mia breve carriera motociclista ho sempre cercato di ottenere il massimo sotto il profilo della sicurezza; che si parlasse di abbigliamento tecnico o di qualunque altra cosa io ero in prima linea.

Però, pur rammaricandomene non posso negarlo, alcuni giorni veniva anche a me quella strana voglia "d'andar forte" che ci rende sempre vittima dei pregiudizi di chi la nostra passione non la condivide, quando non ci rende vittime e basta.

Ora, e lo dico con una punta d'orgoglio, la voglia di rischiare in strada diminuisce sempre di più e, allo stesso tempo, aumenta la sensazione di essere un motociclista.
So di avere ancora molti km da mettermi alle spalle, ma sento di avere l'atteggiamento adatto per macinarli tutti, mi sento motociclista come non mi era mai capitato prima.

(Fatta questa non troppo breve premessa, inizierei il mio racconto, per farvi capire cosa intendo.)

Ieri sera decido di uscire con il ciclomotore, avevo una borsa abbastanza pesante da portare a casa della mia ragazza per restituirle alcuni effetti personali e guidare la "sportiva" con certi carichi lo trovo alquanto fastidioso; oltretutto, che fretta c'è?

Il cinquantino mantiene una velocità di crociera più che sufficiente; e i dieci chilometri di campagna che separano casa mia dalla sua scorrono nella tranquillità più assoluta: in giro non c'è quasi nessuno e pennellare le curve a velocità codice forse non è il massimo se si cerca l'adrenalina, sicuramente non lo è, però è incredibilmente rilassante.

Riesco, finalmente, a guardarmi intorno senza essere assillato dalla strada come se volesse sfuggirmi e io la stessi inseguendo, curva dopo curva, alla ricerca del miglior tempo sul giro.

Riprendo la moto ch'è già tardi, l'una di notte volendo essere precisi, per fare più o meno lo stesso tragitto.

Fa caldo, ma dal giubbotto di pelle (Un po' ho ceduto, non mettendo quello con le protezioni, ma almeno la prima pelle a grattare contro l'asfalto non sarà la mia, è già una bella garanzia.) non mi separo, idem per i guanti senza i quali ormai non riuscirei a guidare nemmeno la bicicletta.

Avviando il motorino sembra che si sia alzata in volo una di quelle odiosissime zanzare che ogni anno arrivano, mi han detto dall'Africa, a regalarci un po' di segni sulla pelle; la prima è sempre in giù e, aprendo il gas come in attesa di una coppia che tanto non c'è (E il paragone lo faccio con un 125, non posso nemmeno immaginarlo con un 600 et similia.) le ruote cominciano a scivolare sull'asfalto.

Guidare in città è insopportabile, parlando francamente in realtà è una vera e propria palla; però di notte per fortuna basta allontanarsi dalle zone più frequentate per trovare una certa calma.
E così faccio, allungo un po' il percorso, ma almeno viaggio -quasi- in solitaria.

Cioè, ci speravo almeno.
Al primo semaforo un ragazzo su un motard 125 4t mi affianca, maniche corte e pantaloncini, inizio a pensare che forse col caldo l'asfalto si ammorbidisce e non me lo ha mai detto nessuno.

Ruota l'acceleratore con la frizione tirata, mi guarda.
Io lo guardo con aria perplessa, se facessi lo stesso con la mia moto mi sentirei ridicolo.
Continua a "sgasare".

..."Ma che ghezzo vuoi?", penso.

Il semaforo diventa verde e lui parte in impennata; e io sbaglio.
La strada per diverse centinaia di metri si srotola tra curve strette e rotonde, la potenza in più del suo motore forse posso compensarla con un po' di "mestiere"... tanto non c'è nessuno.

Col senno di poi me ne pento, non perché sia successo qualcosa di particolare, la mia motoretta oltretutto si è difesa bene e, al primo rettilineo, ho staccato la mano dall'acceleratore per portarmela sul ginocchio e ho lasciato che il ragazzo mi superasse e "andasse via", verso il suo traguardo personale.

Ma in fondo posso capirlo, ci sono passato anche io e -come è successo adesso- a volte ci casco ancora.

Raggiungo gli spazi aperti della campagna; sbaglio ancora, lo so e lo faccio consapevolmente, mea culpa; però andare in giro di notte a 50km/h con l'MP3 che suona, cantando a perdifiato... ha un suo perché. Nella mia visione delle cose, s'intende.

Almeno fino a quando non raggiungo una Ducati Hypermotard che viaggiava a passo d'uomo finché, vedendomi arrivare, scala una marcia e scarica la sua coppia sull'asfalto.
Mi chiedo: perché?

