Moto
Shoya Tomizawa uno di noi
Scritto da unodi40 - Pubblicato 05/09/2010 21:25
Un ragazzo di 19 anni ci ha lasciato...

Oggi è morto in pista un ragazzo di 19 anni durante il GP di San Marino.
Un filo di gas di troppo, è bastato un piccolo errore nella ricerca di essere il migliore.
Lui che è molto più bravo di qualunque di noi ha sbagliato ed è tragicamente morto.

Tomizawa era in pista dove comunque si ha assistenza e si ha il massimo di sicurezza e ci ha lasciati perché è stato investito da chi correva con lui.
Chi lo ha investito non ha colpa, come Tomizawa, stava cercando il suo limite, il suo miglior tempo.
Le gare non sono state fermate, tutto è continuato come se nulla fosse accaduto.

Quando ho appreso la notizia ero appena tornato a casa e il primo pensiero è stato per quei ragazzi che corrono a 300km/h su strade aperte al traffico e, giuro, mi sono venuti i brividi.
Il suo incidente, come tutti gli incidenti mortali dei nostri colleghi, dovrebbero farci pensare che il nostro limite è da ricercare in posti dove sicurezza e strutture lo permettano.

Se Tomizawa, un mostro nella sua categoria, ci ha lasciati così tragicamente in un tempio fatto di vie di fuga, elicotteri, dottori in pista e ambulanze ... noi che corriamo sulle strade siamo pazzi e stupidi.

Il vedere in diretta quell’incidente dovrebbe farci chiudere gli occhi 2 minuti e farci pensare quante volte noi abbiamo scherzato un filo troppo con la nostra fortuna.
Se è vero che ognuno di noi ha un certo numero di jolly da giocarsi allora stiamo attenti a non bruciarli con una corsa stupida nel momento sbagliato.

Avrei voluto rispondere all’articolo delle gare ‘’scoperte tra Maglie e Gallipoli’’ ma Shoya Tomizawa, uno di noi, si merita molto di più.

Spero solo che la notizia di questo incidente faccia riflettere chi di noi usa le strade come se fossero solo per lui
Shoya, da lassù ti prego unisciti ai nostri colleghi e dacci una mano a riflettere sul come sia veramente facile giocarsi l’ultimo jolly.

Ciao Shoya

Lamps

unodi40
 
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Commento di: tabiotto il 05-09-2010 21:25
Condoglianze alla famiglia
Commento di: thegiorgionapo il 05-09-2010 21:29
ragazzi quanto mi ha fatto riflettere l'averlo visto live... e poi quello che hanno detto piloti ecc...
roba da non voler più salire in moto...non per paura di farsi male ma per paura di far star male quelli vicini a me.... bell'articolo comunque...
RIP tomi!
Commento di: rinta_157 il 05-09-2010 21:37
Addio Shoya Tomizawa; il pianto versato per te, ti accompagni lassù...

Uno di noi !!



Commento di: David636 il 05-09-2010 22:13
Non ci sono molte parole da dire, purtroppo la nostra passione è molto vicina a quella linea di confine che separa vita e morte. Stare attenti, non correre in modo sconsiderato, rispettare le "regole", indossare protezioni, si può fare di tutto, ma tutto questo a volte non serve a nulla, tutto diventa superfluo e inutile e non c'è nulla da fare. In moto c'è sempre il rischio di qualcosa di brutto. RAGAZZI, MOTOCICLISTI, COLLLEGHI, CENTAURI (o come vogliamo essere chiamati), NON SAPPIAMO MAI A CHE DISTANZA SIA QUEL LIMITE, CERCHIAMO QUINDI SEMPRE DI TENERLO A DEBITA DISTANZA. Un saluto a tutti e uno in particolare a Tomizawa, al ragazzo di tredici anni morto la settimana scorsa a Indianapolis (sbaglio?!) e a tutti quei ragazzi che hanno perso la vita solo per seguire un amore, la passione che unisce tutti noi.
Commento di: unodi40 il 06-09-2010 07:36
Purtroppo non sbagli, anche la settimana scorsa un ragazzino di 13 anni e' stato vittima di un incidente in pista.
Peter Lenz, il suo nome, e' stato investito in pista durante delle gare di ''contorno'' al motomondiale in una gara valida per il trofeo Moriwaki 250 della Federazione Americana.
La moto di Lenz, una 125, è andata a sbattere violentemente contro le protezioni del circuito, ma a quanto pare Peter è stato anche investito dalla motocicletta che lo seguiva.
Commento di: Avalon93 il 05-09-2010 22:44
Dobbiamo onorare la memoria sua e di tanti come lui seguendo la frase scritta dall'autore di questo intelligente articolo.

