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Quando un baricentro fa la differenza: primi km con la mia bimba
Scritto da Ariadne - Pubblicato 12/05/2011 11:58
I miei primi cento chilometri con la mia bimba: quando un baricentro ti cambia tutto!

Fra lunedì e martedì 09 e 10 maggio, ho fatto i miei primi 100 e rotti chilometri alla guida di quella che sarà la prima moto effettivamente mia. Dal 10, in effetti, è mia davvero, dato che abbiamo fatto il passaggio di proprietà: alla tenera età di – ancora per poco – 29 anni sono ufficialmente una motociclista moto-dotata. Infine! Erano mesi che attendevo, è stato quasi un parto: addirittura nei vari OT di zona o gruppo mi chiedevano come procedessero i lavori. Ora posso dirlo: valeva la pena aspettare.


La mia moto è uno scorfanello custom per necessità: nasce nel segmento come “Jonathan 350”, ma della Jonathan le rimane solo il “guscio” della ciclistica e la base meccanica: il motore è stato rettificato e ha qualche cc in più, le forcelline sono nuove, il faro ha le plastiche esplose, la sella verrà cambiata al più presto, ha le frecce anteriori e il manubrio di una Dominator 88. E le manca il parafango anteriore, ma stamattina l’abbiamo ordinato :D Anche perché il meccanico ha preso una pozza e ha fatto “ok, sì, ho capito a che serve il parafango...”. Fra un paio di settimane avrà il nuovo colore, stavolta custom per volontà mia: le ricoloriamo il serbatoio e il parafango posteriore, lasciando quello anteriore, la sella e i fianchetti in similpellboh neri. Col meccanico stavamo per farla diventare a scacchi rossi e bordeaux, poi ci siamo limitati. Insomma, il denaro manca, al punto che per un momento ci siamo messi a fissare una Guzzi parcheggiata: “quegli specchietti... sono come quelli della Betina...” *pausa* “no, non possiamo rubarli... controlliamo allo sfascio!”. Non parliamo del cavalletto, ora è un coso strano tutto storto, ma per fortuna: se non avesse uno spigolo in alto, non riuscirei a toglierlo! Abbiamo anche deciso di non aggiustare il sensore del cavalletto, quello che se lo metti ti si spenge la moto. Teniamolo così e tanti saluti.


Fatto sta, la moto ha un motore che è uno spettacolo ed ha una maneggevolezza da paura, anche con la posizione strana data dal manubrio. Ma passiamo a parlare della guida. È un gioiellino, nonostante sia uno scorfano estetico!

Alle volte sembra un po’ riottosa nell’accendersi, ma poi dai un pochinino di gas e ringhia. GRAAAAAAAARRR!!! Oh, yeah! Il meccanico ha fatto in modo che faccia casino solo se lo vuoi tu, è di una silenziosità micidiale, per niente fastidiosa o chiassosa. Ovviamente, per quel che può essere silenzioso un motore. La seconda cosa che si nota è che il manubrio è chiaramente non suo: in pratica la gente vede una su un coso che pare un monster, ma è più basso e largo e con le pedane dalla parte sbagliata: avanti invece che un po’ arretrate. La posizione sul serbatoio è quella, quella delle gambe... non proprio, a meno che non si decida di posarli sulle pedane posteriori. La prima cosa che ho imparato è: raggiungi il massimo della prima, poi metti i piedi sulle pedane, o non hai abbastanza velocità per far la manovra in sicurezza. Per capire cosa intendo, voi guidatori di naked o sportive, stendetevi sul serbatoio e poi provate a mandare le gambe in avanti, dove sono le pedane custom: capirete perfettamente, fidatevi...

Il mio primissimo giro su di lei è stato di trenta chilometri filati, accorgendomi che le manopole andavano assolutamente cambiate (anche perché una era originale, ma l’altra è della solita Dominator usata come deposito ricambi per la mia :D, quindi erano di dimensioni diverse) in quanto troppo grandi per la mia mano. Ovviamente me ne sono accorta dopo ben 3km, ma poi ho detto “ma sì, stica, oggi si regge!”.

