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H-D Meeting
Scritto da hanno - Pubblicato 17/12/2008 16:07
Racconto di un meeting Harley & Davidson...

Oltreoceano esiste un motoclub che, contando su quasi un milione di iscritti, organizza raduni cui prendono parte ogni anno almeno centomila partecipanti. A Daytona nel 2007 al corteo finale sulla chilometrica spiaggia, hanno partecipato in centoottantaduemila (!), praticamente tutti in sella ad una HD.

Da noi, non si resta a guardare: un trafiletto su un giornale comunica che, non lontano da qui, dopo che per giorni la stampa locale ha abbondantemente messo in guardia i pacifici abitanti della zona, questa fine settimana si tiene il Raduno Veneto delle Harley-Davidson, vicino Borgo Pizzopapero. Vogliamo andare a vedere di persona.

Per prima cosa respiriamo una sottile paura: quelli dell’Harley-Davidson sono tipi tosti. Tatuaggi dappertutto, brutto carattere, svelti di mano e di catena. Machos con teschi e bandane. Dunque, un minimo di preparazione non farà male, basterà consultare la stampa specializzata e fare esercizio a casa, magari con la compagna.
Occorre impratichirsi a rivolgerle frasi come: “Hey, Dolcetto, fammi un bel 66!” Poiché Dolcetto (o Zucchero, o Pasticcino) ignora cosa sia un 66, ruminerà atroci sospetti su strane perversioni... bisogna esercitarsi ancora. Coraggio!

Secondo esercizio: immaginare di aver attraversato a cavallo tutto il South Dakota in tre giorni, riportandone una piaga aperta in zona inguinale. La camminata che ne risulta, è indispensabile ai raduni Harley.
Poi si passa agli acquisti: una confezione di “Shag&Riz” (= tabacco nero e cartine...) allo scopo di esibirsi nel Biking-Roll-Up, cioè arrotolarsi la sigaretta) con la sola mano sinistra mentre la destra tiene l’acceleratore; poi una T-Shirt nera, tesa sopra una bella pancia (trippa sporgente = virilità) col resto del guardaroba che deve essere pelle nera; biancheria a piacere.

E sarà meglio non seguire troppo le suggestioni dei media non dell’ambiente, dotandovi di giacche ricamate con nomi tribali, tipo "Death Angels" o "Black Rats". Chi commettesse questo errore avrebbe vita corta ai Raduni; un giubbetto così sarebbe visto come una provocazione: solo i veri “Brothers” possono indossare i Paramenti Sacri, il risultato sarebbe quello della Pece & Piume.

Poco prima di arrivare a Borgo Pizzopapero cediamo il volante a Dolcetto (che si è rifiutata di venire in moto…) e per fare training mentale, rileggiamo l'ultimo numero di EZR (leggi: “Easy Riders”) - Man&Bike Revue. Dolcetto occhieggia mentre guida e commenta: "Ma ti sembrano moto quei cosi? e dopo poco: “Quelle svergognate vanno in giro seminude in moto? è per quelle che ci vuoi andare?".

L'articolo centrale titola: "Front brake: what for?". Sembra anche esserci un tenue filo che lega l’American Way of Riding alle tecniche di difesa personale, alle armi, da fuoco e da taglio, all’antiterrorismo, ai giochi di guerra, etc.
Dopo attenta valutazione dei dintorni, soprattutto alla ricerca di vie di fuga, parcheggiamo Dolcetto al tavolino del bar-gelateria “Dolomiti”, rimontiamo in auto e proseguiamo da soli.

È pomeriggio. Cinquecento metri prima del “Meeting Site” (l’indicazione è una freccia indiana) troviamo un boschetto dove mimetizzare l'auto tra le frasche. Ce ne sono altre, nascoste poco più in là; sotto un mucchio di rami tagliati di fresco c'è addirittura una Volvo Cabrio nuova di zecca.
Ci sono anche due o tre moto giapponesi: in effetti le “Japs” (da pronunciare con una piega di disgusto) sono spesso fatte a pezzi e sacrificate in roghi tribali dagli HD'ers.
Ci avviciniamo, camminando come se avessimo attraversato a cavallo anche il Texas. Col cuore che batte all'impazzata, calchiamo infine la Terra Consacrata.

Bandierine, Striscioni, Dolcetti (alcuni scarsamente incartati…), la fila delle Bikes parcheggiate, inclinate oltre l'immaginabile, la tenda (nera) del 66 (per l'amor di Dio: ditemi cos'è...), musica ("Sympathy for the Devil"). Sulle bancarelle si palesa l'indissolubile legame del vero motociclista con il senso del macabro, a giudicare dalla quantità di croci e teschi da ricamare, decalcare, appendere e tatuare che si vedono in giro.