"Il suo incidente, [...], dovrebbe farci pensare che il nostro limite è da ricercare in posti dove sicurezza e strutture lo permettano".

Cercare il limite è umano.

Lo abbiamo fatto io ed un mio amico in Mountain Bike a luglio. Lui è finito contro un trattore e io gli sono caduto sopra. Una vertebra fratturata e 5 ore di operazione, ora cammina (mi verrebbe da dire "per miracolo").

L'ho fatto io venerdì mattina, non più per la velocità (cioè come sopra), bensì per l'angolo di piega.
Un bel tornante, perfettamente asciutto, niente traffico. Provo una bella piega, le Vee Rubber forse ancora troppo fredde non han tenuto, e io son per terra. Moto praticamente intatta, ho corretto i minimi danni con una lima ed è come nuova. Il mio ginocchio ha una chiazza rossa che brucia e fa male quando mio padre ci mette sopra il Betadine. Fine. Però andavo a venti all'ora, con un 50.

Questo pilota a me sconosciuto (non seguo lo sport) invece a quanto andava?
Aveva una tuta che alla mia pur buona giacca Dainese fa un baffo, aveva un casco che sarà costato quattro volte il mio bell'Airoh, aveva un asfalto apposito, aveva come è stato scritto ambulanze, medici, infermieri, soccorritori, pronti a fare di tutto per salvarlo.
Eppure è morto, tra l'altro non sul colpo, quindi in modo suppongo piuttosto penoso (anche se probabilmente sull'ambulanza sarà stato sedato).

Oggi l'abbiamo visto tutti in TV, venerdì ed in luglio l'ho visto, con conseguenze meno drammatiche, anche io.
Abbiamo visto che basta poco, ma questo si è ormai assodato.
Abbiamo visto che anche quelli bravi... ma questo è risaputo.
Abbiamo visto che nonostante tutto... ma questo era prevedibile, visto che gli è passata sopra un'altra moto.
Abbbiamo visto che la morte non è nascosta chissà dove, non è lontana e inquietante. È sempre al nostro fianco, è pronta a "succedere", è lì che aspetta il minimo errore, non fa differenza, non fa nemmeno paura, quando apri tutto e l'adrenalina ti fa dimenticare che esiste. Però c'è, si realizza da un momento all'altro, se la prende con lui, che è uno come te, che va in moto per passione. E questo, nonostante non sia la prima né l'ultima volta, fa sempre impressione.
Commento di: derbi95 il 05-09-2010 23:08
shoya e peter, ora siete angeli in cielo ma se serve posso dire che siete partiti per l-ultimo viaggio facendo la cosa che piu amavate! LAMPS ci rivedremo un giorno !
Commento di: betaman il 05-09-2010 23:12
Purtoppo basta un'attimo, un'errore, finche non succedono disgrazie come queste non ce ne rendiamo conto... Mi sorprende che dopo una notizia del genere non abbiano sospeso la moto gp...
Commento di: Gommeinfiamme il 06-09-2010 09:24
A me non sorprende... Troppi soldi in ballo, che sono quelli che fanno girare il carrozzone...
Ai vertici non frega molto sinceramente se uno muore....uno in meno, pazienza...
Ci sono liste infinite di bravi piloti pronti a sostituirlo...
Il cuore e la passione sono di chi vive i motori da vicino, di chi annusa l'odore degli scarichi e mette l'anima in questo sport.
Il resto è solo denaro!
Commento di: grifon il 05-09-2010 23:37
R.I.P Shoya
Commento di: Stiff86 il 05-09-2010 23:59
complimenti per l'articolo...serio azzeccato e anche commovente.