E si reggeva da dio.

Il motore è spettacolo. Anche in quinta ha una ripresa bellissima, e sopra la quinta hai la sesta. Ok, vibra tutto, ma è un mono, è compreso nel prezzo, no?

Prima, seconda, terza, un dito a tirare la frizione per il cambio, ci si accorge che va cambiata la leva del cambio perché altrimenti devo fare una torsione del piede per arrivare, e non è detto che lo trovi (risultato del suo incidente nel tempo che fu), in quarta a sessanta inizi a piegarti in avanti, in quinta a 70 decidi che devi essere più aerodinamico, mandi le chiappe indietro e ti spiattelli sul serbatoio, tutto felice e con le tue canoniche gambe in avanti (sei un customista rrrreeeesing, a quanto pare, infatti ti vien da pensare “ma dov’è il cupolino?” e non “vorrei un parabrezzino”). Praticamente in velocità il tuo corpo sta attorno al serbatoio con una piega di 45°. Se sei in forma e non sovrappeso, stai comodo anche dopo tutta la strada, se sei sovrappeso, dopo 50km ti spezzi in due. Io ho fatto tutti i km e sono ancora qui a scrivere, felicissima.

Nelle curve è un amore, anche quelle più sbagliate, prese di fretta perché chi ti guida non mette frecce; ha una stabilità incredibile e una maneggevolezza pari solo a quella del van van. Insomma, l’ER5 della scuola guida al confronto è un bisonte. Le curve si disegnano con uno sguardo, le salite si affrontano come se non esistessero, al massimo frizione e butti giù un tot di marce in nonchalance (se sei in sesta, ne hai da scendere!!!) , anche se le curve sono più chiuse del previsto, butti giù e vivi felice. Se vuoi rallentare, butti giù e vivi felice, perché ha un freno motore adorabile. Poi a tornar su devi fare un po’ attenzione: ha una ripresa strappa braccia e un’accelerazione che davvero stai dietro a una hornet (l’abbiamo fatto sul GRA, la hornet spalancava, il meccanico spalancava – le porte dell’inferno e delle vibrazioni assolute, visto che è un mono – e gli stava dietro, con la sola differenza che la cilindrata è poco più della metà, i cavalli sono meno di 30 totali). Ho anche avuto il mio primo incontro con una rotonda, presa in modo un po’ quadrato, ma già alla terza ero più sciolta e ho pure evitato lo stronzo che non ha rispettato le precedenze.

Qualcuno diceva che 100km bastavano per conoscere i limiti di un mezzo. Non è vero per niente. In cento chilometri ti accorgi appena di come devi gestire il gas in determinate situazioni, o quando scalare. Vibri? Tiri su di una. Arranca? Tiri giù. O apri il gas, ricordandoti di ancorarti al manubrio prima.

Dopo i 30km di Portuense ho vissuto la bimba da passeggero. Pare di star seduti su un mattone, devi incuneare una mano fra i tuoi genitali e le chiappe del pilota, al quale ti abbrancherai con mano sulla tetta. In pratica, rischi sei denunce per molestie sessuali. E stai scomodo. Se sei nano come me, le gambe non sono un problema, anzi, il guidatore le usa come poggia braccio. Se sei alto, te le dai in bocca. O le metti sotto le sue ascelle, a scelta. Ad ogni accelerata devi stritolare il pilota o caschi di sotto. In discesa è un piacere, con le pedanine che ti si chiudono maledizione rotante sotto al piede. L’aria ti prende bella diretta sul casco.
INSOMMA! Ho deciso che con il primo stipendio mi compro la sella nuova: monoposto, così non illudo nessuno. E non faccio male a nessuno, dato che l’ammortizzatore ammortizza giusto il pilota, il passeggero a ogni buca perde due vertebre.