Non l'ho superato, non l'ho provocato, andavo dritto per la mia strada, speriamo almeno che si diverta quanto mi sto divertendo io a sessanta all'ora, con le dita della mano sinistra che tamburellano sul serbatoio per tenere il ritmo che, tanto, di cambiare marcia non c'è bisogno.

Ecco, è stato in quel momento che, come non mi era mai successo, mi sono sentito un motociclista nel mio piccolo. Un appassionato, che vive (O che in quel momento ha vissuto) le due ruote senza complessi, senza bisogno di dimostrare niente a nessuno.
Io e lei, la mia Derbi un po' acciaccata dall'alto dei suoi 30.000 km.



(Spero di non avervi stancato troppo con la lettura e, se siete arrivati in fondo, grazie per aver sopportato questo mio piccolo sfogo.)
 

Commenti degli Utenti (totali: 19)
Login/Crea Account



I commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.

Commenti NON Abilitati per gli utenti non registrati
Commento di: moro-evo il 30-06-2011 18:08
bel racconto,mi è piaciuta la frase 'Un appassionato, che vive le due ruote senza complessi, senza bisogno di dimostrare niente a nessuno'.
lampsss
Commento di: shark89 il 30-06-2011 18:41
bravo bel racconto, per un quasi diciotenne molto profondo e sentito, mi fa piacere che sei arrivato a questo punto, mi fa piacere che sei arrivato a capire che correre senza uno scopo senza una giusta motivazione non serve a nulla. Continua così e la tua passione per le due ruote continuerà a crescere sempre di più ciao
Commento di: edge il 30-06-2011 20:36
Antonio, credo che quanto da te scritto, fra l'altro in maniera bellissima, corrisponda al vero.

Però, non me la sento di condannare a priori gli amanti della velocità.

Intendiamoci, correre per strada e mettere a repentaglio la propria ed altrui sicurezza, è da perfetti idioti, ma non penso che la discriminante fra motociclista e no, sia la velocità, come non credo sia il mezzo o lo stile di guida.. Penso che sia lo spirito.

Per questo insisto con il dire che trovo sbagliato operare distinzioni secondo questi fattori.


Per esperienza personale, ti posso dire che il 90% del tempo che trascorro in moto, lo passo a velocità codice o nei limiti della mia sicurezza, il 10% delle volte però, mi viene da fare la tirata.

E ti dirò, non mi sento meno motociclista in un caso piuttosto che in un altro, come non mi sento più motociclista ora di quando avevo lo scooterone.

Detto questo, potendo dire di consocerti almeno un po', credo che la tua passione e i tuoi sentimenti verso le moto siano indiscutibili, e anzi probabilmente o quasi sicuramente maggiori dei miei, e credo, dal basso della mia quasi nulla esperienza, che diventerai un motociclista D.O.C. (non la carica del Tinga, intendiamoci), e anzi, forse, e dico forse, già lo sei.

Sei una di quelle persone che mi auguro di incontrare sulla mia strada, un giorno o l'altro.

Lamps Antonio.
Commento di: Crazymonkey il 30-06-2011 23:27
Credimi Edo, ricambio in pieno ogni parola, nel senso che la userei a mia volta parlando di te.
E vedrai che un incontro si farà.
Commento di: silqua1955 il 30-06-2011 20:48
Bell'Articolo !! Bravo...

La condanna di chi cerca la sfida ( non di chi và veloce mi pare d'aver capito) è giustissima.

La velocità piace molto anche a me e non mi preoccupo di dire che , se la strada è libera, apro quei pochi secondi per avere una piccola soddisfazione.
Altra cosa invece è voler "pisciare più lontano"....dimostrare chissa che cosa ad un altro...
Veramente stufo di vederne a tutti i semafori di pistola così...gente con ogni tipo di moto che se vai piano ti affianca e "ti svernicia" passandoti vicino...in Città...ridicolo...magari con un T-Max che crede di essere una moto vera... :-)
Beh, questi sono proprio da compatire e se venisse la voglia di ripagarli della stessa moneta equivarrebbe ad abbassarsi al loro livello...
Certo rode un secondo...ma è meglio e molto più intelligente reagire ..non reagendo...tanto io vado in moto per la MIA sodisfazione personale..mica per dimostrare chissà che cosa agli altri..
Commento di: Crazymonkey il 30-06-2011 21:10
Esatto, la condanna non è per chi cerca la velocità, che un po' -bene o male- è quello che facciamo tutti ogni tanto.

