Per chi si stesse ancora domandando se e quanto sono utili le protezioni..

Eccomi finalmente a casa. Per fortuna c’è mia madre ad aprire, ché tra il casco e il resto avrei faticato un po’ per trovare le chiavi nello zaino.

Entro, le schiocco un bacio sulla guancia e lei mi segue in camera. Sospirando, mi sfilo i guanti e li poso sul letto, sgancio la doppia D del casco integrale e me lo tolgo posandolo vicino ai guanti. Con due strappi allargo le maniche della giacca tecnica, tiro in giù la zip e finalmente mi libero anche di quella. Un ultimo strappo e tiro via anche il paraschiena integrale. Gli stivali tecnici sono l’unica cosa che mi è rimasta addosso che può farmi riconoscere come motociclista.

Mia madre mi fissa attentamente mentre eseguo quest’operazione che ormai è diventata un rito. Mi chiedo quanto debba pesarle. Quanto le costi vedere che sua figlia indossa tutti i giorni quest’armatura solo per evitare di farsi male nel caso cada dalle sue due ruote. Quanto sarebbe più facile illudermi e farla illudere che non ci siano pericoli per strada? Quanti soldi avrei risparmiato fino ad oggi, se non mi fossi comprata tutte queste protezioni che inevitabilmente diventano ingombranti una volta scesa dalla sella? Quanta gente corre spensierata sulle proprie due ruote con solo una scodelletta a mò di cappello e “non gli succede nulla”?

Queste ed altre domande mi affollano la testa. Sono io che sbaglio? Sono io che esagero quando metto pure gli stivali per fare 10 minuti di percorso e poi ritrovarmeli ai piedi per tutte e 5 le ore di lavoro? Forse, i danni fisici sono basati solo sulla fortuna o meno del malcapitato? Forse, anche il fatto di cadere o fare incidenti dipende dal pilota, quindi.. a che servono tutte queste protezioni? Alla fine io sono sicura di come guido, conosco i miei limiti e sono prudente… di conseguenza non dovrei correre pericoli.

Poi, ripenso a quel giorno: io che, tornando da lavoro su una strada a doppia corsia per senso di marcia, viaggio per i fatti miei sulla corsia di sorpasso, sempre entro i limiti imposti dal C.d.S., ma comunque più veloce dei veicoli alla mia destra... tengo d’occhio un veicolo a quattro ruote che mi sto apprestando a superare... ha rallentato all’improvviso e si sta allargando verso la mia corsia... immagino ci sia un ostacolo imprevisto e che lo stia evitando, quindi chiudo quel po’ di gas che stava aperto e volgo lo sguardo verso sinistra (le due ruote vanno sempre dove si guarda!), in modo da mantenere una certa distanza tra me e il quattro ruote.

E invece mi ritrovo davanti agli occhi il suo sportello anteriore! L’autista delle quattro ruote non doveva evitare nessuno, voleva solo fare inversione a U senza guardare a sinistra!

Dal momento che me ne rendo conto al ritrovarmi per terra è un attimo, durante il quale il tentativo di frenare risulta inutile. Non riesco a muovere la mandibola, esce sangue e a quanto pare ho due denti rotti; la gamba destra, la più infortunata, rimasta tra lo sportello dell’altro veicolo e la mia due ruote, credo si sia fratturata. La spalla destra, impattata contro lo specchietto, urla di dolore. Le mani sono tutte insanguinate e piene di ferite.

Sì. Questo sarebbe successo se non avessi indossato la mia solita armatura; è evidente dai seppur lievi danni che ho ritrovato su di essa (la mentoniera del casco ha sbattuto contro il mio labbro superiore senza causarmi altro che un lieve bruciore che se n’è andato in qualche minuto; il logo della marca della giacca, situato sulla spalla destra, è stato parzialmente scolorito dall’abrasione; i guanti, mostrano segni di abrasione sul dorso; lo stivale destro ha due taglietti lievi all’altezza dell’impatto). Su di me, i danni ancora visibili dopo due mesi e mezzo dall’incidente si riducono a dei lividi sulla gamba destra. E certo che, dato che la ragione è dalla mia, avrei guadagnato molto di più dall’assicurazione.

Ma vi assicuro che ritrovarsi tutti interi grazie alle protezioni... non ha prezzo!