Yesterday, giornatona: fatto shopping motoristico e poi passaggio di proprietà. Dopo il passaggio ho voluto fare un giretto “torniamo fra un’oretta!”, e come no? Erano le 18, ci siamo accorti che erano le 20:15 perché iniziava il tramonto. Ci siamo dedicati a punti difficili: curve, salite, discese, sterrati cittadini, curve sterrate alla fine di discese immense e seguite da salite mezze sterrate. Avete mai provato a sollevarvi sulle pedane di un custom, mentre siete sdraiati su un serbatoio? Io sì. Scomodo, ma fattibile. La moto non si scompone, basta fare forza sull’interno delle pedane e sul manubrio, facendo attenzione a non accelerare ad cavolum. Se avessi 10cm in più mi dedicherei al tassello selvatico, così mi limito a imbottirmi la sella del custom e sbattermene se la strada improvvisamente sparisce. Anche nello sterrato, la moto dimostra una stabilità dannata. Non si scompone neanche per sogno. L’unica volta che si è scomposta è stata su una curva in salita quando chi era davanti a me ha inchiodato, io mi son fermata e son finita col piede... nel nulla.
OOOOPLA’!
Magia! Il marciapiede era 20 cm sotto il livello del manto stradale! Quindi palesemente l’ho stesa. E spezzato la leva del freno anteriore. Fortuna che il trial cittadino l’ho voluto fare prima della verniciatura, del manubrio nuovo, delle manopole nuove... comunque una caduta in 100+km è pochissimo, almeno per i miei standard :D

L’unico altro problema è gestire l’accelerazione al cambio, come detto prima ti strappa le braccia e se non stai attento ti ritrovi ad andare a minimo 20km in più di quelli che avevi prima. Ho scoperto così che il marciapiede deserto è mio amico e per non incidentarmi su un’auto ci son salita sopra. Il marciapiede, come lo sterrato, è tuo amico! Non devi averne paura! Il terriccio è tuo amico! I sassetti sono tuoi amici! Stivali tecnici e giù di pedata sull’asfalto se ti destabilizzi! Tutta salute! (qualcuno mi regala 10cm d’altezza? No? Per favore! Voglio lo sterrato ma sono nana per le moto adatte!!! Quasi quasi mi dedico al trial O__O )

A 80 all’ora vibri. A 130 ti vibrano anche i peli delle sopracciglia. La moto arriva anche a 140, ma io credo che mi assesterò attorno ai 100, o rischio di volar via.

Non sono certa di voler cambiare il manubrio, rimando la spesa per qualche settimana. Fra due passo di nuovo a Roma e proverò a fare il percorso d’esame... in frenata, la moto frena da dio anche con la leva dell’anteriore spaccata e dura come il marmo, il disco posteriore fa il suo porchissimo dovere. Alla fine, prima di andare al parcheggio per fare il video, abbiamo fatto una discesona con curve belle belle... e ho iniziato a piegare invece di svoltare custom-style :D

La Betina trasmette davvero sicurezza, stabilità e aggressività. Non è paciosa, a meno che tu non decida che debba esserlo, ha una progressione lineare, ma basta niente per farle sfoderare gli artigli. Per tutta la Portuense ho costretto il mio amico col rally 50 a velocità costanti inusitate per il suo mezzo, mentre io restavo in posizione racing sul mio ciccio-serbatoio.

Ecco. Queste sono le impressioni della mia moto dopo 100km. Devo ancora conoscerla per bene, assestarmi e provare le manopole nuove (per moto enduro. Come il manubrio.) perché così la mano dell’acceleratore soffre troppo. Cento chilometri non bastano a conoscere il mezzo, non bastano a toccare con mano i limiti, non se uno è rispettoso del CDS (più o meno... :D ). Un baricentro può fare la differenza, più di quanto non i cm di piede che toccano, perché io non tocco bene sulla Betina, ha la sella troppo larga, tocco proprio come sulla ER5 della scuola guida, ma se sulla seconda sembro un pericolo ambulante anche dopo chilometri di parcheggi, sulla prima non si vedeva che era la prima volta che la guidavo. Non mi si è spenta una volta, non mi è caduta se non per via del fosso immane, ho fatto sterrati e se mi davate altre tre ore la facevo anche impennare.

