Ebbene sì. La primavera che si risveglia, oltre al tripudio di fiori, colori e odori, porta con sé nugoli di animaletti insidiosi.

Ma riesumiamo i fatti..

ANTEFATTO.

Sabato 14 marzo,Bordighera, Imperia, Liguria. 14:35 Zulu.

Caldo, molto caldo.

Se gli ultimi chilometri fatti sulla motina potevo ricordarli guardando vecchissime foto di qualche mese fa (!!), quando il cielo era sereno e il ghiaccio non ti rammentava ad ogni curva della tua mortalità, i nuovi chilometri passavano decisamente più rapidi.

Dovevo togliere un po' di ruggine alla manetta (che ne aveva davvero bisogno, quante volte avrà maledetto il suo pilota fin troppo pigro!) e alla schiena, ma come prima uscita pseudo-primaverile, mi sembrava davvero piacevole.

L'ironia, poi, era che la motina stessa, la mia zanzarina, presagiva sonoramente quello che stava per accadere.

PREMESSA:

Quando sei bambino, vicino al fuoco, il nonno ti dice sempre di far attenzione, quando metti le gomme in strada, a tutto ciò che ti circonda, perché ci sarà sempre una donna sbadata, un pensionato con il cappello, un bambino imprudente, un criminale armato di volante.

Ma mai ti mette in guardia dal vero, folle, piccolo, pericolo volante.

L'INCONTRO COL NEMICO.

Ad andatura pressoché immobile, tanto che le lancette dell'orologio sembravano retrocedere, decido di sollevare la visiera e godermi quella poesia frizzante che è l'arietta primaverile (o pseudo tale). Faceva caldo qui, tanto che nemmeno i Cayenne climatizzati osavano esporsi, ma io me la godevo rusticamente sotto il sole di Liguria.

Immerso in quello stato tantrico, non mi accorsi di quel piccolo, fottutissimo, proiettile vivente che, sole alle spalle, decideva che sì, quello era un bel giorno per morire (e come dargli torto!).

Il piccolo kamikaze giallo e nero si infranse eroicamente contro la mia retina che io ancora fischiettavo un "welcome to the jungle" piuttosto stonato.

Shokkato come un Alano che vede improvvisamente comparire nella sua ciotolona dei delicatissimi croccantini al tofu, al posto della solita costata, caccio giù due santi da Ibiza e, nella frenesia del momento, trovo la lucidità necessaria per accostare, spegnere la moto ed evitare imbarazzanti scenate con braccia al vento e grida da ossesso.

La piccola ape si dimenava nel mio occhio mentre, disperato, mi toglievo i guanti, gettandoli al suolo.

Sarà forse per quella visione - un ragazzino, ligure (!!!) che butta per terra un paio di costosissimi guanti tecnici - che un altro motociclista, allarmato, si accosta per prestar soccorso.

"ehi ragazzo che ti è successOMMIODDIOOOO!!!"

Ricordatemi di suggerire a Dario Argento, per il suo prossimo horror, un'ape conficcata dentro ad un occhio, perché ha fatto effetto, eccome se l'ha fatto.

Dopo quindici (!!!) minuti con quell'animaletto smanioso conficcato nella palpebra, il fido alleato riuscì infine a liberarmi dal supplizio.

O almeno da una parte di esso.

Sì perché la testa venne via. ma la codina simpaticina no.

Ed altri 15 minuti passati con acqua corrente sull'occhio e amorevoli mani da camionista ad indagare se "oh, toh! non pensavo che la cornea fosse così! bello bello... ma se scavo ancora trovo un gormita?".

Finalmente il supplizio ebbe termine, e ancora oggi, dopo qualche giorno, ho ancora una bella benda sull'occhio, che fa tanto pirata dei Caraibi, ma nessuna ragazza mi trova ancora irresistibile come Jonny Depp!

Se il buon giorno si vede dal mattino, come minimo girerò in moto con un bel neon acchiappainsetti sul cupolino.

E così si conclude l'epopea del kamikaze giallo e nero.