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Una delle tante uscite al mare
Scritto da docelektro - Pubblicato 27/01/2011 09:01
Oggi Torino non voleva lasciarci andare

Questa storia è dedicata a Tony La Porta, morto suicida a soli 19 anni.

E’ il racconto di un fine settimana al mare, in un afoso luglio con un sole che spaccava le pietre.
Iniziamo per ordine, avevo deciso di andare al mare e di andarci in moto, come sempre, le code mi incarogniscono. Vennero con me come passeggero, Savio Silvestri sulla elefant 125 (del 86) e con la sua moto gilera xr1 125 enduro (sei mesi di vita) il buon Tony.

Dovevamo partire alle 18, di venerdì e ci trovammo sotto casa di Tony per quell’ora. Lui però doveva andare dall’avvocato perché con la moto precedente era stato tamponato da un'auto e la gallina che guidava non voleva dargli ragione (come se una moto avesse di serie la retromarcia) era stato convocato dall’avvocato.
Ci andò e tornò per le 19,30, trovò una cammionata di traffico.

Finalmente alle 19,40 partimmo, stracarichi di bagagli. Facemmo via Guido Reni, poi corso Orbassano e arrivammo all’imbocco della tangenziale. Mega coda! Probabilmente un tongolone aveva fatto il botto.
E allora via per borgata Mirafiori, dovevamo arrivare a Moncalieri per prendere la statale 20 del colle di tenda.
Il colle chiudeva alle 22 per manutenzione, noi avevamo poche possibilità di arrivare e non passare la notte sotto qualche albero a o qualche ponte a Limone Piemonte.

Non un semaforo verde, eravamo fermi ogni pochi minuti, nonostante guidassimo da criminali, facendo pelo e contropelo alle automobili, Quei pochi km/h che riuscivamo a guadagnare li perdevamo subito.
Altre deviazione per altro traffico, ogni strada sembrava impraticabile, partivano tutti oggi?
Finalmente tra una coda e l’altra riuscimmo a lasciare Torino, nei nostri specchi si riflettevano le luci della zona industriale di Moncalieri, da me ben conosciuta perché con alcuni clienti... impestati!

La morsa grigia calda e catramosa che attanagliava le nostre ruote si stava allentando e l’aria fresca della sera cominciava ad accarezzarci, ma non c’era tempo per fermarsi a goderla.
I contakm erano ben sopra ai 70 a cui andiamo di solito per non consumare e non scendevano se non per fermarsi a fare acqua... o benzina.
Passammo l’aeroporto di Levaldigi, facendo quasi una gara di velocità con un bimotore che si stava alzando.

A Savio, primo giro in moto come passeggero tra le varie espressioni di paura scappò anche questa frase”oggi Torino non voleva lasciarci andare”.
Ma non c’era nemmeno il tempo per pensarci su, eravamo già in vista delle montagne e quello che era una piacevole carezza si trasformò in un gelido abbraccio che entrava fino nelle ossa! Tempo per fermarsi e mettere la giacca? Niet.
Arrivammo al colle di Tenda, mancava poco alle 22 e i camion dei cantieri si stavano già scaldando emanando nuvole di gasolio.

Finalmente fuori! Mi sentivo come un topo dentro la pancia di un serpente, è un tunnel che non piace.
Ma penso non piaccia a nessuno. Fino a adesso l’ho fatto in macchina una volta sola, sempre in moto.
E quando ci sei dentro non vedi l’ora di vedere la luce dell’uscita tenendo sempre d’occhi rumori del mezzo e vibrazioni varie, dovesse mai mollare il motore.

Ci fermammo prima di Breil a fare benzina, poi via senza pietà.
Savio ne tirava giù uno ad ogni curva, sarà perché nei tornanti eravamo a sempre a 70 km/h, sarà perché i suoi piedi secondo lui raspavano l’asfalto insieme alle pedaline, facendo scintille!
Ho sentito frasi da joe bar del tipo “moriremo tutti lo sento”, ”dai che va dai che và... è andata” ma non ci facevo caso.

Arrivammo al campeggio, giusto in tempo, i proprietari erano sotto al gazebo a guardare la tv.
Quando firmai la scheda presenza, Agostino mi disse “tardi stasera!”. Io gli risposi ”Torino non voleva lasciarci andare!”

Montammo la tenda con i fari delle moto, le luci erano già state spente. Quando andai a dormire mi resi conto che mai come allora avevo desiderato un po’ di riposo!

La cagivona e la gilera si stavano raffredando, condendo la notte di rumori ticchetanti metallici e odore di olio caldo, forse troppo. Anche loro volevano un po’ di riposo.

Spensi la pila e mi girai dall’altra. Buonanotte!

Ci hanno puzzato di olio i giubbottie bagagli per giorni...
 

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Commento di: estel82 il 27-01-2011 22:27
Bel racconto !!!!Mi ha fatto molto effetto !! Conosco tutte le strade che avete fatto (compreso Corso Orbassano e la benedetta tangenziale).

Col di Tenda for ever.
Commento di: docelektro il 27-01-2011 22:47
verso la fine degli anni 80 nell'ora di punta anche se entravi con il 125 non ti controllava nessuno...erano tutti bloccati.....hi...hi....hi
Commento di: estel82 il 29-01-2011 00:02
Eheheheeh
Se provi a farlo adesso.........
Commento di: docelektro il 29-01-2011 09:03
manco se mi pagano, sto notando che dopo i 30 arriva un certio istinto di conservazione che di fatto ti impedisce di fare certe cose...dovessi farlo adesso se sono in ritardo e il tunnel chiude preferisco dormire sotto un ponte e alle 6 quando riapre essere il primo a passare. sto invecchiando...
Commento di: estel82 il 29-01-2011 14:32
Magari perchè sei in pace con te stessp avendo fatto prima certe "follie" :)