Quindi, ragazze mie, se non riuscite a guidare una determinata moto, non rattristatevi e non sentitevi impedite: probabilmente non è la moto per voi! Guardatevi attorno, ce ne sono decine e decine, ognuna diversa dalle altre.

Agli altri, abbiate paura perché fra tre settimane avrò anche i miei specchietti – non rubati alle Guzzi. Credo. – e il parafango anteriore, per non parlare dei paramanopole!, e allora le colline toscane subiranno la mia presenza. Se vedrete una tipa col giaccone rosso, stesa su una custom rossa e nera che pare un aborto e che vibra come un frullino impazzito, quella sono io.

Ho preso così confidenza con lei che potrei anche salutare!

La mia bambina!

Ci si vede in pist-cioè per i colli e/o ai raduni!

Lampeggi!!!

=> Rachel vi saluta!



PS: si chiama Rachel.

PS2: ho anche percorso i tratti in cui ho fatto le mie cadute migliori col Van Van, stavolta senza danni per me o la moto. Ovviamente senza alcun problema. Ovviamente perché ho urlato e strillato a chi mi stava davanti “LEVATI, IMBECILLE, CHE MI COPRI LA VISUALE!”: si impara dai propri errori :D con la dolcezza si ottiene sempre tutto <3 <3 <3

PS3: grazie al mio meccanico, che ha fatto un lavoro spettacolare, e grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuta in questi mesi di astinenza. Ora mi subirete, anche se voi avete delle r1 e delle Ducati da corsa e io il vater a motore! <3
 

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Commento di: NitroCento il 12-05-2011 12:37
Complimenti, è bello quando un'aspirante motociclista ritrova la fiducia azzeccando la moto.
Poi mi pare di capire che non sei abituata al mono... che vibri è normale e, fidati, il tuo vibra poco.
Anche il tipo d'erogazione non può essere quello delle tranquille custom bicilindriche di cilindrata anche doppia: il mono dà tutto e presto, ha sempre voglia di salire di giri. L'effetto strappabraccia secondo me è dovuto sia alla mancanza di allenamento (più vai in moto e più ti assuefai) sia alla posizione innaturale relativa al manubrio di provenienza enduristica. il suzukino 350 spinge bene ma non è tanto strappabraccia in assoluto. Con un bel manubrio a corna di bue non troppo largo e curvo secondo me migliori sia la posizione in sella sia il comfort di guida in generale.
PS: il baricentro è importante ed unito al peso-piuma della moto diventa davvero una manna dal cielo (ad una spanna da terra)... ;)
Commento di: Ariadne il 12-05-2011 12:53
ERA il suzukino 350 :D :D :D diciamo che ci son passate le sante mani :D
So che il mono dà tutto e subito, e devo dire che mi piace *_* Oh, se mi piace *_* Devo solo prenderci confidenza :D
Per le vibrazioni, so che son poche, in proporzione: sono abituata alla Dominator dell'88 e la seconda o terza cosa che ho detto una volta scesa è stata "vibrare vibra, ma non come la Domi, per fortuna!" XD
Ora devo vedere se cambiare il manubrio o no, sono un po' indecisa...
Vediamo se riesco a fare l'8 così, nel caso lo cambio dopo ;)
Commento di: Fermone_DOC il 12-05-2011 13:22
Gran bel racconto... grazie di averci resi partecipi delle tue peripezie per riuscire ad avere la moto sotto il Qulo....

Adesso ti aspettiamo per fare qualche giro tutti insieme !!!

