Il mio primo saluto da motociclista... che spettacolo!

Ore otto di una mattina che proprio il sole non vuol fare uscire.

Nell’aria si sente che la tregua che la pioggia ha concesso durerà non molto… che fare???
Niente, non resisto, il desiderio di accendere la mia dolce balena bianca (BMW r45) e portarla per i tornanti tra Nembro e Selvino è troppo forte, anche nell’eventualità di tornare a casa zuppo di acqua.

Infilo il mio abbigliamento nuovo di pacca, stivali, giacca, casco e infine i guanti.
Un ultimo sguardo al cielo e giro la chiave. Premo “start” e il bicilindrico comincia a suonare poesia di perfezione tedesca. Toch toch toch…
Giù la visiera, inserisco la prima e via.

In giro non c’è nessuno, e la mia culona assapora per la seconda volta la sensazione di libertà, visto che ho ancora il foglio rosa ed è la mia seconda uscita ufficiale in moto e la prima in assoluto tra i tornanti montani.
Arrivo a Nembro. Di motociclisti nemmeno uno… qualche scooterone.

Scalo in seconda e su, si incomincia la salita. La balena sale bene in seconda urlando un po’, oso una terza e vedo che ce ne ha… comincio a prenderci confidenza abbastanza velocemente. Tornante a destra e subito a sinistra e su, verso Selvino e ancora di bikers nemmeno l’ombra…

Tra me e me mi chiedo “ma dove caxxo sono tutti? Sono io l’unico pirla che sfida il tempo incerto?”… In compenso di ciclisti ce n’è a palate e sono così gentili da mettersi tutti bene in mezzo alla strada, giusto per rovinarmi le mie belle traiettorie e le mie pseudo pieghe (hihihi).

Dopo circa una ventina di minuti arrivo a Selvino… Un freddo stile Monte Bianco ma il mio giubbotto regge bene e decido di scendere dalla parte opposta della valle, proseguendo per Aviatico, Cornalba, Serina ecc.
Arrivo ad Aviatico e le nuvole decidono che di lì non si passa. Ma ancora di bikers nemmeno l’ombra… Giro la moto e comincio la discesa dalla stessa parte dell’andata.

Dopo 5 minuti di tornanti, da uno scorcio verso valle ne vedo 4… stanno salendo e vengono verso me.
Dopo tre tornanti intravedo i loro fari… Si avvicinano compatti seguendo sicuri le traiettorie del compagno che li precede.

Ci provo, dopo tutte le istruzioni che ho letto sul sito, è il minimo che posso fare e infatti alzo indice e medio sinistri per salutarli… suspance…. La Fazer blu del primo fa spuntare le stesse dita, il secondo sporge lo stivalone, il terzo ammicca con il casco e l’ultimo conclude con le due dita!!!
Io… GODOOOO!!!

Mi parte un urlo spontaneo di felicità nel casco e il ciclista che stava salendo dalla parte opposta si spaventa addirittura, ma non ci faccio caso perché la mia felicità è enorme.
Tipo un battesimo, ma non cosi moscio…

Beh credo che l’immagine della Fazer blu con le dita che spuntano dalla carena non me la dimenticherò mai per tutta la vita.

Inutile dire che dopo di moto ne ho incrociate a bizzeffe e, a parte quelli intenti a far vedere quanto è fica la sua moto non gustando a fondo il significato della grande amicizia tra i motociclisti, tutti mi salutavano o ricambiavano il saluto.

Che bello ragazzi… che mega famiglia…!!!

Della serie sentirti tra il casco il “Meda nazionale” urlarti “Davide c’è, Davide c’è… tutti in piedi sul divano”

Grazie Ragazzi!!!