Shoya, ci uniamo tutti come una grande famiglia in questo triste momento.. rivolgendo un pensiero anche a tutti coloro che quotidianamente lasciano le loro vite sulla strada.

noi che possiamo limitiamoci al divertimento senza superare mai i propri limiti!e cerchiamo di ricordarlo!
sempre!!
Commento di: Gommeinfiamme il 06-09-2010 09:05
Averlo avuto di fronte solo mercoledì scorso per qualche autografo e sapere che oggi non c'è più mi fa venire i brividi.
Sorridente ma quasi in secondo piano in quel frangente, non trasmetteva quell'energia e passione che erano suoi e che il dottor Costa ieri sera ha così dolcemente descritto nel suo commento a caldo dopo l'annuncio del decesso.
Un grande saluto a chi ha inseguito il suo sogno e fa vivere ad ogni gara in noi il sogno...
Commento di: burga il 06-09-2010 09:56
Mi unisco alle condoglianze per i due piloti scomparsi. Resto perplesso che non abbiano sospeso la gara, ma ? Meglio andare piano e goderci il panorama e lo spettacolo della natura, anche se per loro era uno sport e non potevano andare piano.
Commento di: NEGURO79 il 06-09-2010 09:56
unodi40 ti quoto al 100%
Commento di: Torrich46 il 06-09-2010 11:27
A me dispiace solo che i soldi siano andati sopra tutto e tutti e non gli abbiano permesso di ricevere le cure adeguate a bordo pista fermando la gara....il barelliere è anche caduto inciampando sulla sabbia....
Chi ha deciso di non dare bandiera rossa secondo me deve pagare caro....molto caro.
Commento di: Kattivik il 06-09-2010 11:27
Fermo restando lo sgomento per la prematura morte di Shoya, penso che si debba ricorrere ad una obbligatoria riflessione. E' giusto proseguire in questa direzione autorizzando uno sport decisamente pericoloso come il motociclismo? Io penso che sia giusto e quindi non riesco a condividere molti di questi commenti, i piloti, gli organizzatori, gli appassionati e tutti sanno il rischio che corrono i protagonisti in questo circo e non possono far altro che continuare, liberamente, nel nome dello sport e della passione per le 2 ruote. Onore a Timizawa, ma consapevolmente che non sarà l'ultimo della già lunga lista. Questo è il motociclismo a livello agonistico.
Commento di: gazzfab il 13-09-2010 22:31
La vita è la vita, e vale uguale pr TUTTI.
Avrebbero dovuto sospendarla per rispetto.
Nessuno avrebbe Mai protestato che lo spettacolo era finito.Nessuno.
Loro sanno benissimo i rischi è un mondo che nessuno di noi si immagina, c'è un giro di soldi assurdo dietro, ma la vita è la vita e sarebbe stato giusto sospendere la gare, a prescindere se soppraviveva o no.
Il vero spettacolo e la vera gioia per tutti quelli che guardavano il Motomondiale sarebbe stato Vedere la gara sospesa.
Quello sarebbe stato vero Motociclismo.
Se uno di noi cade Noi ci fermiamo loro NO.
Troppo facile piangere dopo.
La gara non viene fermata?Potevano fermare tutto i vari Team e poi i vari piloti.
Ma a quanto pare la vita vale nulla anche per i Campioni.

Riposa in pace!
Commento di: Roby101 il 06-09-2010 13:31
Ieri mi sono commosso nel vedere l' incidente che ha straziato corpo e anima del povero Tomizawa; non meritava di finire così, nessuno lo merita! :(
Mi spiace troppo ed è inutile cercare di spiegare cosa ho provato perchè non renderebbe l' idea....il pensiero va a tutte quelle volte che uno di noi va in moto per divertirsi e chissà che può accadere...

a prescindere dalla tempestività degli interventi medici e degli errori che possono esser stati commessi, lo stesso medico che l' ha soccorso ed era responsabile ha detto che non sarebbe cambiato nulla se fosse stata data bandiera rossa alla gara, anzi alcuni insinuano che avrebbe rallentato i soccorritori, e che il colpo ricevuto nell' impatto era troppo grande e le parti del corpo danneggiate erano importanti....fatto sta che lui non c'è più e al posto suo c'è il ricordo e tanta tanta tristezza.
Che Riposi in pace e resterà per sempre un mito!
Commento di: idra21 il 06-09-2010 14:07
sono d'accordo con te, in tutto...ma io credo che Tomizawa poteva salvarsi se solo avessero interrotto la gara dando così modo di prestare un immediato e serio soccorso...il pilota è stato spostato manualmente dagli addetti alla pista fuori dalla pista...ha atteso 20 minuti a bordo pista prima che lo recuperassero per portarlo in clinica mobile...e poi altri 20 minuti prima di andare all'ospedale...certo, essere investiti in quel modo e a quelle velocità lascia poco spazio alla speranza ma fatto sta che, ci sono situazioni dove la massima "the show must go on" non dev'essere applicata.