Poi ci sono loro, gli Harleysti: musi duri, alcuni tagli di capelli alla maniera dei Marines (“crew cut”), ma, soprattutto, corpulenti biondi dalle chiome acconciate in trecce, codini e codoni; barbe, tagliate nelle fogge più fantastiche. Tutti, ma proprio tutti, hanno almeno un orecchino; molti ne esibiscono intere file. Tanto piercing e tatuaggi che occhieggiano da polsi e nuche. Tutto è nero e arancio (colori sacri agli dei H&D). A colpo d’occhio, ci sono più bandane che teste su cui avvolgerle…

Per essere sicuri che non succederà nulla di brutto, come assicurano i giornali consultati prima, sarà bene mettersi a circa un metro da una moto ed ammirarla con gli occhi socchiusi. Noi, che vogliamo essere sicuri che non ci succederà nulla di brutto, ci piantiamo in ammirazione, a circa tre piedi (tanto per strafare) da una moto, con gli occhi semichiusi.
È lunga. Il serbatoio ha la forma e le dimensioni di una pigna e tutta la “Bike” è decorata ad onde lavanda e argento, effetto Trasporto Funebre. Il contamiglia (non conta i km…) è incastrato nel serbatoio. Due barre cromate, imbullonate ad un'altezza considerevole, fanno da poggiapiedi: ottimo per prevenire le vene varicose.

C’è anche il proprietario. Calzoni di pelle nera, bandana, barba, pancia fasciata dalla maglietta nera con la scritta: "Se leggi questo, la Zoccola è caduta!”, alito di birra. Ci guarda interrogativo, in sogghignante attesa. Poniamo la domanda accuratamente preparata: "Nofrontbréik?" Lui sorride: "What for?" Ci sentiamo accettati.

Il nostro biker si chiama Corrado, è vicecomandante dei Vigili Urbani di Poggiocavallo di Sotto (l’orecchino è a molla, facilmente asportabile nelle ore di lavoro) e racconta volentieri barzellette sui Bagnarolari (o Sardomobilisti): "Perché uno che ha la Punto mette la faccia nella friggitrice? – Visto che guida come Niki Lauda, si trucca come lui!" Risate.

Facciamo conoscenza con quattro Poliziotti, due Avvocati, un Giudice, un Architetto, un Maresciallo della Finanza, una Guardia Carceraria, un Carrozziere e due Studenti di Ingegneria. Tutti ci passano indirizzi di specialisti in Tuning e dei posti giusti (“…uno di noi che era carabiniere…”) dove fare la revisione della Bike senza avere problemi.

Il Dolcetto di Corrado è una mulatta piccolina ma assai formosa, braghe di pelle nera, bandana zebrata. Si chiama Rafaela, è brasiliana, infermiera professionale. Ci racconta di come Egli soffra, dovendo guidare per lavoro una BMW (!). Dolcetto, si fa fotografare davanti alla “Belva”. Contro ogni luogo comune è tutta vestita.

Intanto, gli Studenti hanno acceso il fuoco. Uno ha portato (a tracolla sulla moto) la sua chitarra. Sotto uno stellato indimenticabile, cinquanta voci cantano (più o meno) "Sound of Silence". Anche noi ci uniamo al coro, commossi.

Verso mezzanotte azzardiamo l'ultima prova andando alla tenda del 66. Là spariamo: “Hey, Dolcetto, fammene uno buono!”. Poi, sottovoce, che si senta appena: "Senti, ma che caspita è un 66?" - Ride: “Birra e Coca Cola, stella…” poi aggiunge sorridendo: “Cioè come la si fa all’H-D-Lounge sulla Mitica!” Prego? “Il bar sulla mitica Route 66, all’area di sosta di Milwaukee.” Si vede che non ne abbiamo capito molto e lei ammicca e aggiunge: “Vale a dire: proprio di fronte al Tempio Terrestre degli Dei Harley & Davidson”. Ah, che classe, Dolcetto!

Salute, Brothers!
 

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Commento di: maskedog il 17-12-2008 16:41
Che spettacolo! Io non ho un Harley ma il mondo HD mi affascina da sempre e le loro moto mi fanno impazzire per tutto ciò che evocano! W le HD e che Iddio benedica gli Stati Uniti d'America!
Commento di: DucaSenior il 18-12-2008 08:36
Bello e molto colorito il racconto, ma ancora si crede alle leggende metropolitane, forse la stampa per macchiare la carta da vendere ci ricama sopra.

Ti sei divertito?

Marco.
Commento di: gabro74 il 18-12-2008 22:42
Bellissimo racconto.
Mi ha acchiappato dall'inizio e leggento fra le righe...anche sulle righe...si sfatano i soliti luoghi comuni descritti dalla stampa.
Uomini duri, pelle nera, teschi e tatuaggi che si appoggiano su persone che respirano, mangiano e "ruttano" come noi.
Moto, cromo e scarichi aperti, compagne di viaggio e avventura di avvocati, vigili e studenti.
Ancora complimenti per il bell'articolo.
gabro74
Commento di: Duscherck il 18-12-2008 22:57
Ha! Ha! ..Bello davvero! Mi ha molto divertito.

Comunque (non sò se arriverà anche in italia) stò seguendo un serial TV che si intitola "Sons of anarchy" [peraltro molto bello] che invece è colmo di questi luoghi comuni..tanto per rigirare il coltello nella piaga :-))))))
Commento di: _steppenwolf_ il 20-12-2008 23:09
moolto pittoresco (da dire con accento inglese).

Comunque bell'articolo. Complimenti!