La condanna è contro chi cerca la sfida, la "garetta", per dimostrare non si sa cosa.
Commento di: edge il 30-06-2011 23:10
Se è così ho interpretato male. Domando scusa.
Commento di: Ospite il 30-06-2011 23:05
Non capisco... ma sono solo io ad aver capito che al semaforo te la sei giocata con l'altro biker?
E poi non capisco cosa c'entri la storia del Ducatista che può aver accelerato per i fatti suoi, perché magari s'era reso conto d'aver fatto tardi e magari non ha minimamente calcolato il tuo arrivo.
Non per fare il bastian contrario ma non ho ben compreso il senso dell'articolo.
In ogni caso se sei a favore della prudenza, sono dalla tua parte.

Buona strada
Commento di: Crazymonkey il 30-06-2011 23:22
Sì, me la sono "giocata" e l'ho ammesso -quasi- tranquillamente; la mia debolezza è quella di cedere alle provocazioni, la mia forza è quella di non andarle a cercare.

Per quanto riguarda il Ducatista possiamo tenerci il beneficio del dubbio, ma personalmente mi sembra una forzatura netta.
Commento di: motodome62 il 21-07-2011 18:24
ti quoto in pieno.
motodome
Commento di: Hondacross95 il 01-07-2011 14:09
ti posso forse riportare a riguardo anche un mio piccolo aneddoto.
Stavo guidando verso un paesino vicino al mio, velocità sempre molto modesta (intorno ai 50-60 orari), curva dopo curva, con il sole che mi illumina la strada e la mia hm 50 che mi canta la più bella canzone del mondo.
Ad un certo punto sento un rombo da lontano...un uomo su un R6 mi sfreccia ad un metro di distanza ad una velocità quasi impensabile per quella strada...
Poco dopo mi raggiunge un'altra sportiva (non conosco i nomi, scusate), questa volta a bordo un uomo e la sua donna zainetto...mi sposto a destra per farli passare, ma no, decidono di stare li dietro con me, quasi a farmi compagnia.