Questa era una di quelle situazioni.

...se fosse stato Valentino o Stoner sicuramente avrebbero fermato la gara e fatto atterrare un elicottero in pista...purtroppo la verità è che ogni vita ha un valore diverso e questa è una mia triste considerazione in base a quello che quotidianamente vediamo e non solo nel mondo delle 2 ruote o dello sport in generale.

Addio Shoya, la tua passione vive in sella con noi.
Commento di: Kattivik il 06-09-2010 16:06
Non so Idra, vedendo l'incidente e come gli sono passati sopra non credo che abbia potuto farcela anche fermando la gara, detto questo concordo che il tentativo e la tempestiva assistenza sia d'obbligo e che lo spettacolo s'arrangi, fosse solo una questione di rispetto per la vita.
Commento di: Torrich46 il 07-09-2010 10:17
Idra ti quoto in pieno, è la stessa cosa che ho scritto io sopra.
E quello che mi fa più rabbia è che hanno anche la faccia tosta di dire che fermando la gara non cambiava niente....
Commento di: Grappa91 il 06-09-2010 14:08
Tutto il mondo motociclistico si rammarica per la perdita subita...io stesso,vedendo l'incidente occorso a Tomizawa,ho riflettuto.Nei week end vedo molti motociclisti correre come matti...Speriamo che anch'essi riflettano e che smettano di esagerare...
Commento di: feffo95 il 06-09-2010 17:12
R.I.P tomi
Commento di: bailystic il 06-09-2010 17:18
Ero su quella curva a vedere le SBK appenna due mesi fa. Fa spavento. Una piega da 240 orari. Ero in moto con la mia ragazza, sono di Firenze. Sinceramente mi sarebbe stato molto difficile effettuare il viaggio di ritorno, se quel giorno avessi visto succedere quello che è successo ieri. Ma, piano piano, con la morte nel cuore lo avrei fatto.
Credo che Shoya ieri ci abbia regalato un insegnamento a tutti; son convinto che stamani, quando siamo saliti in moto per andare al lavoro, gli abbiamo dedicato un pensiero. E che quelle curve che si separano dall'ufficio, stamani, le abbiamo fatte con un filo di gas in meno. Che abbiamo dato uno sguardo in più a quel brutto incrocio. Che abbiamo aspettato un secondo in più prima di fare un sorpasso.
Grazie Shoya, riposa in pace.

Lamps
Commento di: Ospite il 06-09-2010 20:31
Prendersela con i medici che da sempre si prendono cura dei piloti, suggerire che facciano figli e figliastri, che abbiano addirittura perso 40 minuti è incredibile ed ingeneroso ai massimi livelli. Semplicemente stavano prestando le prime cure per cercare di tenere in vita il povero Shoya. Uncini ha deciso in base a quanto deciso dai medici e i medici hanno deciso in base a scienza e coscienza... I medici fanno il giuramento di Ippocrate, di tutelare la vita umana con tutte le proprie forze. A meno che non si vogliano fare precise accuse a carico del dott. Costa e del dott. Macchiagodena e allora sarebbe il caso di farle alla Magistratura che come per ogni caso di morte violenta indagherà, sarebbe il caso di mantenere un dignitoso silenzio e rispettare la morte del povero Tomizawa.

@ unodi40 ti quoto in pieno
Commento di: idra21 il 07-09-2010 18:38
forse sono stato frainteso, non era mia intenzione biasimare il lavoro dei medici anzi, proprio il contrario...dovevano bloccare la gara e dare spazio ai medici!

Il mio lamento andava contro un mondo basato sul business che non si ferma neanche davanti la morte.





Commento di: Arfisone il 07-09-2010 01:19
non ho parole veramente... dopo aver rivisto il video, non c'è l'ho fatta piu. addio shoya...
Commento di: Croce82 il 07-09-2010 09:53
Domenica vedere quel terribile incidente mi ha fatto ritornare in mente il mio principale incubo di quando vado in moto, cadere davanti ad un'auto che non mi può evitare.
Sperò che non accada mai a nessuno, a ragà stiamo attenti le strade non sono piste, oltre alle luci accendete il cervello e se proprio vi prude la manetta andate in pista, morire in strada perchè si corre non ha proprio senso.
Un lampeggio per Shoya
Commento di: XxXLuCaXxX il 07-09-2010 13:36
Ciao Shoya, resterai sempre uno di noi! Divertiti nelle curve lassù..V..r.i.p :'(
Commento di: MercurioRm il 07-09-2010 20:52
http://www.facebook.com/friends/?filter=fra#!/group.php?gid=151502724867462&ref=mf
Commento di: apistore il 09-09-2010 11:18
Mi associo ai commenti di tutti gli altri ed al dolore per la morte di questo ragazzo.