Ciao e a presto...
Commento di: motociclope il 12-05-2011 14:09
Letto tutto d'un fiato. :-) Bello, Aria. Sono felice per Te, dopo un'attesa da. . . . primario Ostetrico ce l'hai fatta. :-) Buona strada con la Tua Rachel, Aria. . . . :-)
Commento di: pazuto il 12-05-2011 15:54
che bella soddisfazione!! si vede il sorriso mentre sgasi a piene mani!!!
Commento di: Titti74 il 12-05-2011 18:42
Bellissimo articolo,Ari!!!!
la tua simpatia viene gia fuori nei vari ot dove scrivi,ma questo articolo è semplicemente spassoso!!!! in mezzo a tanti articoli seriosi,questo fa sganasciare dalle risate,perchè è genuino e pieno di entusiasmo!!!! nessun termine tecnico,solo tanta passione che viene fuori dal cuore di una neo biker... ora però devi postare le foto con te e JJ,pardon...con Rachel!!!!! non pensi che si possa offendere sentendosi definire un vater a motore???? lo so che nn sei convinta nel chiamarla cosi,per ogni motociclista la propria moto è stupenda :) e poi la tua è veramente un esemplare unico,quindi vanne fiera..c'è gente che spende capitali in accessori di carbonio per rendere la sua moto uguale a tante altre,la tua ha carattere,proprio come te!!! e ora sbrigati a prendere la patente!!! lampsssssss
Commento di: Ospite il 12-05-2011 19:33
Grande Ari, che passione, mi hai fatto rivivere il mio esordio. Sono sicuro che tu e Rachel (a proposito, bellissimo nome) farete migliaia di Km con gioia e soddisfazione e se ti capita di tornare con la bimba nell'isola, avvisami che ci facciamo un giretto... Un abbraccione
Commento di: monique il 12-05-2011 21:16
l'ho letto tutto d'un fiato: è nata! e la cosa + importante è che avendola battezzata ti sei accorta che è sana!
come tutte le gravidanze è stata lunga e a volte faticosa.
adesso son contenta x te
un abbraccio
Commento di: alaskina il 12-05-2011 22:36
complimenti Ari, molto bello,...........è vero l'attesa è stata lunga, ma la tua Rachel è nata......tante strade, colli e viaggi vi aspettano.......buon divertimento!!!
Commento di: fg il 12-05-2011 23:19
ahahah...mitica ariadne karloff! trovo questo racconto divertente ed emozionante.
uno degli articoli letti con più gusto nella mia breve tinga-esperienza.

a proposito di sterrati: ho una giovane amica alta 158 cm che fa motocross...vista la tua passione per la moto (che illumina questo tuo scritto) potresti riuscirci benissimo con un po' di pratica.

sarà un onore incontrarti ...prima o poi :-)
Commento di: hanno il 13-05-2011 00:43
Passione, ironia e gusto di raccontare

Tutto senza usare il "motociclistese"...

Leggerti è un sorriso

Fai una carezza a Rachel

E una a te
Commento di: simo2990 il 13-05-2011 11:24
quoto tutto.
p.s.=sono lo stesso del commento su FB ;)
Commento di: pirce il 21-05-2011 22:27
è proprio il baricentro quello che mi frega.........
io sono 1.90 e rotti e la moto me la dovrebbero fare su misura.....:-D

una cosa......... il sensore del cavalletto...........
davvero........ se lo dimentichi una volta sola.....
non è simpatico
Commento di: PatDe il 26-05-2011 08:53
Bellissimo il tuo post!!! Ho riso come una pazza!!!
Fortunata ragazza! Io sulla soglia dei 46 sto "alle prime armi" e non ho neppure una "mia bimba" :DDD ma non mi arrendo!!!
Complimenti per Rachel &#9829;&#9829;&#9829;
Commento di: guyahoka il 31-05-2011 22:45
Grazie Ari della tua freschezza e non preoccuparti di salutarci noi ti salutiamo tutti e con entusiasmo e appena addocchiata la Rachel on the road,ti seguiramo come scorta d onore.E ogni pezzo che perderai te lo porteremo con venerazione fino alla soglia del Tuo meccanico,che ti invidiamo pure quello.Sentiti pure in buona compagnia.Io ho 64 anni e dopo un tumore feroce e cattivo,sono uscito dall ospedale ho comperato una moto e in tre anni ho cavalcato per 36000 km.E non scendo da cavallo.Per me è stata la migliore medicina e sto benone.Ciao e..buona strada!