E allora io michiedo, se questi si divertono comunque anche restando accanto a un cinquantino ,perchè mai quel raider a bordo della sua R6 ha voluto "osare" così tanto?
Fosse stato un rettilineo dove si può accelerare, ben ci sta un sorpasso, ma durante una curva ad S perchè mai mi hai sorpassato? Quale dimostrazione di forza o coraggio mi dovevi dimodtrare?
Ed è allora che mi sono accorto che forse il vero motociclista è colui che si gode la strada e la moto anche andando ai 50 Km/h senza esibizionismo, solo lui, la moto, la strada...
Commento di: edge il 01-07-2011 14:11
Mah a volte non è esibizionismo.. se stai andando, cerchi di passare gli "ostacoli", siano essi ciclisti, automobilisti o motociclisti più lenti.. non sempre c'è la volontà di ingarellarsi.. non con un 50ino comunque..
Commento di: Fra1988 il 01-07-2011 16:36
D'accordissimo!
per essere dei veri motociclisti non serve dimostrare di essere più bravi o più veloci. In strada non ci sono avversari da sorpassare o nemici da scoraggiare, solo compagni di viaggio.
poi l'andatura è una questione personale, la ricerca della velocità, la sgasata ci sta, ma senza mettere in pericolo nessuno, prima di tutto chi ti sta intorno...
Commento di: The_Big_Ferdy il 02-07-2011 17:06
Concordo con chi pensa che la strada non è una pista, dove gli altri motociclisti sono "nemici" da superare e sopravanzare. Essere motociclisti è libertà, filosofia di vita. A cosa serve sgasare ad un semaforo, a dimostrare di essere forse più bravi? Quando esco in gruppo, sono uno che non arriva mai tra i primi, piuttosto tra gli ultimi ma (scongiuri a parte...) ARRIVA. Non per questo mi sento meno bravo o meno MOTOCICLISTA degli altri. Ecco, come in tutte le varie sfumature che la vita ci propone (e quindi anche in noi motociclisti), è fondamentale conoscere i propri limiti. Se non si oltrepassano questi, si può ben dire di essere saggi e maturi. E credo che tu lo sei. Un tinga-abbraccio e chissà, magari ci si incontrerà per strada.
Lamps
Commento di: Tuk90 il 03-07-2011 00:39
Ciao!!
Intanto bell'articolo!!
Guarda, io ho 21 anni e guido una bella Cagiva Raptor 125 (quindi credo di capire come sia la tua Mito) e per la maggior parte di quello che scrivi sono d'accordo.. soprattutto per lo spirito che ci metti nel vivere la tua passione.
Ma vorrei spezzare una lancia in favore delle "sfide" alla far-west al semaforo...
due occasioni:
1) tornando a casa mi fermo ad un semaforo e vedo dietro di me una luce che si avvicina. Un'RS 125 bella nuova di pacca... si ferma alla mia destra, ingrana la prima e stampa lo sguardo sulla luce rossa...io tiro giù la visiera ingrano la prima e aspetto... verde, andiamo.
Nessuna sgasata, impennata o sbruffonerie inutili..
Al semaforo dopo ci siamo stretti la mano e presentati, si chiamava Marco.
2) Avevo la moto da pochi mesi.. credevo di saper guidare e incominciavo a capire che così non era (ed ora ne sono assolutamente convinto :-)) fattostà che ad un semaforo mi fermo di fianco ad una GSX-750.. al verde mi gira che non voglio vedermela sfilare via con troppa facilità, entro in coppia e incomincio a tirare tutto quello che possiamo dare (io e "lei").. dopo qualche centinaia di metri lo raggiungo, in 6° tutto appiattito... Lui in 2° con una mano sola che mi guarda..
Al semaforo dopo mi aspetta mi fa segno di mettermi vicino e mi dice: "dai che non te la sei cavata male.. fai occhio e un giorno potrai guidarne una così" (indicando la sua GSX)
Nessuna pretesa di "farmi il figo" da parte mia, nessuna voglia di "ridere di me" da parte sua..
Era una cavolata inutile.. lo so. Ora non lo farei perchè so che non serve proprio a nulla, se non a farsi male..
Ma in fondo in fondo, dopo aver capito tante cose, essere cresiuto(spero).. e aver notato quanto sia amaro l'asfalto quando lo si assaggia... sono contento di quelle due "sfide" fatte "fra amici".
Lamps
Commento di: Saso253 il 04-07-2011 20:27
Posso capirti a pieno... Daltronde anch'io, per alcuni giorni, sarò un fiero motociclista come te, anch'io su una derbi un pò acciaccata. Solo che io l'ho capito diversamente, molto diversamente cosa significa far parte di questo mondo e ho pubblicato un articolo scritto quasi 2 anni fa dove puoi vedere tutta la mia sincera infantilità ma altrettanto sincera passione per le 2 ruote che ancora oggi brucia indisturbata e lo farà perennemente. E' stupendo riscoprirsi diversi, è stupendo capire a pieno cosa dia una moto... Non ci sono parole, c'è solo un'emozione che a volte, come abbiamo fatto tu ed io, esce fuori in uno sfogo che riempie i cuori di chi può capire.
Commento di: castel54 il 05-07-2011 06:06
Apprezzo il "messaggio" che la tua lettera vuole inviare, anche se contrasta un po' con alcune parti del contenuto. Quando la Ducati ti semina per strada ti chiedi: perchè? La risposta sta nel tuo comportamento di poco prima, quando affiancato dal ragazzo del motard ti sei sentito "provocato" e gli hai voluto dare una lezione di guida. Credimi, nonostante tu sia convinto del contrario io penso che il meccanismo psicologico alla base del comportamento tuo, del ducatista e del motardista sia lo stesso: quello di voler mostrare agli altri quanto si è "fighi", o quantomeno esprimere il proprio spirito di competizione. Questo succede in tutte le manifestazioni della vita: qualcuno ce l'ha un po' di più, qualcuno meno, ma è parte integrante della natura umana. Il problema è che quando si presenta alla guida di una moto può portare grossi problemi. Non credo quindi che esistano motociclisti stupidi e MOTOCICLISTI saggi, ma solo persone che alla guida di una moto manifestano con gradazioni diverse, a volte estreme, spirito di competizione ed aggressività. Chi ne è privo scagli la prima pedivella... io non potrò farlo (e me ne dispiace, per quanto riguarda la guida della moto). Ti auguro e mi auguro di non "cascarci" più. P.S.: visto che è facile essere fraintesi e prima che qualcuno mi aggredisca, sia chiaro che ciò che scrivo non vuol essere in alcun modo una giustificazione dei comportamenti aggressivi alla guida della moto, che sono comunque pericolosi per sè e, ciò che è piu grave, per gli altri.
Commento di: edge il 05-07-2011 08:46
La scaglio io la prima pedivella..

Non mi sono mai ingarellato con nessuno e nessuno ci ha mai provato.. Io preferisco andare da solo se voglio andare "forte"
Commento di: JO74 il 07-07-2011 14:43
Bell'articolo, mi è veramente piaciuto.
Qualcuno che cerca l'ingarellamento lo si trova sempre...
"non ti curar di loro, ma guarda e passa" recita un saggio motto...
Lamps