Comunque ritengo che ci sia un grosso problema nella Moto2: far correre in pista 40 moto che, avendo lo stesso motore, hanno prestazione molto simili e quindi il gruppo non si "sgrana" subito come succede in SBK o MotoGP è andare in cerca di situazioni di questo genere.

Lamps a tutti
Commento di: birbo il 09-09-2010 11:56
Tomizawa insegna:
1 eliminare i cordoli (ormai vengono usati come pista e impediscono lo scorrimento verso l'esterno,
osservate il filmato!)
2 eliminare dal mondiale la 125 (prox 250) e riservarla solo ai campionati nazionali
3 ridurre i partenti Moto 2 a max 20, in 2 manche con punteggi solo ai primi 10 e, a metà stagione,
raggruppare i Top 20 per svolgere la fase finale del campionato.
Le 2 manche sono organizzate per posizioni Pari e Dispari nelle qualifiche.
4 rivedere la SBK che ormai fa produrre in serie prototipi dai quali estrarre le cosiddette derivate.
Oltretutto per rendere guidabili bestie da 200 Cv le si riempie così tanto di elettronica che non
sono didattiche.
Commento di: 2007r1 il 09-09-2010 20:33
l'unica cosa che mi rattrista e che le categorie minori non sono considerate come la gp,se fosse accaduto in moto gp sarebbe stata la stessa cosa?Io amo le moto e le corse,e credo che ad ogni livello sia dilettanti che professionisti tutti devono avere lo stesso trattamento,ma curtoppo oggi non e cosi i soldi contano piu della vita di un giovane.....ciao shoya
Commento di: birbo il 10-09-2010 08:40
e non devono essere considerate come la GP, soprattutto la 125, perchè al contrario del passato è la categoria di giovani, i quali hanno il diritto di imparare al riparo dalle pressioni della notorietà, scoprire che il mondo non è fatto solo di moto, formare la propria consapevolezza critica.
Questo, magari, in categorie depotenziate di denaro dove molti possano avere pari opportunità di emergere e in sicurezza, magari al di là della loro stessa volontà.
Che non significa con moto uguali per tutti.
Come fatto etico.
Se il mondo della moto insegue la Formula 1 o, peggio, le Olimpiadi, tra un pò vedremo i quattordicenni in motoGP ultraelettroniche, con 300 cv e piste larghe 50 metri dove non si può sorpassare.
Non basta Valentino a salvare questo modo se esso stesso non protegge i propri valori!
Commento di: Claps il 09-09-2010 22:57
Poveretto..mi dispiace tantissimo per il povero Tomizawa, anche se di persona non lo conoscevo... condoglianze
Commento di: re90moto il 09-09-2010 23:30
Ciao Shoya.
Commento di: Sportcity4road il 11-09-2010 17:32
Non ho avuto l'opportunità, quest'anno, di poter essere per la 3° volta di fila a Misano, per la gara. E forse è stato un bene, perchè Shoya è morto proprio di fronte alla curva dove, nei due anni precedenti, io e mio padre ci siamo seduti.
Ho visto l'incidente a fine gara, in un replay, perchè sono tornato a casa intorno alle 12.50 su per giù, e la gara di Moto 2 era già terminata. Un incidente davvero terribile.
Spero che tutti noi possiamo riflettere su avvenimenti del genere, e fare in modo di non correre stupidi rischi sulle strade.
Commento di: ClaZblack il 14-09-2010 21:31
Shoya:l ennesimo ANGELO che ci accompagnera'ad ogni nostra uscita sulle nostre moto!!!GRAZIE PICCOLO GRANDE UOMO!
Commento di: birbo il 17-09-2010 08:08
morire è dura, ma la retorica non serve.
Per non rendere tutto inutile, serve capire perché e imparare la lezione.
La fortuna è indispensabile in tutto, e soprattutto nelle corse, ma occorre restringerle il campo d'azione mediante la sicurezza, attiva e passiva.
Perchè non produciamo proposte invece di condoglianze?
Commento di: unodi40 il 05-09-2012 16:02
Oggi e' un anno ....